domenica 18 marzo 2012

Cosa serve a Genova per diventare come Barcellona ... turisticamente parlando ?


Sono molti gli stolti che s’aggirano nelle istituzioni preposte al turismo delle città italiane, e che non appena vedono un qualcosa di veramente produttivo nelle altre realtà internazionali, magari durante un semplice weekend effettuato con i famigliari, ecco che con un mastodontico copincolla lo vogliono riprodurre nella propria città che turisticamente o commercialmente amministrano.

Va innanzi tutto detto che nessuna città del mondo sarà turisticamente riproducibile con i medesimi programmi di un’altra, e le motivazioni sono evidenti anche al più sciocco.
Però c’è sempre qualcuno che la cosa la ritiene fattibile, e in Italia di questi ce n’è a gogò.

Quindi se si vuole trarre del vantaggio dall’eventuale copincolla, bisognerebbe per prima cosa andare a vedere il come e il perché ... vale a dire sin dai primordi turistici di quella città che si vuole emulare, e non quello che si vede al momento.

Poi e naturalmente, il “ricalco”  deve essere effettuato con delle risorse sufficienti allo scopo, le quali devono essere programmate già dall’inizio e possibilmente non “aggiustabili” con delle maggiorazioni in stato di avanzamento.
E qui in Italia la cosa capita spesso, anzi sempre.

Di conseguenza il copincolla va gestito con dei veri professionisti e non con dei quaquaraquà.

Beh, Berlino, Lione, Bilbao, Edimburgo, Weimar, Siviglia, Stoccarda, Lisbona e se non vi basta ce ne sarebbero anche dell’altre, c’hanno creduto e mettendosi di buona lena ci sono riuscite portando ricchezza, benessere e socialità,.
Mentre ipotizzando che a Genova ce la si possa ancora fare, comincio a parlarvi di Barcellona e del che cosa da lì si potrebbe “copiare”.
Naturalmente non racconterò tutto e in che modo (son cose mie di cui sono geloso), ma anche questo “consiglio” può ben servire.
E per farlo prendo in prestito il “Esperienze e Best Practices” di Pere Duran, il Direttore Generale di Barcelona Tourisme, e che personalmente considero un genio mondiale di questo comparto.

  
Come nasce il Barcelona Tourisme?
È comunque difficile riuscire ad illustrare il tipo di evoluzione che ha interessato la città di Barcellona dal punto di vista turistico e presentare l’ente di gestione turistica, il Barcelona Turisme che ne dirige i passi.
Tuttavia cercherò di farlo, e tenterò di presentare quattro, le chiamerei, idee.
Ecco, proprio la parola (idea) che a Genova non si vede mai, neanche copiandola.
Nonché una città che dispone di una sola strada di comunicazione (Ponte Morandi) che si spera possa reggere ancora per molto... ma che collegando la città col resto del mondo, ecco che forse sarebbe l'ora di provvedere a rendere più sicuro nonché per fornirle un'altra alternativa più tranquilla e produttiva.
In primo luogo la collaborazione, o meglio la cooperazione tra pubblico e privato a Barcellona.
In secondo luogo il modo in cui producono delle risorse da poter utilizzare per la promozione turistica.
Terzo, molto semplicemente quali sono i loro strumenti fondamentali di gestione della risorsa turistica.
Infine, in quarto e ultimo luogo, un breve excursus sull’evoluzione turistica della città.

I dati lo dimostrano, Barcellona rappresenta un caso di successo su scala mondiale, e azzarderei a dire principalmente per due ragioni.
In primo luogo perché quella città costituisce un buon prodotto dal punto di vista del turismo urbano.
Secondo perché possiedono un ottimo ente di promozione turistica.
Credo che unendo le due cose, si possa comprendere il successo di Barcellona in questo settore.
L’ente di promozione turistica è molto giovane, dal momento che è nato successivamente alle Olimpiadi dell’estate del ’92, esattamente alla fine del ’93.
La Fondazione per la promozione turistica di Barcellona consiste proprio in questo mix tra pubblico e privato, tra il Comune e la Camera di Commercio della città.
La Fondazione è di pertinenza quindi della Camera di Commercio.

