La Riforma è stata approvata dal parlamento e pertanto i Sindaci continueranno a diventare bravi (?) sulla pelle degli altri e non certo sulla propria.
Oltre ai capoluoghi di provincia potranno avvalersi della tassa di soggiorno anche le cosiddette «città turistiche». Ma la palla spetta alla Regione che deve stilare una lista.
Naturalmente ho usato l’aggettivo “bravi” come metafora, poiché il “bravo” è tutt’altra cosa.
Ogni qualvolta mi si presenta l’occasione di raccontare della loro “bravura” (hei, non tutti; qualcuno c’è) soggiungo a Mississauga (Ontario), dove la Sindachessa, tale Hazel McCallion che ha raggiunto la venerabile età di 90anni, e che per ben 11 volte di fila (dal 1978) ne è diventata e rimane il Mayor.
Qui in Italia non si può; la legge dice che lo si può fare al massimo due volte, ma forse è meglio!
Le ultime votazioni a Mississauga sono finite così: 92% a 6%!
Da questa data (1978) la città non ha più preso in prestito del denaro dallo Stato, non ha alcun debito e nelle casse personali dispone di oltre 800 milioni di dollari per i casi di necessità.
In 20anni ha raddoppiato la popolazione portandosi a circa 800.000 abitanti ed è sede di molte aziende rinomate che hanno preferito Mississauga ad altre più grandi città del Canada.
La città poi dispone di ottimi servizi per i residenti, è pulitissima; insomma, una città che definire perfetta è troppo poco.
Ebbene, nessuno degli circa 8.000 sindaci del BelPaese, ha mai fatto un viaggetto da quelle parti; magari solo per chiedere il come avesse fatto questa BRAVA e simpatica Signora a raggiungere questa agiatezza per i propri concittadini.
Ma questa è un’altra storia di cui v’ho già detto e scritto.
Comunque via libera a federalismo, tassa di soggiorno e i Comuni tireranno un sospiro di sollievo.
I bilanci delle amministrazioni, falcidiati dai tagli del governo (ma non se ne poteva a fare a meno visto l’andazzo generale delle gestioni precedenti e quelle attuali), dopo l’approvazione a Roma del decreto sul federalismo, potranno ora contare sui denari che incasseranno grazie alla tassa sui pernottamenti in hotel.
Da uno cinque euro a notte, a seconda della categoria dell’albergo e potranno avvalersi di questa possibilità tutti i Comuni capoluogo dell’Italia, oltre alle città turistiche che in Italia sono praticamente quasi tutte.
Classificazione, quest’ultima, però non ancora stabilita dalla Regione (ettepareva), che si riserva di realizzare una mappatura del territorio prima che la tassa di soggiorno diventi operativa.
Ma con quali criteri?
E c’è da giurare che scatterà la corsa al distintivo di città turistica.
Un’altra buona notizia per le casse dei Comuni, anch’essa contenuta nel pacchetto sul federalismo, riguarda la possibilità di ritoccare l’aliquota Irpef.
Uno 0,1%in più, per alcune amministrazioni corrisponde ad oltre 200 mila euro d’introito, ossigeno per far quadrare i bilanci.
Se poi c’è qualcuno che crede che questi soldini/soldoni verranno spesi per ripristinare o dare un servizio migliore al cittadino e di conseguenza al turismo, se lo scordi pure e lasci ai posteri ogni speranza colui che pretenderà d’entrare nell’ottica del buon lavoro dei loro primi cittadini (pochi casi a parte).
Infatti, seppur noi armati del miglior ottimismo, non cambierà una benemerita mazza e per far cassa, quei nobili “Signori”, ricorreranno sempre di a più alle multe o alle contravvenzioni da elargire a iosa a tutti, turisti compresi (naturalmente elencate ogni anno con un nuovo record sui quotidiani cittadini a mo’ di grande pregio e chissà quale onore); e naturalmente a richiedere maggiorazioni (Equitalia) con degli interessi che neanche … lasciamo perdere ch’è meglio.
