Questo accade oggi, a metà di maggio 2012
... e questi adesso si sono svegliati?
Quarantasei senatori appartenenti ai gruppi del Pdl, Lega, Italia dei Valori, Coesione nazionale e Misto hanno sottoscritto un appello promosso dai senatori Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi per invitare il governo (il Governo?) a trovare una diversa soluzione per la presidenza dell'Enit, cui è stato nominato alla fine di aprile Pier Luigi Celli.
La richiesta è partita dopo che qualcuno ha ritrovato su Repubblica.it una lettera aperta dell'ex direttore generale della Rai, datata 30 novembre 2009, nella quale Celli si rivolgeva idealmente al figlio per invitarlo ad andare all'estero, finiti gli studi, e a cercare un Paese "dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati".
"Checché ne pensi l'ex direttore generale della Rai, attuale direttore della Luiss, membro del consiglio di amministrazione di Illy, Unipol, Bat e Demoskopea, esistono milioni di italiani, certamente meno fortunati e meno bravi di lui, che sanno cos'è la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati e sono orgogliosi davanti al mondo di vivere in un Paese straordinario come l'Italia, che amano malgrado i suoi difetti", si legge nell'appello.
Ma "se a Celli non piace l'Italia come farà a promuovere le attività turistiche?", si chiedono i parlamentari. Dunque "il governo trovi una diversa soluzione per la presidenza dell'Enit".
Questo acca(d)de il 14 gennaio 2012
Non appena giunse inaspettatamente la notizia della volontà del Piero Gnudi d’inserire il Pierluigi Celli alla presidenza dell’Enit, questo blog con l’aiuto di quest’altro (unici due in Italia), si misero di buona lena per ovviare alla “fantomatica” promozione.
Qui la successione dei post inseriti nel web per richiamare l’attenzione dei media e di chi NON avrebbe dovuto dare l’ok alla pseudo “meritocratica” elezione (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (12) (13) (14) (15) (16) (17) (18) ... ma ce ne sono anche dell'altre.
Inutile dire che non vi fu una benché minima risposta, e neanche quando inviammo personalmente alla Camera (a tutti gli appartenenti alla X commissione della Camera dei Deputati), al Senato (a tutti gli appartenenti alla X commissione del Senato), a tutti gli operatori del settore turistico nonché al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che per l’occasione deve per Legge porre la firma per la definitiva approvazione, una supplica affinché non venisse adempiuta la presidenza dell’Enit al Pierlugi Celli.
Stessa sorte l'ebbi con l'invio del fatto al Fatto Quotidiano, Report, testate giornalistiche famose e non ricordo più chissà chi altri.
Addirittura ci fu chi, molto più autorevolmente di noi (?) e a giochi però fatti (probabilmente per togliersi qualche sassolino dalle scarpe), ne descrisse l'incompatibilità del Celli.
Inutile dire che non vi fu una benché minima risposta, e neanche quando inviammo personalmente alla Camera (a tutti gli appartenenti alla X commissione della Camera dei Deputati), al Senato (a tutti gli appartenenti alla X commissione del Senato), a tutti gli operatori del settore turistico nonché al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che per l’occasione deve per Legge porre la firma per la definitiva approvazione, una supplica affinché non venisse adempiuta la presidenza dell’Enit al Pierlugi Celli.
Stessa sorte l'ebbi con l'invio del fatto al Fatto Quotidiano, Report, testate giornalistiche famose e non ricordo più chissà chi altri.
Addirittura ci fu chi, molto più autorevolmente di noi (?) e a giochi però fatti (probabilmente per togliersi qualche sassolino dalle scarpe), ne descrisse l'incompatibilità del Celli.
Ora, come già evidenziato all’inizio, i signori del Senato della Repubblica (Gasparri, Giovanardi & 44 co.) si sono “accorti” che per mancanza di rispetto all’Italia, il Celli non è compatibile e si rivolgono al Governo (Governo?) senza sapere che l'approvazione è già avvenuta per firma del Presidente della Repubblica.
Quindi e magari, sarebbe d'uopo rivolgersi a quest'ultimo e non al Monti.
Qualcuno avvisi i sigg. Senatori per piacere!
Quindi e magari, sarebbe d'uopo rivolgersi a quest'ultimo e non al Monti.
Qualcuno avvisi i sigg. Senatori per piacere!
Poi del fatto che del turismo il Celli non se ne capisce una cippa, niente, questo per loro probabilmente non è un grosso problema, e così pure che per la “nomina” sarebbero state necessarie (ved. L. 24/01/1978 , n.14, art. 4) delle pregresse conoscenze (... secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti) tantomeno!
