blog di critiche costruttive sul turismo e sulla cultura (dal 1° gennaio 2009)
mercoledì 30 settembre 2009
Non picchiatevi in "testa"
Non si capisce se si tratta della solita “brillante” riflessione momentanea o di una nuova moda allo sfinimento intellettivo; si, quello degli altri.
Nel comune di Roma ripristinano proposte passate o “trapassate”, come felici smaglianti “nuove” idee, e tra queste, ecco riapparire quella di una tassa di soggiorno per i turisti, questa volta d’elite, ovvero rivolta a coloro che scelgono gli alberghi di lusso a 4 o 5 stelle; 5 euro al giorno per persona.
Una “tassa” non solo alla luce di quel traguardo fissato dalla giunta Alemanno di portare il numero dei turisti in città da 13 a 20 milioni l'anno, ma anche per un aumento fisiologico delle spese che l'amministrazione deve affrontare in termini di servizi, pulizia, eccetera eccetera.
In parole povere, prima ti faccio pagare e poi metto tutto a posto (forse) ed è praticamente come se un albergatore, proprietario di un tre stelle, ti facesse pagare il prezzo di un 5, per poi usare i tuoi soldi per aumentare la classificazione dell’hotel.
Si tratterrà di un contributo che si paga già ad esempio a Parigi, da 0,50 a 1,50 euro a notte; in Austria invece la tariffa è differenziata e va da un minimo di 0,40 centesimi a un massimo di 1,10 euro, mentre la Germania applica tariffe di soggiorno ma a discrezione delle singole zone.
Ma dove i servizi sono degli ottimi servizi, e per la conferma, provate a chiedere ai romani che fine hanno fatto gli 8 milioni di euro che il Comune di Roma incassa ogni anno dai ticket sui bus turistici, di cui lo stesso municipio non ha mai speso nulla per migliorare il settore.
Che facciano la stessa fine o vadano a finire chissà; in qualche consulenza “esterna” di vitale importanza?
Come ad esempio quelle del “cucito” (veramente indispensabile) o sulla schedatura di vocabolari tedeschi (?); e che dire di quelle sullo studio della patata ligure se cresce in Toscana o dell’aglio toscano se cresce in Liguria.
L’ammontare complessivo delle consulenze di Roma ammonta annualmente a 30 milioni di euro mentre quelle nazionali raggiungono l’infelice cifra di 1 miliardo e mezzo della stessa moneta.
Il provvedimento non è da bocciare, ma da rinviare a data da destinarsi e vale a dire quando, al di là dei clamori mediatici, Roma sarà davvero in grado di offrire servizi che offrono altre capitali europee.
Strade pulite, niente buche, varie linee di metrò e chi più ne ha più ne metta.
La verità è che Roma non ha ancora una capacità attrattiva fuori dalle logiche di concorrenza, e piuttosto, si intervenga su una migliore valorizzazione del patrimonio culturale.
Infatti all' estero si paga anche per vedere una sequoia, ma solo se è ben tenuta, però.
martedì 29 settembre 2009
Siamo "Fottuti"
“…proprio sopra di voi, che vivete tranquilli nella vostra coscienza di uomini giusti, che sfruttate la vita per i vostri sporchi giochetti allora…allora…ammazzateci tutti!
Noi siamo qui, prigionieri del cielo come giovani indiani…risarciteci i cuori, noi siamo qui, senza terra né bandiera, aspettando qualcosa da fare che non porti ancora dei torroni a Natale… telegrammi «ci pensiamo noi»… condoglianze! condoglianze!”
Antonello Venditti – Canzone per Seveso – dall’album Ullalla – 1976.
E’ fin troppo facile prevedere il seguito della vicenda che i giornali relegano oramai in terza e quarta linea sulle loro pagine, tradizionali od elettroniche, perché la tragedia delle navi cariche di veleni, affondate dalla ‘ndrangheta, è il più grave attacco subito dall’Italia nel dopoguerra.
E’ facile perché in questo sciagurato Paese si ritiene che le notizie non siano tali se solo si riescono ad occultare, oppure a ridimensionare, ma non è così: quando Der Spiegel farà un servizio sulla vicenda, addio turismo tedesco.
E la stessa cosa avverrà quando lo faranno i giornali inglesi, francesi e americani: siamo irrimediabilmente fottuti.
Partiamo da una riflessione: il mare non ha confini, sono gli uomini ad imporli.
Per questa ragione non ha nessun senso parlare di “tragedia calabrese”, poiché se è vero che il pentito Foti fu creduto soltanto quando i medici s’accorsero di una “impennata” dei tumori in quelle aree, è altrettanto vero che quei veleni sono destinati a diffondesi non solo nel Tirreno, bensì nell’intero Mediterraneo.
Comprendiamo che sia difficile da capire per la gran parte del pubblico, ma quelle navi rappresentano – per l’ambiente – il corrispettivo di una bomba atomica sganciata sulla Calabria, che durerà per secoli. E, questo, anche se non saranno ritrovate scorie radioattive.
La dimensione della tragedia non è stata nemmeno avvertita dalla popolazione, poiché per “comprenderla” bisognerebbe sapere, e per sapere servono soldi, tanti soldi.
Partiamo da quello che sappiamo.
Foti parla di una trentina di navi affondate, di fronte ai litorali del Tirreno e dello Ionio (ma la “Anni” fu colata a picco in Adriatico), ma quanta roba c’è dentro a quelle navi?
E’ difficile fare una stima del carico trasportato, giacché non sappiamo se tutti gli spazi interni disponibili per il carico fossero stati utilizzati: il buon senso direbbe che, volendole usare come semplici “cassonetti” da affondare, le avessero riempite fino alla falchetta, ma non abbiamo prove. Stiamo quindi “bassi” e conteniamo il carico a sole 3.000 tonnellate di peso: trenta navi – ma sono 180, secondo altre fonti, quelle “disperse” – fanno 90.000 tonnellate di materiali tossici disseminati in mare.
Una montagna di robaccia.
Cosa ci può essere in quelle stive?
Non vorremmo che, in breve tempo, qualcuno rassicurasse: “Non ci sono scorie radioattive! Dormite sonni tranquilli!”, poiché il problema diverrebbe meno grave per un’inezia.