Ma il tutto è legale perché la legge l’hanno fatta così, e capita poi, che per pochi euro, all’incauto debitore venga venduta la casa; l’unica che aveva e che era costata decenni di gran sacrifici.
E non si capisce il perché le città o i paesi della nostra penisola che non hanno mai parcheggi a sufficienza per i residenti … figurati poi quelli per gli incauti turisti che hanno scelto quei luoghi per riposare le stanche ossa.
E giù ammende in gran quantità.
E la fonte primaria del nostro Pil, il turismo, ancora una volta se n’andrà a ramengo.
Succhiano, succhiano e ancora succhiano il sangue, e non ti danno neanche un cerotto per fermarne l’emorragia.
E ti devi arrangiare.
E mentre loro se ne studiano altre per fare cassa, c’è anche qualcuno di noi (quelli che si credono furbi) che di conseguenza se ne inventa alcune per “fregare” il turista di turno, e per poter comprare il medicamento adatto al loro continuo salasso.
Ci saranno Sindaci che proporranno una differenziazione a seconda delle stelle degli hotel, a patto di concordare un regolamento condiviso con i Comuni limitrofi, altri che suggeriranno di quantificare la tassa di soggiorno solo dopo averne discusso con le associazioni di categoria; altri che chissà cosa s’inventeranno.
Ma voi li avete mai visti andare tutti d’accordo (?), o ci saranno le solite scelte di “preferenza”?
Si dai, chiamiamole semplicemente così; scelte di preferenza.
E la Brambilla che fa?
Beh, la Sciura aveva detto che avrebbe “lottato” per far abbassare le tasse nel turismo, in comparazione con gli altri Paesi europei, e invece eccoci qua ad incazzarci ancora per nuove tasse in questo settore.
Buona Domenica Ardoino,
RispondiEliminamolto interessante, pensavo fossero i comuni a decidere, così non sai mai con chi incazz... demandano e basta. Forse ti linko il post saluti
Mariano
I recenti dati di Bankitalia e quelli del World Economic Forum che sul piano dei prezzi ci relega al 129 posto su 139 e 20esimi in Europa sembra non indichino nulla a queste emerite teste.
RispondiEliminaSarà anche stata una conditio sine qua non dell'ANCI per dare l'ok al decreto sul federalismo fiscale, ma la sostanza delle cose non cambia.
O quella tassa sarà scaricata sul turista, col risultato che ne perderemo ancora, o su chi lo ospita, che dovrà compensarla con un calo dei prezzi, ovvero, inevitabilmente, con una minore qualità del servizio offerto.
Altro motivo per perdere il potenziale turista.
Invece di abolire enti e spese inutili (provincie, strutture di missione varie, società partecipate e similari, ecc. ecc.) e/o ridurre l'iva, tassiamo una delle poche fonti di reddito sicuro che ancora rimangono a questo Paese.
Se ancora ce n'era bisogno, tutto questo serve ad avere la misura per capire da chi siamo governati, a tutti i livelli.
Che poi diventi o meno un'effettiva tassa di scopo non cambia un piffero, imho.
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RispondiElimina@frap
RispondiEliminaHai scritto il mio pensiero anche nella punteggiatura.
;-)
@Plinio
RispondiEliminaCiao, certo per il link.
E chissà se quando elencheranno la lista ci sarà da ridere per quelli che rimarranno fuori.
;-)
Cosa ne pensa caro Dott. Ardoino ?
RispondiEliminaMi farebbe veramente piacere avere una sua impressione.
Grazie e a presto.
Cordilità e stima
Con l’approvazione ieri alla Camera in via definitiva del decreto sul Federalismo Fiscale Municipale l’imposta di soggiorno è stata reintrodotta.
La Federazione degli albergatori italiani pur mantenendo lo stato di agitazione, ha deciso di accettare le prenotazioni alberghiere per il 17 marzo unicamente per onorare il 150° dell’Unità d’Italia e non arrecare ulteriore danno al settore.