Fatto sta che il Pierluigi Celli alla presidenza dell'Enit c'è arrivato, molte delle associazioni del turismo si sono dichiarate felici e contente, le Regioni hanno approvato e così pure le due X commissioni della Camera e del Senato, mentre nessunissimo problema s'è avuto o manifestato da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che pur non ne aveva condiviso la lettera che il Celli aveva inviata a suo tempo al proprio figliuolo ...
... e questi adesso si sono svegliati?
Non è mai troppo tardi?
RispondiEliminaIn una parola: ridicoli.
RispondiEliminaComunque mi piacerebbe leggere nome e cognome dei restanti 44, così, giusto per confrontarli con questi qui:
Armato, Bubbico, Bugnano, Cagnin, Spadoni Urbani (in sostituzione del senatore Caselli), Scarabosio (in sostituzione del senatore Casoli), Pontone (in sostituzione del senatore Ciarrapico), Cursi, De Sena, Biondelli (in sostituzione della senatrice Fioroni), Garraffa, Germontani, Ghigo, Izzo, Latorre, Maraventano, Mantica (in sostituzione del senatore Messina), Paravia, Zanoletti (in sostituzione del senatore Piccone), Piscitelli, Sangalli, Tomaselli e Speziali (in sostituzione della senatrice Vicari).
Astenuti (viste le dichiarazioni di voto): Bugnano, Cagnin, Maraventano.
Tutti gli altri votarono a favore.
In poche parole ... non è mai troppo tardi per essere ridicoli.
RispondiElimina;-)
Al Senato 4 giorni fa:
RispondiEliminaARMATO, INCOSTANTE, CHIAROMONTE, MONGIELLO, MAZZUCONI, BIONDELLI, GRANAIOLA, ANTEZZA, PINOTTI, DEL VECCHIO, CECCANTI, VITA - Al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport - Premesso che:
secondo quanto si apprende da fonti Ansa dei giorni scorsi, tra le azioni che il Governo si appresta a varare nell'ambito delle misure di spending review, con particolare riferimento al contenimento della spesa dei Ministeri, rientrerebbe anche la soppressione del Dipartimento del turismo, che diventerebbe un ufficio del Dipartimento per gli affari regionali;
in un momento di grave crisi economica è giusto razionalizzare le spese dello Stato, anche per fronteggiare la situazione di pesante debito pubblico in cui versa il Paese, ma la ripresa di uno Stato non può essere demandata solo ad una politica di tagli, bensì deve prevedere una serie di misure dirette a stimolare la crescita e in grado di rilanciare quei settori trainanti del sistema economico-produttivo del Paese;
il turismo costituisce un comparto fondamentale dell'economia italiana, con il 12 per cento di Pil annuo, malgrado negli ultimi anni abbia scontato la totale assenza di una strategia nazionale di sviluppo, crescita e sostegno;
più volte la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha rilevato nel corso di questa Legislatura quanto il settore avrebbe avuto bisogno di serie politiche nazionali e di concrete misure per essere riqualificato e rilanciato;
la recente sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 5 aprile 2012 denota l'insufficiente attenzione da parte del Governo per questo settore ed il ruolo marginale nell'ambito delle politiche economiche nazionali. La suprema Corte ha infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale di ben 19 articoli del codice del turismo di cui al decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79, per eccesso di delega del Governo, confermando quelli che erano stati anche i rilievi del Gruppo PD in sede di esame del provvedimento in 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) del Senato; in quella sede, il Gruppo aveva infatti espresso orientamento contrario per il metodo con il quale era stato adottato a causa del mancato coinvolgimento delle Regioni, per carenza di concertazione con le parti sociali, oltre che per i contenuti, carenti di interventi e misure concrete per sostenere e rilanciare il comparto;
sulle problematiche connesse al turismo e all'esigenza di rilanciare il settore, la prima firmataria di questo atto ha presentato di recente un'altra interrogazione in 10ª Commissione che, ad oggi, non ha ancora avuto risposta e nella quale si sottolinea la necessità di individuare e definire le misure più adeguate per rilanciare la crescita della competitività del turismo a livello nazionale e internazionale, con l'adozione di un piano nazionale per il turismo e di misure fiscali di favore che consentano di rendere le nostre imprese più competitive con gli altri Paesi europei,
si chiede di sapere:
quali siano le considerazioni del Governo sui fatti riportati;
se non ritenga che il comparto turistico possa costituire un settore trainante dell'economia del Paese e, in caso affermativo, considerata l'inadeguatezza della legislazione di riferimento attualmente in vigore, se non ritenga che debbano essere individuate al più presto misure adeguate per rilanciare la crescita della competitività del turismo a livello nazionale e internazionale, con l'adozione di un piano nazionale per il turismo;
se non ritenga che l'accorpamento del Dipartimento del turismo nel Dipartimento per gli affari regionali, con conseguente sottrazione di risorse umane e materiali, possa costituire un ulteriore segnale di disinteresse da parte dello Stato per un settore che invece andrebbe sostenuto e rilanciato.