Ed esistono due organi: il consiglio generale, che è presieduto dal sindaco della città e che si riunisce due volte all’anno, e il comitato esecutivo, che di fatto determina la politica turistica per la città.
Quest’ultimo si riunisce dieci volte all’anno e il suo presidente è lo stesso della Camera di Commercio.
Quindi il presidente esecutivo è lo stesso della Camera di Commercio: un imprenditore.
Poi c’è la struttura esecutiva. 

Dico che è un ente reale, sia pubblico che privato, dato che il finanziamento è diviso al 50% tra il Comune, che fornisce un introito di 1,1 milioni di euro, e la Camera di Commercio più la fondazione, anche qui la cifra è di 1,1 milioni di euro.
Nel complesso dispongono di un finanziamento, un apporto diretto da parte della Camera e del Comune, che ammonta a 2,2, quasi a 2,3, milioni di euro suddivisi al 50%.
Sin dal primo anno il contributo, è stato sempre lo stesso: 2,2 milioni di euro.
A Genova si potrebbe cominciare con le "palanche" della tassa di soggiorno, anche per fare in modo che vadano a finire proprio nel turismo (Poi questa ideuzza qualcuno me l'ha copiata e senza nemmeno un semplice grazie).

Le risorse proprie.
Tuttavia sono stati in grado di produrre anche delle risorse proprie e questo fa sì che il bilancio turistico di Barcellona sia di 24 milioni e mezzo di euro.
Riassumendo hanno un 9% di contributo istituzionale, che dipende dal Comune più la Camera, e un 91% di risorse che si generano autonomamente.
A questo punto la domanda che si pone è questa: come è possibile generare queste risorse?
Alcuni esempi li abbiamo nello stesso ambito turistico.

Barcelona Tuorisme dispone di un pullman turistico a due piani, che gira per la città e che è frutto di una joint venture con i trasporti cittadini, e completamente differente da quello che gira a Genova.
Bene, questo pullman apporta al turismo di Barcellona un’entrata lorda di più di cinque milioni e mezzo di euro.
Inoltre dispongono di uffici di informazione turistica, con negozi di  souvenirs, di regali, all’interno dei quali forniscono ogni tipo di servizio: dalle prenotazioni alberghiere fino alle varie pubblicazioni, ecc.
Per esempio l’ufficio che si trova in piazza Cataluña, quello centrale, da solo apporta tre milioni e settecento mila euro lordi al turismo della città, mentre l’ufficio informazioni del porto ne fornisce due milioni abbondanti.
Poi c’è l’ufficio nella zona della Ramblas che contribuisce con ben un milione e cento mila, ecc.

Inoltre dispongono degli organi turistici addetti alle programmazioni, per esempio il Barcelona Convention Bureau.
Se diventi suo membro, dal momento che funziona come un club, devi pagare una quota annuale. Inoltre quando procurano un affare, per esempio una convenzione o un congresso, agli hotel della città, e questo affare lo ha ottenuto il nostro Convention Bureau, gli hotel riservano un 2% del fatturato al Barcelona Tourisme.
Questo ovviamente si traduce successivamente in un potenziamento delle risorse per il turismo.
Esiste poi la Barcellona Card, che consente il trasporto pubblico gratuito, oltre a sconti e opportunità varie.
Attualmente la sola card consente di ricavare 950 mila euro.
Questi sono i principali modi per mezzo dei quali producono risorse da investire nel turismo.
Al momento a Barcellona possiedono 20 uffici di informazione turistica … e quando il turismo era appena agli inizi ne avevano solo due.
Ora venti!
Questi uffici informativi, grazie alla vendita di servizi, prenotazioni alberghiere, pubblicazioni ecc., consentono di fatturare 11 milioni e 800 mila euro, cioè ben il 47% del budget turistico di Barcellona.
Per quanto riguarda i prodotti turistici, questi attualmente apportano il 27% delle risorse al turismo della città.
I prodotti sono un elemento tipico del loro turismo.
Il più importante è il pullman turistico, l’altro la Barcellona Card, quindi dispongono le escursioni, una sorta di tour a piedi che si svolgono per le vie della città.
Poi c’è il servizio di noleggio di biciclette, e così via…
In questo momento tutti questi prodotti insieme apportano il 27% in più dei finanziamenti per il settore turistico e gli uffici di informazione rappresentano il 75% sul totale dei finanziamenti
destinati al turismo di Barcellona.