“Cancellata nel 1989, -sostiene il Presidente della Federalberghi, Bernabò Bocca- la sua rinascita con il vertiginoso importo fino a 5 Euro a notte rischia di mettere fuori mercato migliaia di imprese.
“Questa tassa -prosegue Bocca- dovrà pagarla chi dorme fuori casa non solo per vacanza, ma anche se in viaggio per lavoro o per motivi di salute e, paradosso dei paradossi, anche se residente nello stesso comune dove se, per qualsivoglia motivo, dovesse soggiornare.
“Inoltre essa -aggiunge Bocca- non aiuta la ripresa economica ed anzi ci allontana da quell’alleggerimento della pressione fiscale su imprese e lavoro che da sempre andiamo reclamando.
“Ad aggravare ancor più la situazione -conclude Bocca- la sola introduzione dell’IMU arrecherà aumenti di costo per le imprese alberghiere pari al 18% rispetto a quanto attualmente sopportano per l’ICI”.
Perdono ma c'è anche questo
RispondiEliminaSecondo il monitoraggio mensile di Federalberghi, il 2011 parte in negativo per gli hotel italiani, con una flessione sia nelle presenze sia sul fronte occupazionale. I dati giungono alla vigilia dell’assemblea Federalberghi in programma il 19 marzo a Firenze, dove a Palazzo Vecchio si terrà il convegno: “Turismo: quale federalismo per lo sviluppo”, al quale sono confermati tra i vari relatori il vicepresidente vicario dell’Anci, Osvaldo Napoli, il presidente dell’Api (Alleanza per l’Italia) Francesco Rutelli ed il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.
Secondo il presidente dell’associazione Bernabò Bocca, a gennaio e febbraio le presenze alberghiere sono diminuite dello 0,6% rispetto ai primi due mesi del 2010 mentre le tariffe sono aumentate dello 0,5% a fronte di un costo della vita che ha fatto segnare un +2,1%. Gli occupati scendono del 2,4%, con una flessione del 2,4% per i lavoratori a tempo indeterminato ed una crescita dell’1,6% per i lavoratori a tempo determinato.
@Anonimo
RispondiEliminaMmmmmmmmmmm, chi sei?
“Il 2011, turisticamente parlando, parte in negativo con una flessione sia nelle presenze sia sul fronte occupazionale”. È quanto afferma il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati relativi al monitoraggio mensile effettuato dalla Federazione (l’inchiesta è stata svolta dal 1° al 6 marzo, intervistando con metodologia internet 1.224 imprese ricettive, distribuite a campione sull’intero territorio nazionale).
RispondiEliminaI dati giungono alla vigilia della 61^ Assemblea della Federalberghi in programma il 19 marzo a Firenze, dove in mattinata a Palazzo Vecchio (Salone de’ Cinquecento) si terrà il convegno: “Turismo: quale federalismo per lo sviluppo”, al quale sono confermati tra i vari relatori il Vice Presidente Vicario dell’Anci, Osvaldo Napoli, il Presidente dell’API (Alleanza per l’Italia) Francesco Rutelli ed il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.
“Leggere che le presenze alberghiere sono diminuite dello 0,6% nei primi due mesi dell’anno (rispetto ai primi due mesi del 2010) -prosegue Bocca- significa che tutte le tipologie turistiche attualmente in ‘funzione’: località montane, località termali, città d’arte e città d’affari, hanno perso sia in arrivi sia in pernottamenti.
“Risultato ottenuto pur a fronte di tariffe alberghiere che continuano ad essere ferme se non in calo generalizzato rispetto all’improvviso ed elevato carovita che la crisi dei Paesi del nord Africa ha innescato.
“Nel solo mese di gennaio, ad esempio, -sottolinea il Presidente degli albergatori italiani- secondo i dati ufficiali dell’Istat, le tariffe alberghiere sono aumentate dello 0,5% rispetto al costo della vita che ha fatto segnare un +2,1%.