Il servizio segnala le toilette a disposizione di turisti e viaggiatori. Alcune sono gratuite, altre si possono affittare per pochi dollari
Di CLAUDIO LEONARDI
Ci sono app per affittare stanze e, ormai molto famosa e contestata dai taxisti italiani, c’è l’app Uber per noleggiare la propria auto, ma un’app per usare un bagno è una bizzarra novità.
Bizzarra, sì, tanto da fare pensare a uno scherzo di carnevale: si chiama AirPnP, nome ispirato a AirBnB, un servizio per affittare case a viaggiatori, e, secondo il sito della Bbc , è stata testata per la prima volta nel giorno del martedì grasso, a New Orleans.
Il carnevale nella città del Sud degli Stati Uniti raduna ogni anno migliaia di visitatori, una folla che ha bisogno inevitabilmente di una toilette, quando non è detto che quelle pubbliche siano a portata di mano o in condizioni accettabili.
La soluzione solitamente scelta dai turisti maleducati non è particolarmente apprezzata dai locali, ma è anche pericolosa. Chi è sorpreso a urinare per strada si deve preparare a una notte in prigione.
Si può sorridere quanto si vuole, ma chiunque abbia partecipato a lunghe e affollate manifestazioni pubbliche ha dovuto affrontare code interminabili nei bagni di un bar (dove per educazione si ordina, di solito, almeno un caffè) o servizi pubblici resi inservibili e sbarrati. Ci si creda o no, almeno 2.000 persone avrebbero sottoscritto l’uso dell’applicazione e qualche decina di cittadini risulta aver messo a disposizione i suoi wc.
La cosa più divertente di questa app sembra siano proprio le parole usate dai locatori per promuovere i bagni. Uno degli annunci più fantasiosi, tra quelli citati, elogiava un “paradiso di porcellana” poco fuori il percorso della parata principale, al costo di 3 dollari per ogni visita. Se invece si decide di andare in un bagno usato da gente come Tom Cruise, Nicholas Cage, Frank Sinatra o Walt Disney, bisogna prepararsi a sborsare almeno 10 dollari. L’utente, una volta usato il servizio, potrà dare un giudizio sulla propria... esperienza.
Esperienza che sembra molto più adatta alla mentalità americana, disponibile a monetizzare qualsiasi cosa, che a quella mediterranea. In Italia, il bagno è quasi un luogo di culto, ma in tempi di crisi non è escluso che qualcuno sia disposto a scendere a compromessi. Durante manifestazioni di massa quali il palio di Siena, molte persone affittano il proprio balcone per garantire una vista esclusiva dell’evento. E da un balcone a una toilette, in fondo, il passo è breve, anche se i prezzi sono molto diversi.
L’applicazione, però, non è attualmente rintracciabile né su App Store (per iPhone e iPad) né su Play Store (per Android), e occorre passare attraverso il sito con insolita desinenza .co (Colombia). Dietro questa idea ci sarebbe però un imprenditore eccentrico come Trevis Laurendine , il cui volto appare sul sito della Casa Bianca fra i premiati per l’impegno in “civic hacking”, traducibile, con qualche azzardo, come “tecnologia ad alto contenuto civico”.
È comunque visitabile la pagina Facebook dedicata , dove i creatori dell’app sostengono di avere già toilette disponibili in tutto il mondo: in Europa (poche: in Francia ne abbiamo contate due), Canada, Taiwan, Australia e, perfino, Iran. Numeri che hanno fatto conquistare già oltre 500 “mi piace”.
Il punto sostanziale è che app così concepite fanno incontrare una potenziale richiesta e una potenziale offerta, fungendo da mediatrici. Si tratta di una tendenza destinata a crescere, per quanto imbarazzante possa apparire questa in particolare. Più di 10 milioni di persone hanno prenotato camere con Airbnb, ormai una popolare alternativa all’uso di un hotel. Le proposte di un bagno non potranno mai raggiungere cifre simili, forse, ma il business dell’offerta di beni privati alle esigenze dei turisti, dalle più elementari alle più sofisticate, è certamente destinata a crescere.
