blog di critiche costruttive sul turismo e sulla cultura (dal 1° gennaio 2009)
martedì 8 dicembre 2009
Agriturismi e ...alieni
Non c’è più nessun dubbio, i marziani sono qua, e ci sono già da un bel pezzo.
Un momento, non quei marziani intellettualmente avanti; no, gli altri.
E hanno scelto l’Italia dove si sono inseriti nella società attraverso il settore che più dava loro la possibilità di non essere visti o scovati; il turismo.
Chi vuoi che se ne accorga lì, dove fanno di tutto tranne quello per cui sono profumatamente pagati.
Infatti questo comparto, a differenza degli altri, comprende in gran misura i “pasticcioni” e i risultati ce ne danno ampia ragione.
In 40anni la nostra cara penisola non ha fatto altro che retrocedere nelle classifiche mondiali e a nulla valgono i tanti pre elettorali proclami; il fannullismo, l'incapacità, l'immensità di balle sulle statistiche e sui dati quasi sempre (per loro) positivi ed il classico "ecchisenefrega", l’hanno sempre fatta da padroni in questo comparto; quindi quale migliore posto, per gli “alieni” di nascondersi.
Alienare inteso come trasferire ad altri una proprietà o un diritto che invece è tuo.
Ma veniamo ai fatti.
Dopo la richiesta di altre regioni (Veneto, Emilia Romagna, eccetera eccetera), anche la Toscana, a cui ne seguiranno sicuramente altre, si prepara all’approvazione di una nuova legge regionale, e vale a dire che anche gli agriturismi diventeranno a tutti gli effetti dei ristoranti.
Cose da altro mondo!
Innanzi tutto va precisato che questi per legge, devono almeno produrre l’80% del cibo con l’obbligo di distribuirlo solo a chi vi pernotta, mentre hanno ricevuto delle sovvenzioni, finanziamenti e contributi, da parte degli assessorati all’agricoltura, all’atto dell’apertura.
Inoltre pagano di gran lunga meno tasse e meno contributi, rispetto ai cugini ristoratori.
Beh, che dire; proprio una bella concorrenza sleale, e per di più garantita per legge.
Chi non sa che molti agriturismi già da tempo attuano una vera forma di ristorazione in barba alla legge ed ai controlli; 4 e poco più stanze e 50/100 coperti giornalieri, non solo in quelli festivi, e per di più non producendo un bel niente di quello che offrono.
Chiaro quindi che in Italia questa forma forse “parassitaria” ed illegale, nei confronti dei ristoranti, venisse premiata.
Ecchissenefrega se nel 2009 ben 20.000 attività della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), chiuderanno, e se attualmente decine di migliaia di lavoratori del settore hanno difficoltà di reinserimento.
In Francia Sarkozy ha deciso di venire incontro al settore della ristorazione, anche per rilanciare i livelli occupazionali, tagliando l’IVA (dal 19,6 al 5,5%) e permettendo ai ristoratori di attirare i clienti.
In Germania la Merkel l’ha ridotta (VAT) dal 19 al 7%...
…mentre qui?
Qui abbiamo gli alieni!
Etichette:
Agriturismo,
FIPE,
legge regionale,
ristorazione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il problema della differenza di condizioni tra agriturismi e ristoratori esiste sicuramente.
RispondiEliminaPerò non concordo con quanto scrivi nell'articolo.
Secondo me, bisognerebbe abbassare le barriere in ingresso alla professione di ristoratore.
In pratica, meno obblighi e meno burocrazia, salvo avere la possibilità di punire davvero a posteriori chi lavora in condizioni igeniche inadeguate, oltre che eventualmente abbassare almeno in parte l'IVA, ma secondo me questo è un problema relativo.
Il punto è che se uno sa fare bene il panino al salame e vuole vendere quello, deve poterlo fare liberamente. Dovrebbe bastare la visita medica da svolgersi periodicamente che certifichi che uno non ha malattie contagiose e che poi pagasse un tot di tasse, non basso in assoluto, ma semplice da calcolare e dovrebbe poter vendere generi alimentari.
@Anonimo
RispondiEliminaScusa ma di quali obblighi parli?
In Italia non esiste neanche più la tessera sanitaria e chiunque può aprire quello che vuole se è nell'ambito ristorativo.
Quale certificazione viene richiesta ad un cuoco?
Tu dici di punirli a posteriori, ma come puoi punire una persona a cui non hai insegnato, o non ha dovuto imparare prima il sistema sanitario(HACCP).
Credi veramente che questi brevissimi corsi sanitari emessi dalle Camere di Commercio siano utili a conoscere, diciamo il cross contamination delle celle frigorifere o la Caesar salade con l'uovo crudo?
Suvvia, caro amico.
In Italia tutto si può e di paletti non ce ne sono.
Se poi hai qualche conoscenza nei posti giusti....tutto è possibile.
Scusami, ma non concordo in nulla con quello che dici, se non con il fattore burocrazia.
Se poi vogliamo parlare delle visite mediche o del muco o delle pastigliette che ti davano biennalmente e che tutti sputavano..., beh, questa allora è un'altra cosa.
Per oltre vent'anni ho lavorato nelle cucine di tutto il mondo e posso assicurarti che l'Italia non è all'ultimo ma neanche al primo posto, per quanto riguarda la sanità.
Cordialità