E finalmente il DL per il Turismo ha visto la luce (cose buone, giuste e sagge, per carità) ma ci sono ombre, anche perché, a ben
guardare all'art. 17 (norme per la copertura finanziaria), parrebbe
che i soldi per coprire quegli interventi, allo stato attuale dei
conti, non ci sarebbero.
Come a dire che "forse" non l'hanno piantato nel posto giusto, neh.
Infatti questi non arriveranno in via
principale da fondi per interventi strutturali di politica economica
e questo fa capire, in realtà, che sarà ben dura mantenere quello
che è stato scritto.
Innanzi tutto c'è da dire che la
questione contabile dei fondi di riserva e speciali, temiamo, sia più
complessa di come la descriveremo (non siamo espertissimi di finanza
pubblica) ma per darvi una mano, beh; ci proviamo.
Il decreto, manco a dirlo, è un guazzabuglio di rimandi incomprensibili e commi, come al solito, ma la cosa che più ci interessava, era capire come lo finanziano nei prossimi 5 anni (art. 17).
La tabellina che ne esce è qui sotto.
In pratica l' 8,2% dei soldi
arriveranno dal fondo per interventi strutturali di politica
economica (colore blu), un fondo che è stato istituito con un decreto legge del
2004 (il nome dice a cosa serve).
Tutto il resto, cioè oltre il 90% dei
fondi arriveranno dai "Fondi di riserva e speciali" Colore viola).
I
fondi
di riserva presenti
nel Bilancio annuale sono dei capitoli di spesa destinati alla copertura degli errori previsionali compiuti in fase di redazione del documento.
Tant’è
che generalmente essi non sono impegnati (come le altre voci di
spesa), ma sono utilizzati per incrementare le dotazioni degli altri
capitoli di spesa quando il loro stanziamento risulti insufficiente.
I
più importanti fondi di riserva sono:
a)
il fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine
b)
il fondo di riserva per le spese impreviste
c)
il fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa
Ci
sono inoltre dei fondi
speciali,
i quali costituiscono i mezzi di copertura (mediante arricchimento di
capitoli preesistenti o l’istituzione di nuovi) delle spese
derivanti dai progetti di legge che presumibilmente saranno approvati
nel triennio successivo (cioè nel periodo contemplato dal Bilancio
pluriennale), in esecuzione degli obiettivi indicati nei documenti di
programmazione.
In
pratica il decreto sarà finanziato riducendo lo stanziamento reale
su fondi di riserva tipo quelli per far fronte alle calamità
naturali e/o fondi similari … e se qualcuno aveva forse pensato che
ci si comprasse qualche F35 di meno …
Di Frap1964 ............................ e me.
@ Luciano e Frap1964
RispondiEliminaNon c'è niente da fare, siete due genii.
E lo dico convinto.
Nessuno che di questi ha fatto due conti???
RispondiEliminaEppure dovrebbe essere il loro lavoro!!!
Soddisfatti ma desiderosi di capire meglio la portata delle misure approvate, gli imprenditori e gli operatori del settore. Giorgio Palmucci, presidente dell'Associazione Italiana Confindustria Alberghi, plaude alla concessione di un credito di imposta del 30% per la digitalizzazione e la ristrutturazione degli alberghi «anche se sarà opportuno capire come questa potrà essere utilizzata dagli albergatori».
«Ci auguriamo che al decreto odierno si affianchino presto altre misure strutturali e di sistema e che durante l'iter del provvedimento siano reperite maggiori risorse», afferma Federalberghi-Confcommercio, la più rappresentativa organizzazione degli albegatori.
Il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè, è invece preoccupato per il commissariamento e la riorganizzazione dell'Enit: «il percorso già intrapreso di trasformazione dell' Enit, peraltro con il coinvolgimento delle rappresentanze di categoria del settore, deve essere accelerato alla vigilia di Expo», sottolinea. «Dal Consiglio dei ministri arriva un segnale di speranza per le sorti del turismo italiano: ora serve rapidità d'esecuzione», aggiunge il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti. E per Armando Cirillo del Pd, «l'Italia è una svolta culturale importante perché il tema del turismo torna nel dibattito politico dopo anni di sostanziale assenza».
Ho sempre pensato e continuo a pensare che chi ha una responsabilità politica debba accettare attacchi e accuse della libera stampa, anche quando li si sentono come ingiusti. Con questo spirito accetto le critiche alla mia frase sui campi da golf del Prof. Montanari, e avrò presto l’occasione di rispondere. Ma nella stessa pagina trovo un pezzo a firma Davide Vecchi di tutt’altro genere, a cui non posso non reagire perché basato su fatti inesistenti e costruiti ad arte solo allo scopo di gettare discredito su di me. Il Consiglio dei ministri non si è occupato di Enit, quindi non ho nominato né nominerò Stefano Ceci suo commissario o altro. Ceci, per il suo curriculum d’eccellenza, mi fa semplicemente da consigliere in materia di turismo e stamattina quando gli ho chiesto di questa storia della sua partecipazione in un campo da golf siciliano mi ha spiegato che uno dei 1000 clienti di un suo servizio online (per ben 100 euro più Iva all’anno) è questa piccola società siciliana. Ma per il suo giornale questo è sufficiente per gettare ombre di conflitti di interesse per me insopportabili. Eppure sarebbe bastata una verifica, semplice ma evidentemente troppo faticosa.
RispondiElimina* Ministro della Cultura
Stefano Armando Ceci non sarà nominato commissario straordinario dell’Enit, ci annuncia il ministro Franceschini. Le verifiche, fatte con lo stesso Ceci, già consulente del ministero del Turismo, prospettavano invece il suo prossimo incarico.
@Bio
RispondiEliminaOh perbacco.
La soluzione s'allontana sempre di più.
:)
Ma come, Franceschini scrive che il CDM non s'è occupato di Enit.
RispondiEliminaE l'art. 16 chi l'ha scritto?
La donna delle pulizie?