Quelle scorie, come ha affermato Foti, provenivano per la gran parte dalle industrie del Nord: quali sono gli scarti industriali che furono ritenuti così difficile da smaltire, al punto di rivolgersi ai mammasantissima?
1) Residui di verniciatura2) Residui delle industrie galvaniche3) Scarti dell’industria conciaria4) Scarti dell’industria tessile e tintoria.
Fermiamoci qui, anche se le tipologie saranno probabilmente molte di più, perché basta ed avanza.
I prodotti versati in mare sono, a questo punto, tantissimi e si deve tener presente un secondo dato: queste sostanze sono, a loro volta, reattive.
Quindi, non possiamo sapere cos’abbiano generato dopo essere state immagazzinate alla rinfusa nei fusti, né le interazioni che possono essere intervenute – sono oramai decenni che sono in fondo al mare – con le strutture metalliche della nave e con l’ambiente marino (la salinità dell’acqua di mare, la pressione, ecc).
Insomma, là sotto c’è di tutto.
Per capire, almeno a grandi linee, cosa ci può essere partiamo dalle sostanze utilizzate per sintetizzare quei prodotti tecnici:
Metalli pesanti
Piombo: presente nelle comuni vernici di fondo in funzione antiruggine, usato per decenni (ricordate la classica “antiruggine” arancione?) in tutta l’industria, soprattutto in quella meccanica.
Cromo: è uno dei principali composti di vernici e sostanze coloranti (in greco, chroma, significa proprio colore), soprattutto nella forma esavalente (giallo ed arancio) mentre in quella trivalente è verde. Usatissimo nell’industria conciaria ed in quella metallurgica.
Mercurio: usato anch’esso per vernici e nell’industria farmaceutica. C’è da sperare che, siccome costa parecchio, le industrie cercassero di recuperarlo almeno in parte, così come per l’Argento dell’industria fotografica.
Rame: usato in agricoltura, ma certamente meno pericoloso e meno diffuso dei precedenti.
Stagno: usato per saldature in elettronica. Prodotto costoso, e c’è da sperare che proprio per questa ragione non sia presente in quantità significative.
Cianuri: usati nel processi galvanici e di cromatura. Basta il nome.
Ci rendiamo conto che la trattazione è assai esigua (diserbanti, fitofarmaci, idrocarburi, ecc) ma ciò basta ed avanza per comprendere il problema: tutte queste sostanze, se entrano in contatto con organismi biologici, causano interazioni gravissime, che si manifestano con malattie della pelle e degli organi interni, malattie nervose e tumori.
Di più: non dimentichiamo che i molluschi, e gli organismi bentonici in genere, tendono a concentrare nei loro liquidi biologici sali tratti dall’acqua marina.
Noi, mettiamo loro “a disposizione” il peggior campionario di veleni che si possa concepire: immaginate i risultati. La catena biologica dei mari italiani è quindi definitivamente compromessa giacché, quelle 90.000 tonnellate delle peggiori schifezze, s’espanderanno lentamente: non è detto che l’Italia non si ritrovi, domani, al centro di costosissime richieste di risarcimento da parte degli altri Paesi rivieraschi.
Siccome il mare non ha confini, e la catena alimentare marina tende ad espandere ciò che è concentrato in un punto, nessuno sarà più certo di non “beccarsi” un pesce che contenga quella robaccia.
Perché si è giunti a questo punto?
Sicuramente perché il profitto è alla base del crimine: ovunque e chiunque possa sperare di farla franca, risparmierà denaro fregandosene della salute altrui.
Non è nemmeno il caso d’approfondire.
Alla base di tutto, però, c’è una generale e diffusa ignoranza da parte della classe politica: sanno pochissimo di queste cose, e quando si trovano di fronte a problemi del genere stentano a comprenderli.
Nominano “esperti” per ricevere lumi, si stendono inutilmente chilometriche relazioni, quando il dato è semplice.
Un evento che fa invece gelare il sangue è quello di Minamata, in Giappone: nel dopoguerra, nella baia di Minamata, iniziò una catena di morti sospette.
Nel 1956, si resero conto che la ragione erano gli scarichi (contenenti principalmente Mercurio) di un’azienda chimica.
La “svista” causò 2.265 vittime e 1.784 morti.
Non è allarmismo ingiustificato e nemmeno spregio della Patria affermare che la situazione non è gravissima: è tragica.
Se i giornali stranieri non minimizzeranno come i nostri, non sarà per una sorta di “italianofobia”: avranno soltanto ragione.
Possiamo continuare tranquillamente a mangiare il pesce pescato nei mari italiani?
Portare i nostri figli al mare?
Riflettiamo che una concentrazione, anche minima, di metalli pesanti nell’acqua genera danni biologici.
Chi avrà il coraggio di sospendere cautelativamente (ma totalmente!) la pesca, almeno nelle regioni colpite da questo crimine?
Chi darà ancora le “Bandiere Blu”?
Il problema poteva essere risolto in altro modo?
Alla base di tutto, come ricordavamo, ci sono due fattori: il profitto e l’ignoranza.
Se il primo non può essere, almeno a breve termine (cosa che, personalmente, gradirei) eliminato, la seconda sì.
Da anni studiosi, tecnici, scrittori e giornalisti avvertono che con l’incenerimento dei rifiuti non si distrugge nulla: le sostanze inquinanti cambiano semplicemente forma e s’espandono nell’atmosfera.
Così è per il mare (e per le discariche): se non si giunge a comprendere che, come abbiamo costruito, così dobbiamo demolire quel che scartiamo, le tragedie come queste si ripeteranno. Anche se, per come stanno le cose, oramai siamo alla frutta.
Ma, noi, usiamo la ricerca solo come fonte di “posti” per i figli dei notabili, com’è stato ampiamente dimostrato.
Se qualcuno pensasse “in qualche modo le tireremo su”, si metta tranquillo: il recupero di grandi navi su alti fondali è solo roba per Hollywood.
Fosse solo una pilotina, a 500 metri sarebbe già un problema: figuriamoci quelle affondate a 1.000 metri e più! Nemmeno da pensare.
