Un iperdosaggio di informazioni
frammentarie che finiscono sempre per annoiare i lettori anche più
attenti, rendendoli così insensibili ai problemi.
TripAdvisor è uno di questi e che ha
dato l'eterna opportunità ai furbi di guadagnare sulle spalle dei
fessi (siamo alle solite da mille e più anni), e che sta creando una
miriade di grossi problemi che è inutile elencare qui … ormai lo
sanno anche i sassi.
Alcuni di questi grattacapi li potete
trovare nel video sottostante che si riferisce ad un intervento di
Francesco Tapinassi (attualmente dirigente presso il MIBACT), di Pier
Francesco Lotito (Ordinario di legislazione turistica all’Università
di Firenze ed avvocato) e di Stefania Pierazzi (Vice Questore
Aggiunto della Polizia di Stato – Responsabile del Settore
Operativo) realizzato durante il BTO del 2013.
Non mancano poi quelli che affermano a più riprese che tanto non c'è niente da fare, che quei problemi non si possono risolvere, e quindi perché parlarne, scriverne o discuterne ancora.
Però se ne parla incessantemente un po
da tutte le parti.
Ed è facile che anche quest'anno li
risentiremo ripetere all'infinito con le medesime elencazioni e così pure negli anni a venire.
Quello che stona è che la soluzione
esiste da quel dì, ma di questa non se ne parla mai (quasi), ma soprattutto non
la si attua.
Il rimedio è questo (ved. slides
sottostanti dalla 19 alla 26) … preferendo così continuare il
lamento per chissà quali motivi, e senza assolutamente pensare che
la soluzione è per tutti, TripAdvisor compreso, che di questa non può
che beneficiarne eliminando completamente così delle accese
e continue (più che giuste) contestazioni.
P. S.: E come mai questa “soluzione”
non è e non sarà presente al prossimo BTO del 2014, mentre magari ci sarà il "lamento"?
La domanda in P.S. è una domanda retorica. ;-)
RispondiEliminaPosto che la soluzione prospettata non è LA soluzione a tutti i mali, ma certamente è in grado di circoscrivere il problema delle false recensioni ad un fenomeno minimale e residuale, ci si deve anche rendere conto di un fatto preciso, ahimè.
Questa storia della brand reputation degli hotel consente di scrivere libri, indire convegni, prospettare consulenze, organizzare dibattiti, proporre sistemi e servizi di raccolta del sentiment sul web (tipo Travel Appeal ed altra simil-fuffa), ecc. ecc. ecc.
A pensarci bene, non conviene affatto risolvere il problema con un sistema semplice semplice che quantomeno certifichi l'effettivo avvenuto soggiorno in una struttura e la possibilità di tutelarsi dal piccolo e, pare, sempre più frequente ricatto "sconto-VS-recensione-negativa".
Ovviamente quella indicata non è LA soluzione a tutti i casi (gli incontentabili rimarranno, ad es.), ma certamente accoppiata ad un innovativo sistema di classificazione delle strutture ricettive basato sulla qualità dei servizi prestati e sulla qualità dei servizi percepita dagli utenti/clienti è in grado di dare al turismo italiano un valore aggiunto (e quindi un vantaggio competitivo) rispetto ai Paesi con i quali la dinamica dei costi ci vedrà sempre e comunque sconfitti in partenza.
Per non parlare del potenziale ridimensionamento dello strapotere delle OLTA.
E' un sistema che conviene a molti, ma certamente non conviene a tutti: se fra questi "tutti", per caso, c'è anche qualche tuo sponsor/amico è molto meglio far finta di nulla e lasciare che le cose rimangano come sono.
O no?
Quel video, poi, conta attualmente meno di 50 visualizzazioni.
RispondiEliminaIl valore aggiunto e le soluzioni che offre al dibattito in corso è tutto lì.
Vedi un po', ad esempio, che si scrive di TripAdvisor in vista di BTO2014. ;-)
RispondiElimina@Frap
RispondiEliminaHai perfettamente ragione, a quella gente non conviene per niente.
Infatti le slides che ho pubblicato il 9 novembre (una settimana fa) hanno raggiunto i 3.700 click.
Una bella differenza, neh!
Mo però vedrò di scriverci un po'.
Mi sono rotto di questa gente che pensa solo ai loro porci interessi a danno di tutti gli altri.
Che ciascuno tiri l'acqua al proprio mulino è anche comprensibile, imho.
RispondiEliminaA me personalmente infastidiscono (e non poco) solo quelli che tirano l'acqua al loro mulino con soldi pubblici.
Trovo invece piuttosto incredibile come ci siano così tanti gonzi disposti a spendere 300 euro per assistere a presentazioni di prodotti altrui e a qualche dibattito autoreferenziale e sostanzialmente inconcludente, quando non mascherato da vera e propria marketta vs questo o quello.
Il tutto, per giunta, con la presunzione di una "scientificità" palesemente inesistente.
Devo dire che tutto ciò un po' mi ricorda quelle gite in pullman, a prezzi stracciati e in amene località, nel corso delle quali si assiste alla presentazione di prodotti per la casa, pentolame e/o altro simile ciarpame.
Solo che nel caso specifico il prezzo mi pare tutt'altro che stracciato, eh.
Già due anni fa ti eri reso conto personalmente di come l'ambaradam fosse ormai sostanzialmente un bollito e pure con salsa abbastanza incoerente (ah... il mitico video premonitore "il turismo senza cultura non ha storia"... quelli sì erano bei tempi!!).
Letto il programma 2014 direi che dal bollito siamo ormai passati all'assai meno nobile e ben più comune lesso, imho: boiled tourism online.
Io in un brodo simile, in tutta franchezza, non ti ci avrei visto mica tanto bene, eh... ;-)
Comunque mi pare che nel BTO2014, in materia di Brand Reputation, più che lamentarsi proveranno a sponsorizzare questo (Mirko Lalli).
RispondiEliminaAlmeno a giudicare dal programma...