lunedì 23 settembre 2013

Turismo: Ne azzeccassero una anche solo per sbaglio ...

Mettiamo il caso che per un motivo inimmaginabile il portalone italia.it vada a finire all’Enit (ved. pag. 23) come piattaforma di comunicazione (e vabbè) e di promo commercializzazione (e vabbè) che comprenda i portali regionali (e non vabbé per niente).


Ma cosa vuol dire “che comprenda i portali regionali”?
E poi, questa mescolanza abbraccerà sia la comunicazione sia la promo commercializzazione?

A che scopo vendere quando c’è già chi lo sa fare in maniera davvero certosina (ved. OLTA) e che andrebbe contrasto in tutt’altra maniera?
E ancora … che cosa picchio commercializzi se prima non innalzi la qualità?

Oppure il motivo è che bisogna far lavorare “qualche amico” che immancabilmente non produrrà un bel fico secco sennonché l’incazzamento generale com’è sempre avvenuto?


Ne sono quasi certo in entrambe le supposizioni, e vale a dire; denaro a gogò e incazzamento, tranne ovviamente quei “qualche amico” che addirittura difenderà ad oltranza la bontà del progetto.

Supposizioni … ma neanche poi troppo
Fumo buttato lì tanto per non scontentare le Regioni, anche perché se vai a ben (ma anche male) vedere i portali regionali sono tutti diversi, ed è immaginabile il risultato catastrofico di un mix tra tutti.
Mentre il solo import dei vari contenuti darebbe luogo a un'accozzaglia senza alcun senso.

Ma poi come si può pensare di avere una "strategia digitale" se nemmeno c'è quella sui prodotti turistici?
Sennonché il tempo dei portali "informativi" è dato per finito già da un bel pezzo.
Ma poi, ne servono veramente 20 e tutti diversi dall’altri (in realtà sono molti ma molti di più) o lo scopo è solo quello di ... vabbé, avete ben capito, neh!

Ma non s’è sempre detto che ciò che conta sono i servizi a valore aggiunto collegati agli eventi e al turismo "per motivazione" … a farla in breve la qualità?

A oggi non vedo alcuna possibilità per ENIT di produrre un progetto che sia minimamente credibile e non credo abbiano proprio né capacità né competenze, sia sul piano tecnico che su quello meramente turistico.
Basta solo guardare il loro portale istituzionale... (sic!).

P. S.: E prima di fare la promo commercializzazione di un prodotto, bisognerebbe pensare a migliorare il prodotto che si vuole vendere, o no?








9 commenti:

  1. @Luciano

    In quel paese siamo dei fenomeni dell'inutilità.

    A meno che i premi vadano a chi devono andare

    ;-)

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  2. Ah questa poi ................


    :-(((((((

    Quando ci metteranno un freno alla discesa????

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  3. Caro Luciano Ardoino ti rendi conto che sei da solo contro tutti?




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  4. @Luciano

    Per non essere solo contro tutti dovresti pure tu far lavorare "qualche amico" ... mi offro volontario, ho un curriculum di tutto rispetto... non ci capisco una cippa di turismo.

    :-)

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  5. @Jennaro

    Grazie, sapevo di poter far conto su di te per l'incoraggiamento a continuare.
    Per quanto riguarda il tuo non capirne niente di turismo, non preoccuparti ... capita anche a loro.

    :)

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  6. http://www.beppegrillo.it/2013/09/gli_albergatori_italiani_soffocati_dalla_tares.html?fb_action_ids=10201999503574783&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2210201999503574783%22%3A408781832557110%7D&action_type_map=%7B%2210201999503574783%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=%5B%5D


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  7. La Spagna combatte la crisi con il turismo straniero che ha registrato un incremento del 4,5% nei primi otto mesi del 2013, con 42,3 milioni di arrivi. Ad agosto l’aumento è stato addirittura del 7,1%, con 8,3 milioni di visitatori internazionali. Si tratta di un nuovo record che batte quello del giugno scorso. Secondo i dati diffusi oggi da Frontur, ente del Ministero del Turismo, il contributo maggiore è arrivato dai turisti dei Paesi del Nord Europa, che nel mese passato sono stati 3,2 milioni (+18,1%). Nel periodo gennaio-agosto il numero dei turisti provenienti dal Regno Unito, il mercato più importante per la Spagna, è aumentato del 4,8% e quello dei tedeschi del 6,2%. In calo quello degli italiani, sceso al 6,7% dopo le percentuali a doppia cifra degli anni scorsi. Lo spazio lasciato dagli italiani è stato preso con prepotenza dai russi: +30,8% su base annua. Tra le Comunità autonome la parte del leone l’ha fatta la Catalogna (+6,5%), che ha ottenuto la più alta percentuale di visitatori stranieri, il 26,1% degli arrivi totali, seguita dalle Isole Baleari (+8,3% e 19,7% del totale). Tutte le altre, ad eccezione di quella di Madrid, hanno registrato un aumento di almeno il 5%.

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