Gli strumenti di gestione
Quali sono i nostri mezzi fondamentali di gestione?
In primo luogo, come ho appena detto, le risorse finanziarie, mentre in secondo il piano d’impresa, che ora vedremo.
Terzo gli indicatori sull’attività turistica di Barcellona, mentre in quarto luogo, il piano di promozione turistica.
Attualmente il piano aziendale è un piano annuale e viene redatto identificando 25 obiettivi, tra i quali alcuni sono di mercato, altri di promozione e altri in riferimento ai prodotti.
Per esempio un obiettivo di mercato potrebbe essere il numero totale di pernottamenti o di turisti alla fine dell’anno.
Si tratta di un obiettivo sul quale a volte il Barcelona Tourisme non ha nessuna incidenza diretta, tuttavia a fine anno possono analizzare i fattori che hanno consentito di raggiungere l’obiettivo oppure, in caso contrario, di non raggiungerlo.
Un altro obiettivo potrebbe essere il potenziamento delle risorse, che sono interne allo stesso turismo di Barcellona.
Infine i prodotti, cioè il numero dei passeggeri sul pullman turistico, o di vendite della Barcellona Card, ecc, tutti elementi che consentono a fine anno di analizzare le ragioni che hanno autorizzato loro di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Cinquanta progetti in più, di ogni tipo, alcuni di carattere generale, altri che richiedono nuovi mezzi di promozione, altri ancora che richiedono di riadattare alcuni dei prodotti già in loro possesso.
Infine proposte interne per migliorare la gestione.
Tutto questo costituisce il piano di impresa.
Inoltre possiedono anche degli strumenti di rilevazione dell’attività, come il settore dell’informatica, che è un settore interno. 

Infatti permette di vedere on-line, quanti prodotti turistici sono attualmente in vendita.
Inizialmente vengono sottolineati quelli dell’anno scorso, e poi quelli prefissati per l’anno in corso. Così è possibile seguire, mese per mese, se stanno raggiungendo gli obiettivi oppure no.
Per esempio quali siano stati gli obiettivi del dato anno per il settore, anche questo interno, della stampa e dei mezzi di comunicazione, quindi analizzano l’assistenza ai giornalisti.
Ad esempio nel 2006 hanno fornito i loro servizi a 2.600 professionisti della comunicazione, l’obiettivo per il 2007 fu di fornirli a 2.200; obiettivo raggiunto!
E mi soffermo un momento qui, perché questo tema per loro è importantissimo.
Il turismo di Barcellona non conta sul sostegno della pubblicità, infatti non fanno pubblicità.
In cambio dedicano molte energie e mezzi per soddisfare la stampa, perché credono molto di più nei messaggi scritti che non nella semplice pubblicità.
Per questa ragione ogni anno servono più di due mila professionisti dei mezzi di comunicazione.
Un altro esempio può essere quello delle pubblicazioni; il piano di promozione turistica.

Non mi soffermerò molto sul piano di promozione turistica, perché tratta sempre degli stessi prodotti (fiere, workshop, presentazioni…).