Inoltre, anche spiccando un salto nella fantascienza, durante la risalita perderebbero il carico: niente da fare.
Dopo l’affondamento dell’Andrea Doria, nel 1956, si pensò di recuperarla ma i costi furono considerati proibitivi: l’Andrea Doria, però, ha la chiglia a meno di 100 metri dalla superficie!
Come ha confessato Foti, piazzavano trenta chili d’esplosivo a prua e le facevano saltare.
Se, anche, per un caso dei casi, potessero essere recuperate immettendo aria nello scafo, le falle non consentirebbero di raggiungere una spinta positiva.
Ma, lo ripeto, è una pura ipotesi “di scuola”.
Molto probabilmente, cercano di minimizzare il fatto – ossia che i mari italiani sono irrimediabilmente avvelenati – perché non sanno che pesci (sic!) pigliare: affidano i titoli di testa alle solite beghe, dalle escort alla RAI, perché un Ministro come la Prestigiacomo non ha assolutamente le capacità d’affrontare un simile scempio.
Come sempre, s’adotta la strategia dello struzzo. L’unica ipotesi – ma, sottolineo, è tutta da verificare – potrebbe essere quella di metterle in sicurezza ricoprendole di teli impermeabili e poi “sigillarle” con un “sarcofago” di materiale inerte.
Ripeto: è soltanto un’ipotesi (data la profondità) e bisognerebbe scomodare le “teste pensanti” dell’ingegneria e della ricerca italiana, magari proprio i ricercatori universitari.
Cosa si dovrebbe fare?
Per prima cosa sospendere totalmente la pesca e la balneazione ovunque ci sia solamente il sentore di una nave affondata: chi avrà il coraggio di farlo?
In seconda battuta, chiamare rapidamente le migliori menti che abbiamo (e ci sono…) in Ansaldo, OTO Melara, Italcantieri, FIAT, ecc, e domandare loro se esiste una sola ipotesi d’arrestare la dissoluzione di quei carichi nell’acqua marina.
Da ultimo, riflettiamo che le operazioni militari italiane all’estero sono ben 30, che assorbono 8730 militari e risorse per svariati miliardi di euro (parecchi camuffati nelle “pieghe” dei bilanci): ad Ottobre, ci sarà il voto per il ri-finanziamento.
Cos’è dunque l’Italia?
Siamo un Paese che spende miliardi di euro per discutibili (uso un eufemismo…) interventi a casa d’altri, mentre è impestato da un cancro ancor peggiore: di certo, lo Stato italiano non governa un terzo del Paese!
Siamo, quindi – seguendo proprio la loro logica – messi ancor peggio di Karzai!
Qualcuno potrà ribadire che le mafie non si combattono più con il presidio del territorio, giacché hanno assunto dimensione nazionale ed internazionale: ciò è vero – e serve dunque l’attività d’intelligence – ma solo in parte.
Le mafie hanno bisogno del controllo del territorio, perché la droga si raffina nei laboratori clandestini, le armi s’immagazzinano nell’attesa d’essere vendute, il “pizzo” non viene chiesto a Stoccolma, bensì da Roma in giù.
Questa vicenda ne è la dimostrazione lampante.
Bisognerebbe anche avvertire i mammasantissima in carcere che, qualora qualcuno torcesse anche solo un capello di quei ragazzi, potrebbe essere messo in atto nei loro confronti non il "41-bis", ma il “metodo Stammheim”.
Se, invece, credete che queste siano soltanto fanfaluche, domani comprate un bel branzino, fatelo “al sale” e mangiatelo allegramente, come se niente fosse.
Oppure, datelo al gatto del vicino: ma solo se lo odiate.
Carlo Bertani
Su, da brave, in fila alla conferenza.
E di esempi ne abbiamo un bel po’.
Probabilmente sono pochi coloro che dimostrano fiducia in queste elencazioni, perché se digitiamo “i dati sul turismo sono sbagliati” sul motore di ricerca Google, ecco apparire ben 640.000 (seicentoquarantamila) pagine web che riportano in parte questa frase, mentre la prima, lassù in cima, riconduce addirittura alla seguente dicitura “sbagliati i dati Brambilla” a conferma che poi così male non abbiamo scritto o pensato.
Il supporto a questa teoria ci viene dato dall’ultima conferenza stampa (28 settembre 2009) effettuata dalla ministra del turismo nazionale dove venivano soprattutto elencate le priorità della medesima sul personale modus operandi che, guarda caso, erano tutte orientate sull’indubbia qualità della sopraddetta (?) ed agli “ottimi” risultati finora ottenuti (?).
Il tutto alla presenza dei soli giornalisti, fotografi od operatori televisivi interessati che dovevano però inviare in anticipo un’apposita richiesta di accredito, completa di tutti i loro dati anagrafici, e su carta intestata; quella del giornale d’appartenenza, naturalmente.
Come a dire (ipoteticamente per carità) che se qualche testata giornalistica, a lei discordante, avesse voluto interagire con domande di un certo spessore; beh, probabilmente non avrebbe trovato più posto; si sa (forse) come vanno ste cose.
Inutile dirvi la “banalità” delle domande ascoltate.
Bene, anzi male, perché nei dati ascoltati è sbucato, per il mese di luglio, un +37% mentre per settembre che non è ancora finito un bel +14,2%.
Niente di sgradevole, se fosse “vero”, senonchè veniamo informati che i lavoratori nel turismo si sono ridotti di -5,9% a tempo indeterminato ed il -4,6% a tempo determinato, per lo stesso mese di luglio.
Considerazioni?
Lasciamo perdere verrebbe da dire, ma testardi come siamo una sola cosa la vogliamo aggiungere.
Ma non vi vergognate?
lunedì 28 settembre 2009
Guarda, c'è un'asino che vola!
Allora sarebbe da proporne l’avvicendamento con l’obbligo di mantenere il copricapo da "Asino" perennemente, e vale a dire anche dopo la punizione (annuale) dietro l’enorme lastra d’ardesia, con il classico cono e con un paio di doverose e meritate orecchie ben piantate sulla crapa.
