L'inizio
del TDLAB è questo … poi chissà.
… solo
che nella mail ricevuta ieri alle 19 e 58 non appaiono i nominativi
delle composizioni dei gruppi di lavoro, mentre c'è scritto che il 17 c.m. …
… come
a dire che per ragioni di privacy non possiamo attualmente pubblicare
l'elenco completo dei 128 che hanno aderito all'iniziativa di cui al recentissimo post, in quanto ci siamo dimenticati di chiederLe
l'autorizzazione a trattare i suoi dati personali e per questo glielo
chiederemo in quella data quì a Roma.
… e
se il buongiorno si vede dal mattino … però c'è da dire che la
mail è arrivata di sera (vabbè, si fa tanto per dire e far finta di non darci peso, dai)
… ah,
se solo in quelle squadre avessero inserito quei professinisti del turismo che suggerivo ... 'sta cosa mica sarebbe successa, neh!
Non potevi avvisarli prima???
RispondiEliminaFacile dirlo adesso
@Anonimo
RispondiEliminaUn momento cara signora o caro signore ... no no, non è così come si pensa e vale a dire che me ne sia stato zitto per poi fare la carogna.
Non sono tipo e non capisco questa tua accusa e il motivo è semplice semplice.
Quando mi sono iscritto e mi sono accorto che mancava la possibilità di cliccare sul trattamento dei dati s'era cominciato da mo il mese di agosto e pertanto la cosa sarebbe stata inutile poiché la maggior parte degli iscritti l'aveva già fatto.
C'è poi da dire che insistentemente ho provato a dire a chi di dovere che mancano delle figure profesionali se davvero si vuole raggiungere lo scopo di migliorare TUTTO il turismo e non solo una fetta.
Quindi?
Buona giornata e prima di fare accuse contare fino a 10 ... se basta, altrimenti arrivare a quel numero che ti è sufficiente per non scrivere delle castronerie.
Se quelle figure fossero state incluse nel TDLAB, la questione non si sarebbe posta poiché in un solo secondo se ne sarebbero tranquillamente accorti.
RispondiElimina:)
Il problema come dicevo è ben diverso, siamo passati dal chiasso e dal frastuono dei vari tweets al totale silenzio. Un silenzio dovuto direi, tenuto conto che a Napoli si dovrebbe tenere un meeting del TDLAB e a dicembre si tiene il BTO, altro sfrenato difensore unitamente al suo entourage, del TDLAB.
RispondiEliminaMa veniamo a queste maschere di ipocrisia, ne cito solo alcune, giusto per cercare di essere consistente nel ragionamento assurdo di queste persone che parlano di NON turismo, ma di ben altro.
Renato Andreoletti, creatore del gruppo VOTIAMO PER IL TURISMO, che scrive nel suo gruppo “La Repubblica delle chiacchiere”, a poche ore dall’articolo dell’Espresso. Quoto “Il baccano che all’improvviso è esploso attorno al turismo dove tutti sono diventati esperti e meno ne sanno e più pontificano, sui giornali, nelle televisioni, in Internet. Andreoletti, farebbe meglio a chiarire il suo sostegno al TDLAB, popolato da quelli che “meno ne sanno”. Mal si addice volere innovazione nel turismo, e poi sottrassi al contradditorio o cancellare post e commenti non condivisi perché intaccano interessi personali.
Raffaello Zanini di Planet Hotel scrive sullo stesso gruppo rispondendo ad una giusta riflessione di Edoardo Caldari “Ma come, non sai che in Italia si vive di raccomandazioni” . Allora Zanini, rispondi con quale criterio di trasparenza sono stati scelti i soggetti del TDLAB?
Ennio Baratella quoto senza nemmeno commentare “Come in passato recente e meno, se non sei indagato non sei nessuno o non sei trendy. Magari, che dici Baratella, sei al top, se succede anche altro ?
Poi vi sono i patron del BTO, Federalberghi, Federturismo la lista è lunga ed è nota.
Infine Edo Colombo, membro del TDLAB scrive su Tweeter “Faccio un po' fatica a capire come si selezionino a capocchia del Premier presidenti e AD di Eni, Enel... Molto bene, condivido, ma a capocchia siete stati scelti anche voi o sbaglio? E se sbaglio, come mai non raccontate le modalità di selezione ? Ma Edo tra i suoi tweets verso Insopportabile da un lato, e Nucara dall’altro a volte forse dimentica di rileggere ciò che scrive, sarà colpa dell’interoparabilità
Ciò che spiace, è che l’Expo è un evento importante per il turismo, e per l’Italia, che offre possibilità di lavoro a tanti, che non meriterebbe tutto questo, sia che vi sia del vero o meno.
