That's all
Questo post avrà di certo lo stesso risultato che bersi una birra in quella maniera lì, ma a noi piace almeno provarci... si sa mai che...
Evelina
Christillin, il presidente dell'agenzia del marketing turistico
nazionale (Enit) chiuderà, a quanto si dice (ved.
qui), tutte le sedi Enit del Nord America lasciando solo quella
di New York.
Farà
bene, farà male?
Lascio
a voi le considerazioni del caso, ma ora due o tre cosette per capire
meglio.
L'Italia
si
colloca 8° assoluto e 6° in Europa nel brand turistico per conto di
The
Travel & Tourism Competitiveness Index 2015 del WEF.
L'Italia
è nota per le sue città pittoresche, monumenti e paesaggi così
come i suoi numerosi siti del Patrimonio Mondiale (1°), i punti di
forza del paese si trovano nella sua cultura e la storia si colloca
in cima alla richiesta digitale per cultura e dello spettacolo (6°)
e il turismo naturale (2°) .
Inoltre,
l'Italia offre ai visitatori apprezzabili servizi turistici (3°) e
sanitaria affidabile e di igiene (20).
Nonostante
questi punti di forza, e il fatto che è il 5° paese più visitato
in tutto il mondo, l'Italia ha il potenziale per sviluppare
ulteriormente il settore.
L'ambiente
di business (127°) ostacola gli investimenti privati per una serie
di motivi, tra cui un quadro giuridico inefficiente, tassazione
elevata e regolamenti che disincentivi gli IDE.
L'Italia
è anche meno “considerata” per via del prezzo competitivo (133°)
rispetto a molti altri paesi del Mediterraneo, tra cui la Spagna
(105°) e Grecia (113°), e potrebbe migliorare ulteriormente le sue
infrastrutture, il branding e attenzione per l'ambiente.
E
la Christillin vuole chiudere alcune sedi del Nord America...
Ma
vediamo come la pensano i nostri maggiori competitori europei e come
fanno: Francia e Spagna.
Turespaña,
l'agenzia di marketing spagnola,
in quei posti, le sue “officine” turistiche le ha dislocate a
Chicago, New York, Los Angeles, Miami (che segue anche México,
Costa Rica, Panamá, Honduras, Nicaragua, Guatemala, El Salvador)
e
l'officina di Toronto in Canada... ved.
Qui.
Mentre
la Francia (Atout)... New York, Los Angeles e nel Canada (la
capitale)... ved. Qui.
E
chissà se capiranno questo suggerimento nell'immagine a fianco... o se sarà come bere un'altra birra in quel modo lì?
Mah!
Sempre sul pezzo eh
RispondiElimina:-DDD
Credo però che sia tempo perso
:-(((((((
@Sergio
RispondiEliminaQuando le cose non vanno bene [?] o si rompono, non le aggiustano e nemmeno sanno come farle andare bene.
Quindi le chiudono e basta la.
E' un mero problema di budget.
RispondiEliminaSpagna e Francia, per i rispettivi enti, hanno notoriamente risorse finanziarie ben diverse da quelle di ENIT in Italia.
Basta dare un'occhiata al bilancio preventivo 2015 (quello consuntivo non l'hanno ancora pubblicato) per rendersi conto che il totale delle sole spese di gestione delle delegazioni estere è poco meno di quello della sede centrale (€ 9.366.144,38 vs € 9.552.007,00).
New York: € 905.370 (-11.73% vs 2014)
Chicago: € 153.928 (+10,81% vs 2014)
Los Angeles: € 245.178 (+ 11,48% vs 2014)
Toronto: € 293.000 (-3.51% vs 2014)
Inoltre
NewYork
Entrate: € 63.000
Uscite: € 1.703.976
Chicago
Entrate: € 0
Uscite: € 155.128
Los Angeles
Entrate: € 0
Uscite: € 246.628
Toronto
Entrate: € 63.000
Uscite: € 365.450
Solo New York spendeva nel 2014 oltre 300mila euro di affitto della sede, cifra ridotta ad un terzo dall'allora DG Andrea Babbi.
Nei dettagli si può anche leggere quanti di quei soldi finiscano effettivamente in spese generali e quanti in attività di promozione.
La questione quindi è se sia preferibile continuare a spendere gli € 767.206/anno per lo più in spese di gestione e di personale, oppure re-investire quei soldi in altre direzioni (promozione e/o sedi/antenne in altri Paesi emergenti).
La chiusura di sedi estere era tra l'altro già prevista nel famoso decreto ArtBonus, convertito in legge e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 175 del 30 luglio 2014
Art.16 comma 8
...
Il piano, inoltre, prevede la riorganizzazione, anche tramite soppressione, delle sedi estere di ENIT.
A distanza di quasi due anni, in ENIT cominciano lentamente a fare quello che il Parlamento ha chiesto loro di fare.
Certo, quello che scrivi è giusto ma continuo a pensare che sia giusto fare marketing da quelle sedi.
RispondiEliminaPoi che prima abbiano esagerato, beh; si sa.
Credo anche che le entrate in quelle località facciano davvero pena... ma non risulta che mai se ne fossero occupati prima per porvi rimedio se non in occasione di Andrea Babbi.
Forse pressato?
:)
fatemi capire, l'Argentina, secondo l'ultimo rapporto congiunto ha una flessione turistica del -3% verso l`Europa, mentre il Canada secondo la Banca d'Italia ha registrato un +21%.
RispondiEliminaE di chiudere l'Argentina non se ne parla, mentre invece si vuole chiudere il Canada?
Complimenti, una logica tutta italiana.
@Anonimo
RispondiElimina... appunto, che logica ha?
Ma se Sparta piange, Atene (le Regioni) non ride di certo poiché in molte la logica è sempre quella.
lascia perplessi il fatto che si vogliano chudere 3 della 4 delegazioni in USA quando in USA ve ne sono in realta 3.
RispondiEliminaToronto è in Canada: che la "testona" non conosca la geografia?
PS: O forse non ha mai aperto il sito dell'Enit, visto che in precedenti dichiarazioni also disse che in Cina e medio oriente non c'erano sedi Enit.
@Anonimo
RispondiEliminaha ha ha
... credo però parlasse del Nord America e non solo degli USA
:)
@Luciano
RispondiEliminaSe vai sul sito della Farnesina, scopri che negli Stati Uniti abbiamo una sola ambasciata, nove consolati generali e ventinove tra consolati e viceconsolati onorari.
Inoltre abbiamo, sempre negli USA, cinque diversi Istituti di Cultura (Washington, Chicago, Los Angeles, New York, San Francisco).
In Canada abbiamo una sola ambasciata, due consolati generali, dodici tra consolati e viceconsolati onorari e due diversi Istituti di Cultura (Montreal e Toronto).
Io credo che ENIT potrebbe tranquillamente ricercare collaborazioni con questi enti qui, in particolare con gli Istituti di Cultura, per fare marketing territoriale, invece di aprire proprie sedi a destra e manca per il mondo.
@Luciano
RispondiEliminaIn altenativa potrebbe ricercare "sinergie" con le sedi estere di ICE.
USA (5): New York, Chicago, Los Angeles, Miami, Houston
Canada (2): Montreal, Toronto
Pensa a quanti soldi risparmiati soltanto in spese generali...
@Frap
RispondiEliminaEsatto!
Ne abbiamo parlato centinaia di volte che la questione poteva e doveva essere risolta così anche dai tempi di MM e Paolino.
Ma il più credo che sia il problema del marketing che non è che sia stato ben gestito.
Del responsabile di allora e per molto tempo è inutile aggiungere altro.
E le conseguenze le si pagano adesso.