sabato 4 agosto 2012

Come ha fatto la Fondazione Italia - Cina di Cesare Romiti a vincere la "gara" dei "240 metri ad ostacoli"? Per modo di dire, neh?


Beh, quella corsa (i 240 metri ad ostacoli) non esiste, mentre la "gara" ... si scrive boh o bho?

Così compilava in una nota l’attuale ambasciatore italiano in Cina, Attilio Massimo Iannucci, affermando che sotto la cui guida, l’Italia ha aumentato in modo massiccio l’ingresso dei cinesi in Italia, diventando il primo paese europeo per numeri di visti rilasciati (circa 240.000 o poco più) in un anno.

Peccato che lo stesso fondatore del COTRI (China Outbound Tourism Research Institute) Mr. Artl, abbia invece dichiarato che già nel 2010 ...:Deutschland verzeichnet dabei mehr chinesische Touristen, als jedes andere EU-Land: über eine halbe Million”.
Traduzione: La Germania ha sperimentato più turisti cinesi di qualsiasi altro paese dell'UE: oltre mezzo milione.
Quindi già due anni prima, il responsabile della Cotri, che ha come mestiere appunto ‘ste cose, sosteneva l’opposto.

Ci sarebbe da capire se le “balle” le conta Mr. Artl o invece Mr. Iannucci, ma se tanto mi da tanto …
Quell’Attilio Massimo Iannucci che di fronte alla possibilità che gli ambasciatori italiani che hanno raggiunto il 65° anno di età poteva essere richiamato a casa, “permise” a Cesare Romiti di scrivere un’accorata lettera al Corriere della Sera in cui spiegava gli errori di tale eventuale provvedimento.
Iannucci infatti, se il provvedimento dovesse essere approvato, sarebbe dovuto tornare in Italia, dopo un solo anno di Cina e dopo l’ottimo lavoro svolto riguardo i visti (ne do atto anche se presumo che si poteva far di meglio).

Insomma, proprio dopo aver affidato alla Fondazione il filtro sui visti cinesi, si ipotizza con una “gara” di cui non se ne sa nulla (almeno io), il 27 febbraio 2012 Cesare Romiti stese sul Corriere della Sera che: “sono sotto gli occhi di tutti gli importanti risultati conseguiti nell’ultimo anno con il crescente numero di cinesi in Italia sia per motivi commerciali, sia turistici. Se dovesse essere applicata la nuova norma, il suo mandato (dell’ambasciatore ndr) si interromperebbe nel bel mezzo dell’attuazione del suo programma con negative ripercussioni facilmente immaginabili”.
Immaginabili forse per la Fondazione di Romiti, ma non si vede il perché dovrebbero essere messi in dubbio da un potenziale successore.
Come sia andata a finire non si sa, ma visto che l’ambasciatore è rimasto al suo posto, è probabile che la cosa abbia avuto il seguito “sperato” … da Romiti.

E chissà se la stessa problematica fosse appartenuta ad un “comune mortale” (per modo di dire, naturalmente, neh), come sarebbe invece andata a finire?

Quindi come detto la “gara”, di cui non c’è traccia sul web sia per quanto riguarda l’attuazione sia per ciò che è riferito agli eventuali punteggi per determinarne il vincente, è stata “vinta” dalla Fondazione Italia – Cina presieduta dal Romiti e dove “stranamente” appare anche il Iannucci (Comitato Strategico).
In verità ce n’è anche un’altra di vincitrice ma non si capisce chi sia.

La Fondazione è, almeno questo è quello che appare sul sito, una organizzazione senza fini di lucro, e quindi non riusciamo a capire il come possano aver partecipato delle altre fondazioni, associazioni o via cantando, per poter contrastare la vincita della medesima in quella “famosa”, ma del tutto sconosciuta ai più, “gara” per l’appalto.
E se il “senza fini di lucro” vada inteso “a gratis”, oppure come accadde (tanto per dirne una a caso) per quanto riguarda i recenti BVI (Buoni Vacanze Italia) che pur essendo una associazione no-profit, sull'importo dei buoni, trattenevano un 4% per le "spese di gestione".
Pertanto quanto bisognerebbe calcolare di quei 70 euro (per visto) che producono circa 17 mln di euro?
Difficile venirne a capo, e solitamente quando la cosa diventa difficile un motivo c’è sempre.

Poi se qualcuno si vuole prendere la briga di andare a vedere chi c’è in questa Fondazione, tanto per farsi un’idea, qui e poi qui, ci sono tutti i “partecipanti” per far si che n’abbiate un’idea.
Ah dimenticavo … poi dal giugno 2012 c’è anche lui nel cda, il Piero Gnudi.
Ma tu guarda un po’ … !

P.S.: E’ mai possibile che non si possa avere un po’ di chiarezza … oppure una dichiarazione da parte del resp. addetto stampa della Fondazione?
O del quando, come e dove è stato fatto quel “bando” di gara?

Probabilmente NO!

P. P. S.: E poi ci sarebbe quest'altra cosetta qua, arrivatami dall'amico frap1964 (ved. primo commento al post), che chissà se troverà mai una risposta.


6 commenti:

  1. Non sei l'unico ad essere curioso.
    E sul turismo cinese ti segnalo questo.

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  2. @Frap

    Eccezionale (come al solito) il tuo primo link.
    Per quanto riguarda il secondo (link) ... guarda i commenti di Dall'Ara.

    ;-)

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  3. òFrap

    Naturalmente non hanno ancora risposto all'interrogazione vero?

    E chissà se mai lo faranno!

    :(

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  4. Comunque a leggere QUI sembra che la gestione amministrativa dei visti sia praticamente in mano all' IVAC che è gestito da una società privata (vedi disclaimer) con sede legale alle Mauritius e denominata VF Worldwide Holdings Ltd.
    Lavorano anche per la Spagna in diverse nazioni.
    Risulta peraltro essere una sussidiaria del gruppo Kuoni che è una compagnia indiana: http://www.kuoniindia.com/ .
    Per cui, al momento, non si capisce quale sarebbe il ruolo della Fondazione Italia Cina, per le cui aziende associate esisteva un protocollo d'intesa che garantiva delle agevolazioni, servendosi di IVAC (vedi sito ambasciata Pechino). A meno che non abbiano messo su un'agenzia "in proprio" in concorrenza con IVAC per gestire i visti.

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  5. Quindi l'altra che ha vinto la "gara" o bando qualsivoglia è l'Ivac secondo quanto c'è scritto.

    Ma l'Ivac non lavora da più tempo con l'ambasciata italiana a Pechino, e quindi com'è possibile che abbiano partecipato alla medesima "gara"?

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  6. Visti ADS - Fondazione Italia Cina
    Visti individuali - Ivac

    il 18 Marzo la Dassu' ha risposto all0'interrogazione del PD

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