RispondiEliminaSpiace per i tanti giovani che sperano nel turismo di poter apportare quel cambiamento dovuto e necessario, oggi più di ieri.
Spiace per le start up che vogliono davvero creare innovazione, che fanno sacrifici spesso usando fondi personali, realtà – alcune – di grande valore, ma spesso senza conoscenze e quindi devono andare altrove per poter emergere.
Spiace per il silenzio dei tanti seri professionisti, che hanno fatto finta di non vedere e sapere, ma che oggi sono chiamati ad esprimersi, anzi direi a riprendere in mano un settore che già è alla deriva, grazie soprattutto alla politica.
Concordo con l’analisi di Balistreri, il turismo deve essere gestito da privati, solo in questo modo vi potrebbe essere meritocrazia e trasparenza. Oppure farlo gestire da soggetti esteri, totalmente distaccati dalla politica e da questi clan.
Il fango non è stato gettato da giornalisti o da chi richiede un minimo di quella trasparenza necessaria in un industria che vede coinvolti seri ed onesti lavoratori. Ma chi ha usato e continua ad usare il turismo per fare i propri comodi, con la connivenza silenziosa di organismi che per loro natura dovrebbero essere super partes e non così violentemente, palesemente e sfacciatamente coinvolti.
Da qui a dicembre, comunque lo avevo già preannunciato in tempi non sospetti, ne vedremo delle belle Non so, se per tanti di questi signori è scattato finalmente il Game Over, me lo auguro vivamente. Di giovani in grado di fare, seri, puliti ve ne sono tanti, così come tanti sono i professionisti puliti che lavorano in silenzio da Dall’Ara a Scauri, da Cino Wang a Paolo Borroi, da Antonio Maresca a tanti altri, molti che sudano sangue per poter in modo vero e concreto innovare nel turismo, spesso sconosciuti a tanti (per loro fortuna forse visto il pregresso direi)
apprezzo molto e condivido soprattutto questo passaggio di Alberto Correra:
RispondiEliminaConcordo con l’analisi di Balistreri, il turismo deve essere gestito da privati, solo in questo modo vi potrebbe essere meritocrazia e trasparenza. Oppure farlo gestire da soggetti esteri, totalmente distaccati dalla politica e da questi clan.
Il fango non è stato gettato da giornalisti o da chi richiede un minimo di quella trasparenza necessaria in un industria che vede coinvolti seri ed onesti lavoratori. Ma chi ha usato e continua ad usare il turismo per fare i propri comodi, con la connivenza silenziosa di organismi che per loro natura dovrebbero essere super partes e non così violentemente, palesemente e sfacciatamente coinvolti.
la parola clan....
RispondiEliminaci si è mai chiesti perché sono sempre gli stessi nomi nella gestione del turismo...perché i consulenti dei governi, gialli, rossi o verdoni, sono sempre gli stessi....?
perché i ministri e i governi cambiano e loro rimangono sempre là in sella?
http://albertocorrera.blogspot.it/2014/06/stefano-ceci-tdlab-risposta-indiretta.html
RispondiEliminaStefano Ceci TDLAB Risposta indiretta che pubblico integralmente
Riporto integralmente la risposta di Stefano Ceci al post di ieri, che ringrazio, non commento perchè è giusto che tutti possano esprimersi e replicare, ognuno ne trarrà le proprie conclusioni.
Ho letto di tutto in queste ore, e tutto rientra nel normale andamento delle cose in Italia, quando tocchi alcuni poteri la gente si scatena e per non rispondere si affida all'invidia (faccio ben altro nella vitta), sarebbe opportuno invece di affidarsi a facili considerazioni di questo tipo, cercare di dare risposte. come in effetti Ceci ha fatto, pur lasciando molti dubbi, tra cui il non rammentare, la meritocrazia, e la remunerazione (non si era detto che era gratis?). Evidentemente anche questi sono dettagli, la trasparenza differisce a secondo delle diottrie, e cio' che conta e' il risultato finale non certamente la metodologia a quanto pare.
Rispondo solo ad alcuni tra cui Andreoletti, che di poltrone io ne ho già una molto comoda che mi sono acquistato con i miei soldi, la marmellata mi piace poco e soprattutto non sono un parassita come tanti altri che si adegua al momento in attesa di occasioni da non perdere. La coerenza è la base di partenza per qualsiasi cosa.
Leggo qua e la qualche insinuazione che mi riguarda e allora ne approfitto per mettere in chiaro un po’ di cose….
Mi occupo di turismo dal 1998 e qui si può trovare il mio CV https://www.linkedin.com/pub/stefano-ceci/25/b61/4b2 e su www.ghnet.it si può leggere della mia attività, di quello che penso e che scrivo da anni.
