blog di critiche costruttive sul turismo e sulla cultura (dal 1° gennaio 2009)
giovedì 15 ottobre 2009
Casinò o Casino?
La Michela Brambilla mi ricorda Capannelle (il Conte).
Non ho mai conosciuto personalmente il Conte di Capannelle, ma mi è stato riferito che neanche troppi anni fa, un aristocratico decaduto si aggirasse giornalmente nel parterre dell'ippodromo di Roma.
Il Nobile viveva di espedienti e l'attività principale era di "omaggiare" il vincente di ogni corsa dei cavalli ai benestanti di turno, ma soprattutto a quelli che potevano permettersi delle grosse giocate.
Il fatto "strano", se così si può dire, che era ad ognuno di loro dava un vincente diverso, elencando così la totalità dei cavalli partecipanti alle corse di galoppo.
Questo gli permetteva, alla fine della competizione, di ritirare una "mancia" di ringraziamento dall'unico possessore del biglietto vincente, elencando una quantità innumerevole di scuse agli altri, che di lui incautamente si erano fidati.
Inutile dire che ormai gli abituè conoscessero questa sua prerogativa, ma di buon grado elegantemente accettavano la sua impertinente presenza.
E la vita continua.
A mio modo di vedere è praticamente quello che succede alla Brambilla e vale a dire che nel mucchio di proposte probabilmente perdenti che qiornalmente ci "omaggia", ecco che alla fine , una l'azzecca.
Mi riferisco alla proposta del decreto di legge che permettera l'apertura dei Casinò sul suolo nazionale per gli alberghi 5 stelle, di cui credo, che qualsiasi mentalità aziendale possa tranquillamente vederne gli enormi benefici.
Nell'occasione mi preme ricordare che la città che ha più presenze turistiche al mondo non è Parigi, Londra, Roma o altra, ma di gran lunga Las Vegas (40 milioni turisti), e che non offre solamente Casinò con ricchi premi e cotillons, bensi giochi, manifestazioni, cultura, arte e divertimenti per tutte le età, bambini compresi, producendo dei notevoli introiti attraverso l'indotto, poichè il turismo è un ' industria trasversale.
Chiaro che l'esempio dei 4 Casinò tuttora giacenti in Italia non sia un modello di grande totale marketing nonostante i 562 mln di euro incassati, come pure mediocre è la totalità di quelli europei, ma credo che solo il buon esempio di uno di quelli che dovrebbero nascere da questa legge, potrebbe rivoluzionare totalmente in meglio il panorama turistico della zona e produrre un ragguardevole benessere per tutti.
Ciò detto però previo inserimento direzionale di persone possibilmente non "politicizzate", ma con una notevole esperienza tecnica sullo stile americano, e qui ci sarà il problema più grosso perchè obbligatoriamente dovranno sottostare alla direzione dell'hotel.
L'augurio è che l'ingresso al Casinò venga esteso a chiunque, e non solo ai clienti dell'albergo, permettendo al contempo dei guadagni maggiori per generare delle manifestazioni che possano inglobare cultura arte,, sociale, eccetera eccetera.
Per una volta, anche se certamente non è farina del suo sacco, dobbiamo dare a malincuore ragione alla ministra del turismo, ed ai signori NO che sicuramente verranno fuori a branchi, dico che se ne vadano a scuola; hanno ancora molto da imparare da questo settore.
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@Luciano
RispondiEliminaQuesta volta sono contrario e vorrei che tu esaminassi il perchè attraverso questa intervista.
“La proposta del Ministro del Turismo Michela Brambilla è estremamente negativa.” Così dichiara in una nota Silvano Conti, Coordinatore Nazionale Produzione Culturale SLC-CGIL in riferimento all'ipotesi di apertura di Case da Gioco all’interno degli alberghi a cinque stelle.
"Non è così che si rilancia il turismo nel nostro Paese né l’immagine del Sistema Italia - afferma Conti - crediamo che non tutto si possa reggere con provvedimenti immagine privi di strutturalità.”
