martedì 25 ottobre 2011

Perchè i Tour Operator stanno chiudendo o addirittura falliscono ?


Il “LA” lo diede il crack della Parmalat nel ’93 che originò il fallimento di tre tour operator annessi al gruppo dei Tanzi, “Parmatour“, “Going” e il famosissimo “Club vacanze“.
Il grande fallimento smosse le acque nell’ambiente dei tour operator e la clientela dei colossi si spalmò tra la concorrenza contribuendo alla nascita di nuove realtà che fino a qualche anno prima non esistevano.
Personalmente non conosco granché bene gli altri T. O. (però posso facilmente immaginare) ma Club Vacanze certamente si.
Una gestione disastrosa e tante altre “cosine” ch’è meglio tenga per me.

Diciamo solo che ci marciavano in tanti … dalla sede di Parma a …
E laddove era presente un “valido ed onesto” GM (in quei meravigliosi villaggi) non v’era alcun problema; sia per quanto riguarda il mantenimento del budget, anzi risparmiando notevolmente sul prodotto e innalzando la qualità a dispetto dell'economia attuata e del lavoro dei predecessori "meritocratici"; sia per il rapporto del mantenimento e della programmazione futura nonostante gli "ordini" non certo esemplari impartiti dalla sede.
Ma questa è un’altra storia, che ahimè credo si ripercuota nel resto dei tour operator italiani.
Il perché è dovuto al fatto che non ricordo d’aver mai visto o ascoltato dei grandi genii del turismo e … vabbè finiamola lì che l’è preferibile.

Poi la mancanza di denaro liquido ha creato una spietata battaglia sui prezzi e una corsa ad offrire il prodotto migliore (?) al prezzo inferiore.
Cosa di non poco conto è la direzione nei vari villaggi, che all’occhio di un vero professionista e di chi ama veramente questo mestiere, a volte si può tranquillamente definire “CATASTROFICA”.
Inutile dire che le direttive provengono sempre dalle sede (che è anche giusto, per carità), ma tutto l’ambaradan è completamente TUTTO SBAGLIATO TUTTO DA RIFARE.

Comunque …
Nel 2009 è fallito un’altro grande gruppo comandato dalla famiglia “Scotti”, “Teorema” e il suo alter ego a basso costo “Todomondo“, questo gruppo che offriva un buon prodotto sopratutto nei “Bluclub” è stato la prima grande vittima della crisi.
Gli addetti ai lavoro che conoscevano il gruppo Teorema sapevano bene che il gruppo aveva qualche punto debole sopratutto nella programmazione aerea dove hanno trattato i clienti in maniera diciamo “superficiale”.
Il successo di una società di servizi è sempre stato dato dal “passaparola”, ma mai come in questi anni quando è nato il fenomeno dei forum su internet!
Con i Forum i tour operator non hanno potuto più nascondere gli scheletri nell’armadio e hanno dovuto migliorarsi dando un prodotto sempre migliore perché al primo sbaglio il consumatore ha avuto la possibilità di vendicarsi su internet e credetemi … eccome s’è stato fatto, anzi, ne è stato pure abusato con la conseguenza che c’è stata una maniacale ricerca alla qualità cercando di non influire sul prezzo…. impossibile!
Portando il risultato a che i prezzi dei pacchetti turistici sono veramente sottostimati, e i tour operator per poter offrire prezzi sempre più concorrenziali sono costretti a stringere accordi vantaggiosi con le compagnie aeree (in molti casi il viaggio è il costo più sostanzioso del pacchetto).
Ma come si fa a risparmiare sul costo aereo?
Semplice si comprano tanti posti !
Quando i t.o. si siedono al tavolino con le compagnie aeree stringono accordi dove (per le note leggi del mercato) più posti aerei vengono venduti in anticipo per una tratta, più economico sarà il prezzo del singolo posto.