... e leggendo questo fondo m'è venuta una gran bella idea che a qualcuno presto dirò.
Di CLAUDIO LEONARDI
Ci sono app per affittare stanze e, ormai molto famosa e contestata dai taxisti italiani, c’è l’app Uber per noleggiare la propria auto, ma un’app per usare un bagno è una bizzarra novità.
Bizzarra, sì, tanto da fare pensare a uno scherzo di carnevale: si chiama AirPnP, nome ispirato a AirBnB, un servizio per affittare case a viaggiatori, e, secondo il sito della Bbc , è stata testata per la prima volta nel giorno del martedì grasso, a New Orleans.
Il carnevale nella città del Sud degli Stati Uniti raduna ogni anno migliaia di visitatori, una folla che ha bisogno inevitabilmente di una toilette, quando non è detto che quelle pubbliche siano a portata di mano o in condizioni accettabili.
La soluzione solitamente scelta dai turisti maleducati non è particolarmente apprezzata dai locali, ma è anche pericolosa. Chi è sorpreso a urinare per strada si deve preparare a una notte in prigione.
Si può sorridere quanto si vuole, ma chiunque abbia partecipato a lunghe e affollate manifestazioni pubbliche ha dovuto affrontare code interminabili nei bagni di un bar (dove per educazione si ordina, di solito, almeno un caffè) o servizi pubblici resi inservibili e sbarrati. Ci si creda o no, almeno 2.000 persone avrebbero sottoscritto l’uso dell’applicazione e qualche decina di cittadini risulta aver messo a disposizione i suoi wc.
La cosa più divertente di questa app sembra siano proprio le parole usate dai locatori per promuovere i bagni. Uno degli annunci più fantasiosi, tra quelli citati, elogiava un “paradiso di porcellana” poco fuori il percorso della parata principale, al costo di 3 dollari per ogni visita. Se invece si decide di andare in un bagno usato da gente come Tom Cruise, Nicholas Cage, Frank Sinatra o Walt Disney, bisogna prepararsi a sborsare almeno 10 dollari. L’utente, una volta usato il servizio, potrà dare un giudizio sulla propria... esperienza.
Esperienza che sembra molto più adatta alla mentalità americana, disponibile a monetizzare qualsiasi cosa, che a quella mediterranea. In Italia, il bagno è quasi un luogo di culto, ma in tempi di crisi non è escluso che qualcuno sia disposto a scendere a compromessi. Durante manifestazioni di massa quali il palio di Siena, molte persone affittano il proprio balcone per garantire una vista esclusiva dell’evento. E da un balcone a una toilette, in fondo, il passo è breve, anche se i prezzi sono molto diversi.
L’applicazione, però, non è attualmente rintracciabile né su App Store (per iPhone e iPad) né su Play Store (per Android), e occorre passare attraverso il sito con insolita desinenza .co (Colombia). Dietro questa idea ci sarebbe però un imprenditore eccentrico come Trevis Laurendine , il cui volto appare sul sito della Casa Bianca fra i premiati per l’impegno in “civic hacking”, traducibile, con qualche azzardo, come “tecnologia ad alto contenuto civico”.
È comunque visitabile la pagina Facebook dedicata , dove i creatori dell’app sostengono di avere già toilette disponibili in tutto il mondo: in Europa (poche: in Francia ne abbiamo contate due), Canada, Taiwan, Australia e, perfino, Iran. Numeri che hanno fatto conquistare già oltre 500 “mi piace”.
Il punto sostanziale è che app così concepite fanno incontrare una potenziale richiesta e una potenziale offerta, fungendo da mediatrici. Si tratta di una tendenza destinata a crescere, per quanto imbarazzante possa apparire questa in particolare. Più di 10 milioni di persone hanno prenotato camere con Airbnb, ormai una popolare alternativa all’uso di un hotel. Le proposte di un bagno non potranno mai raggiungere cifre simili, forse, ma il business dell’offerta di beni privati alle esigenze dei turisti, dalle più elementari alle più sofisticate, è certamente destinata a crescere.
... e leggendo questo fondo m'è venuta una gran bella idea che a qualcuno presto dirò.
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