La domanda fondamentale in questo caso è: come si elabora questo piano di promozione?
Il Barcelona Tourisme si basa su dati il più scientifico possibile, come le loro stesse statistiche, e fanno circa sei mila interviste all’anno ai loro turisti.
Inoltre hanno i dati dell’osservatorio turistico catalano, dati dell’istituto nazionale di statistica spagnolo, i dati delle carte di credito, i benchmarking con altre città, e infine i pareri degli esperti.
Probabilmente la maggiore novità è costituita dai dati ricavati dalla carta di credito, che utilizzano sempre di più.
Per esempio a Barcellona nel 2006, utilizzando la carta di credito internazionale, i turisti hanno speso più di 1.000 milioni di euro, il che significa il 21% del totale della spesa nazionale.

Come hanno speso questi soldi?
La spesa è stata distribuita rispettivamente nei settori del commercio, della ristorazione, degli alberghi, del trasporto, ecc, questo significa che possiedono una conoscenza molto reale ed esatta del modo in cui si spende il denaro a Barcellona e di chi lo spende.
Nel 2006 i turisti italiani hanno rappresentato il 9,3% della spesa con carta di credito nella città di Barcellona.
In definitiva riescono a sapere che lo scorso mese di maggio (un esempio) questi ultimi hanno speso il 9,9% sul totale di spesa pubblica, e che il loro consumo è aumentato del 57% rispetto al maggio dell’anno precedente.
Infine è possibile rilevare che il consumo da parte dei turisti italiani in Spagna rappresenta il 48,35% della cifra totale.

Ora farò una rapida digressione sull’attività turistica.
.
Barcellona dal 1990 al 2006.
Durante questi quindici anni sono passati da 18.000 posti letto a 52.000, che tramutati in posti di lavoro e contributo all'indotto, fanno una cifra da capogiro di cui hanno beneficiato anche le scuole e il sociale; tanto per dire.
Da un milione di turisti a sette milioni.
Da 3.7 milioni di pernottamenti a più di 13.
Infine da un’occupazione turistica nel 1990 del 71% ad una, nel 2006, del 77,7%, quindi con un incremento di sei punti, ma dopo essere passati da 18.000 a 52.000 presenze.
Se consideriamo i dati del pullman turistico: hanno iniziato a trasportare 23.000 passeggeri nel 1990 e lo scorso anno (2006) sono passati a 1 milione e 800mila.
Attualmente hanno superato la soglia dei 2 milioni di turisti.
Ma mi preme sottolineare che le città che si trovano in una posizione superiore rispetto a Barcellona (Londra, Parigi, Roma, Berlino, Madrid e Praga) sono tutte capitali di Stato.
Quindi Barcellona è la prima, non capitale, come attività turistica del mondo.
Toh, guarda un po’, proprio come Genova.

I dati delle prenotazioni internazionali sono già stati presi in esame prima.
Secondo l’ICA, International Congress and Conventional Association, il ranking mondiale, per quanto riguarda le mete dei congressi internazionali nel 2006, era costituito dalla seguente classifica: Vienna, Parigi, Singapore e Barcellona.
Il che è tutto un bel dire … per loro.

Le linee strategiche fondamentali
Per finire vediamo quali sono le loro linee strategiche fondamentali.

Continuare a potenziare il turismo culturale, il turismo dei congressi, lo shopping, la gastronomia e il turismo delle crociere.
Una particolare attenzione, molto particolare, la dedicano ai turisti, poiché si tratta di un chiaro investimento a favore della loro identità.
Identità che una volta programmata (cosa evidentissima) permetterà ai cittadini di cancellare autonomamente e definitivamente qui, lo scketch della Torta di riso che è finita (mannaggia).

In una fase come questa di globalizzazione, prevarranno dal punto di vista turistico solo quelle città che sanno effettivamente porre in primo piano la loro identità, quella peculiarità che le distingue da tutte le alte mete turistiche.
Quello che attualmente preoccupa molto è la distribuzione geografica e multisettoriale del turismo. Attualmente a Barcellona hanno delle aree di concentrazione turistico-demografica troppo intense. Infatti tutto il mondo vuole andare a vedere la Ramblas, la Sagrada Familia, o vuole visitare il Museo Picasso.
A Genova questo problema non esiste se non in pochissime manifestazioni e per un brevissimo periodo di tempo (ved. Euroflora, Salone Nautico eccetera).
Questo significa che Barcellona debba obbligatoriamente organizzarsi in modo che si vada in momenti diversi, e che si vedano anche altre cose della città.
Il vero successo di Barcellona consiste nel fatto che non è una città che non presenta solo pochi luoghi da visitare, ma possiede molte piccole grandi cose.