Asini!
Domenica 27 (ore 21) su Rai Tre, puntata di “Presa Diretta” sui Campi Flegrei, Pompei, porto di Pozzuoli, il Castello di Baia, Roma e quant’altro di veramente opprimente anche per uno che di cultura e belle arti non s’intende.
Non sto a raccontare per filo e per segno quello che i bravi Riccardo Iacona e Domenico Iannacone ci hanno sapientemente raccontato, non basterebbero le pagine web della Wikipedia, ma solo alcune considerazioni a me più pertinenti.
Migliore scuola al mondo di master archeologico in Roma obbligata alla chiusura per cavilli o incuria burocratica; attualmente dei 4 anni di corso restano solo gli studenti dell’ultima classe nonostante le richieste d’iscrizione da più parti del mondo.
Tonnellate di reperti storici d’immenso valore, abbandonati in decine di magazzini ammuffiti e solo pochissime persone, in prossimità della pensione e quindi senza ricambio, per il restauro dei sopraddetti.
La reggia di Caserta che non dispone dei soldi per tagliare l’erba del parco più bello d’Italia; la città di Pompei per la maggior parte chiusa ai turisti per mancanza di personale; siti che il mondo c’invidia, completamente sconosciuti, abbandonati all’incuria e neanche elencati nelle brochure locali; a Bacoli un museo archeologico, costato una fortuna, viene aperto solo 9 giorni l’anno, e chi più ne ha più ne metta.
Uno sconquasso, uno sfacelo, una schifezza che appena valichi le Alpi t’appare ancora più incalcolabile e stupida; infatti a Montpellier, una città di provincia che non dispone neanche di una milionesima parte del patrimonio artistico/culturale di un solo nostro paese, ha valorizzato i suoi piccoli tesori, generando turismo, posti di lavoro, indotto e benessere con gli oltre due (2) milioni di visitatori annuali.
Mentre da noi si spendono milioni di euro in progetti che non verranno mai realizzati, si sprecano anche le risorse umane: archeologi, storici dell’arte e restauratori che hanno studiato con passione per anni si ritrovano quasi sempre sottoutilizzati, per decenni, con pochi soldi, in lavori precari.
Un duro racconto di un’Italia che sta perdendo progressivamente quel che ha di più prezioso, ma sempre riesce a mantenere (a anche bene) gli "asini" che di questo dovrebbero occuparsi.
venerdì 25 settembre 2009
ABCD oppure DCBA
Fateci caso ma non appena finisce la stagione delle vacanze, quando va male, ecco che tutte le dichiarazioni istituzionali, si affievoliscono fino quasi a sparire.
Menzione a parte per quelle località o zone dove le presenze sono andate un po’ meglio, e questo lo si capisce dalle innumerevoli affermazioni dei responsabili del luogo.
In poche parole, chi è andato bene; parla, mentre chi male; non fiata.
Si aspettano i dati, che chissà perché in Italia arrivano sempre dopo le altre nazioni; si ragiona sul cosa dire per salvaguardare la propria poltrona e s’incomincia a trovare le responsabilità; si, però quelle degli altri, dei sottoposto, del tempo, delle guerre e di tutto quello che ti permetterà di mantenere il “careghino”.
Mentre quando va bene, ecco apparire una molteplice sequenza di dichiarazioni dei vari “Guru” nostrani su TV, giornali e chi più ne ha più ne metta; “boom del turismo”, “abbiamo attuato una politica perfetta del turismo”, “i fatti ci danno ragione”, “l'avevamo detto” eccetera eccetera, e sulla base di queste considerazioni, si và avanti, fino alla prossima stagione.
Aziendalmente e nel privato avviene l’opposto, e vale a dire che non appena finisce la stagione, si elencano le discrepanze per provvederne immediatamente al ripristino, si esaminano gli errori commessi ma soprattutto si piantano solide basi per le stagioni susseguenti; innovazione o rinnovamento ed il budget qualitativo, ma questa è un’altra storia che forse pochi politici sanno.
No, da noi le decisioni si prendono a stagione oramai inoltrata a chiara dimostrazione della "loro" impossibilità a prevenire anche cose che conosciamo da decenni.
Ma state tranquilli, una scusa c'è sempre!
Oggi è il 25 settembre e a parte qualche impercettibile elencazione della Brambilla nei confronti della richiesta al dicastero finanziario di Tremonti; quasi il nulla e tutto “quasi tace”.
E come ogni anno aspetteremo le promulgazioni primaverili o addirittura già estive; ah quelle si, in quantità industriale, sul come e cosa fare, commissioni di qui, commissioni di là, ma ancora una volta sarà troppo tardi.
E il mondo?
E il mondo guardandoci ride, politicamente (dx e sx) parlando s'intende.
mercoledì 23 settembre 2009
Top Murder Capitals of the World
And the winner is … Caracas, Venezuela
Population: 3.2 million Murder rate: 130 per 100,000 residents (official)
Caracas has achieved a title it is probably not really proud of. Even the capital of the cocaine country Columbia, Bogotá, was left behind by the city ruled by the infamous Hugo Chávez. One might think that 130 murders per 100,000 inhabitants are not that bad, yet we have to count on the fact that this number is just the official one. There are many violent crimes happening in Caracas that, for some strange reason, just do not count. Non-governmental organisations state that the real numbers reach up to 160 murders per 100,000 residents. At the same time, most of them put the vast majority of the blame on El Presidente, or Hugo Chávez, whose government has failed to put a stop to the country’s crime rates, that have been slowly but steadily rising for about 10 years. In fact, since Chávez took over in 1998, Venezuela’s official homicide rate has increased 67 percent – mostly due to growing drug and gang violence.
The silver medal goes to … New Orleans, United States
Population: 220,614 to 312,000Murder rate: From 67 (New Orleans Police Department) to 95 (FBI) per 100,000
It is quite a surprise that a US city made it to the “Top” Five and even reached the second position. It is on the other hand no surprise that this city is New Orleans. The city is inhabited mostly by poor immigrants with little or no education and about the same amount of life perspective. This poverty, which was furthermore deepened by the Katrina hurricane in 2005, pushes the city’s violent crime rate high above the other US cities. The number given by the local police department differs considerably from those submitted by the FBI. This is mainly due to the fact that the overall number of New Orleans inhabitants is quite hard to determine, as many people and even whole families move in and out without informing their local authorities.
