giovedì 10 agosto 2017

Roberta Milano dopo un anno all'Enit...

Giusto un anno fa, Roberta Milano, venne “assunta” come responsabile del marketing digitale all'Enit... si mormora che al colloquio non fu presente nello stesso giorno degli altri pretendenti, ma della cosa non è che m'importi poi molto.

Anche perché, su queste pagine in tempi non sospetti e quindi tre mesi prima, s'era (fortunosamente?) già ipotizzata quella “assunzione” (ved. Qui), di conseguenza...

Nell'anno trascorso s'è inoltre scritto parecchio sull'argomento Roberta Milano su di questo blog, che andare a rivedere il tutto (ved. qui) tra svolazzi con i colori della bandiera italiana sbagliati, menù olimpionici da un tanto al chilo, regioni dimenticate eccetera eccetera, mi vien da pensare che la pasta e fagioli c'azzeccava e c'azzecca davvero tanto sull'andazzo generale lì all'Enit.

e Gabriele Simmini intervista la Roberta Milano sulle pagine di L'Agenzia di viaggi Magazine (ved. Qui), a cui in fondo seguiranno delle mie (?) personali considerazioni...

Com’è andata?
«Molto bene. Siamo il primo Paese in Europa per impression e contenuti condivisi, dobbiamo recuperare invece sul numero di follower e fan delle nostre pagine. Per questo a settembre presentiamo la global page di Facebook che accorperà tutte le pagine che hanno funzionato (o no) all’estero e in Italia. Stiamo preparando le prime campagne di advertising online e continuiamo a investire nelle competenze professionali delle nostre sedi estere».

Cosa bolle in pentola per il Wtm di Londra?
«È  un impegno importante a livello mondiale. A giugno ho incontrato gli organizzatori per contrattare le condizioni dell’accordo: dalla visibilità negli spazi dell’ExCel e in città agli strumenti online, fino alle newsletter dedicate. Una garanzia di visibilità che si estenderà dal consumer fino al B2B».
Qualche anticipazione?
«
Uno dei temi centrali che caratterizzerò la presenza dell’Italia sarà il food e l’enogastronomia. Non sarà una trattazione di carattere tecnico, ma progetti d’interconnessione tra cibo, prodotti e territorio. Ci sarà spazio anche per i borghi, per esempio».

Che risultati ha avuto la campagna online #ItalianVillages?
«Per l’Anno dei Borghi in sei mesi abbiamo superato le 70 milioni di impression totali e il giornale tedesco Der Spiegel ci ha dedicato due articoli. Il progetto Sali a Borgo (che coinvolge il mototurismo nel Centro Italia) ha già raggiunto i 24 milioni di impression nei primi due weekend di lancio».


Borghi e turismo lento: secondo lei, il mercato è pronto?
«Russi e cinesi no, ma l’Europa sì, soprattutto quella del nord. La promozione dell’Anno dei Borghi è stata veicolata sui taxi a Londra e sugli autobus di Bruxelles. Queste attività, però, hanno bisogno di una strategia pluriennale di riposizionamento. Ci vuole del tempo e bisogna scegliere i mercati giusti. Abbiamo appena pubblicato i trend dell’estate 2017 individuati attraverso una analisi approfondita dei big data su Google, le maggiori Olta e i metamotori. In un anno siamo riusciti a essere il Paese più fotografato sui social e I Like Italy ha totalizzato oltre 305 milioni di impression totali a partire da gennaio. C’è spazio per il turismo delle città d’arte, ma anche per i borghi e per nuovi itinerari».

Torniamo a via Marghera, cosa non si aspettava di trovare?
«Vengo dal libero professionismo e da una multinazionale, la sorpresa più grossa è stata la burocrazia che attanaglia i processi e il lavoro. Ma ho trovato anche tante competenze ed entusiasmo, così ho portato un’impostazione aziendale dentro l’Agenzia».

E una strategia digitale…
«Non proprio. I social e il marketing online operano in base alla strategia generale di Enit. Le priorità sono state due senza staccare offline e online: accrescere le competenze digitali delle sedi estere e progettare a Roma una una promozione da personalizzare nelle varie aree geografiche».

