giovedì 24 dicembre 2009

Sono i fallimenti che fanno mentire

Il mentitore è sempre un piccolo tattico, mentre chi evita di mentire segue una strategia.
Bugiardi si nasce, e mascherare fa parte della condizione umana, mentre è il motivo per cui si impara molto presto a raccontare balle.
Perché dire bugie è un comportamento socialmente utile, consente di avere buone relazioni con tutti, e dunque di occupare i posti migliori nella scala sociale; non a caso i bambini più abili nel mascherare le emozioni sono risultati figli di genitori altrettanto “controllati”, diplomatici e di successo.
D'altra parte è assodato: fingere è la cosa più naturale che ci sia.
La menzogna è un meccanismo biologico legato alla sopravvivenza ed è una strategia per ottenere quel qualcosa in più che si pensa di non poter ottenere con la verità.
Il fatto che siamo diventati così bravi a raccontare frottole è in funzione del nostro vivere in una società democratica; il marketing-oriented.
Quando si tratta di mentire, c'è chi è più bravo di altri, come dimostra uno studio di William von Hippel, dell'Università del New South Wales di Sydney.
Tutto dipende dal cosiddetto “controllo inibitorio”, cioè dalla capacità di tenere a freno la lingua al momento opportuno, e di sostituire la prima reazione istintiva (di solito negativa) con una più diplomatica.
Si mente dunque per essere accettati, per avere successo, ma soprattutto per ricavare vantaggi sul lavoro, per sfuggire ai disagi della vita quotidiana (coniugale, per lo più), per evitare controlli o critiche.
Uno studio di prossima pubblicazione sul Journal of Nonverbal Behavior condotto da Anolli mostra che le bugie egoistiche, che danneggiano il prossimo, sono spacciate soprattutto agli estranei.
Lo psicologo californiano Paul Ekman, che di frottole se ne intende (le studia da 40 anni), dice che la capacità degli esseri umani di scoprire le balle è appena del 53 per cento.
E anche quelli che in teoria dovrebbero essere più abili (malavitosi, spie e agenti specializzati) non fanno meglio.
Tranne alcune rarissime eccezioni, che Ekman sta cercando di individuare: studiando 14 mila individui, lo psicologo ha scovato 29 “lie detector”, veri maghi nel capire se chi parla racconta o meno la verità.
Si tratta in genere di persone attente nel decifrare i microindizi cui la gente comune non presta attenzione, spiega Anolli: l'intensità dello sguardo, il volume di voce, le parole usate per descrivere una situazione.
Per esempio, contrariamente a quanto si pensa, l'abile mentitore ha un tono di voce più basso, fa lunghe pause vuote tra una frase e l'altra, tiene lo sguardo fisso sull'interlocutore e non cade quasi mai in contraddizione.
Tutto il contrario dello stereotipo che si ha del bugiardo: sguardo sfuggente, mani nervose e voce stridula.
Le donne, peraltro, mostrano una lieve tendenza a individuare i contaballe con maggiore efficienza rispetto ai maschi, forse per la loro innata capacità di cogliere i segni della comunicazione non verbale.
Alcuni popoli, poi, mentono più di altri (o meglio, riconoscono alla menzogna un ruolo socialmente importante).
Nella cultura cinese, che è una cultura cooperativa basata sull'armonia e l'immagine, già all'asilo viene insegnato a mentire per rafforzare i legami di gruppo.
In realtà anche gli italiani, assai meno cooperativi dei cinesi, quanto a bugie non sono secondi a nessuno.
Guardando i dati di una ricerca condotta da Astra Demoskopea su 1.002 uomini e donne tra 35 e 64 anni, si direbbe che l'intera penisola galleggi sopra un mare di balle.
Ne sono state calcolate 3,8 milioni al giorno, per un totale di 1,4 miliardi ogni anno.
I più menzogneri (1 milione e mezzo di incalliti cantastorie) ne sparano almeno 5 tutte le mattine, mentre gran parte della popolazione (il 45 per cento del campione) si trattiene e ne racconta 5 al mese o poco più.
Dalla ricerca emerge anche la top ten delle categorie più a rischio, che vede salda al primo posto quella dei politici: il 72,3 per cento degli italiani ritiene che nei palazzi del potere si annidino i più arditi bugiardi, anche perché devono mentire per trovare una scusa ai loro fallimenti.
Ma poiché la menzogna è un gioco comunicativo a due, ci vuole un mentitore e qualcuno che voglia farsi ingannare.
E gli elettori, soprattutto sotto elezioni, sono quelli più propensi a credere al finto ottimismo e alle false promesse» continua Anolli.
D'altra parte i politici per fornire una certa immagine di sé, sono, dice Frankfurt, i maggiori raccontatori di fandonie.

E per noi, la Brambilla li supera tutti.
I più onesti? Le prostitute (12,4 per cento) e i medici (10,1 per cento).

6 commenti:

  1. Quel giorno le ho sentite in diretta, non sto neanche ad aprire il video.
    In un certo senso fa veramente pena, sotto Natale direi tenerezza ,altro mal non venga, speriamo che se ne accorga qualche collega di governo e nell'anno nuovo si possa fare un rimpastino.
    Auguri di Buon Natale e Felice 2010
    Plinio

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  2. Cosacosacosa??
    Prima destinazione??
    Nel 2006 era al 5°
    Nel 2008 al 4°
    Se anche nel 2009 l'Italia fosse al 1° posto, non si potrebbe però dire "..fanno sì che l'Italia CONTINUI ad essere la prima..."

    Certo però che i turisti devono stare molto attenti, che rischiano di farsi un bel giro, non turistico, nei LAGER/CIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    L'altra faccia della SCHHHtupenTa ItaGlia

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  3. @Danx
    Nooo, non siamo 4i nelle presenze turistiche ma in quelle dei soldi che spendono.
    B.C.

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