"La proposta del Ministro – prosegue il sindacalista - se assunta e tradotta in un decreto ministeriale sarà l’inizio dell’implosione del Settore con pesantissime ripercussioni sulla tenuta occupazionale nelle quattro Case da Gioco (San Remo, Saint Vincent, Venezia e Campione)”.
“Il provvedimento - conclude Conti - determinerà inoltre una forte dispersione di professionalità qualificate in un comparto del tutto privo di tutele e diritti”.
@Vinc
RispondiEliminaCapisco perfettamente il tuo/suo punto di vista ma se continuiamo ad essere la nazione dei NO, di qui non ci si muove.
Eppoi perchè una forte dispersione di professionalità qualificate in un comparto del tutto privo di tutele e diritti?
Dai non esageriamo, è la stessa motivazione dei notai e vale a dire che solo pochi possono farlo?
Non è forse che tutele e diritti siano solo i loro?
RispondiEliminaUn decreto legge (normalmente riservato a provvedimenti d'urgenza) su una materia del genere fa il paio con il portale turistico sugli animali.
RispondiEliminaPoi, voglio dire, da una parte ci han raccontato che gli alberghi 5 stelle avrebbero calato i prezzi sino al 37% pur di non veder precipitare le presenze e ora dovrebbero aprire le case da gioco con l'intento di risollevarsi.
A me francamente mi viene da ridere e parecchio.
@frap
RispondiEliminaE' appena giunta la notizia che il decreto è ancora al vaglio della Brambilla.
Probabilmente sono intervenuti fattori più "grandi" o ha capito che qualcosa andava cambiato.
Personalmente, e so di attirarmi le ire di qualcuno, condivido questa cosa perchè "purtroppo" sono cresciuto aziendalmente negli USA e pertanto rimango convinto che tutto ciò che dà lavoro è costruttivo e quindi offre benessere.
Credo che i Casinò nei 5* non siano influenti per il solo scopo di aumentare le presenze ma offrire una destagionalizzazione che è e sarà la principale battaglia da vincere se vogliamo rimanere o crescere turisticamente.
Il turista è cambiato ed anche di molto, pertanto bisogna seguire immediatamente le sue richieste e questa ne è appunto una.
Bisogna calcolare che in Italia ci sono non oltre 220 5* e molti dei quali non hanno neanche 100 camere.
La buona gestione di un Casinò porta innumerevoli benefici anche alla città o paese che l'ospita a patto che sia gestito da persone veramente del settore e non qualche politico da sistemare.
Destinando parte comnsiderevole del guadagno per le attività del luogo...ma questa detrazione va considerata da ambo le parti; proprietà e governo attraverso le tasse.
Scusa frap ma credo che sia una gran bella idea anche se nuova non è.
;-)
e il riciclaggio di denaro sporco dove lo mettiamo?
RispondiEliminaAnche per me non e' una cattiva idea ma andrebbe comunque regolamentata molto bene e comunque in maniera che non spuntino casino' come funghi, ma solamente in presenza di determinati requisiti.
RispondiElimina@Anonimo
RispondiEliminaNello scudo fiscale!
Beh, il fatto che l'abbia ritirata proprio questa mattina, è di buon auspicio, se si vuole intendere per migliorarla.
RispondiEliminaNel qual caso mi auguro che almeno per questa volta non abbia a richiedere informazioni a qualche bontempone o guru nostrano.
Staremo a vedere
RispondiEliminaEcco la motivazione del rinvio:
RispondiEliminaIn occasione del Consiglio dei Ministri svoltosi questa mattina, si è convenuto di rimandare alla prossima settimana l'esame del testo elaborato dal Ministero del Turismo volto al sostegno e al rilancio dell'immagine dell'Italia e dell'offerta turistica.