A Genova, a ben vedere, può essere la stessa cosa, anzi.

Barcellona è una città dalla dimensione profondamente umana, dove si può anche passeggiare.
In pratica fanno in modo che il turismo si distribuisca in tutta l’area geografica cittadina.
Questo ultimo punto porta il discorso ad un’ultima preoccupazione: l’attuale relazione, o
armonia, tra il turista e il cittadino.
Barcellona continuerà ad avere successo turistico, fino a quando sarà una città ideale dove vivere.
Oltre a consolidare e a continuare a lottare per mantenere il livello turistico che hanno raggiunto, stanno cominciando a occuparsi di un tema che possiamo definire: la capacità turistica della città.
Con questa sono convinti che possono ottenere di più, ma è evidente anche che la città ovviamente non può tollerare una crescita turistica senza limiti.
Intendo dire che è necessario ricordarsi che l’elemento fondamentale della città è il cittadino.
Nulla deve potergli rendere la vita impossibile, tanto meno il turismo.
Quindi, per evitare che a lungo andare succeda questo, stanno lavorando a quella che hanno chiamato la capacità di carico.

La capacità di carico turistica è un fattore molto complesso, dato che ci sono molte capacità di carico.
Una è quella che definiscono fisica, cioè la capacità di contenimento, di poter contenere i turisti in un determinato spazio.
Un’altra potrebbe essere la capacità di carico psicologico o di percezione, che include il fattore della soddisfazione del turista, che è molto importante.
Per esempio se il turista deve impiegare due ore per entrare al Museo Picasso o per vedere la Sagrada Familia, il suo grado di insoddisfazione diventa un fattore rilevante e ovviamente può produrre degli effetti negativi, e questa sarebbe quindi un’altra capacità di carico.
Un’altra capacità è quella sociale, cioè la tolleranza del cittadino nei confronti del visitatore.
Infine una importantissima è quella economica, che considera l’equilibrio presente tra i benefici economici e l’impatto generato dalla propria attività sul territorio.
Ci sono ancora molte altre forme di questa capacità di carico ma in questo momento si stanno concentrando in questo mix di fattori.
Li stanno studiando con calma e con la collaborazione di tutte le forze economiche, sociali e turistiche della città, allo scopo di preparare la Barcellona turistica del futuro.

A Genova?
A Genova si può, ma basta balle o contaballe, ma gente con le palle … turisticamente parlando, s’intende.

Chiaro è, che contemporaneamente bisognerebbe cominciare a pulire, e per "pulire" intendo tanti settori che vanno dalla sicurezza e su giù su giù su giù fino alla "pulizia" (insomma un mare di cose).

21 commenti:

  1. Fammi capire. Chi sarebbero quelli con le palle a Genova nel turismo?


    ;-)

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  2. @Zena

    A Genova ce n'è uno solo e hai appena commentato sul suo blog.

    ;-)

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  3. Io, che sono nata e cresciuta a Barcellona ed ora vivo a Genova da circa 10 anni direi:
    -pulizia nelle strade (vicoli, per esempio)
    -meno impalcature ferme da chissà quanti anni
    -meno senso di insicurezza in determinate zone
    -meno degrado sempre in determinate zone
    -più alloggi "decenti" senza essere per forza cari
    -più accoglienza in ristoranti/negozi
    -più fiducia nella propria città dagli stessi abitanti!!

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  4. @Siso

    Perfetto.

    E quelle sono tutte cose che solo col turismo possono essere ripristinate.
    Ma occorre metterci gente che lo voglia e lo sappia fare.

    se no siamo alle solite.

    :-)

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  5. @Vinc

    Quello di cui tu dici lo conoscevo già, grazie!

