Giovedi’
scorso, Remo Vangelista, direttore del TTG, scriveva di buon mattino,
quanto sotto riportato ad apertura del giornale che dirige
Bisogna
prendere l’occasione al volo Niente passarella e basta ma question
time con gli operatori del settore. Il ministro Dario Franceschini ha
deciso di passare attraverso la strada più difficile ed ora tocca al
mercato. Non serve la polemica continua, i brontolii del fondo della
sala. Adesso i protagonisti possono e devono scendere in campo per
lanciare richieste e proposte al responsabile del dicastero Turismo.
Inutile dire che non serve a nulla, perché per dimostrare che il
comparto è vivo bisogna mettersi in gioco e cercare il confronto a
ogni costo
Remo
e’ certamente persona acuta, ed il suo appello ho paura che cada
nel vuoto, forse questo spiega (ad oggi Domenica 14 settembre) pochi
tws e pochi like.
Il
motivo e’ molto semplice, ad oggi Franceschini ha solo emanato
proclami, e non ha certamente intrapreso nessuna via complessa, anzi
ha semplicemente continuato a favorire personaggi di dubbia rilevanza
e importanza.
Mi
spiace che Remo, persona che stimo, abbia dimenticato che abbiamo in
corso una vergognosa soap opera gestita ed imbastita ad hoc come il
TDLAB, che racchiude in essa il peggio della lunga mano della
politica nel turismo che ha generato e genera mostri.
Cito
solo l’ultimo post di uno di questi soggetti ‘ll
buon giornalismo esiste e per una volta si dedica seriamente al tema
turismo’.
Come a sottolineare che gli articolo apparsi su Economy
up e L’Espresso
sono garbage perché si permettono di puntare il dito nei loro
intrallazzi, mentre invece chi esalta il turismo ma non ne evidenzia
i difetti e’ un buon giornalista. Mi spiace ma con questa gente non
ci può essere nessuna forma di dialogo.
Solleva
solo la notizia, che alla fine il ‘dirupo’ ha generato il
topolino, 128 partecipanti che il 17 si racconteranno ancora non si
capisce cosa, perché se escludi i pochissimi addetti ai lavori, ti
ritrovi con i soliti ruffiani, a cui si aggiungono soubrette in cerca
di notorietà politica, venditrici di ombrelloni e vari clown fake.
Quindi
come vedi caro Remo, la passerella che tu invochi di non fare,
purtroppo esiste ed e’ anche supportata da gente che ovviamente
tenta il tutto per tutto per accaparrarsi qualcosa.
Ovviamente
tralascio la poca trasparenza che ho gia’ ampiamente sottolineato
ed il fatto che la stampa turistica abbia pressoché ignorato –
guarda caso – gli articoli sopra citati. Riconosco invece a
Formazione
Turismo di averne dato notizia immediata, sottolineando tutte le
evidenti distorsioni di questa vicenda, che definirla poco seria e’
dir poco.
Anche
Luciano
Ardoino giornalmente, fino ad apparire asfissiante non smette di
sottolineare, anche anomalie di mera caratura tecnica.
L’appello
di Remo sarebbe oltremodo condivisibile se non ci fossero tavoli,
perché non servono, serve una politica del fare in modo serio e
pulito, una dinamica di ricostruzione del turismo basata su fatti
concreti raccontati da soggetti riconosciuti dal settore - e non da
avventurieri - alla cui base si erige la meritocrazia. Bisogna
quindi prima stabilire chi e' davvero facente parte di questo
comparto e poi iniziare a riscrivere le regole del gioco che debbono
necessariamente essere condivise.
In
questi ultimi giorni ho trascorso molte ore con vari startuppers del
mondo, vi sono stati grandi e importanti eventi, e molti ve ne
saranno nelle prossime ore.
Vi
e’, vedi Remo un grande fiorire di idee davvero innovative che
passano attraverso quello che gli americani definiscono ‘distruptive’
ovvero quel segno di rottura con il passato che permetta al segmento
travel di passare ad un grado superiore, ovvero innovare. Fatti, non
parole, che nascono dal basso, e non calati dall'alto.
Un
segno che in Italia non si vuol dare perché e’ comodo rimanere
dove siamo, per tutta una serie di motivi che tu dovresti
probabilmente conoscere meglio di me. Il Turismo ormai investe in
sharing economy, crowd funding, food, travel blogs e altri segmenti,
sono questi che bisogna chiamare a partecipare al cambiamento.
Questo
segno di cambiamento siamo chiamati anche noi a darlo e molti lo
stanno già facendo, molti di piu’ di quelli che si possano
pensare, perché alla indifferenza siamo passati al disgusto, e al
muovere guerra a questi soggetti. Una guerra combattuta evidenziando
incontri di contenuto contro scatole vuole, incubatori di innovazione
contro interessi personali ecc
Sei arrivato?
RispondiEliminaA che ora hai la riunione?
La terza domanda sarebbe stata -se ci farai sapere- ma non credo che ce ne sia bisogno.
:-DDD