martedì 21 settembre 2010

Gli hotel low cost a due euro e mezzo a notte

Il turismo da poco, il low-cost, dopo aver rivoluzionato il settore aereo cerca di cambiare anche quello della ricezione alberghiera, ma in Italia neanche a scherzare.
Una cosa è il viaggio, che pur lungo che sia, non supera mai la mezza giornata, e in tempi di ristrettezze ti offre, a poco prezzo, la possibilità di arrivare in luoghi che un tempo nemmeno sognavi.
C’è anche da dire che difficilmente ti lasciano vicino alla meta o al punto d’arrivo, bensì a molti chilometri.
In alcuni casi anche superiori ai 100 chilometri, ma ne vale la candela perché con poche palanche ci sei arrivato.
Però quando sei lì, beh; qualche agio devi pur ottenerlo, sennò che cavolo di vacanze sono; te ne stavi a casa e per di più risparmiavi.
Comunque una catena malese, la Tune Hotel, alla fine d’agosto aprirà il primo albergo low cost a Londra, nella zona di Westminster: si potrà avere una camera per sole due sterline a notte, quasi due euro e mezzo, e nelle due sterline è incluso il minimo, cioè la camera, il bagno, il letto con le lenzuola, condizionatore o riscaldamento e l'ascensore per arrivare al piano.
Tutto il resto si paga, a cominciare da servizi essenziali come la pulizia (sette sterline e mezzo al giorno), passando per ciò che si può scegliere di portare da casa come gli asciugamani (una sterlina ciascuno) e l'asciugacapelli (due sterline), o al quale si può rinunciare, come il servizio di deposito bagagli e il deposito valori (due sterline ciascuno). Due sterline per notte sono il prezzo minimo, ma la compagnia malese promette di non applicare tariffe più alte di 35 sterline a notte e, se l'iniziativa avrà successo, conta di inaugurare 15 hotel nel centro di Londra entro il 2017 e cento strutture in tutto il mondo entro il 2015.
E sono sicuro che ce la farà, anche perché e purtroppo, ci stiamo sempre più dirigendo su queste forme di fare business turistico, scolastico e congressuale.
Tom Hall, direttore di Lonely Planet in Gran Bretagna dichiara: “… che è logico che qualcuno imitasse quanto accaduto con gli aerei e non a caso uno dei proprietari di Tune Hotel è anche amministratore delegato di Air Malaysia. Ritengo sia soltanto l'inizio, per gli albergatori è una minaccia e insieme un modello, ma ora che la strada è aperta molti ne seguiranno l'esempio, soprattutto nelle grandi catene".
Infatti c’è da notare che la voce di bilancio con la maggiore crescita nell'ultimo anno nella Ryanair, è appunto quella dei servizi accessori (+25%), che come detto sono le voci in più (pulizia, asciugamani, deposito bagagli, eccetera eccetera.
Il problema in Italia, per fortuna, non si presenta e credo che mai si presenterà, anche perché sui siti specializzati i commenti riguardano sempre il servizio; quindi …
Già circa 10 anni fa fu lanciata la formula degli hotels “senza stelle” in cui era tutto automatizzato, ma non ebbe un grande successo, rimanendo confinato ad una nicchia molto specifica di viaggiatori; i giovani.
Per il resto niente o poco più.
Personalmente ritengo che, come scrivevo ieri, si dovrebbe incentivare le PMI del turismo, e qualche possibilità che non rechi nessun danno all’erario c’è.
E poi, non è nel “piano” della Repubblica sostenere le medie e piccole imprese del turismo?
E allora?
Possibilmente senza inventarci qualche piano “ad hoc” per richiedere soldi alle banche, anche se a tasso agevolato.
Su sveglia!

2 commenti:

  1. buono a sapersi per quando andrò a londra, grazie.. in Italia non succederà mai un fatto del genere!

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