    Però vorrei conoscere anche gli altri, grazie!

    ;-)

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  6. condivido totalmente quanto dice Siso:sono le cose fondamentali,che vengona dalla base quelle che creano il presupposto per un turismo condiviso dall'intera città

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  7. @Brancadoria e Siso

    E già che ci siamo, facciamo pure che siamo in tre.
    Infatti m'associo, unisco e collego.

    ;-)

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  8. scusami, ma cosa dovrei venire a vedere io a Genova?

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  9. @Sergio

    Naturalmente per mangiare le trofie col pesto.
    Poi si vedrà!

    :)

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  10. no dai, oltre all'acquario!?Cosa mi deve far restare a Genova per più di un giorno? Non sto provocando, le mie domande nascono dalla mia ignoranza su Genova

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  11. grazie, ho visto un pò la città da google maps e mi incuriosisce molto l'organizzazione urbanistica del nucleo e delle frazioni

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  12. " ... mi incuriosisce molto l'organizzazione urbanistica del nucleo e delle frazioni".

    Interessante!

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  13. credo sia necessaria una rivoluzione culturale...che parta da un ricambio di persone drastico...poi certo la mentalità non aiuta ( il turista...da fastidio....)ma credo che la bellezza del prodotto e dei suoi dintorni sia estremamente maggiore di Barcellona, in cui se penso di andare è per la vita che trovo...non per vedere qualcosa!

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  14. @Unknown

    Un po' come questo?

    http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.it/2012/07/quando-nessuno-ciascuno-qualcuno-e.html

    :)

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  15. Ciao,
    articolo molto interessante.

    Condivido pienamente e non posso che aggiungere la mia esperienza.

    Io ho provato a lavorare nel settore turistico marchigiano con scarsi risultati.
    Poi un'opportunità, inizialmente poco allettante, mi ha portaro a vivere a Barcelona.

    Oggi lavoro nel settore ricettivo di una delle citta che piu di tutte si è rimboccata le maniche e ha deciso di ripartire.
    Nel corso di questo periodo critico, devo ammettere che la discrepanza tra un approccio strategico come quello spagnolo (non solo Catalunia, vedere ad esempio Valencia e la scelta di concentrare tutti i dati in un unico sistema centralizzato) e quello alla buona italiano ha fatto si che il turismo qua si sia elevato a salvagente e motore trainante della ricrescita economica, portando con se altri investimenti come quello legato alla tecnologia.
    La stampa, ogni giorno, riporta esempi e critiche sul modello turistico esistente ed il solo fatto che tutti quanti riflettano sul settore piu trasversale che ci sia fa si che si aprano gli occhi sul vero valore che apporta ogni giorno un turista.

    Oggi la stampa riportava questo esempio che voglio condividere con voi.

    Un museo minore, quello di Antoni Tapies, per i piu sconosciuto, nel mese di marzo ha chiuso con un incremento degli introiti del 12% e un aumento di ingressi stimato al 30%, rispetto all'anno precedente.
    Il responsabile ammette che buona parte del lavoro viene dal sistema pubblico che sta cercando di decentrare i flussi turistici, dalle principali attrazioni a elementi a forte carattere catalano come questo museo.

    In bocca al lupo Genova, date spazio a queste persone!

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  16. @MrBurns86

    Ciao a grazie per aver riproposto l'esempio di Valencia, che per quanto mi riguarda è completamente azzeccato ... http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.it/2010/09/americas-cup-valencia-e-genova.html

    ... e leggere la soddisfazione di come scrivi di questo settore, beh; per me è un grande piacere.
    Complimenti davvero.

    :)

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  17. ... dimenticavo: grazie per avermi informato sul Antoni Tapies che ahimè non conoscevo proprio, ma adesso uno sguardo indagatore (Google), non me lo toglierà nessuno di certo.

    :)

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  18. http://www.newsesp.com/noticias/la-entrada-la-fundacio-antoni-tapies-sera-libre-cambio-la-compra-un-libro

    Ecco un esempio.

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