Per esempio?
«Inglese, tedesco, spagnolo e portoghese erano mercati già pronti su cui abbiamo lavorato da subito. Russia e Cina hanno avuto bisogno di un’analisi preventiva delle domanda. Oggi in Cina usiamo Weibo e WeChat, canali che a Oriente contano come Facebook e Whatsapp. Così abbiamo comunicato il Carnevale di Viareggio a gennaio, nel momento in cui Marcello Lippi (viareggino doc, ndr) veniva nominato allenatore della nazionale cinese di calcio».

Lei pensa all’Enit come a un grande aggregatore?
«Per certi aspetti sì. Prendo in prestito le parole del giornalista de l’Espresso, Federico Badaloni, “siamo ciò che connettiamo”, perché in un mondo dove tutte le informazioni sono già disponibili, la differenza è data dalla capacità di metterle in relazione: informazioni, contenuti e promozione. Soprattutto online».

Un’idea per Italia.it?
«Ci stiamo provando, ma non è la priorità assoluta. Italia.it ha delle rigidità insormontabili: non possiamo fare landing page o blog, per esempio. Vorrei un portale da fare con le regioni e senza redazioni giganti, ma con strutture di dati che si parlano tra loro e vengono presentate al turista in un solo ecosistema. Esistono miriadi di contenuti che dobbiamo solo organizzare, mentre è fondamentale essere presenti lì dove stanno le persone: Facebook, Instagram, Wechat.

Quando vedremo qualche novità?
«Tra fine 2017 e inizio 2018 inizierà l’attività concreta del nuovo portale».
Dal privato al pubblico, come ha organizzato il suo team?
«
Dalla campagna di promozione sui social durante le Olimpiadi 2016 fino a Twitter Plurale, il laboratorio social delle Regioni Italiane e #ItalianVillages: tutti i progetti sono gestiti da un back office che lavora in maniera rapida e informale e che a cascata suddivide responsabilità e azioni sulle singole sedi estere, le realtà che partecipano e le componenti locali».

Cosa ne pensa della turismofobia e delle città a numero chiuso?
«Preferisco non commentare, come Enit deve chiedere al direttore generale, Gianni Bastianelli».
Ma se dovesse trovarsi a comunicare il numero chiuso a Roma o a Venezia che farebbe?
«
Il mio interlocutore è il Mibact e le linee guida sono dentro il Piano Strategico del Turismo approvato di recente. Se saranno intraprese misure del genere ne prenderò atto e comunicherò al meglio tutte le iniziative che saranno messe in campo».

Beh, a parte la penultima domanda “Quando vedremo qualche novità?”, che da sola la spiega già tutta, e che non sappia rispondere a delle domande (vedi turismofobia) di cui già si intuiva che prima o poi... ben e oltre 30anni fa...
ma come?... in un anno intero non è stata in grado di mettere su una global page per Facebook?... e c'è voluto sempre un anno per cominciare le prime campagne di advertising online?

Non parliamo poi dell'ideona di creare un portale di aggregazione di contenuti pre-esistenti, come se i contenuti non fossero invece il cuore ed il punto nodale della qualità della comunicazione e promozione turistica.
La parola "servizi" al turista, poi, è proprio abolita eh... ma si dai... ma che ci pensino i privati.
Il brand... al momento non è pervenuto: si vede che non è più di moda.
Eppure sul brand la Milano, ebbe a parlarne a ripetizione quando comandavano altri e la responsabilità era appunto altrui, neh!
Beh, ora non più!
Mentre la promo-commercializzazione... questa sconosciuta: infatti il direttore vendite, in Enit, nemmeno lo cercano più.


L'importante (sic!) è stare sui social... postare qualche foto e due righe di contenuti e un link ogni tanto, fare poca fatica... e contare tante inutili "impressions" da dare in pasto nelle interviste e nei report di fine anno.
A completamento del tutto... fare qualche "evento" periodico di formazione sul nulla.


Avete visto i tre ultimi video?... (ved. qui)... roba fatta con rimasugli delle gestioni precedenti Enit.
Semplicemente penosi... imho!
Non c'è lo straccio di un'idea promozionale e comunicativa che sia minimamente presentabile...
E non è che gli manchino i soldi in Enit... hanno pure un avanzo di 15 milioni di euro dal 2016.
Le uniche gare che fanno sono per gli allestimenti fieristici... sempre che poi non intervenga la Corte dei Conti.
Alla fine la grande rivoluzione attesa sul digitale... è stata quella di fare da premier partner in una fiera turistica... e per parlare di cosa?... di cibo ed enogastronomia... ma più analogici di così... ma per carità!


