mercoledì 6 luglio 2011

E se Villa Adriana fosse sul Lago di Como?

Eh dai, ipotizziamola per un secondino piccolo piccolo addirittura vicino a Calolziocorte.
Sai quante "palanche"?
Comunque non è.
Fatto sta che per il ripristino della dimora che l’imperatore Adriano fece costruire a partire dal 117 dopo Cristo (uno dei 45 luoghi italiani che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità) sono stati stanziati trecentosettantamila euro, mentre il 9 maggio 2011 il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha annunciato che il suo ministero finanzierà con 7,3 milioni di euro i progetti di eccellenza della Regione Lombardia, fra cui la valorizzazione del ramo lecchese del Lago di Como e del sito Unesco di Ossuccio.
Ben venti volte di più.
Eppure Villa Adriana è forse la testimonianza architettonica dell’epoca romana più complessa e importante arrivata fino a noi: basta dire che si estende su una superficie di 80 ettari, più vasta di quella di Pompei.
Sito che per le sua particolare situazione (i resti sono esposti alle intemperie, senza coperture) avrebbe bisogno di una manutenzione profonda e continua.
Villa Adriana è stata dichiarata patrimonio dell’umanità nel dicembre 1999, e da allora, alla faccia del buon marketing, ha perduto il 41,8% dei visitatori paganti.
Erano 187.202 nel 2000, sono stati appena 108.811 nel 2010: 46 mila in meno di quelli registrati nel 2008 dallo zoo di Pistoia.
Non meno imponente è stata l’emorragia complessiva considerando anche i non paganti.
Dai 323.231 visitatori del 2000 si è scesi ai 229.885 del 2010.
Le ragioni del male oscuro sono da decifrare nel serio deficit di divulgazione del suo straordinario significato storico e architettonico, nonché l’accesso terribilmente scoraggiante alla Villa e a Tivoli.
Un allarme che cozza con il trionfalismo di iniziative propagandistiche come quella che ha avuto come interprete nientemeno che il premier Silvio Berlusconi che fu protagonista, qualche mese fa, di uno spot sul sito internet Italia.it, dove esordiva testualmente così: “L’Italia è il Paese che ha regalato al mondo il 50% dei beni artistici tutelati dall’Unesco…” (però la Brambilla è riuscita anche a dire di peggio, credo il 70%).
Una sparata che avrà fatto fare un salto sulla sedia ai signori delle Nazioni Unite.
E non soltanto a loro, se è vero che, pur detenendo il record mondiale di beni Unesco per un singolo Paese, ne abbiamo 45 su un totale di 911 sparsi per tutto il pianeta.
Ovvero, il 5%, e ci sono poi i risultati impietosi di un dossier stilato nel 2010 da PricewaterhouseCoopers, secondo il quale, fatta 100 la capacità di sfruttamento ai fini turistici dei beni italiani tutelati dalle Nazioni Unite, quelli spagnoli e brasiliani si collocano a 130, i francesi a 190 e i cinesi addirittura a 270.
La Cina, insomma, utilizza i propri siti Unesco quasi tre volte meglio di noi, e si capiscono allora certi numeri.
Trecentosettantamila euro che servirebbero a malapena per un mese di stipendio (lordo) all’amministratore delegato dell’Eni o della Finmeccanica, oppure due mesi e mezzo a quello delle Poste.
Ebbene ci si dovrà accontentare quest’anno per la manutenzione di uno dei siti archeologici più vasti e preziosi del mondo.
La Soprintendenza aveva spiegato che due milioni e mezzo, viste le condizioni, era il minimo, ma dal ministero dei Beni culturali hanno risposto picche: le casse languono, e 370 mila euro devono bastare.
Ormai è un classico.
In tre anni, a fronte di richieste per 6,7 milioni, è arrivato un milione e mezzo.
Inutile meravigliarsi che le aree chiuse al pubblico con il cartello “pericolo di crollo” (un cartello rigorosamente ed esclusivamente in italiano, nonostante una maggioranza di visitatori stranieri) siano sempre più numerose.
Di fondo c’è l’incapacità di fare sistema: in nessun altro Paese del mondo la dimora di uno dei personaggi più importanti nella storia dell’umanità sarebbe così tagliata fuori dai circuiti turistici e ridotta a raccattare le briciole dei fondi pubblici per evitare di andare in rovina.
Forse per salvare Villa Adriana basterebbe spostarla in Lombardia, e magari vicino a Calolziocorte.
Allora si che …

P.S.: Con l’aiuto involontario ma totale di Sergio Rizzo (Corriere della Sera)

6 commenti:

  1. Hai letto che sia il Marzotto che il Rubini adesso danno i dati della Banca d'Italia?
    W (evviva)
    L'articolo a due nomi parla anche di 118 di un qualcosa (operatori) che ...

    E' quì http://www.asca.it/news-TURISMO__ENIT__SI_PROFILA_UN_ESTATE_POSITIVA_%281_UPDATE%29-1031852-ECO-1.html

    :-D

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  2. Grande Rizzo e bravo a te che lo hai evidenziato ancora di più.

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  3. Solo in Italia succedono queste cose.

    E i soldi per i loro porci comodi li trovano sempre.

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  4. @Vinc

    Ci puoi giurare.

    Guardati l'ultima votazione alla Camera che riguardava l'abrogazione delle Province.

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  5. Volete conoscere un latro "baraccone"?

    Leggetevi questa:

    Ci risiamo, l’Italia è un Paese schifosamente barocco e sprecone.

    In tempi di vacche magre, in tempi di auspicata riduzione degli statali, in tempi di rigore di bilancio il Parlamento (in modo bipartisan) – complice l’ineffabile ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani (che, forse, vuole dare un “segno di vita”…) – vara pomposamente una ennesima Agenzia, l’Agenzia antifrode sulle assicurazioni Rc-auto…

    Mission di questa nuova Agenzia dovrebbe essere quella di contrastare le frodi ai danni della compagnie assicurative in tema di falsi sinistri automobilistici…

    Il nuovo baraccone statale sarà messo in piedi presso l’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e – conoscendo purtroppo bene come vanno le cose in Italia – avrà certamente un direttore, un paio di vicedirettori, almeno una ventina di collaboratori (diciamo uno per ogni Regione), qualche segretaria, gli immancabili fattorini-uscieri-autisti, qualche auto blu e decine di telefonini aziendali, insomma il corredo standard dei baracconi statali…

    Laddove non sono riusciti Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e magistratura “certamente” (!) riuscirà la nuova Agenzia Antifrode… sì lallero… buffoni!

    Ve lo dico io come andrà a finire (e sono facile profeta): la nuova Agenzia servirà solo a distribuire qualche “poltrona d’oro” e qualche stipendiuccio, non scoprirà pressoché nulla, non combinerà un tubo, peserà sul bilancio dello Stato senza portare alcun beneficio in termini di caccia alle truffe… Insomma si rivelerà l’ennesimo ente inutile impossibile da chiudere! E noi paghiamo…

    Complimenti vivissimi ai Signori Parlamentari che hanno varato questo provvedimento idiota e sentite felicitazioni al Signor Ministro Paolo Romani per la bella pensata!

    Era meglio se la sua poltrona rimaneva vacante…

    Opossum

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