(4-07456)
Ennesima conferma che il Gnudi li ce l'hanno messo per ... boh?
RispondiElimina;-)
4 mesi dopo si sono accorti che celli era improponibile.
RispondiEliminaFenomeni?
Questi sono pagati decine di migliaia di euro al mese per accorgersi dopo qualche anno che Celli aveva scritto male dell'Italia e che la proposta per inserirlo alla pres del'enit era passata attraverso lo stesso senato?
RispondiEliminaDialogo
RispondiEliminaEnrico Bondi: «Il turismo entra nel ministero degli affari regionali». Gnudi: «Ma così lavoro di più!!». Enrico Bondi: «Ma guardi che lei è già ministro del turismo». Gnudi: «A sì?»
Non se ne può più
RispondiEliminaCirca quarant’anni anni dedicati al turismo senza mai ricevere un segno positivo dallo Stato, mai un provvedimento a difesa del nostro settore, senza mai poter contare su una legge o un decreto a noi favorevole. Eppure siamo l’unica categoria che potrebbe risollevare l’economia del Paese, visto il grande patrimonio culturale e territoriale in suo possesso. Ed è per questo che mi sento di dire che:
Sono stufo di sentir dire che la gestione del turismo è troppo frastagliata fra le venti Regioni senza vedere soluzione alcuna. Anche il nuovo Ministro Gnudi lo ha evidenziato come problema esistente ma senza dare alcuna speranza di intervento risolutivo ed immediato… una constatazione di un fatto, negativo e basta.
Sono stufo di subire i danni derivanti dalla concorrenza sleale sull’iva dagli altri Paesi senza che nessuno prenda alcun provvedimento in aiuto alla nostra attività… solo proclami, grida allarmate e nulla più.
Sono stufo di assistere indifeso che invece di ottenere leggi che aiutino la nostra precaria attività, ci troviamo con il ministro Fornero che abolisce la possibilità anche per le nostre Aziende di adottare per determinato personale la formula dell’Associazione in partecipazione. Questo è un negoziato giuridico, molto utilizzato dai Network di agenzie, nel quale l’Associante attribuisce all’Associato una partecipazione agli utili della sua impresa come corrispettivo.
Perciò è un colpo durissimo per la categoria: è impossibile per alcune piccole realtà garantire uno stipendio di 1.000 € poiché ci vogliono circa 2.700 € al mese tra contributi, accantonamenti, tredicesime, quattordicesime, etc.
Sono stufo di scoprire che un collaboratore ti ruba 150.000 € ed alla fine, dopo indagini, relazioni e denunce penali, a questi non viene notificata neanche la denuncia penale grazie ad una giustizia obsoleta e che tutto fa anziché la dovuta giustizia… a chi non ha avuto, come è successo a me, il Paolo Passaro di turno nella propria Azienda, dico: signori attenzione in giro c’è gente di cui non ci si può fidare…
...Sono stufo di vedere il proliferare di agenzie di viaggio che, grazie alla liberalizzazione incontrollata delle licenze, aprono e chiudono truffando la clientela e diffamando la categoria, sparendo nel nulla senza alcuna conseguenza punitiva. Non c’è alcun controllo né da parte degli Assessorati, né delle Questure. In Italia ci sono circa 12.000 agenzie mentre la media delle Agenzie in Europa è di 5/6.000 a Paese. Da noi è diventato il refugium peccatorum di qualsiasi forma di disoccupato senz’arte e senza parte, vista la mancanza di una legge severa e protettiva nel disciplinare l’apertura di una nuova Agenzia.
RispondiEliminaSono stufo di ritrovarmi sul mercato sotto diverse spoglie il fallito di turno che ,in barba al fallimento, riappare indisturbato malgrado abbia fatto piangere banche e fornitori… lacrime amare che si riversano su di chi opera onestamente e da una vita. Sempre grazie ad una Giustizia inesistente e corrotta.
Sono stufo di vedere il coccodrillo Fornero che prima morde e poi piange come fa ogni suo simile. Perché eliminare le partite iva del Tizio che vive di rendita o del Caio che non sa che farsene dei contributi previdenziali perché non ha più l’età? A chi crea il danno? Perché può fare la fattura solo se il suo reddito professionale è formato da prestazioni offerte a più imprese?
Nella mia impresa per fornirmi di un consulente per il mondo web che mi cura anche la gestione di tutta la tecnologia e che quindi lavora ogni giorno devo assumerlo per forza? Violentandolo? Ma per favore!!!
