mercoledì 21 gennaio 2015

L'Enit per Confindustria, Confesercenti e Federalberghi

Della faccenda dell'Enit credo (spero) ne sappiano tutti: un bailamme inenarrabile sotto tutti gli aspetti.

Ritardi pazzeschi, decisioni bloccate, Matteo Renzi da una parte e Dario Franceschini dall'altra.
I rispettivi consiglieri che dovrebbero essere quelli che ne sanno di più ma che invero... vagano o brancolano nell'assoluto “e che ne sò”, mentre tra meno di 100 giorni parte l'Expo 2015.

E per capirne di più, un misero mortale che cosa fa?
Beh, s'affida ai presidenti delle associazioni del turismo (le tre più grosse), anche per cercare di capirne di più, e magari per trovare conforto nelle proprie personali idee sul cosa sia meglio fare (oltre a darci una botta) per questa Italia che nel settore va sempre più in giù.

Merda però se ne trovi uno che vada accordo con l'altro... ma quanti modi ci sono di vedere il turismo, eh?
E come si può pensare di poter andare avanti e progredire se ognuno... vabbeh; ecco di seguito le rispettive opinioni sull'Enit da parte di:

"Purtroppo - spiega Bocca - si sono avverati tutti i timori che avevamo denunciato ai tempi della riforma dell'Agenzia: sono state smembrate le delegazioni estere, siamo ancora in attesa dell'approvazione dello Statuto, siamo in attesa della nomina della governance in una situazione dove solo il turismo estero è in grado di salvare la stagione 2015: insomma ci troviamo ad andare in battaglia senza le munizioni nei fucili. Stiamo facendo un regalo ai nostri concorrenti". Per quanto riguarda le indiscrezioni sull'Ice, Bocca non ha dubbi: "E' la soluzione ideale che era già nei programmi di Federalberghi: creare un'unica agenzia per la promozione delle eccellenze del nostri Paese, dal turismo alla moda, dall'auto all'enogastronomia. Andare in ordine sparso ci fa perdere peso".

Sulla necessità di superare velocemente la fase di stallo gli fa eco Renzo Iorio, presidente di Federturismo-Confidustria: "Aspettare non giova a nessuno, né come destinazione Paese né tantomeno alle risorse dell'Enit. A meno che dietro questo stallo non ci sia un disegno o progetto più ampio che miri a riportare il turismo nel posto che gli compete e cioè al centro dell'economia e del pil del Paese. Quindi ben venga se c'è dietro un processo maturo e intelligente per lavorare in modo più attuale sia sul turismo che sul made in Italy. Noi siamo stati critici sul modo di lavorare della vecchia Enit, troppo legata alle fiere e poco al racconto del Paese e poco aggressiva sul Web. Per questo pensavamo che il piano Radaelli andasse nella giusta direzione e ne aspettavamo la realizzazione".

"L'Enit riveste il suo fondamentale ruolo per il turismo italiano da ben 90 anni - aggiunge Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti - ma in questo momento mi sembra più che si pensi a una sua smobilitazione che a una ristrutturazione. Ci accorgeremo della sua mancanza forse quando non ci sarà più. Il valore più grande dell'Enit sono proprio le sedi estere e le persone che fino a questo momento le hanno gestite. Noi siamo ferocemente contrari alla fusione con l'Ice perché commercio e turismo sono prodotti troppo diversi. Un conto è "esportare merci" e un conto è "importare emozioni". Che senso ha unire le due cose? Noi da parte nostra diamo la disponibilità a partecipare all'Enit a costo zero pur di mantenere la rappresentatività della piccola impresa e anche degli stagionali, che sono quelli che soffrono di più nell'ambito del settore".









5 commenti:

  1. Ancora bene che le associazioni -grandi- sono solo 3.

    proprio un pensiero all'unanimità

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  2. Bocca non so se si rende conto di quel che sostiene..., Iorio semplicemente, in concreto, non prende posizione, Albonetti pare l'unico con qualche convinzione e opinione di buon senso in testa, imho.
    C'è poco da stare allegri, purtroppo.

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  3. Mi pare evidente che con l'Expo alle porte l'ultima cosa da fare sono le fusioni tra strutture, che necessariamente porterebbero al blocco operativo totale di ENIT.
    Son cose sulle quali si potrebbe semmai ragionare nel 2016, dopo Expo.
    Farlo ora significa darsi veramente la zappa sui piedi.
    Per conto mio si è già perso fin troppo tempo: il che dimostra in che mani siamo, purtroppo.

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  4. Questa sera su Rai 2 parlavano d'aver venduto 8 milioni di biglietti per l'Expo 2015.
    Quindi un terzo di quello preventivato.

    Enit?

    Se lasciavano tutto com'era e avessero pensato dopo il che cosa fosse meglio fare ... ma è chiedere troppo.

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  5. A leggere il listino biglietti (scontato) io qualche dubbio su quei numeri ce l'avrei.

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