Che tanto per tutto il resto, nel digitale appunto, non è mica il caso di affannarsi troppo: facciamo tante "impressioni", ma soprattutto ce le facciamo misurare dagli "amici di convention"? (Determinazione n. 155 del 06/06/2017- CIG N.Z6D1EE02B5)... e anche in questo caso c'avevamo “fortunosamente” (eccome no) azzeccato sul chi l'avrebbe poi realizzata.
Guadagnandomi anche una presunta minaccia di querela, che naturalmente mi procurò della grande ilarità.


Ma tornando all'intervista e a quanto finora dall'Enit realizzato...
non solo non c'è la capacità di fare cose concrete e di reale valore, ma nemmeno la voglia, l'arguzia (anche l'intelligenza?) e l'umiltà di saper cercare e/o di circondarsi di persone/aziende che siano in grado di farlo davvero per tuo conto e per il Paese.


Che tristezza... ma veramente tanta però...
eppure lei e loro sono lì a dirigere l'Enit, mentre tu, che magari te ne capisci di più (e non ci vuole poi granché molto, neh!) e che ben sapresti il che cosa s'abbia da fare... tu che persino avresti anche davvero la voglia di fare, beh; tu non ci sei.


Ma perché?
Perché hai già capito, no!... la meritocrazia tutta italiana!


9 commenti:

  1. Pur tra oggettive e/o comprensibili "difficoltà burocratiche" iniziali non si può non rilevare che un anno, alla fin fine, è davvero tanto ma tanto tempo.
    Puoi fare tutti gli annunci che vuoi, predicare "velocità" in quel di Rimini, ma i nodi, prima o poi, arrivano al pettine per tutti quanti.

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  2. L'Italia al Film festival in piazza del municipio a Vienna.

    L’azione promozionale prevede la proiezione dello spot “Piazze d’Italia” su megaschermo prima di ogni rappresentazione musicale e la presenza del logo Italia sulla linea di comunicazione dell’iniziativa.

    Uno spot dell'epoca Babbi, che risale al marzo 2014, di cui ben conosciamo le origini.
    Nell'arte del riciclo costante, bisogna ammetterlo, in ENIT sono davvero diventati i numeri uno.

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  3. In effetti un anno non è poco
    e usarlo per copiare le cose che i loro predecessori hanno fatto 3 anni fa, non è mica bello.

    A proposito
    come stanno andando le cose per quella gente che dovevano assumere qualche mese fa?

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  4. Ecco, quella di Vienna è la ciliegina...
    Ma si può fare di 'ste cose?

    E c'è voluto un anno...

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  5. Tutte queste critiche alla Roberta Milano a chi servono?

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  6. @Anonimo (belin, ma almeno una sigla, quello mai, vero!)... e vabbeh...

    Riassunto delle puntate precedenti:
    Le mie "critiche", che sono sempre "costruttive", sono iniziate molti anni fa di persona.
    Purtroppo non hanno mai avuto un esito favorevole vocalmente, e quindi s'è pensato di farle per iscritto sul blog.
    Una critica è costruttiva quando dall'altra parte c'è gente modesta e con la voglia e l'intelligenza per imparare.
    Infatti se vale il detto che non sempre ci si azzecca, anche se qui capita davvero di rado (quando ci indovinano noi non lo scriviamo), lo stesso detto dovrebbe valere anche per la signora.
    Ma non risulta che la Roberta Milano abbia mai dichiarato, né di persona né sul web, di averlo mai fatto.
    Ora, siccome sono una testa dura, il blog continuerà all'infinito a dare consigli dietro delle critiche costruttive... prima o poi... o lei qualcun altro lo capirà considerati i risultati.

    Quindi alla tua domanda rispondo che le nostre critiche servono al turismo... indiscutibilmente.


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  7. ... critiche che servono indiscutibilmente al turismo, che è appunto lo scopo di questo blog.
    Almeno lo si spera davvero.

    :)

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