The bronze medalist is … Cape Town, South Africa
Population: 3.5 million Murder rate: 62 per 100,000 inhabitants (5.9 per day)
The republic of South Africa has since the colonial period been one of the richest African countries and at the same time a centre of racial conflicts between the native inhabitants and the white colonists. It would nevertheless be a mistake to blame the high crime rates on racial problems. Most of the violent crimes that take place in Cape Town happen in the poor suburbs and slums and bear mainly two common features: firstly, the majority of these crimes take place between people who know each other or even in families. And secondly, drugs are present in most cases – many murderers kill either to get money for their dose or directly under the influence of drugs. Even though the above written might scare off some potential tourists, the government states that murders rarely occur in tourism hot spots. The world will see how they will succeed in the real deal since in two years SA is to host the 2010 World Football Cup. This huge tournament, for which extra cops and other security forces are being hired, will prove the government right or wrong.
Some may be surprised by the presence of a Papuan city in the list. One would think there must be worst cities around the world. Yet Port Moresby “deserved” its position on the list. Not only that the violent crimes in the city are unpleasantly numerous and most downtown quarters are governed by street gangs, it is also the police that contribute considerably to the generally negative statistics. The level of corruption is very high and bribes are by many considered an honest and easy way to avoid punishment or to “push” the officials in the right direction. The police get paid to see – or not to see. Summarizing all these negative aspects and adding an unemployment rate of about 80%, poverty and racial problems between the original Papuans and the Chinese immigrants, fourth place could actually be considered success.
Moscow has always been a city of two faces – the rich and the poor, the European and the Asian. In comparison to other cities in the Top Five 9,6 murders per 100,000 residents seems almost like a piece of cake. Nevertheless, we need to keep in mind that Moscow would like to count itself among the European capitals and in this prominent group its murder rate is just scary (London, Paris, Rome, or Madrid have rates below 2 murders per 100,000). What is the problem in Russia? Firstly, a large part of all the violent crimes in Moscow are racially motivated. Groups of young nationalists refuse to accept the huge number of immigrants coming both from abroad and from the poor parts of Russia itself. These immigrants are an easy target and so the number of racial murders keeps increasing. Another flourishing branch of the violent crime industry are contract murders, mostly for political reasons – the cases of the journalist Anna Politkovskaya or the former KGB agent Alexander Litvinenko, the murderers of whom have never been found nor punished, prove the Russian police and justice system to have yet a long way to go.
martedì 22 settembre 2009
Turismo: dal nulla di prima niente è cambiato; anzi…
Perché lo stesso articolo dice che anche noi semplici cittadini abbiamo il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi; pertanto non mi si venga a dire che siamo tutti perfetti ed integerrimi; va là lasciamo perdere che è meglio, ed occupiamoci di cose a cui siamo più attinenti; eppoi se stessimo ad ascoltare tutto quello che si dice in giro di uno o dell'altro...chi dovrà appurarlo c'è e non vedo come ci si possa intromettere in questioni alquanto personali.
A noi sta più a cuore il bene dell’Italia, detto senza parafrasi, e non crediamo che altri governi avrebbero potuto fare di meglio; di esempi passati ne abbiamo a iosa.
Ci tenevamo a dirlo perché da più parti, e purtroppo insistentemente, riceviamo delle pressioni per eventuali nostri commenti con riguardo al politico; non lo siamo (politici) e ce ne guardiamo bene dall’esserlo.
Se di qualche colpa possiamo imputare il governo, questa è quella del settore turistico, che è poi la cosa che conosciamo meglio (magari lo facessero tutti ad occuparsi delle sole cose che conoscono), nonché del fatto che il Responsabile del Consiglio abbia potuto inserire, in un dicastero così importante, una persona che non si è dimostrata all’altezza e di cui non si intravede una futura possibilità di miglioramento; la signora Michela Brambilla.
E’ notizia d’oggi, ma l’avevamo ampliamente predetto, che in considerazione dei disastrosi risultati ottenuti nell’ultimo biennio, si sarebbe rivolta al Giulio Tremonti per ottenere, quella che lei chiama: “una boccata d’ossigeno”.
Infatti nell’odierna richiesta appare la “preghiera” di un intervento sul credito d’imposta per gli imprenditori che procedono a interventi di riqualificazione.
Ma non era già intervenuta in merito con il tanto decantato progetto “Italia & Turismo” in collaborazione con Assoturimo, Confesercenti, Confcommercio, Federturimo, Confindustria, elencando (per mesi) che le banche avrebbero stanziato 1,6 mld (poi 2,5 mld) di euro a tasso agevolato per chi ne avesse fatto richiesta?
Ma soprattutto c'è qualcuno che crede a questa "panzana" che le banche ai tempi d'oggi....suvvia!
Che fine hanno fatto; ma soprattutto, non sarebbe dovuto bastare o forse come crediamo non verranno mai erogati, o solo ben pochi ne otterrano i privilegi?
Per quanto riguarda la richiesta a Tremonti sulla fiscalità di vantaggio per chi investe nel mezzogiorno, rispondiamo che sarebbe più opportuno affrontare, con le regioni e gli operatori turistici del meridione una politica almeno leggermente più innovativa, perché le idee in verità ci sono come non mancano gli imprenditori, mentre difetta completamente la politica turistica, e le Puglie con un piano veramente mirato, l’hanno già ampliamente dimostrato.
Altra richiesta d’aiuto al dicastero delle Finanze da parte della Brambilla, riguarda la deduzione delle spese sostenute per vacanze in Italia, che ci porta alla sola conclusione che la ministra non si renda conto di quello che dice o che forse anche questa esternazione, fa parte di quelle frasi dette per riempire qualche colonna di giornale?
Piuttosto richieda l’aumento del “bonus vacanze” sulla base di quello francese.
Dulcis in fundo non credo che dipenda dal Tremonti il fatto che il turista venga ritenuto un pollo da spennare o implicato sulla sicurezza del turista; basterebbe applicare le leggi.
