Ma chi si studia 'ste cose, che
particolari corsi di studio ha fatto? … o che master ha frequentato?
E in quale maniera viene indirizzato o
nominato nell'Unione europea?
Dai che tento qualche ipotesi ...
… per alzata di mano?
… per la circonferenza o la
dimensione dei bottoni della camicia preferita?
O gli è sufficiente aver mangiato i
cavoli a merenda di lunedì?
Mo m'informo meglio ma temo che non se
ne verrà mai a capo, ma comunque sia, la genialata appena partorita,
ci fa capire che tanto "merito" da quelle parti non ci dev'essere mica, neh!
Prima ci voleva un mese per ottenere un
visto dalla Cina verso l'Italia, ora tre giorni.
La trattativa del ministero degli
esteri con il Governo di Pechino aveva spianato la strada a quel
milione di visitatori dal Dragone che si aspetta nel 2015 all'Expo.
Finché non si è messa di mezzo
l'unione europea.
E le nuove regole per il rilascio dei
visti verso i Paesi comunitari, che dal 19 maggio del prossimo anno
prevedono anche la raccolta delle impronte digitali.
Questione di sicurezza, dicono.
Tuttavia, per i turisti cinesi è una
complicazione; perché abilitati all'operazione ambasciate e
consolati.
In Cina ce ne sono cinque di questi
(ambasciate e consolati) su una popolazione di 1,3 miliardi di
individui e flussi turistici per circa 100 milioni di persone.
“Questo implica che un cinese che
vuole venire in Italia per l'Expo 2015 dovrà probabilmente prendere
un volo interno solo per depositare le impronte digitali e avere così
il visto”, ha lamentato ieri il commissario unuco dell'evento,
Giuseppe Sala che così ha aggiunto: “Stiamo lavorando, insieme
alla Farnesina, con l'Unione europea per ritardare un po' questa
messa in atto”.
Le impronte digitali però non sono il
solo problema.
Per Giancarlo Dall'Ara, curatore del
progetto “Chinese Friendly Italy” il nodo della burocrazia è più
ingarbugliato: “Bisogna affrontare il potenziamento degli uffici
dei consolati in Cina. Con una gestione a mano dei visti non si va da
nessuna parte, e bisogna passare a quelli elettronici. Altrimenti i
cinesi finiscono per andare in un altro Paese europeo per arrivare in
Italia”.
Con il rischio che Roma si vede
sottrarre visitatori dai vicini di casa.
Il caos impronte digitali interessa
cento Paesi.
… che nel 2014 i visti si facciano
ancora a mano è già di per se stessa una cosa da primo paleolitico,
quindi la speranza è che, nonostante il grado intellettivo di
quello che s'è mangiato i cavoli a merenda di lunedì, il ministero
preposto possa ricorrere al più presto ai ripari, e questo senza le
infinite periodiche indecisioni che ci distinguono in tutto il
pianeta.
E poi dicono che in quegli uffici ci
mandano i migliori!!
Lo vorranno fare un programmino da
cinque lire che digitalizzi tutto l'occorrente in poco tempo … e
magari inviare qualche persona che lo sappia anche usare in quelle
ambasciate e in quei consolati della Cina?
P. S.: E se non con la conoscenza
dell'idioma mandarino, beh; almeno una buona percezione di quella
inglese … e non come nel recente passato con ... (ved. qui) … ma
si può?
@Luciano
RispondiEliminaA questo qui bisognerebbe prendergli l'impronta del cervello e metterla in bella mostra all'Expo 2015, visto che non possiamo avere i Bronzi...
^_^
Bella questa
RispondiElimina:)
... ma si riuscirà a trovarlo?
RispondiElimina... intendo il suo cervello, neh!
:)
Io l'ho visto... se lo portava in bocca un cane...
RispondiElimina^_^
Al ministero preposto ora c'è Gentiloni: stai fresco...
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