È l'ultima spiaggia.
Ma è ancora raggiungibile.
I balneari italiani hanno ora
una speranza concreta per evitare di perdere le concessioni come imposto
dall'Unione Europea.
Proprio da Bruxelles arriva
un passo avanti che riguarda in prima istanza tantissime imprese liguri: le
attività balneari italiane saranno infatti escluse dalla Direttiva Concessioni
di imminente approvazione.
Un risultato ottenuto
dall'europarlamentare del Pdl Lara Comi che ha lavorato a lungo con i colleghi
di Lega, Udc e Fli (ma non il Pd) per far capire all'Europa che i
titolari di stabilimenti non potevano essere assimilati a tante altre categorie
che verranno regolamentate a livello comunitario.
E Philip Juvin, relatore al
Parlamento della nuova Direttiva, ha accettato che giovedì prossimo la
commissione approvi un «considerando» che escluderà i balneari italiani dalla
norma.
Non si tratta della «cancellazione» della tanto controversa «Direttiva Bolkestein», quella che prevede cioè la messa all'asta delle concessioni balneari, ma di un'apertura decisiva per affrontare il problema con maggiore tempo a disposizione e far ripartire il confronto con l'Europa.
Cosa che non sarebbe stata
probabilmente possibile neppure con la proroga di 5 anni recentemente proposta
dall'Italia. «Rischiavamo comunque di essere accusati della violazione del
Trattato e di veder mettere all'asta le concessioni esistenti fin dal 2015 -
svela i retroscena della trattativa Lara Comi -.
Invece con il relatore Juvin,
che ringrazio anche a nome degli altri colleghi italiani che mi hanno
affiancato in questa battaglia, abbiamo concordato questa esclusione. Se avessimo
votato contro la Direttiva Concessioni sarebbe stato impossibile presentarci al
commissario per il Mercato Interno e per i Servizi, l'altro francese Michel
Barnier, con il quale discutere della dilazione per le concessioni già in
essere».
Di fatto, cioè, ora all'asta verrebbero messe subito solo le nuove concessioni.
Per coloro che sono già
titolari di un'attività si apre invece l'opportunità di ottenere una deroga
molto più ampia dei 5 anni proposti dall'Italia. «Sarà questo il prossimo
obiettivo - conferma Lara Comi -.
Noi chiederemo il massimo,
100 anni, per consentire a chi ha fatto investimenti importanti, di rientrare
prima di veder mettere all'asta quello che di fatto ha creato.
Magari otterremo qualcosa di
meno, ma è fondamentale garantire agli imprenditori del settore lo spazio di
manovra per non rimetterci».
Al momento la Direttiva
Bolkestein per la concorrenza non è in discussione, ma spostare molto avanti il
problema (la Spagna addirittura ha rilasciato concessioni per 70 anni e
rappresenta un precedente di assoluta rilevanza) significa anche avere la
possibilità di trovare altre soluzioni attraverso il confronto con l'Europa.
«Non potevamo lasciare che un settore strategico per l'economia turistica italiana e ligure come quello degli stabilimenti rischiasse il tracollo - conclude Comi -. Questo impegno da parte di parlamentari di diversi partiti italiani ad esclusione del Pd è un buon segnale anche per arrivare a una soluzione definitiva ottimale».
P. S.: Lara Comi è disponibile a rispondere alle vostre domande.
La sua
mail è lara.comi@europarl.europa.eu
Sei eccezionale Luciano e sei sempre sul pezzo più importante del panorama turistico in generale.
RispondiEliminaE' un piacere venire a leggerti ogni giorno.
:-D
Di mattino, una buona notizia come questa e una ricca colazione fanno la vita più bella ...
RispondiElimina:-)
@Vincenzo
RispondiEliminaSe non la finisci ti banno per sempre
;-)
@Jennaro
RispondiElimina:)
@Luciano
RispondiElimina:-D