E per quanto riguarda le agenzie turistiche; beh, ci si dovrebbe rinnovare anziché spargere a pioggia del denaro comune su settori in chiaro sentore di “trapassato remoto”, poiché il web ne ha preso chiaramente il controllo.
Beh, un’altra chiara dimostrazione dell’inconsistenza “presunta” della/dei responsabili del turismo, a conferma che dal nulla di prima niente è cambiato; anzi…
P.S.: E' anche bene risordare alla signora ministra che 1 euro nel turismo non riproduce 10 o 100 volte il suo valore, come da lei sostenuto, ma bensì solo 8, che è pur sempre un gran risultato per un'industria trasversale.
lunedì 21 settembre 2009
Cultural mistakes to avoid when traveling or e-mailing
So before you travel anywhere foreign to you – or send an e-mail to your friend or colleague on the other side of the world - it’s a good idea to get current on the culture and its customs.
Six Cultural Mistakes to Avoid When You E-mail
Before you send another international e-mail, make sure you’re not going to offend anyone (or mistakenly be offended yourself).
1) Be wary who you sends “X’s” and “O’s” to. While it’s common for Americans and Britains to end e-mails with hugs and kisses (xoxo), someone in the Middle East might find this offensive.
2) In China, “666” is a symbol of good luck, and may be used to sign an e-mail.
3) In France, if an e-mail is signed with “Cdlt,” it’s short for “cordialement.”
4) In Dubai, a common way to end a message is “Aa,” which is slang for the Arab greeting “Assalamu alaikum.”
5) When in doubt, spell it out. If you’re unsure whether your colleague overseas will understand “asap,” “fyi,” or any other e-mail jargon, don’t use it. Spell the words out clearly instead.
6) Be careful using emoticons. Emoticons are used to convey gestures, feelings, voice inflection or other intonations that may otherwise go unnoticed over the Internet. However, different cultures interpret the symbols in different ways.
For instance, research published in the Journal of Experimental Social Psychology found that Japanese students rated emoticons with happier eyes as being more happy overall, whereas American students rates those with happier mouths as the happiest.
It turns out that Japanese tend to use emoticons with expressive eyes and a neutral mouth, such as ^_^ , while Americans use the mouth as the focal point, such as :-)
15 Top Cultural Mistakes to be Aware Of
What kinds of things should you definitely know if you plan to travel outside of the United States? Here is a primer to get you started.
1) If you’re going to Thailand, do not touch anyone else’s head, even a child’s, as the head is considered sacred.
2) In Russia, drinking vodka is a big part of social life, and not drinking is considered offensive. Also be prepared to down a shot in one gulp if you want to be taken seriously.
3) In Germany, resist talking about sports as it’s considered an uneducated thing to do.
4) In areas where food is eaten with your hands, such as Africa, Morocco, India and the Middle East, you should use your right hand for eating and your left hand for doing “other” tasks. Eating with your left hand from a communal food bowl will not be smiled upon by your tablemates.
5) If you go to a sauna or steam room in Scandinavian countries or Turkey, expect to take off your clothes. Clothing comes from the “outside world” and is not considered pure enough for the sauna (also do not be surprised to see entire families enjoying the sauna nude).
6) Do not blow your nose in public in Japan, China, Saudi Arabia or France, especially if you’re at the dinner table, as it’s considered rude and disgusting. Handkerchiefs should also be avoided in Japan and China (use a disposable tissue instead).
7) In France it’s rude to refill your wine glass before you’ve offered more to the rest of the table.
8) If you’re going to Hawaii, accept every lei that’s given to you. Refusing a lei, which is a symbol of friendship and appreciation, is insulting, as is taking it off immediately or in front of the person who gave it to you.
9) In Japan, Thailand, China, Finland and some areas of Africa it’s offensive to have conversation over dinner. Instead, focus on eating to show your appreciation for the food.
10) In London, drunken behavior on Friday evenings is normal among business acquaintances and is expected to be laughed off come Monday.
11) In Brazil, where plumbing may sometimes be poor, you may be asked to through your toilet paper in a trash bin, rather than the toilet bowl.
12) In the Middle East, eye contact is very intense and prolonged, and the person may move closer to you to see your eyes close-up.
13) If you’re toasting a German friend in a beer hall, make sure to make eye contact. Otherwise a German superstition says you’ll both have seven years of bad luck in the bedroom.
14) In Milan, business associates are expected to always maintain bella figura, which means "showing your best face." Part of bella figura is never admitting you're wrong.
15) In Mexico, winks, whistles and compliments between men and women are considered friendly introductions, and may be initiated by either gender. Male friends also hug regularly.
Se Sparta piange, Atene non ride...credevo
Ristoranti, bars, stabilimenti balneari, taxi e chi più ne ha più ne metta, fanno a gara per spennare l’incauto turista anche oltre il limite dell’impossibile.
Il tutto mentre i giornalisti nazionali e stranieri ci si sollazzano con tanto materiale fornito da “galantuomini” che da decadi continuano imperterriti a rovinare internazionalmente l’immagine dell’Italia turistica.
Non che ce ne fosse tanto bisogno; infatti, ci pensiamo anche da noi stessi attraverso l’operato delle istituzioni, associazioni, enti, eccetera, che con le molteplici cose sbagliate, non fatte o rimandate all’infinito, hanno consentito ed “aiutato” il degrado del settore.
Senza parlare dell’improfessionalità di coloro, che dalla stanza dei bottoni del turismo, hanno e stanno decidendo le sorti del Paese; ma questa è un’altra storia.
L’ombrellone più caro d’Europa; i taxi che da Roma a Fiumicino costano 40 euro, mentre viceversa arrivano a 60 (forse che le curve siano tutte a destra o sinistra, allungando il percorso?); i circa 700 euro pagati da degli sposini giapponesi al ristorante Il Passetto di Roma e tante altre “belle” cose che non basterebbero le pagine della Treccani per descriverle tutte.
Ebbene questa volta, lo “scontrino incriminato”, dopo un’accanita ricerca sul web protratta per oltre due mesi, proviene da oltre oceano e vale a dire dal Buffalo Club di Santa Monica in California.
