martedì 12 luglio 2011

... e molti non sopravvivranno a quest'estate del turismo italiano (Cinzia Renzi)

Non credo (ma tutto può essere in quest’Italia che annovera molti lacchè verso il comandante di turno per poi “castigarlo” non appena questi cade in disgrazia) che la Cinzia Renzi, la presidentessa della Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo), appartenga a quelle persone che usino la lingua a mo’ di mucca per inumidire quelle zone di pelle altrui che … vabbè avete capito.

Diciamo il baciamano lascivo e umidiccio, per non essere troppo scurrili, e che a solo scriverlo fa già abbastanza schifo.

La signora in questione dispone inoltre (è il mio personale pensiero) di capacità programmatiche e l’ultimo suo intervento conferma questa mia tesi ... anche se però alcuni numerini mi suonano alquanto strani.

Comunque la Renzi, commentando i dati della ricerca Adoc, afferma così: “Molti non sopravvivranno a quest’estate”.

Una profezia?

Sicuramente non un augurio ma una triste constatazione poiché e secondo l’Adoc, andrà in vacanza solo un italiano su cinque (ecco il mio dubbio) con un aumento medio della spesa per famiglia di 200 euro.

Quello che è cresciuto a dismisura non è tanto il prezzo base della vacanza rispetto all’anno scorso, rimasto (“quasi” aggiungo io) uguale, ma il costo carburante, con le inevitabili e disastrose ricadute. Un adeguamento può anche costare 200 euro a testa, il che significa che una famiglia di quattro persone spende solo per questa voce 800 euro.

Con i tempi di ristrettezze che corrono, si tratta di vera e propria follia.

Del caro traghetti si è parlato abbastanza; vorrei sottolineare, comunque, che forse si è fatta una politica commerciale troppo aggressiva negli anni scorsi ed ormai insostenibile, ma adesso il costo è diventato proibitivo, siamo passati al fenomeno opposto: una tratta Ancona-Spalato è pari ad uno stipendio, anche prenotando con largo anticipo.

 Altro fenomeno notato dalla Renzi è “il prezzo alto in qualsiasi periodo e non più nei cosiddetti picchi estivi, in un rincaro generalizzato che arriva in piena crisi”.

La ricetta per abbassare i prezzi e permettere agli italiani, sempre più poveri, di partire?

“Bisogna allungare la stagionalità”, afferma decisa la Renzi, mentre la stessa cosa l’ho vista all’estero e la sto dicendo in Italia da molti decenni.

E non certo colla bella pensata del destagionalizzatore, che alla moda di un “pessimo” prestigiatore da fiera simil paesana, il Paolo Rubini ha estratto dal proprio cappello come fosse un coniglio di pezza.

Ma per piacere.

Comunque siano ‘ste trovate “circensi”, la Renzi continua con: “Se si lavora due mesi all’anno è naturale che i prezzi siano alti; viceversa, se il turismo si spalmasse sui dodici mesi, ci sarebbero conseguenti, inevitabili ribassi”.

Auspicabile anche un approccio industriale al settore turistico, a tutt’oggi assente, “altrimenti parliamo sempre delle stesse cose e l’unica novità è quella di un ministro del Turismo che prima non c’era”.

A cui aggiungo che se non ci fosse ancora stato (questo ministero con quella là), probabilmente sarebbe andata anche meglio.

Cani, gatti, cavalli ed affini e per il resto … bho (?), puntini puntini.

Puntini e puntini per il fatto che, nonostante i tanti proclami della Brambilla and Co. (i suoi più stretti collaboratori e “chillillà”), il turismo in Italia non è cresciuto di una cippa, anzi.

S’era parlato di allungare le vacanze scolastiche ma pur rispettando i 200 giorni all’anno di studio richiesti dall’Europa, non s’è fatto più niente.

S’era appunto ipotizzato di dare una chiusura non troppo simultanea all’industria italiana per permettere una buona destagionalizzazione … nulla.