E non voglio parlare del Codice del Turismo, legge indecifrabile emanata da chi del turismo non capiva nulla…
E non voglio parlare della legge a cui si è appellata Valtur per non pagare i debiti della bad company… e dell’Alitalia che non ha fatto da meno…
E non voglio parlare dei tempi di pagamento degli Enti pubblici per servizi resi e strapagati…
E non voglio parlare delle tasse in aumento e della tracciabilità sui pagamenti. Che ben venga quest’ultima, ma che sia preceduta da una rassicurante campagna di informazione sulla sua finalità, che non sia solo quella di scoraggiare a fare un viaggio.
E non voglio parlare del sistema bancario che ti apre l’ombrello quando c’e il sole.
Cari colleghi, mai mollare ma resistere… vediamo questo stupido dove vuole arrivare!
di Angioletto De Negri
I firmatari si chiedono: “Se a Celli non piace l’Italia, come farà a promuovere le attività turistiche, visto che presiede un ente che ha la missione istituzionale di promuovere l’immagine unitaria dell’offerta turistica dell’Italia e favorirne la commercializzazione soprattutto all’estero?”.
RispondiEliminaIl ‘soccorso rosso’ a Celli arriva dal Pd, per bocca del responsabile Turismo, Armando Cirillo che subito interviene in difesa del manager di origini romagnole. “Questa proposta è stata approvata dalla Commissione con 20 voti favorevoli e tre astenuti. Nessuno dei senatori del gruppo del Popolo della Libertà, presieduto proprio da Gasparri ha votato contro. Capiamo la propaganda, capiamo che il caldo gioca brutti scherzi, ma a tutto c’è un limite”.
Roma, 25 mag. (Adnkronos) - Il consiglio dei ministri ha esaminato 12 leggi regionali, su proposta del ministro per gli Affari regionali Piero Gnudi, e ha deliberato l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della legge finanziaria del Veneto.
RispondiEliminaIn particolare e' stata impugnata la legge regionale del Veneto n. 13 del 6 aprile 2012 "Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2012" in quanto, spiega la nota del consiglio dei ministri, "contenente una disposizione che nel disciplinare la valutazione ambientale strategica contrasta con la normativa statale". Il Cdm ha inoltre deliberato l'impugnativa della legge della Regione Marche n. 3 del 26 marzo 2012 "Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (Via)" in quanto "contenente una serie di disposizioni che nel disciplinare la valutazione di impatto ambientale contrastano con la normativa comunitaria e statale".
Il consiglio dei ministri ha, altresi', deliberato la rinuncia parziale all'impugnativa delle seguenti leggi regionali: legge regionale Liguria n. 23 del 12 agosto 2011, recante "Modifica la legge regionale 2 gennaio 2007, n. 1" contenente il "Testo unico in materia di commercio", impugnata dinanzi la Consulta dal consiglio dei ministri con delibera del 13 ottobre 2011. "La rinuncia parziale all'impugnativa - fa sapere il comunicato di Palazzo Chigi - e' stata deliberata dal Cdm in quanto due delle disposizioni impugnate della legge regione Liguria n. 23/2011 sono state successivamente modificate dalla stessa Regione Liguria superando cosi' i profili di illegittimita' costituzionale precedentemente rilevati".
Confronto teso, ieri a Roma, fra i governatori delle regioni a Statuto speciale e il ministro per gli affari regionali Pietro Gnudi. Tema dell’incontro: l'attuazione dell'art.27 della legge 42 sul federalismo fiscale.
RispondiElimina“Ci è stato dato atto che la nostra regione è l’unica che completato l’iter del federalismo fiscale - ha detto oggi il presidente Augusto Rollandin - e abbiamo presentato le procedure già messe in atto a livello regionale per la spending review: in particolare con la riduzione del numero dei dirigenti e sui provvedimenti per la semplificazione e il risparmio. E sempre per attuare la spending review abbiamo discusso e presentato un emendamento alla legge di variazione di bilancio per l’applicazione dei risparmi a livello regionale”.
Il confronto con il ministro si è rivelato teso soprattutto perché la Sardegna ha abbandonato il tavolo per evidenziare un problema connesso al trasferimento di risorse pubbliche dallo Stato. “Abbiamo fatto presente al ministro che la regione più penalizzata è la nostra - ha proseguito Rollandin - rispetto alla prima manovra che ha applicato tagli su parametri concordati, le successive manovre non hanno rispettato questi parametri, penalizzandoci per circa 9milioni e mezzo di euro. Soprattutto la logica della riserva all’erario vanifica di fatto il senso del federalismo e il senso del riparto fiscale”.