Questi sono i “famosi voli charter”.
Per risparmiare sul costo della camera il discorso è lo stesso, più alto è l’impegno verso una struttura e più basso sarà il prezzo della singola camera e quindi come nel posto aereo per poter offrire un prezzo vantaggioso il t.o. è costretto a offrire garanzie riguardo le camere pagando in alcuni casi anche le camere invendute.
Per far fronte a questi investimenti che vengono fatti in largo anticipo, il tour operator compra molti posti aerei (e molte camere) che però sovente non riesce a vendere.
Da questi posti in esubero nascono i noti “last-minute” e i  “last-second”, che sono dei pacchetti turistici che vengono venduti SOTTOCOSTO, ma che riescono a far riprendere qualcosa sulle spese sostenute in anticipo che in altri casi andrebbero perse.
E mentre il modo di fare villaggio cambiava, quelli che l’hanno “inventato” sono crollati.
Nel 2010 è fallito il simbolo che ha creato il villaggio turistico in Italia, il gruppo Ventaglio, i famosi “Ventalcub” e il partner “Columbus“, specializzato in vacanze più economiche. 
Questa perdita ha lasciato il mondo del turismo italiano senza un leader vero e proprio, esiste sempre il gruppo Alpitour che è sempre stata l’azienda più grande nel mercato italiano, ma la società è divisa in così tanti prodotti che non ha un identità ben precisa, sopratutto per quanto riguarda la villaggistica dove è sempre stata debole.
Il turismo in questi anni oltre alle crisi ha subito diversi alti e bassi legati a problemi politici e meteorologici etc., i vari attentati hanno creato non pochi problemi agli operatori, ma il colpo di grazia è stato dato dalla “Primavera araba”.
Infatti con le guerre civili in Egitto e Tunisia sono venute a mancare 2 mete fondamentali, sopratutto per la qualità/prezzo, e nell’estate 2011 tutti i tour operator Italiani hanno sofferto per queste crisi.
Il mercato ha così portato altre vittime come “Sprintours“, tour operator Italiano, ma con proprietà Tunisina che lavorava sopratutto in Egitto e Tunisia e “Eurotravel”, tour operator storico con oltre 25 anni di attività.
Recente è il crack di “Valtur“ (300 mln di euro e sotto la Legge Marzano), e di un’altro protagonista del mercato Italiano, “Viloratour”.
I Tour operator sono quasi tutti in crisi, e al momento pochi riescono a chiudere i bilanci in positivo, ma non faccio nomi per scaramanzia.
Posso solo aggiungere che “magari”, visto che c’è qualcosa non va, bisognerebbe che le varie proprietà si “armassero” di professionisti; intendo quelli veramente validi e … chissà, posso dire: soprattutto onesti?

Di Mari Moreno e me


14 commenti:

  1. In effetti quello che succede è molto strano...non ci sono i presupposti per situazioni di questo tipo...il turismo va a gonfie vele, oltretutto da anni gode di uno sfrenato attivismo della signora ministra senza portafoglio che è riuscita a risollevare le sorti di un settore devastato da un passato di ignominioso disinteresse da parte di chi l'ha preceduta! Il vero problema è che questa categoria (gli Agenti di Viaggio) è disgustosamente ingrata a chi opera giorno e notte per permettere loro di adagiarsi sull'attuale gaudente benessere...
    Guardate cosa risponde, la signora, ad un gruppo di questi petulanti disturbatori che da giorni scorrazzano maleducatamente sul suo Facebook (togliendo spazio al popolo dei suoi Promotori e dell'idilliaco adulante stuolo di animalisti, oltrechè ai suoi accorati appelli per ritrovare il disperso cagnolino Cartier - noblesse oblige...-):
    "...E per quanto riguarda invece gli operatori del turismo, ai quali va certamente tutta la mia vicinanza e la mia considerazione, sono liberi di scrivere quello che desiderano e di sottoporre le questioni relative alle loro attività, se ciò avviene con modi educati nei confronti degli altri e della sottoscritta. Ma sia chiaro che le risposte di carattere istituzionale che legittimamente ricercano, no...n le avranno in alcun modo su facebook, che non è certo la sede appropriata, bensì rivolgendosi al Ministero del Turismo (i recapiti si trovano sul sito del governo italiano). I nostri tecnici e funzionari sono a loro totale disposizione - e anche il ministro - per sostenerli nelle attività e metterli a conoscenza delle tante opportunità che abbiamo realizzato per le imprese del settore, anche in termini di tutela. Si tratta di un grande lavoro svolto del quale vado fiera e che, con la riforma del turismo - la prima in oltre sessant'anni di Repubblica - mette finalmente ordine, anche dal punto di vista normativo, in un settore così importante. I ministri economici si valutano solo guardando i numeri, che non sono dati discutibili ma oggettivi. Il consuntivo dell’anno per il turismo vede un aumento del 10% della spesa dei turisti internazionali in Italia e di quella dei nostri connazionali, un aumento di oltre il 7% degli stranieri alle frontiere e livelli di occupazione in modesta crescita. Ad ognuno lascio trarre quindi il giudizio sul mio operato, se pur con la consapevolezza che sicuramente si dovrà fare ancora di più. Soprattutto perchè dobbiamo colmare le mancanze dei tanti governi che ci hanno preceduto e che non hanno portato alcun risultato concreto in termini di sviluppo della competitività del settore. PS: se scrivo a quest’ora della notte, è perché ho dedicato la giornata intera al decreto sviluppo, che contiene ulteriori misure a sostegno del turismo.
    Un caro saluto a tutti voi e i migliori auguri per le vostre attività.
    Michela Vittoria Brambilla..."
    Mi sorge un dubbio: Cartier si è perso o ha colto l'occasione per riconquistare la sua agognata libertà?

