Ridurrei l’intero Codice del turismo ad una sola parola tutta attaccata: MEPARETUTTA’NASTR***ANEZZA
Fatta da “ometti”, forse nel senso che si omette la pur minima logica di legittimità.
Infatti lo schema di dlgs, che attua la delega prevista dall'art. 14 della legge n. 246/2005, rischia di scontrarsi con la riforma del titolo quinto della Costituzione.
La realtà è che la norma può essere impugnabile dalle regioni, perché in materia di turismo hanno competenza esclusiva, mentre lo Stato al riguardo può operare solo con legislazione di principio o intervenendo in tema di tutela della concorrenza.
Ma, l'esecutivo rivendica, testualmente, nella relazione di accompagnamento «competenze statali in materia di turismo sulla base del principio di sussidiarietà, di competenza legislativa statale esclusiva e concorrente, per la valorizzazione, lo sviluppo e la competitività, a livello interno ed internazionale, del settore turistico quale fondamentale risorsa del paese e per il riordino dell'offerta turistica italiana».
I dettami costituzionali in vigore, invece, non includono il turismo nell'elenco di competenze esclusive rimaste allo stato.
Né lo includono nell'elenco di competenze concorrenti tra stato e regioni, come invece prevedeva la Costituzione prima della riforma del Titolo V.
Di conseguenza, in base al comma 4 dell'art.117 della Costituzione, la competenza legislativa in fatto di turismo s'intende integralmente devoluta alle regioni.
Sia come sia, lo schema di dlgs che è si al vaglio del consiglio di stato e delle commissioni parlamentari, ma una volta approvato, potrebbe incappare in ricorsi di legittimità dinanzi alla Consulta.
Il provvedimento, voluto dal ministro Michela Brambilla, ha si l'ambizione di mettere ordine in una legislazione frammentata, rispondendo, secondo l'esecutivo a un'istanza di semplificazione che turisti e operatori del mercato attendevano da tempo; ma cavolo, non si poteva dare prima un “colpetto” al Titolo V?
Vabbeh, non m’addentro in cose che non mi sono troppo familiari e oltretutto in Italia mi sono alquanto indigeste, ma perché il Bernabò Bocca, in soli 7 giorni, cambia mira e anche il bersaglio?
Infatti il 2 di marzo dichiarava come il Codice del Turismo fosse inapplicabile, mentre nel qual caso venga approvato dalle Camere, le Regioni presenteranno immediatamente eccezione di costituzionalità, rendendolo vano.
Mentre nel corso dell’audizione presso la X Commissione del Senato sul Codice del Turismo (9 di marzo) si è limitato a parlare di definizione di impresa turistica, assenza nel provvedimento delle imprese del turismo balneare e classificazione delle imprese ricettive; com’è apparso appunto sul sito di Turismo e Finanza?
Il Titolo V non è di certo stato trasformato, mentre le Regioni rimangono sui propri passi … quindi?
Cos’è cambiato in quei 7 giorni?
Conclusione.
Ma non ci si poteva pensare un po’ prima dopo le osservazioni del caso con tutte le associazioni preposte e con le Regioni?
Ma non ci si poteva pensare un po’ prima dopo le osservazioni del caso con tutte le associazioni preposte e con le Regioni?
Qual è lo scopo della Brambilla che non l’ha fatto a priori (?), e il Bocca che prima dice una cosa e poi (forse si dimentica) e ne dice un'altra?
Qualche cosina credo d’averla capita, ma penso che il tutto si riduca ad una sola parola come ho detto prima: MEPARETUTTA’NASTR***ANEZZA e una gran perdita di tempo, che in epoche così … beh, stavolta pensatela voi la parolina … giusta.
