Italia.it, il portale
che doveva rappresentare la vetrina turistica dell’Italia nel mondo
è fermo.
I suoi contenuti non sono più
aggiornati e i nuovi servizi annunciati non sono mai partiti.
Nonostante le
rassicurazioni del sottosegretario Barracciu alle
interrogazioni parlamentari della maggioranza e delle opposizioni,
da novembre, non c’è infatti nessuna redazione che si occupi di
quel portale. Il contratto esterno ai tre redattori di Unicity
si è concluso e la seconda tranche del loro lavoro non è
stata neanche pagata.
Che l’Enit –
l’Agenzia nazionale del turismo – da cui il portale dipende per
legge (106/2014 “ArtBonus“) abbia problemi di
cassa, è un fatto noto.
Meno noto è che la presunta redazione
di Enit, che doveva potenziare lo sviluppo del portale, esiste
infatti solo sulla carta, figura come formale elenco di nomi.
Perfino il nuovo statuto che doveva
trasformare l’Agenzia in ente di diritto economico e quindi
autosufficiente, è arenato in Consiglio dei Ministri da quattro
settimane. Unicity – la società appaltante dei
contenuti editoriali del portale fino al momento dell’affidamento
all’Enit – che aveva dal canto suo già rilevanti problemi a
pagare stipendi e fornitori, oggi è bloccata e rischia il
fallimento.
Gli otto redattori, giornalisti,
traduttori, webmaster, grafici che hanno a lungo lavorato per Unicity
non sono stati pagati per lungo tempo e aspettano (ma pare che non ci sia più nessuno) le mosse del sindacato Cgil cui si
sono affidati per una soluzione stragiudiziale.
Sono in attesa di stipendi arretrati
dai 5 agli 8 mesi, che Unicity dovrebbe pagare nel caso in cui
arrivassero soldi – circa 300.000 euro – che la società di
promozione turistica Promuovitalia Spa gli deve, dal
momento che è incapace di farvi fronte con fondi propri.
Ma il problema è che Promuovitalia non
ha queste disponibilità – ci ha detto una voce dall’interno –
come, pare, non abbia i soldi per pagare al personale rimasto gli
stipendi di novembre appena trascorso assieme, si teme, alle
tredicesime e allo stesso stipendio per il mese di dicembre.
Promuovitalia – condotta dal liquidatore Antonio Venturini
– versa ormai in condizioni fallimentari.
Non solo, il Ministero dei Beni
Culturali e del Turismo ha rimandato indietro tutto il
personale di questa sua società tecnica, ma non sembra in grado
ormai di garantire neppure le commesse in essere con il Ministero
dello Sviluppo Economico che, a sua volta, pare riluttante a pagare
perfino il pregresso dei progetti per suo conto realizzati come
“Lavoro e Sviluppo 4”.
Difficile dirlo, considerato che la
magistratura sta indagando ad ampio raggio sulla società e sulle
accuse di licenziamenti illegittimi, violazione della privacy,
fatture e rendicontazioni dubbie, oltre che sul perché il
liquidatore, insediatosi a luglio, non abbia ancora pubblicato la
lista dei creditori necessaria per definire le priorità economiche
dell’azienda. Intanto il buco nero di Promuovitalia, inghiotte
tutto. Mentre non realizza più progetti e quindi non guadagna più
dalla loro intermediazione per l’assistenza tecnica che forniva,
deve comunque pagare gli stipendi ai circa 50 dipendenti rimasti (da
300 che erano), pur non rinunciando – dal momento che la legge lo
consente – di
affidare incarichi sottosoglia ad avvocati, notai e professori.
La riunione sindacale prevista per
stamattina tra il Commissario di Enit, Cristiano
Radaelli, il liquidatore Antonio Venturini
e il direttore generale Claudio Carpineti e le sigle
sindacali interessate dovrebbe aiutare a chiarire lo scenario.
Ci si augura non tanto l’ammissione
sul fatto che la situazione sia diventata ormai irrecuperabile,
quanto l’auspicio che vengano fatti passi concreti per individuare
concretamente le responsabilità di questa che potremmo definire una
vera e propria Caporetto del Made in Italy
ad appena 150 giorni dall’Expo2015.
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