Va subito detto che non è sui nostri standard perché sappiamo fare molto di meglio, ma da un primo esame i prezzi sopra elencati (lo scontrino fiscale), appaiono veramente un po’ esagerati.
6 $ per un cappuccino è un prezzo alquanto insolito, anche per una bevanda non originaria del luogo e di grande richiamo, ed allora ci siamo addentrati in una ricerca più dettagliata collegandoci col sito dell’esercizio americano.
Beh, dopo aver visto ci sarebbe da chiedersi: “ma quanto costerebbe un cappuccino in Italia, in un posto così?”
In definitiva ho capito, sarà meglio che continuo a cercare e chissà che in questo “ladrocinio” non ci batta qualcuno…ma non credo.
Comunque proviamo!
P.S.: Per la cronaca, lo scontrino è stato presentato a Donald Trump, il commensale, che non solo non ha avuto nessuna problematica nel pagare, ma contento del servizio ha lasciato 10.000 $ di mancia alla cameriera.
domenica 20 settembre 2009
Top 10 things American tourists shouldn't do abroad
Now, to be sure, every country has their fair share of idiots who travel abroad.
But, for some reason, the Americans seem particularly ignorant and obnoxious.
This wouldn’t be so bad, if they were capable of blending into the crowd – but they tend to lack these skills more often than not.
Due to my job, I encounter loads of them every weekend, and I’ve noticed a distinct similarity across the board.
It doesn’t matter if they’re from the south, the west or the northeast – they always seem to act the fool in some respect.
It’s gotten so bad that the US government has actually started issuing etiquette pamphlets for Americans traveling abroad, to try to clue them in on their behavior and how it ticks most of the world off.
Unfortunately, most Americans seem to have missed the memo.
So please, on behalf of Europe, let me ask the Americans to stop doing the following:
· Stop talking about how “cheap” everything is.
For starters, things aren’t as cheap as you think they are, and most of you don’t really have a clue about currency conversion.
I hear people debating costs all the time.
Bring a calculator, cos most of you cannot do the math in your heads.
Secondly, if it is cheap, it may not be cheap to the people who live there and have to listen to you talk like you're King Midas.
It’s rude, so keep your remarks to yourself until your back in your hotel room.
· Stop talking so damned loud.This is one of the most obnoxious things American tourists do.
If you’re in a bar where it’s loud and you have be loud to hear yourself, great, go for it.
But if you’re in a nice restaurant, or club, or shop, etc. – shut up!
Believe me, your conversations are not that interesting to the locals.
And I mean that sincerely; it’s ridiculous how petty the lot of you sound, said pettiness being yet another reason Europeans look down on us.
Hard not to, really, when the biggest crisis in someone’s life is running out of hairspray, and, ohmigod, like, will I be able to find Aquanet in this 3rd world country?
· Read something about the country you’re visiting before you get on the plane.
Did you know that most Americans think the Czech Republic is still Czechoslovakia?
John McCain is one of them.
And, did you know that most who realize it isn’t, think only the name has changed?
And that those who realize it's now two separate countries, still don’t realize the Czechs and Slovaks are two different peoples who speak two different languages?
I’ve overheard seemingly educated people calling home on their cell phones to let mom know they’re having a swell time in Czechoslovakia.
Doh!
· Do not assume people speak English.
Guess what? In the whole of Europe, the only place you’re guaranteed to hear English, is in the UK.
Do not waltz into Germany or France and expect the locals to speak English with you, and don’t give them a dirty look if they can’t.
Most of the Europeans I know speak 3 languages, whether English is one of them or not.
How many do you speak?
Also, I see loads of Americans encounter non-English speakers.. and then start to speak more loudly.
Or, they start speaking like they’re addressing someone who is mentally challenged.
Slick, people.
Really, really slick.
· Don’t assume people don’t speak English.
Even if they say they can’t speak English, most people do speak enough to understand whether or not you’re speaking rudely about them.
Just because the waitress doesn’t know the name of that fancy drink you’re asking for, doesn’t mean she won’t spit in your food while you snub her to your friends.
Get some manners, or order room service.
· Don’t ask people what communism/socialism was like, and don’t pretend to understand it.
I’ve lived in a former soviet bloc country for 5 years.
One which still has loads of red tape and an active communist party.
Through having been accepted into a few local families, I've learned many things about life during communism/socialism – but I would never presume to understand what it was like. Which means some fool who just stepped off a plane shouldn’t bring it up, either.
· Don’t mention the Nazis when traveling through Germany.
Most Europeans still trash the Germans for the Nazis and they still toss words like Gestapo around – but not in Germany, they don't.
Don’t be an idiot.
If I need to explain this one in detail, you’re one of the Americans who ought to stay home.
· Don’t get into pointless political arguments.
Whether you agree or disagree with American politics, don’t get into it with the locals.
Even if you agree with them, you're bound to make a fool of yourself, as most of them know more about your country's leaders and policies than you do.
If you insist on debating anyway, please do it quietly so as not to embarrass the rest of us who have enough sense to just nod our agreement in silence.
· Don’t "educate" people.
Don’t try to explain life and other complexities to the locals; they’re often quite educated and they tend to take school pretty seriously, even at a young age.
Odds are, they’re better read and better educated than most of you, so don’t talk to them like you’re addressing the deaf, dumb and blind kid, ok?
Cos most of you just come off as condescending, whether you mean to, or not.
· Don’t talk about how much better something is in America.
I hear this one constantly.
It’s obnoxious.It’s rude, and it’s very, very American.
That, and it's something you're unqualified to comment on unless you've actually lived in both. Yes, some things are better in the USA, and, believe it or not, some things are better in Europe. If you prefer the US, go home; Europe will be ok without you.
Obviously, this doesn’t apply to ALL Americans.
It does, however, apply to most.
And, of course, it’s not just Americans – the Brits do it too, but they're usually more subtle about it.
At any rate, this kind of behavior does not reflect well on Americans, and is particularly annoying for those who actually live overseas, cos we get stuck having to assure the locals that not all Americans are so incredibly inept.
