lunedì 2 maggio 2011

Vuoi andare in Sardegna col traghetto? Si rema r

Forse un po’ tardiva e con due “soli” traghetti, ma è cosa buona e giusta.
Ed è veramente cosa buona e giusta che al presidente della Sardegna, al fin fine gli siano girate per benino a causa delle ultime notizie che danno le prenotazioni per la Sardegna in calo del 30%, e abbia deciso di diventare armatore per garantire prezzi concorrenziali: “La flotta sarda è un atto di legittima difesa da parte della Regione per porre rimedio a una situazione diventata inaccettabile e insostenibile”.
E' così che il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci all'indomani della decisione di noleggiare alcuni navi, attraverso la controllata Saremar, potrà garantire già da questa estate dei collegamenti marittimi con l'Isola a prezzi concorrenziali.
Aggiungendo poi che è stato necessario intervenire perché, a suo dire, sono state violate le regole del libero del mercato.
Infatti per statuto la Saremar, società di navigazione di proprietà della Regione, può curare i collegamenti con il continente, che potranno essere assicurati a prezzi analoghi a quelli praticati dalle compagnie di navigazione negli anni precedenti.
Le navi opereranno nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 15 settembre, mentre le tratte coperte saranno Olbia-Golfo Aranci con un porto dell'Italia centromeridionale, Civitavecchia o Napoli, e Olbia-Golfo Aranci (o Porto Torres) con un porto dell'Italia settentrionale, probabilmente Genova o Savona.
La Saremar (Sardegna Regionale Marittima) è una società di navigazione che opera con una flotta di sette traghetti per collegare in regime di continuità territoriale le isole minori della Sardegna, come La Maddalena e l'isola di San Pietro, compreso il collegamento tra Santa Teresa di Gallura con Bonifacio in Corsica. È nata il 27 marzo 1987 a Cagliari. Il 3 novembre 2009 il ministro dei trasporti Altero Matteoli assieme al presidente della Regione Sardegna hanno firmato l'accordo per il passaggio della società di navigazione dallo Stato controllata tramite Tirrenia direttamente alla regione Sardegna, che manterrà la maggioranza dell'azionariato, il restante andrà a privati tramite un prossimo bando di gara.
Dopodiché l'associazione degli armatori privati ha capito che tira aria brutta per i suoi iscritti e così, ieri l’altro, con un comunicato ha invitato le parti a «un nuovo confronto trasparente e costruttivo per venire incontro alle esigenze dei passeggeri».
Lodevole iniziativa, per carità, ma potrebbe essere fuori tempo massimo, poiché la Saremar ha già risposto: «Siamo pronti al varo», mentre Cappellacci ha aggiunto: «Abbiamo cercato il dialogo con chi ci ha aggredito, gli armatori, ma è stato inutile».
Il problema è che adesso la Saremar non venga gestita come la “vecchia madre”, la Tirrenia, col risultato che siano ancora una volta i cittadini italiani a rimetterci la differenza.
Differenza tra quella che può essere definita una  buona gestione e quelle che ahimè immagino, nonchè molto frequenti in Italia.
E nella speranza che questa venga destinata a dei veri professionisti non partitocratici e ne tantomeno … vabbè avete capito, l’augurio migliore è che sia fatta la scelta più vantaggiosa per i controllori di un buon catering, degli insegnanti o conduttori della qualità alberghiera e possibilmente con l’appoggio di chi se ne capisce del dare e dell’avere.
Credo inoltre che si voglia dividere le due gestioni (7 traghetti + i 2 nuovi) risultando inammissibile per una buona gestione, poiché nel caso sarebbero necessari dei nuovi idirigenti.
Ettepareva.
Già nel maggio del 2010, all’atto della privatizzazione della compagnia Saremar da Tirrenia alla Regione Sardegna, con la delibera 19/13, la giunta ha revocato il precedente consiglio di amministrazione e, mantenendo invariato il numero di membri, ha nominato il nuovo (cinque), «che rimarrà in carica fino al termine della privatizzazione»: amministratore delegato Salvatore Scarpati, consiglieri Roberto Neroni, Emanuele Cera, Enzo Mè ed Enrico Mulas, che per un’azienda di 200 dipendenti sono veramente un po’ troppi.
Tre sarebbero bastati e probabilmente anche avanzati.
I costi?
Al presidente del consiglio di amministrazione un compenso annuale e onnicomprensivo pari al 35% della retribuzione complessiva spettante a un direttore generale dell’amministrazione regionale con venti anni di anzianità. Agli altri componenti spetta un compenso annuale e onnicomprensivo pari al 30% della indennità spettante al presidente.
Alè, ci risiamo!
E se penso che “qualcuno” da solo (+ due Operation Manager) ne gestiva (e dicono anche bene) ben quattordici navi (5stars + la “L” di lusso) … auguri e buon viaggio!
 P.S.: E chissà se alla fin fine di tutto quest'ambaradan non avvenga una "certa"conferma , anche da parte di una gestione un po' così così della Siremar, che i "rinacari" siano cosa buona e giusta per il "peso" del costo del carburante e dell'incremento di quelli portuali (a Porto Torres sono aumentati del 91% ed a Olbia del 225%).
Penso male?
A pensar male si fa peccato ma ... eccetera eccetera, e alla fin fine che ci rimette ... indovina chi è?

3 commenti:

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