Ben accetto ogni critica ma sostenere che non ho alcuna esperienza nel turismo non corrisponde al vero. Così come non corrisponde al vero il fatto che io abbia avuto a che fare con progetti che neppure conosco.
Sulle competenze che sono state coinvolte nel TDLAB parlano i CV che si possono trovare online e per quanto riguarda la trasparenza di ciò che stiamo facendo è attivo un web site http://tdlab.beniculturali.it/
continua...
segue...
RispondiEliminaIl TDLAB ha un compito preciso: definire in 6 mesi le linee guida ed i progetti di massima per la digitalizzazione del turismo italiano. Intendiamo svolgere questa attività attraverso il massimo della partecipazione e coinvolgendo tutti quelli che vorranno contribuire. Siamo pertanto ben lieti di ricevere ogni contributo e di pubblicarlo purchè formulato come si conviene e di un qualche interesse.
Per quanto riguarda un mio supposto conflitto di interessi vorrei essere molto preciso, dato che è una questione della massima importanza.
Sono il fondatore di GH, incubatore di startup nel settore travel. GH investe da oltre 5 anni denaro e competenze in nuovi progetti imprenditoriali assistendo le startup dall’idea al mercato e poi cercando di farle crescere. Il business di GH è quello tipico degli incubatori: utili dalle società partecipate e/o valorizzazione delle quote di partecipazione societaria. Il bilancio della Società è depositato e dunque pubblico.
Ho accettato l’incarico di Consigliere esperto del Ministro dei Beni Culturali e del Turismo e dunque sono esterno all’attività dell’amministrazione pubblica ed ai suoi processi decisionali. Il mio incarico costa alle casse dello Stato 30.000 € omnicomprensivi di oneri e ogni genere di spese (non ricevo alcun rimborso), è a termine e presto sarà reso pubblico.
Nei primi due mesi di attività ho concorso sul piano dei contenuti, con altre competenze interne ed esterne al Mibact, alla stesura del decreto legge turismo e cultura che introduce diverse e significative novità per il settore turistico fra le quale il tax credit digitale, il credito di imposta per le ristrutturazioni alberghiere, la messa a disposizione ad imprese under 35 del patrimonio pubblico in disuso per generare nuove attività, la riforma ENIT e molto altro ancora.
Sono certo dell’onestà intellettuale di chi mi critica anche quando ciò viene fatto superficialmente e sono portato a credere sempre alle buone intenzioni di chi intende contribuire per costruire qualcosa di positivo per il bene del turismo italiano e del nostro Paese.
In ogni caso, alla fine, parleranno i fatti e, come sempre, non mi sottrarrò al confronto.
Al di là di tutto, oltre al fatto che nelle civiltà normali, e dico civiltà (to', per esempio, quell'anglosassone..) le conseguenze a queste vicende sono ben altre, ma davvero l'Italia e l'industria del turismo ha bisogno di tutto questo? (o di solo questo...)
RispondiEliminasembrerebbe chiaro che tutto si giocherebbe sul digitale, che al di là di commesse moralmente o meno corrette.., punterebbe a creare una specie di rivitalizzazione della vecchia CIT (che qualcuno qui ricorderà..soprattutto per la sua fausta, o infausta, fine..) sul web...
e serve davvero questo ai piccoli e grandi operatori italiani...??????????
le cose da fare sono quelle oggi dichiarate da Bernabò Bocca, simpatico o antipatico che sia, misure non convenzionali che diano sostegno all'impresa del settore....
non chiacchere e software e ricicciamenti di italia.it in formato CIT digitale....
Indovinello:
RispondiEliminachi diceva questo qualche tempo fa, forse copiando Luciano Ardoino?
6 – Competitività e promozione
La promozione e la commercializzazione dei servizi turistici avviene per l’80% sul web e rende sempre più superflua la distinzione tra le imprese turistiche, artigianali, commerciali e del made in Italy. E’ necessario dotarsi di un innovativo sistema web per la promozione dell’Italia nel mondo. Si deve perciò procedere al razionale e compiuto accorpamento di ENIT con ICE. Sono necessari inoltre interventi volti a rafforzare le performance promozionali e commerciali a diretto beneficio degli operatori turistici italiani al fine di sviluppare e far crescere la presenza online dell’offerta culturale e turistica anche attraverso un apposito programma di tecnologie per il turismo che impegni congiuntamente Stato, Regioni e Enti locali. Tale programma sia parte integrante dell’Agenda Digitale Italiana.
@Anna
RispondiEliminaperdinci
:-D
@Anna
RispondiEliminaStefano Ceci?
Ho vinto qualcosa?
:-DDD