From: Isabella Snow
...but I love America
sabato 19 settembre 2009
Tutto a posto e niente in ordine; allora tutto normale!
Sicuramente la crisi economica avrà influito, ma questo vale per tutti i Paesi.
Chi non ricorda alcuni allenatori di calcio che attribuiscono la sconfitta della propria squadra alla pioggia o alla impraticabilità del terreno di gioco, oppure quegli atleti, che durante le gare di qualificazione antimeridiane (olimpiadi o campionati vari), accollano la responsabilità dell’eliminazione all’ora troppo mattutina.
Per gli altri non è mattina o piove?
Nel nostro caro Paese si cerca sempre di trovare una scappatoia alle colpe e in questo sicuramente primeggiamo.
Come l'abitudine nel rendere positiva (?) qualsiasi situazione che ha dato risultati opposti; basta leggere le dichiarazione post elettorali per rendersene conto.
Parliamo del turismo in Italia che, secondo una indagine di hotels.com, vede i nostri alberghi al quarto posto nella graduatoria dei più cari, dopo Svizzera, Danimarca e Norvegia, ma con ben altro servizio.
Siamo al quinto posto (per ora) per numero di turisti (43,7 milioni), dopo la Francia (82 milioni), la Spagna (59,29), gli Usa (56 milioni), la Cina (54,7 milioni), eppure siamo il Paese che vanta la maggior concentrazione di beni culturali nel mondo, abbiamo meravigliose montagne, mare, campagne e colline e, nonostante tutto ciò, non riusciamo a primeggiare.
Disponiamo, inoltre, della più grande percentuale di camere alberghiere del mondo in base alla popolazione nazionale, oltre 34.000 alberghi.
Di chi la colpa?
Nostra ovviamente, cioè dei nostri governanti che non governano e degli operatori del turismo che non riescono ad offrire servizi adeguati, pensando al turista come il classico pollo da spennare e lasciando spazio a giornali esteri dal titolo "Basta con furti in taxi e al ristorante, cambiamo destinazione".
Nei giorni scorsi abbiamo denunciato l'assurdo di due differenti tariffe di taxi, e vale a dire come il percorso Fiumicino/Roma costi 40 euro se il tassista ha la licenza rilasciata dal Comune di Roma, mentre balza a 60 euro se la licenza è stata rilasciata dal Comune di Fiumicino.
Ne consegue che, per risparmiare, prima di salire in taxi occorrerebbe “indagare” su quale Amministrazione cittadina abbia rilasciato la licenza al tassista.
Ma non c’è proprio niente da fare?
Insomma governi, nazionali e locali, e addetti al settore ce la mettono proprio tutta per impedire al settore turistico di decollare, nonostante che questo rappresenti il 12% del Pil nazionale.
Ma questa storia è solo una goccia in quel grande mare (oceano) d’improfessionalità a cui siamo obbligati a sottostare.
Da Primo Mastrantoni, segretario Aduc e Luciano Ardoino
venerdì 18 settembre 2009
Top 10 Things You Didn’t Know About Pornography
While nude images of humans have existed for as long as civilization, it was not until the Victorian era that pornography in the sense that we know it existed. Prior to the 19th century, there were a few laws regarding sexual behavior, but none regarding images of sexuality. The Victorians were a prudish bunch and they outlawed depiction of nudity for all but the upper class, who they felt had the moral strength to cope with the images. When
Considering the fact that
The porn industry is a very powerful one – so much so that it has had major parts to play in the “format-wars” over the years. Not only did it play an important role in the HD-DVD vs Blue-ray war, but it helped secure the victory of VHS over Betamax. With a market of well over 50 billion dollars a year, it is no surprise that porn producers hold much sway in entertainment. Porn revenue is larger than all combined revenues of all professional football, baseball, and basketball franchises.
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Contrary to what many people say, the countries with the easiest access to hardcore pornography also have the lowest sex-crime rates in the world. A good example of this is
There are two main core non-governmental groups that oppose pornography: religions and feminism. Both of these groups claim that pornography can be addictive, characterized by an over-use or abuse of pornographic material. They believe that five steps in addiction exist, and that they ultimately can lead to cheating on a partner or even sexual crime (contrary to the above evidence). Feminists also believe that pornography is demeaning to women. The Roman Catholic Church considers the viewing of pornography to be a “grave offense” – in other words, viewing pornography leads to damnation.
The average male pornstar makes anywhere between $50 – $1500. They are paid per scene (not per hour) and generally are not paid royalties. On the other hand, women can make up to quarter of a million dollars a year and some female pornstars have become so wealthy that they have retired young and rich. The richest porn star is Jenna Jameson who recently sold her $30 million club to Playboy for an undisclosed sum.
If you are male and want to get into a career in pornography, your chances of being accepted for mainstream porn are tiny. If, however, you are willing to do gay porn, there is a huge hole in the market and you will find that unless you are incredibly hideous, your opportunities are huge. But back to straight porn. If you want to get a job as a straight male pornstar, you are most likely to do so by taking an attractive female with you who says that she is only willing to perform if you are involved. The high demand for attractive women will get you a foot in the door.
On average, 50% of hotel guests order pornography on their televisions. A survey of Hilton, Marriot, Hyatt, Sheraton and Holiday Inn hotels found that nearly 70% of their overall profits from room services come from the hire of porn movies. In some countries where it is illegal to broadcast or have pornography, hotels are exempt in order to accommodate the “needs” of their foreign clients.
The total number of pornographic websites is around 4.2 million at the time of writing. That totals up to around 370 million individual pages of porn. On a daily basis, there are around 68 million search requests for porn, and 2.5 billion spam porn emails. 20% of men admit to viewing porn at work during the working week, while 13% of women admit the same.
In the early days of the film porn industry, people called “fluffers” were employed by film studios to “arouse” the male participants prior to filming scenes. They would perform sexual acts on the actor. They were also required to keep the actors “cleaned up” between scenes and were normally considered to be part of the makeup department. While fluffers are almost entirely a thing of the past, there are some studios that still employ them – particularly in “gang bang” type scenes. Digital cameras and drugs like Viagra have removed much of the need for fluffers.
Contributor: JFrater