Il Carlton Hotel Group è una società irlandese di proprietà con 9 immobili di lusso in luoghi splendidi di tutta l'Irlanda.
E fin qua tutto bene.
Se non fosse che non molto tempo fa (nell’estate del 2010), la direttrice del Sale and Marketing Ms. Jean O’Connell, decise (dicono) di inviare una mail a 29 dipendenti della medesima catena alberghiera per “invogliarli” a pubblicare su TripAdvisor delle recensioni positive per gli alberghi della catena, e in perfetto accordo con le direzioni dei medesimi a cui aveva appunto chiesto quei nominativi.
Consigliandoli addirittura di allegare delle foto non troppo professionali per non dare nell’occhio.
Solo che tempo dopo, e ben gli sta alla signora in questione, il quotidiano irlandese The Irish Time ne è venuto a conoscenza e la cosa è diventata (giustamente) di dominio pubblico.
Ora non so bene quello che è accaduto, ma quello che personalmente dispiace, è che sia la O’Connell che il Michael Kearney, il Chairman & CEO del Carlton Hotel Group, sono rimasti nelle loro rispettive posizioni.
E’ quindi facile ipotizzare che anche gli altri 9 direttori unici siano rimasti sulle loro belle poltrone.
Infatti il quotidiano che ha contattato la manager così dettaglia: “Ms O’Connell confirmed last night she had sent the email but said it was only a proposal and the policy had never been implemented. She said that it had been drafted in response to what she claimed was “evidence of fake reviews” about their hotels. She said at a further meeting sales staff were told to ignore the policy and insisted that if TripAdvisor went back over the reviews of the hotel, “it won’t find any evidence of fake reviews”.
Mentre ... “Trip Advisor’s communications director Emma Shaw said a “full and detailed investigation” was under way and the company had “a zero tolerance approach” to such activity.
Infine ... “Eversheds solicitors, writing on behalf of the hotel group to The Irish Times last night, said: “Our client instructs that the content of the email is a misinterpretation of the intention of the Board which was at all times to encourage positive posts from happy guests and not to in any way encourage employees of our client to publish posts on the TripAdvisor website relating to our client.
“Immediately following the email being sent, steps were taken by our client to contact the hotel managers to explain that a mistake had occurred and to confirm how hotel online reviews were to be handled. Thereafter the online marketing group of our client met on August 4th, 2010 to discuss the corrective measures that had already been taken by our client in response to the misrepresentative email of 14 July 2010.“In so far as our client is aware, the actions referred to in the email of 14 July 2010 were never acted upon by any employee of our client and is unaware of any such posts being made on the ‘TripAdvisor’ website by employees in the manner suggested.”
Si certo, basta crederci!
Comunque se la O’Connell è rimasta al lavoro al Carlton, questo è probabilmente avvenuto poiché l’infelice idea è partita da un suo superiore (è solo una supposizione, per carità) di cui è facile immaginarne la posizione lavorativa, poichè altrimenti avrebbe di certo "trovato" la porta ... d'uscita.
Vero, Mr. Kearney che tu (you) sei il suo solo diretto superiore?
E come la si poteva pensare realizzabile se a sapere la “cosa” erano addirittura una quarantina di persone?
Imbecillità o bontà loro?
E poi, non si potrebbe usare il tempo “perso” per studiare quest’arguzia (?) in tempo per programmare un buon piano di marketing … onesto?
O forse è stato il The Irish Time che ha preso un abbaglio?
E pensare che il tutto (le prime scoperte giornalistiche su TripAdvisor) erano partite a quattro passi da dov’ero io, e vale a dire dalle Yasawa Island, un resort delle Fiji, diventato famoso grazie al giornalista Martin Kelly e alle sue critiche a TripAdvisor pubblicate su Travel Trends (TripAdvisor: la verità è una questione di opinioni).
Morale della favola?
Beh, se sei un asino ed hai le orecchie lunghe è ben difficile nascondersi!
@Piero Gnudi
RispondiEliminaEni ed Enel, ma quale crisi? Per i capi schizza lo stipendio
I due colossi italiani ci costringono a bollette sempre più cara ma elargiscono compensi sempre più generosi ai vertici.
La corsa del prezzo dei carburanti pare inarrestabile. Quella delle bollette e dell'energia pure. E di pari passo, nonostante la crisi economica, continuano a crescere vertiginosamente i compensi dei supermanager che guidano i due principali colossi italiani, Eni ed Enel. Lasciamo parlare le cifre. Paolo Scaroni, il numero uno del Cane a sei zampe, nel 2011 ha ricevuto compensi per un totale di oltre 5,8 milioni di euro, segnando un incremento rispetto all'anno precedente del 30 per cento. Quindi Fulvio Conti, l'ad della azienda elettrica, che è stato costretto ad 'accontentarsi' di 4,37 milioni di euro: per lui la busta paga è salita del 40% rispetto al 2010.
Eni, Cda generoso - Insomma, le aziende a controllo pubblico sembrano proprio non accorgersi dei morsi della crisi economica. Ma le buste paga sempre più pesanti non riguardano soltanto i numeri uno. Infatti anche gli amministratori che hanno fatto le valigie non hanno ragioni per lamentarsi. Per esempio Roberto Poli, commercialista, che 12 mesi fa è stato sostituito da Giuseppe Recchi al ruolo di persidente dell'Eni. Poli, per quattro mesi di lavoro (da gennaio ad aprile del 2011) ha ricevuto un compenso di 262mila euro, a cui si deve aggiungere un bonus di altri 375mila euro. Ma non è tutto. Il Cda di Eni ha infatti deciso di elargire al presidente uscente un ulteriore milione di euro come "compenso straordinario". In totale, l'addio di Poli all'Eni, è fruttato al presidente uscente la bellezza di 1,63 milioni di euro.
L'ex ministro Gnudi - Quindi il caso di Piero Gnudi, il neo ministro al Turismo, Sport e Affari regionali del governo Monti, che in precedenza era presidente dell'Enel: ha lasciato l'incarico a fine aprile 2011. Gnudi ha ricevuto 490mila euro di bonus, oltre a 233mila euro di stipendio per quattro mesi di lavoro. Per il ministro nessun "compenso straordinario", ma ha comunque potuto godere di 337mila euro come "indennità di fine carica".
Le buste paga dei vertici - Impressionano infine anche le cifre complessive corrisposte ai top delle due gerarchie aziendali. Per quel che riguarda Enel, la pattuglia di capi composta da 17 unità, nel 2011 in totale ha portato a casa la bellezza di 20 milioni di euro (rispetto ai 13 scarsi racimolati l'anno prima): in busta paga l'aumento ha superato il 50% nell'arco di 12 mesi. Quindi, per quel che concerne Eni, si possono prendere in considerazione i tre direttori generali (Claudio Descalzi, Domenico Dispenza e Angelo Fanelli): nel 2010 avevano guadagnato in totale 4,2 milioni di euro. L'anno scorso, invece, i loro stipendi sono schizzati verso l'alto: complessivamente hanno preso 5,6 milioni di euro, che in termini percentuali si traduce in aumento del 30 per cento.
(qui il FQ)
RispondiEliminaE a noi aumentano a dismisura!
RispondiEliminaSia il prezzo della corrente elettrica che le balle!
;-)