Alcuni elementi del Codice del Turismo vanno rivisti. È questa la posizione espressa da Confturismo nel corso dell'audizione presso la X Commissione del Senato. La confederazione ha ribadito il principio di condivisione sull'opportunità di realizzare il Codice, sottolineando però l'esigenza di rivedere alcuni elementi di grande importanza come la definizione di impresa turistica, l'assenza nel provvedimento delle imprese del turismo balneare e la classificazione delle imprese ricettive. Inoltre, per quanto riguarda l'intermediazione, sono state presentate osservazioni di rilievo sul regime di responsabilità contrattuale, i termini dell'inadempimento e il Fondo di Garanzia. "Le nostre valutazioni - ha dichiarato il presidente di Confturismo, Bernabò Bocca - prendono in considerazione quanto già espresso dal Consiglio di Stato. Siamo determinati a dimostrare la validità delle modifiche che, a nome del settore, richiediamo per far sì che il Governo licenzi, al termine dell'iter in corso e grazie anche alla capacità di ascolto delle Commissioni di Senato e Camera, un Codice che sia veramente condiviso dal Turismo nel suo complesso, rispondendo alle reali esigenze di semplificazione e riordino manifestate da tutte le parti coinvolte".
RispondiEliminaAppunto.
RispondiEliminaCome fa il Bocca a cambiare repentinamente le sue dichiarazioni?
Prima dice che non c'è neinte da fare mentre poi...
Che il tutto sia studiato a tavolino con le riunioni mensili con la Brambilla?
Mah?
;-)
Leggi un pò qua
RispondiEliminaSono le Organizzazioni di categoria a designare il proprio rappresentante all’interno del CdA dell’Enit. Questo il senso della lettera congiunta trasmessa dai Presidenti di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti e di Federturismo-Confindustria, Daniel John Winteler al Ministro del Turismo, On.le Brambilla, per chiedere trasparenza nel processo di rinnovo del CdA dell’Agenzia di promozione del turismo italiano nel mondo.“Riteniamo sorprendente, sbagliato ed inaccettabile, nel metodo e nel merito, che i sistemi turistici di Confesercenti e di Confindustria siano ignorati in questo importante processo" affermano Albonetti e Winteler. I Presidenti propongono di individuare un rappresentante delle imprese esterno ai tre sistemi associativi e da essi designato, come previsto dal Decreto di riordino, in grado di garantire equilibrio e neutralità nell'esercizio del suo ruolo.
Pertanto 'individuare un rappresentante esterno', ma cosa aspettano a chiamarti?
:-D
@Francesco
RispondiEliminaHo cancellato i commenti di prima che credo siano abbastanza sciocchi.
;-)
Intanto va ricordato che sul titolo V giacciono alla Camera ed al Senato due proposte perfettamente identiche e presentate a distanza di due giorni, verso fine settembre 2009.
RispondiEliminaAl Senato da Rutelli e Zanda ed alla Camera da 56 deputati di tutti gli schieramenti, tra cui Pierluigi Mantini (UDC ex PD) presidente dell'Osservatorio Parlamentare del Turismo.
Ignorati per tre anni da MVB, convinta che sarebbe stato sufficiente avere "buoni rapporti" con le Regioni per risolvere il problema in modo diverso.
Ora, col pretesto di dover recepire una direttiva europea, si pretenderebbe, addirittura via decreto legislativo, di rivedere e riordinare +/- l'intera legislazione in materia turistica, senza l'intesa con le Regioni.
Dopo averle pure estromesse dal CdA di ENIT, commissariando l'ente. Basta leggere quel che han scritto nel loro parere. Nemmeno sono entrate nel merito delle questioni: han detto chiaro e tondo che è stato esercitato un eccesso di delega, tale da far ravvisare elementi di incostituzionalità del provvedimento.
Se anche MVB ha reclutato i suoi bravi esperti in materia giurisprudenziale (e leggendo la relazione introduttiva al CdT si capisce chiaramente che ne ha reclutati), anche un bambino capirebbe che, se anche il decreto arrivasse in aula, il ricorso alla Consulta sarebbe praticamente certo.
E addio onorificenze, medaglie e tutto il resto dell'ambaradan, che difficilmente potrebbero passare come "principi fondamentali" riservati alla legislazione dello Stato, se si trattasse di materia di legislazione concorrente.
