Vorrei tentare un'analisi del perché Francesca Barracciu, la nuova sottosegretario del ministero della Cultura e del Turismo, nei primissimi giorni del suo nuovo incarico abbia affermato, come suo primo obiettivo da raggiungere, quello di "spingere" Cagliari come Capitale europea della cultura nel 2019.
La signora è sarda (quindi la cosa è anche comprensibile), mentre le altre cinque città italiane candidate sono: Siena, Lecce, Ravenna, Perugia-Assisi e Matera.
Ad onor del vero non sarebbe neanche tanto giusto ma, probabilmente nell'euforia del nuovo incarico (è bene ricordare che la Barracciu, fino a poco tempo fa era candidata a ricoprire l'incarico di governatore della Regione Sardegna, poi ... ved. qui) alla signora è scappata quella dichiarazione al Corsera e ...
... chiaro è che Cagliari, nel qual caso avesse avuto delle valide opportunità o speranze, ecco che di colpo è presumibile che l'abbia perse di botto ... adesso sarà più dura portare a casa l'ambita manifestazione.
A meno che la Barracciu non abbia voluto intenzionalmente "colpire" qualche "presunto nemico" del capoluogo sardo ... del PD?
Bah, vai a sapere.
Come dicevo, è abbastanza notorio che gli occupanti istituzionali previlegino i luoghi natii o quelli di residenza (questioni di amore nei confronti paesaggistici conosciuti oppure una spasmodica ricerca di voti?), solo che è ben difficile che qualcuno menzioni le "mire" ai quattro venti e agli otto quaranta per poi perdere di credibilità; quindi ... chissà chi lo sa.
Tempo fa riportavo su queste pagine una simile dichiarazione ancor più "avventata" per "merito" di Lorenzo Sassoli de Bianchi, patron della Valsoia e presidente del Mambo, il quale auspicava (corsia preferenziata?) che l'allora ministro della Cultura e del Turismo, Piero Gnudi, potesse portare a Bologna (entrambi sono di quella città) le Universiadi del 2019 a "danno" dell'altra richiedente: L'Aquila.
E galeotta fu una loro corsettina (forse in bici) effettuata più di vent'anni fa sulle rive dell'Eufrate.
Ma si può?
Poi finì che le Universiadi finirono a Brasilia e la cosa morì lì.
Come a dire che: "Non dire gatto se non l'hai nel sacco", parafrasando il mitico Giovanni Trapattoni (don't say cat if is not in the sac) ... ma soprattutto "non dire neanche mulo se non ... ) ... ma quello forse è meglio che non lo diciamo noi considerato che va sempre a finire così ... avete capito, neh?
Barracciu Barracciu ...
La signora è sarda (quindi la cosa è anche comprensibile), mentre le altre cinque città italiane candidate sono: Siena, Lecce, Ravenna, Perugia-Assisi e Matera.
Ad onor del vero non sarebbe neanche tanto giusto ma, probabilmente nell'euforia del nuovo incarico (è bene ricordare che la Barracciu, fino a poco tempo fa era candidata a ricoprire l'incarico di governatore della Regione Sardegna, poi ... ved. qui) alla signora è scappata quella dichiarazione al Corsera e ...
... chiaro è che Cagliari, nel qual caso avesse avuto delle valide opportunità o speranze, ecco che di colpo è presumibile che l'abbia perse di botto ... adesso sarà più dura portare a casa l'ambita manifestazione.
A meno che la Barracciu non abbia voluto intenzionalmente "colpire" qualche "presunto nemico" del capoluogo sardo ... del PD?
Bah, vai a sapere.
Come dicevo, è abbastanza notorio che gli occupanti istituzionali previlegino i luoghi natii o quelli di residenza (questioni di amore nei confronti paesaggistici conosciuti oppure una spasmodica ricerca di voti?), solo che è ben difficile che qualcuno menzioni le "mire" ai quattro venti e agli otto quaranta per poi perdere di credibilità; quindi ... chissà chi lo sa.
Tempo fa riportavo su queste pagine una simile dichiarazione ancor più "avventata" per "merito" di Lorenzo Sassoli de Bianchi, patron della Valsoia e presidente del Mambo, il quale auspicava (corsia preferenziata?) che l'allora ministro della Cultura e del Turismo, Piero Gnudi, potesse portare a Bologna (entrambi sono di quella città) le Universiadi del 2019 a "danno" dell'altra richiedente: L'Aquila.
E galeotta fu una loro corsettina (forse in bici) effettuata più di vent'anni fa sulle rive dell'Eufrate.
Ma si può?
Poi finì che le Universiadi finirono a Brasilia e la cosa morì lì.
Come a dire che: "Non dire gatto se non l'hai nel sacco", parafrasando il mitico Giovanni Trapattoni (don't say cat if is not in the sac) ... ma soprattutto "non dire neanche mulo se non ... ) ... ma quello forse è meglio che non lo diciamo noi considerato che va sempre a finire così ... avete capito, neh?
Barracciu Barracciu ...
Sempre meglio in questo settore vero?
RispondiEliminaCome se il turismo fosse una calamita per questa gente e una calamità per noi.
:-(((((
Hai notato come, dopo le polemiche dei giorni scorsi, la Francesca sia improvvisamente "scomparsa" da twitter?
RispondiEliminaNon cinguetta più dal 2 marzo a differenza del suo capo Renzie che prosegue imperterrito, nonostante i vari impegni istituzionali.
Si è eclissata con un ultimo grazie di cuore. Non importa, dicano pure. Moltissimi di più, ti assicuro, parlano in positivo.
A parte la sintassi leggermente zoppicante, questi "moltissimi di più" non si sa bene dove alberghino. Mah... se il mattino si vede dall'alba, mi sa che ci aspettano tempi grigi.
Presumo neri ... pardon.
RispondiEliminaMa due dichiarazioni (le prime) in un solo giorno e completamente sbagliate ... meglio non dire.
Mi era sfuggita questa cosa bellissima (nota: è pure l'ultima a firmare... tanto per sottolineare ancora una volta, simbolicamente, l'importanza di cultura e turismo). ;-)
RispondiEliminaE poi la compostezza con la quale una sua compaesana senatrice del M5S le chiede di andarsene: quasi commovente.
... non vedo la "compostezza" della senatrice dei M5S
RispondiElimina:(
La senatrice del M5S Serra, con uno spiccato e me-ra-vi-glio-so accento sardo... ;-)
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