S’era detto, o forse ancora no (?) di destagionalizzare le vacanze degli universitari con delle agevolazioni statali sulla falsa riga di quelle francesi (ma forse l’ho detto solo io).

Comunque s’era detto e ancora s’era detto, ma è rimasto solo che se n’era parlato, per il resto nisba e nessuna buona idea.

Neanche in grado di qualche scopiazzata internazionale pur con l’uso del traduttore di Google, per questa mandria di “bipedi” del “so tutto io”, ma che non sono neanche conoscitori degli idiomi stranieri (vedi portalone italia.it dove per anni hanno stazionato facendo bella mostra di se e del loro saperci fare,“delle gran cavolate”per tutti i gusti e colori).

Né tantomeno a loro riesce la genialata di rubarne qualcuna (di idea) sul web dove sono riportate le novità straniere … e ce ne sono in quantità industriale di buone e fattibili da svolgere e da approfondire.

Parlano, parlano e parlano tutti; docenti, professoroni, geni del turismo, capi di qui e capi di là, ma oltre a ripetere le stesse logorroiche cose, sentite già ai tempi di quand’ero bambino, niente, nulla, nisba e neanche un misero straccio d’idea per toglierci da questa situazione del va bene, va bene, va bene.

Va bene ‘na mazza!

Ma forse il “va sempre bene”, va bene solo per loro poiché in più sono anche ben pagati … per farci andare “male”.

7 commenti:

  1. Pessimista si dichiara anche Cinzia Renzi, presidente di Fiavet. «Il 2011 è un anno in piena crisi per la stagnazione economica. Una crisi profonda sia per l'outgoing sia per il mare Italia e il 2010 non è andato bene soprattutto sul fronte degli utili perché sono stati venduti pacchetti di minor valore. I problemi del settore comunque non arrivano tanto dai competitor online ma dalla frammentazione del mercato, con problemi di evasione fiscale, improvvisazione e scarsa professionalità, e dalla crisi dei consumi. Le agenzie si stanno muovendo per reagire a questa situazione proponendo pacchetti ad hoc, partecipando a fiere e manifestazioni e investendo in pubblicità locale. Ma il problema resta la crisi economica».

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  2. Quanto sopra (in commento) è tratto da un articolo del Sole24Ore (22 maggio 2011), che fornisce questi dati:

    LE DIMENSIONI

    12mila - Le agenzie tradizionali
    Il numero di agenzie di viaggio tradizionali presenti in Italia che generano un fatturato stimabile attorno ai 10 miliardi tra vendita di pacchetti (poco meno di 5 miliardi), biglietteria e servizi.

    +13% - Le vendite online
    La percentuale di crescita prevista per il 2011 del giro d'affari delle prenotazioni online che dovrebbe raggiungere il valore di 3,9 miliardi. Il 71% di chi fa acquisti online compra un prodotto legato al turismo

    9 milioni - I clienti delle agenzie
    Il numero di italiani che acquistano le proprie vacanze nelle agenzie di viaggio tradizionali. Il totale dei turisti nazionali è pari a circa 30 milioni

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  3. Infatti e come al solito precisissimo.


    :-D

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  4. Dopodiché QUI (e non solo qui) si legge che secondo una ricerca ben 26 milioni di italiani hanno cercato sul Web la meta delle proprie vacanze (nel 2011), dando così corpo ad un enorme mercato fatto di advertising, e-commerce e marketing online.

    Ma secondo ADOC in vacanza ci andrebbero solo 1 su 5, ovvero 12 milioni. E i restanti che caspita avranno cercato allora?

    Mah... i dati di 'ste ricerche non è che mi paiano molto plausibili.

    Dopodiché mi pare che l'online sia un problema tutt'altro che marginale per le agenzie (e infatti nel medesimo articolo Andrea Giannetti, presidente di Assotravel, dice cose piuttosto diverse).

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  5. @Vincenzo

    E' estate e alcuni sono in ferie.

    Domani riparto con Italia & Turismo e ...

    Ciao

    ;-)

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