Figuriamoci quindi addirittura in assenza di questa.
Come perdere tempo e farlo perdere alle varie commissioni di Camera e Senato.
Poi di sicuro sulla modifica del titolo V ci sarà l'opposizione della Lega.
RispondiEliminaPer non parlare delle correnti di pensiero che ritengono sia invece la competenza legislativa concorrente Stato-Regioni l'elemento primo e più frequente di contenziosi e ricorsi alla Consulta.
Personalmente modificherei la proposta inserendo invece all'art. 117 comma 3 le parole 'turismo interno'. Obbligando in questo modo le Regioni a coordinarsi con lo Stato (via ENIT) per la promozione verso l'estero e per la legislazione nazionale.
E forse così si salverebbero capra e cavoli e si farebbe un passo avanti.
Mi correggo: ovviamente inserirei "turismo internazionale e legislazione nazionale del turismo", lasciando quindi la promozione e l'organizzazione operativa in ambito nazionale materia esclusiva delle Regioni.
RispondiEliminaNon mi sorge un dubbio.
RispondiEliminaSe è totalmente incostituzionale la proposta del Codice, e ne siamo tutti certi (che cavolo), perchè le varie associazioni, sindacati eccetera eccetera, vogliono la discussione con la Brambilla per migliorare tutto l'andazzo pur sapendo che ci sarà la bocciatura della Consulta?
Sic!
Il dubbio mi arrovella.
Che siano proprio dei perditempo a questo livello o cosa ci può essere sotto?
Ci sta prendendo per il .... questo signore?
RispondiEliminaTurismo al 20% del Pil nazionale, obiettivo possibile, tanto da essere il mandato ricevuto dal Governo dal ministro Brambilla. La previsione arriva dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ieri a Milano, all’inaugurazione della mostra ”Gli occhi di Caravaggio’, ha sottolineato: ”Eravamo i primi al mondo. Purtroppo siamo stati superati dalla Spagna, dalla Francia, dagli Stati Uniti e dalla Cina e dobbiamo recuperare molto”.
Ora il turismo pesa per il 9,7% del Pil, ha detto il presidente del Consiglio, aggiungendo che ”dovremmo aspirare a molto di più e che, volendo porsi degli obiettivi ambiziosi in tutte le materie economiche, “anche per il turismo abbiamo messo al ministro l’obiettivo del 20% del Pil”.
Con la MVB non lo credo possibile.
RispondiEliminaMa non eravamo ad una percentuale maggiore del Pil due anni fa, quando lo disse per la prima volta?
@Sergio
La penso perfettamente come te.
@Luciano
RispondiEliminaSuccesse la stessa cosa con Rutelli e i suoi 100 milioni di euro. Glielo avevano detto chiaro e tondo. Nonostante ciò fece inserire nella finanziaria 2008 (L. 244, 24/12/2007) i commi 194 e 195 all'articolo 2.
194
«Al fine di incentivare lo sviluppo strategico integrato del prodotto turistico nazionale mediante la promozione di economie di scala e il contenimento dei costi di gestione delle imprese del settore, con uno o piu' regolamenti da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sono definite, nel rispetto delle competenze regionali, le procedure acceleratorie di semplificazione volte a favorire sia l'aumento dei flussi turistici sia la nascita di nuove imprese del settore. Tali
procedure devono privilegiare le azioni finalizzate, tra l'altro, alla razionalizzazione e alla riduzione degli adempimenti a carico delle imprese e dei termini di durata dei procedimenti, nonche' a definire specifici moduli procedimentali idonei a contestualizzare l'esercizio dei poteri pubblici»
195
«Il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, avvalendosi delle risorse umane, strutturali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, provvede ad assicurare il supporto tecnico-specialistico in favore dei soggetti nazionali e internazionali che intendono promuovere progetti di investimento volti a incrementare e a riqualificare il prodotto turistico nazionale, attivando le procedure di cui al comma 194».