È quanto si legge in una scarna ma esaustiva nota del ministero del Turismo, in riferimento alla discussione del decreto di legge stilato dal ministro Michela Vittoria Brambilla con il quale, tra l'altro, si propone la possibilità di consentire l'apertura di nuove case da gioco in tutti gli hotel a cinque stelle.
Un annuncio ufficiale e che dà seguito alle dichiarazioni fatte appena ieri sera a La7 dallo stesso ministro, interrogata sul testo mirante al rilancio del turismo e che sta suscitando una valanga di prese di posizione. Nel testo è infatti inserito un articolo, il numero 10, che mira alla 'riqualificazione dell'offerta ricettiva di lusso' al fine generale di 'rilanciare la competitività dell'offerta turistica italiana'. Più in dettaglio, la norma della Brambilla prevede che '... anche al fine di regolamentare il gioco d'azzardo e di contrastare il gioco non autorizzato, è autorizzata la gestione di locali adibiti al gioco'.
Il decreto legge prevede che gli esercizi ricettivi di categoria 5 o lusso possano essere autorizzati dai Comuni, previo rilascio del nulla osta della Prefettura, a gestire, in locali interni alla struttura o immediatamente attigui, attività di gioco, destinate esclusivamente ai clienti maggiorenni regolarmente registrati e che 'pernottano nella struttura medesima'.
Si prevede inoltre che presso il Ministero dell'Interno venga istituito l'elenco dei soggetti aventi i requisiti per l'esercizio e la gestione di locali destinati allo svolgimento del gioco. E quanto alle risorse economiche che ne derivano, una parte è destinata alla costituzione di un Fondo presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo, da utilizzare per il finanziamento della promozione dell'offerta ricettiva di lusso in Italia e all'estero. La rimanente, invece, è destinata ai Comuni nei cui territori sono ubicate le strutture ricettive autorizzate, che la utilizzano per il mantenimento del decoro e della sicurezza.
Un testo piuttosto articolato, dunque, ma che pare aver suscitato la reazione sorpresa da parte dello stesso ministero dell'Interno, fino a ieri all'oscuro delle intenzioni di quello del turismo. C'è dunque chi spiega il rinvio della discussione del testo da parte del consiglio dei ministri come la presa di coscienza della necessità, da parte del ministro Brambilla, di cercare un accordo preventivo più ampio sul testo, a livello governativo, prima di esaminarlo a Palazzo Chigi. E gli interlocutori privilegiati sono due: il ministero dell'Economia, in dettaglio nel sottosegretario con delega ai giochi, Alberto Giorgetti, e quello dell'Interno, per le rilevanti questioni di sicurezza e ordine pubblico che l'apertura di case da gioco comporta. Accordo ad ampio spettro che non è stato ancora trovato, e che ha spinto dunque a un rinvio, seppure di pochi giorni.
@anonimo
RispondiEliminaveramente credi che il riciclaggio di denaro sporco avvenga solo nei Casinò?
Mi sbaglierò, ma sarei pronto a scommettere che, dopo un certo entusiasmo iniziale, le varie micro case da gioco nei 5* faranno la ben nota fine delle sale bingo.
RispondiElimina@frap
RispondiEliminaSicuramente hai ragione, se saranno gestite come le sale Bingo.
Mentre ci saranno Casinò che otterranno un certo successo ed altri che faranno una misera fine.
Ma questo è per tutte le cose ed il risultato dipenderà anche in questo caso solo ed esclusivamente dalla gestione.
Proprio in questo momento stò esaminando la logistica di un 5* L con annesso il Casinò che dovrebbe aprire tra due anni e poco più, e devo dirti che è spettacolare calcolare anche i benefici che ne trarrà tutto il comprensorio con...vabbè, adesso dico troppo.
Il problema, se di questo si può parlare, è di quanta percentuale si può destinare all'intrattenimento ed all'organizzazione per avere poi tempi destagionalizzati per i 12 mesi.
L'Italia non è il Nevada!
