Secondo una opinione personale l'apertura dei
B&B è direttamente proporzionale alla perdita degli impiegati
nel settore alberghiero e ...
… il B&B è considerato
generalmente più economico delle altre forme di alloggio turistico
come hotel o
residence,
e più caro rispetto agli ostelli
o campeggi.
Sono regolati da leggi
regionali, che si rifanno tutte alla Legge 29 marzo 2001, n. 135
- “Riforma della legislazione nazionale del turismo” e sono
distinti dagli affittacamere.
Si deve trattare in ogni caso di una
attività a conduzione familiare, condotta cioè da privati
all'interno della propria abitazione e dimora, ovvero il luogo in cui
si vive abitualmente.
Il numero massimo di stanze e posti
letto adibite al servizio varia a seconda della legge regionale; in
genere c'è un limite di 3 stanze e 6 posti letto, ma alcune regioni
ne consentono di più.
In Liguria i B&B possono aprire per
massimo 210 giorni l’anno (è stata presentata una proposta per farli diventare 240) contro i 365 della Campania e della
Toscana, i 305 della Sardegna e i 270 della Emilia Romagna … un
pastrocchio senza mai fine che in poche parole da l'esatta dimensione
che è immediatamente necessaria la riforma del Titolo V.
La colazione fornita deve essere
composta di cibi preconfezionati poiché i B&B non sono
autorizzati a preparare, manipolare e servire alimenti, salvo diverse
disposizioni regionali.
Ma sarà poi vero che nei B&B non
manipolano gli alimenti?
A seconda dell'arredo, dell'ubicazione,
della presenza o meno del bagno in camera, dei servizi offerti
(cambio lenzuola, pulizia, TV
o altri apparecchi elettronici in stanza, tipologia di colazione,
ecc.), i B&B vengono in talune province classificati dalle
Aziende Provinciali per il Turismo (APT) o da apposite commissioni
comunali.
Sono comunque ancora poche le regioni
nelle quali avviene una classificazione, spesso non gradita dai
gestori stessi che vedono in tal modo vanificare le peculiarità di
ciascun B&B a favore di una standardizzazione del servizio
offerto.
Eh?
Eh già, non sia mai detto che debbano
essere controllati, neh!
Alcune associazioni classificano a loro
volta i B&B, ma tali classificazioni non hanno alcuna validità a
livello nazionale o internazionale, sono semplici criteri atti ad
assicurare l'esistenza di determinati accessori o servizi all'interno
di una struttura.
Altro esempio di stupidità collettiva.
Dal punto di vista fiscale (secondo la risoluzione del Ministero delle Finanze n. 155 del 13/10/2000) non è necessario aprire una partita IVA in quanto l'attività di B&B deve essere esercitata in modo saltuario, ed è sufficiente il codice fiscale del titolare da apporsi anche sulla ricevuta (non fiscale) che è obbligatorio rilasciare al momento del pagamento.
Per importi superiori agli euro 77,47 è inoltre obbligatorio porre sulla ricevuta una marca da bollo da 1,81 euro che generalmente viene fatta pagare al cliente (l'obbligo della apposizione è però a carico del gestore).
In questo caso vorrei proprio sapere quanti lo fanno.
Trattandosi per legge di attività saltuaria, è inoltre obbligatoria la chiusura per alcuni mesi all'anno e non sono consentiti soggiorni per più di 30 giorni consecutivi.
Beh, detto questo, credo che la
questione necessiti di un urgente studio che oltretutto è già bello
che pronto nella CrdQ (Classificazione Ricettivo di Qualità appena
proposta al TDLAB) per porre uniformemente delle basi per non
permettere più che … ci siamo capiti, neh!
Certo... l'evasione fiscale, e non soltanto: molti meno obblighi ai quali ottemperare... ed una bella scusa per accedere a finanziamenti pubblici per ristrutturare le proprie abitazioni?
RispondiEliminaLeggi chiare e uguali per tutti (i paletti)
RispondiElimina:)
Senza ombra di dubbbio
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