sabato 8 gennaio 2011

Ti piace vincere facile ?

Sono finalmente arrivati i dati definitivi provenienti dagli Stati Uniti che riguardano … ma ricapitoliamo.
E’ autunno (2010), e l’erede della famosa dinastia tessile, Matteo Marzotto, che da non molto è anche Presidente dell’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) e di cui non si conosce ancora lo stipendio (riforma Brunetta?), almeno io non lo so, lancia un proclama: “Nei primi sei mesi dell’anno in corso (2010) gli arrivi internazionali sono aumentati del 5,3%" e bla bla bla, dove tra gli altri, spiccava un bel + 35% dagli Stati Uniti rispetto allo stesso periodo del 2009.
Cavolo, questo vuol dire che in poco tempo hanno fatto proprio un gran bel lavoro, e ovviamente ne siamo tutti ben felici e contenti, se nonché …
Sarebbe inutile dire, ma lo dico, che la ministra Brambilla e il General Manager dell’ente, Paolo Rubini, quello “imprestato” al turismo dalla banca dati dei Circoli della Libertà e dal congelamento degli embrioni (cellule staminali) e di cui conosco lo stipendio (170.000 euro annuali), a seguito di questa notizia cominciavano a complimentarsi a vicenda a più non posso in un vorticoso giro di auto glorificazioni e che si protrae ancora ai nostri giorni.
Che vogliano dare un senso e un segno “positivo” al proprio lavoro?
Tra loro c’è chi sostiene che questi dati provengano dall’UNTWO (Organizzazione mondiale del turismo), c’è chi invece dice che arrivino da una ricerca presso i maggiori T. O. mondiali.
Mah?
Sarà questo, sarà quello o sarà quel che sarà, ma masticando di turismo da oltre 40anni, ho qualche dubbio.
Gli Stati Uniti non se la stanno passando per niente bene e questo è abbastanza risaputo, quindi è difficile che intraprendano "gite" all'estero con quella percentuale; disoccupazione alle stelle e via cantando. Ricordo inoltre che se da un lato la ripresa americana ha portato ad un rafforzamento del dollaro, d’altro canto l’uscita dalla crisi porta ad una massiccia vendita di dollari acquistati in questi mesi come moneta rifugio da moltissimi investitori in tutto il mondo. Infatti il dollaro ha dimostrato un’alta volatilità sull’euro e al massimo si può manifestare un incremento degli inbound, cioè visitatori che entrano e non certo quelle “bulgare” percentuali nell’outbound (uscita) accennate dal trio dell’Enit.
Quindi m’informo.
Infatti, dopo uno scambio di e-mail con chi di dovere (Responsabile Senior governativo degli Stati Uniti per queste “cosette”), ricevo quanto di seguito in forma privata (e-mail) perché ancora sul loro sito non c’è:
Partenze dagli Stati Uniti per Italia (primi 6 mesi) del 2009 …. 368,730
Partenze dagli Stati Uniti per Italia (primi 6 mesi) del 2010 …. 369,245
La “bellezza” di 515 turisti che secondo l’Enit sono un +35% rispetto all’anno precedente.
Ma per piacere; e la matematica?
Non sono calcolati quelli che vengono a nuoto, che magari servirebbero per alzare la loro (del trio) media, ma non credo siano in molti. 
Comunque, scherzi a parte, dopo aver informato la presidenza dell’Enit del loro granchio preso, ma ahimè inutilmente (nessuna risposta), decido di pubblicare tutto sul blog (ironicamente ma educatamente com’è nel mio stile) e … apriti cielo.
Quello che avviene poi tra le parti (Enit e me) ha dell’inspiegabile ma è acqua passata che non macina più, offesa ricevuta compresa (farneticante).  
Beh d'altronde basta aspettare un po’ per vedere chi aveva ragione, anche se non c’è di certo il bisogno, ma carta canta e …
… ed ecco arrivare probabilmente la conferma, vale a dire i dati dell’U.S. Department of Commerce che: “… di contro i turisti americani hanno speso solo poco più di 85.8 miliardi di usd per viaggi all'estero (+ 4,5%) (primi 10 mesi) pari a un dato positivo per la bilancia dei pagamenti, del settore, di 25.7 miliardi di usd. Questo dati sono ottenuti attraverso le ricerche dell'Office of Travel and Tourism Industries (OTTI)”.
E credetemi, quella là è una cosa seria che oltretutto non è neanche complicata da fare.
Non resta che collegarmi col sito governativo (OTTI) dove d’incanto (l’hanno appena inseriti) appaiono “finalmente” i 6 mesi in questione.
E dove sta scritto che quel + 4,5% degli outbound statunitensi sono rivolti principalmente a Asia (+ 10,1%), Oceania (+ 17,5%), Medio Oriente (+ 29,6%), Africa (+ 16,5%), eccetera eccetera; mentre per l’Europa, che per gli americani è pur sempre quasi ¼ delle loro scelte, c’è un bel – 1,1%; che se vai a vedere bene è fortemente in sintonia con quanto avevo scritto in precedenza, e che tanta acredine aveva procurato all'Enit nei miei confronti.
Se solo capissero che vorrei lavorassero meglio e quello che scrivo è per pungolarli a farlo, ma forse, vista la presunta loro presuntuosità, non c'è niente da fare.
Ma non demordo, prima o poi, anche loro, ce la faranno a capire ... spero.
O forse si vuol far credere che i dati degli altri, anche se strettamente interessati, non siano mai pertinenti (Dipartimento del Commercio USA e Ufficio Industria turistica USA), mentre i “validi” o “buoni”, sono solo e sempre quelli che danno loro (il trio)?
La conclusione è evidente com'è certo, permanendo la veridicità dei dati statunitensi, che questi “signori”  hanno fallito l’obiettivo prefissato, ma soprattutto non hanno dato quell’incremento turistico di cui l’Italia può.
Troppo facile dare dei numeri o prendere quelli che meglio t’aggrada, o addirittura farsi del vanto.

Altro che belle parole o numeri presi così.

3 commenti:

  1. Ahimè, vacanze finite e bambini (ormai adulti) a scuola.
    Trentino una favola!!!

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  2. Ciao Sergio.

    Bentornati e appena puoi fammi sapere luogo, accoglienza e novità sull'organizzazione del posto.
    ;-)

    P.S.: Anche se le strade erano pulite e l'erba ai suoi bordi era tagliata. Cartellonistica.

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  3. St. Moritz e questa sera ti scrivo se l'erba delle strade era tagliata bene.

    ;-)

    Ah, io D'Alema non l'ho visto.

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