RispondiEliminaE chi l'ha detto poi che i casinò portano ricchezza? Mi pare una soluzione approssimativa ed anacronistica.
Se vi siete persi la Brambi dalla Gruber (La7 - 8 e 1/2) ieri sera (io sì), la potete rivedere qui.
RispondiEliminaLe facce qui e là dei due giornalisti presenti, sopratutto del corrispondente del Frankfurter Allgemeine, valgono i 30 min. :-D
@Giovanni
RispondiEliminaChi può dire che invece i Casinò non portino ricchezza?
L'Italia non sarà Las Vegas ma 40 milioni di turisti in quella città affermano che non è vero che è in contrasto con i tempi.
Mentre concordo con te sul fatto che sia approssimativa.
Per giudicare però bisognerebbe leggere il decreto che purtroppo non è ancora visibile perchè è stato ritirato probabilmente per porlo ad altre considerazioni.
@frap
RispondiEliminaVado subito a vederlo, mi era sfuggito.
;-)
Naturalmente nell'archivo online di Corriere.it non risulta alcuna intervista a Bill Emmot, ex direttore di Economist, in cui lo stesso dica ciò che sostiene la Brambi dalla Gruber.
RispondiEliminaC'è invece ad inizio estate un'intervista su LaStampa dove ovviamente Bill Emmot non dice affatto quello che sostiene la ministra.
La cosa ci sorprende? :-D
Ho visto il video della MVB che ha linkato frap.
RispondiEliminaPenosa, e questa modo di raccontare l'Italia, ci metterà in condizioni peggiori.
Ma chi si crede d'essere?
Sulle navi da crociera ci sono i casino', e siccome vivo a pochi passi dalla Slovenia e dalla Croazia vi assicuro che le case da gioco, ampliando l'offerta turistica, possono essere utili. Las Vegas e' un caso a parte: li' si va solo per giocare d'azzardo, nel nostro caso sarebbe solo una carta da giocare in piu' (in tutti i sensi).
RispondiElimina@Palingenius
RispondiEliminaAppunto.
La mia piccola esperienza in questo settore è limitata ai Casinò della Costa Crociere ma anche quelli piccolissimi della Grimaldi che dipendevano, anche se molto autonomamente, dalla direzione alberghiera.
I primi veramente professionali mentre i secondi; lasciamo perdere.
Posso assicurarti che il business è valido per tutti e questo permetteva degli spettacoli molto più importanti eccetera eccetera....
@Luciano
RispondiEliminaMa infatti non e' che il casino' e' solamente infestato dai malati del gioco che si rovinano la vita. La maggior parte dei turisti passa giusto qualche ora, tenta un po' la fortuna e chiuso il discorso. Infatti meglio sarebbe un casino' non solo nei 5 stelle ma esterno di modo che sia possibile la frequentazioni per tutti i turisti ed in localita' strategiche. Pensa anche che l'ottusita' a non procedere in questo senso quanto abbia arricchito i paesi confinanti (nel mio caso la Slovenia e la Croazia) alle nostre spalle. Vengono con le navette gratuite dei Casino' a prendere le persone qui da noi per portarli a giocare olte confine! E sicuramente sarebbe meglio affidare la gestione non direttamente all'Hotel ma a chi professionalmente se ne occupa.
@Palingenius
RispondiEliminaVenezia è troppo distante per queste persone?
Venezia come primo punto e un po' troppo esclusivo e poi e' lontano 150 km da Trieste e tanti clienti sono comunque veneti (sono dei buoni appassionati del gioco d'azzardo). I casino' in Slovenia distano dai 10 ai 40 km e non sono "cari" (premetto pero' che sono tanti anni che non ci metto piede) nel senso che le puntate minime non sono elevate e l'ambiente non e' molto formale adatto appunto al turista o al giocatore saltuario che vuole passarci un po' di tempo. Logicamente vi sono anche i malati del gioco che sono ogni giorno li' ma anche nei bar con i videopoker non si scherza poi tanto!
RispondiElimina