Erano i primi giorni che lavoravo
nell'alberghiero...
... la sala da pranzo era enorme (all'incirca per
400 persone) e mancavano alcuni minuti al dinner.
Da un lato dell'ingresso i commis di
sala erano in perfetto allineamento con il loro papillon bianco che
di più bianco non si può, mentre di fronte c'erano i demi-chef de
rang (papillon nero).
Al centro l'ombra scura del maitre D'
andava avanti e indietro, mentre ogni tanto, leggendo il menù del
giorno, quello vestito di “nero” sostava qualche secondo e
interrogava il prescelto sulla composizione delle salse, sulle
descrizioni, sulla preparazione dei cibi nonché su tutti gli
allergenici ivi compresi.
Anzi, su quest'ultimi prodotti notai
una maggiore richiesta di descrizione da parte di Emile Girault...
Monsieur Girualt che di sicuro è stato il più grande maitre D' che
abbia mai incontrato in oltre 45 anni di alberghiero, nonostante che quella "preparazione" la facessero quasi tutti i Maitre D'.
Ora?
Lasciamo perdere va!!... anche perché
sono ben pochi gli F&B (food and beverage manager) o i direttori
che lo pretendono dai loro Maitre D' 'sta cosa, e sempre che la sappiano fare,
neh!
Ma andiamo avanti.
Aggiungo però solo una postilla, e
vale a dire che per essere un gran buon Maitre D' bisogna
obbligatoriamente saperne un sacco di cucina... cosa che così non è
quasi più.
Nel mentre la brigata rispondeva alle
domande di Emile, essi mostravano le mani (pulizia del palmo, del
dorso e delle unghie) e subito dopo, ecco che alzando i pantaloni,
permettevano così al Maitre D' di notare i calzini che dovevano
essere obbligatoriamente di colore nero.
Non posso giurarci sulla pulizia di
quei calzini ma di certo non vidi mai colori differenti dal
protocollo.
Beh, quelli sì che erano tempi, tempi
in cui la qualità era alla base di tutto.
Il rispetto per il proprio lavoro si
tramutava così in quello per i clienti e tutto andava a gonfie vele.
Queste cose le vidi anche in ambienti e
realtà molto più piccole.
Da notare che in quelle di dimensioni
notevoli, i commis di sala (commis debarassèur e de rang) non
potevano rispondere alle richieste dei clienti (a loro non era
concesso), ma in questa maniera l'avrebbero potuto fare non appena
promossi di grado (demi-chef de rang).
Perché tutto questo racconto?
Beh, parte della “colpa” (in senso
buono, neh) è di Aris Prodani che...
… il
Ministero della Salute – Direzione Generale per l’igiene e la
sicurezza degli alimenti e la nutrizione – Ufficio V Nutrizione –
in data 06 febbraio 2015 ha comunicato che, in merito alle
indicazioni sulla presenza di allergeni negli alimenti e alle
responsabilità degli operatori del settore alimentare ( rif.
Regolamento CE 1169/2011 ), la scelta della modalità di
informazione al cliente viene rimessa alla discrezionalità
dell’operatore, che sceglierà
la soluzione più idonea a seconda della propria organizzazione e
dimensione aziendale.
Tra queste modalità di comunicazione, nella circolare in oggetto, compare anche quella orale, come aveva sollecitato Aris Prodani con l’interrogazione al Ministero della Salute depositata il 13 gennaio scorso e come sollecitato anche da Confesercenti Veneto.
Un grande risultato ed un sospiro di sollievo per le circa 300 mila aziende italiane che trattano e vendono alimenti non preimballati e che si sarebbero trovate, con l’applicazione del regolamento UE 1169 e senza l’intervento del Governo Italiano, a dover fornire esclusivamente le informazioni in maniera scritta.
Evidenti i grossi problemi di organizzazione ed il rischio di un notevole danno economico che una norma del genere avrebbe comportato agli operatori.
La sollecitazione proposta dall’interrogazione, che proponeva l’introduzione di disposizioni nazionali che consentissero alle imprese di scegliere, nel rispetto della garanzia un’informazione chiara e comprensibile al consumatore, tra l’opzione scritta e quella orale, è stata accolta ed introdotta nella circolare ministeriale.
Tra queste modalità di comunicazione, nella circolare in oggetto, compare anche quella orale, come aveva sollecitato Aris Prodani con l’interrogazione al Ministero della Salute depositata il 13 gennaio scorso e come sollecitato anche da Confesercenti Veneto.
Un grande risultato ed un sospiro di sollievo per le circa 300 mila aziende italiane che trattano e vendono alimenti non preimballati e che si sarebbero trovate, con l’applicazione del regolamento UE 1169 e senza l’intervento del Governo Italiano, a dover fornire esclusivamente le informazioni in maniera scritta.
Evidenti i grossi problemi di organizzazione ed il rischio di un notevole danno economico che una norma del genere avrebbe comportato agli operatori.
La sollecitazione proposta dall’interrogazione, che proponeva l’introduzione di disposizioni nazionali che consentissero alle imprese di scegliere, nel rispetto della garanzia un’informazione chiara e comprensibile al consumatore, tra l’opzione scritta e quella orale, è stata accolta ed introdotta nella circolare ministeriale.
… e
chissà che non si ritorni ai fasti di un tempo e vale a dire
quando... vabbeh, l'ho già scrito sopra.
N.
B.: Questa è una sola cosa di quelle migliaia che sarebbero da fare
per la qualità che... ok, meglio finirla qui, sennò non la finisco
più; c'è troppo da dire.
Altroché
i “mi piace” “tweet” “hasthag” & co. che non servono
a una cippa di niente senza la qualità.
Mentre adesso, gli allergenici... manco nelle scuole alberghiere... quasi!!
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