Puntualmente il 5 marzo 2008 la regione Veneto fece ricorso, bloccando di fatto l'erogazione e l'utilizzo dei fondi. E si trattava di una legge (la legge statale + importante in assoluto), non di un decreto legge, come nel caso di MVB.
@frap
RispondiEliminaNo, scusa era finito negli spam e l'ho ripristinato.
In merito a Rutelli e alla sua presentazione non sono riuscito a trovare il link di riferimento e dopo averlo inserito nel post, l'ho cancellato, perchè non avevo prove che riportassero la cosa che accennavo e che tu hai appena descritto.
RispondiEliminaInfatti mi sembrava di ricordare ma...
@frap
RispondiEliminaNon ci fu un caso eclatante di copia/incolla nella presentazione del Rutelli?
Ti ricordi per caso?
Rutelli ha ottenuto l'assegnazione al Senato dell'atto n. 961 il giorno 24/09/2008 (annunciato e presentato il 30/07/2008).
RispondiEliminaMantini e i 55 deputati hanno presentato alla Camera la medesima proposta, atto n. 1709 il giorno 26/09/2008 e annunciata il 29/09/2008. Due giorni dopo l'assegnazione al Senato.
Ciò che è possibile notare è non solo che il testo del DDL (poche righe) è identico, ma che tutta la relazione introduttiva di due pagine e mezza è ripresa di sana pianta, a parte minime modifiche.
Al tempo Mantini era ancora nel PD (è passato all' UDC il 27/03/2009), così come Rutelli (è passato ad Alleanza per l'Italia il 11/11/2009).
Dato che Mantini, al tempo, era presidente dell' Osservatorio Parlamentare del Turismo, è possibile sia stato lui a passare al collega di partito ex-ministro il tutto, per tempo. Rutelli avrà semplicemente depositato al Senato con largo anticipo prima che si riunisse nuovamente l'Osservatorio.
Oppure il viceversa.
Cercando sulle schede di senatore e deputato, si trovano facilmente i link ai due provvedimenti e i riferimenti alle date qui sopra.
C'è da dire che risulta effettivamente la comunicazione al Senato già il giorno 30/07/2008, nella seduta pom. n. 51, da parte di Rutelli.
Ma praticamente è al limite della chiusura ante-ferie delle Camere (curioso no?).
L'Osservatorio invece presentò la cosa alla stampa solo sei mesi dopo il deposito alla Camera (vedi link commento più sopra), a fine marzo, poiché l'assegnazione in Commissione Affari Costituzionali avvenne solo l'11/03/2009.
In entrambi i casi, comunque, l'esame non è mai iniziato.
Nonostante l'auspicio ed il proposito espresso:
"Per questo e' necessario che questa riforma vada avanti e noi come Osservatorio per il turismo ci
faremo promotori di un'opera di sensibilizzazione verso il governo affinche' si realizzi in tempi
brevi".
Secondo te, chi al governo avrebbe dovuto recepire "in tempi brevi", per competenza, e a distanza di oltre due anni va ora dicendo in giro per le Commissioni parlamentari che la riforma del titolo V voluta dalla sinistra è stato un errore? ;-)
In aggiunta al commento di cui sopra, va anche notato che Mantini ed altri (non gli stessi), già il 22 marzo 2007 avevano presentato identica proposta alla Camera, ottenendo l'assegnazione in Commissione Affari Costituzionali il 9 ottobre 2007.
RispondiEliminaIter mai iniziato anche in quel caso.
E indovina chi era ministro a quel tempo?
Sono già 4 anni che va avanti 'sta storia... ;-)
@frap
RispondiEliminaSi è questo quello che ricordavo.
Ho riletto il tutto e non trovo giustificazioni alla presentazione che fecero quei signori negli anni addietro.
Identica!
Ma cosa si credevano che fossero scemi?
e come potevano pensare che sarebbe passata?
Beh, in definitiva non è solo un problema di allora, ma anche di adesso.
A parte il copyandpaste, se penso al tempo che hanno perso per presentare una richiesta del genere....tutto l'entourage che ci ha lavorato....
I N A U D I T O