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  2. La si dovrebbe incolpare anche di malasanità!
    Infatti quando la leggo, vedo o sento ... sto male.
    Il dottore dice che dovrei evitarla ma così corro il rischio di sognarmela.
    Il che è anche peggio.

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  3. Tornando al cuore dell'argomento sviluppato, credo che nell'ultimo capoverso sia sintetizzata la problematica, ovvero dovremmo analizzare quanto successo negli ultimi anni della storia del tour operating che ha visto una proprietà saldamente nelle mani di storici quanto professionalmente affermati personaggi che hanno fatto nascere - e crescere - l'industria dei viaggi e delle vacanze in Italia: Franco Rosso, Isoardi (Alpitour) e via dicendo... Il successivo passaggio di queste grandi realtà nel turbinoso giro della finanza, o di una certa finanza attratta da caratteristiche specifiche del settore (non ultimo un certo meccanismo di duttile facilità nei trasferimenti valutari...), ha in qualche modo favorito processi a catena che hanno portato all'attuale situazione (appena incominciata...) laddove la supremazia delle manovre finanziarie ha preso il sopravvento sulla ttradizionale qualità professionale ed imprenditoriale tipica di questo settore. Ed ecco allora assistere ad acquisti, incorporazioni, trasformazioni di "marchi" famosi finalizzati alla nascita di holdings, alla creazione di "corbeilles" con un mix di contenuti che si avvalevano di solidi e redditizi "prodotti"(giusto il caso citato di Club Vacanze...), unitamente ad alcune fumose paccottiglie (magari anche qualche pezzo di "nobiltà" in decadenza...), quanto basta per attendere il momento buono per buttarle nel mare magnum del gran mercato borsistico (fondi, ecc...), laddove il cerino resta sempre in mano all'investitore finale (solitamente i risparmi pensionistici, ecc...). Le forti crisi della Borsa hanno repentinamente interrotto certi giochini e spezzato sogni di gloria, ed alcuni cerini hanno bruciato le dita...altri stanno dando fuoco a qualche santabarbara...

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  4. Su Teorema ci sarebbe da pensare che proprio con la sua creatura Todomondo (che l'ha trascinata alla fine...) c'é da dire che sarà bene attendere gli aspetti giudiziari della vicenda, che ben poco sempba abbiano da spartire con i tradizionali guai originati dall'andamento dei mercati, ovvero un certo modo di agire (favorito dalla disinvoltura permessa dalla realtà dell'utilizzo di internet) ha, diciamo così..., "velocizzato" la propagazione del virus del low-cost nella mentalità di ignari/ignavi clienti convinti di approdare ai grandi affari della loro vita, l'appagamento del sogno di viaggiare a "prezzi stracciati" (quante colpe ha una certa dozzinale e spregiudicata "informazione" che cavalca questa tigre!), rendendo ovvia la credulità in costi improponibili o quantomeno dubbi, con il risultato di, pare, circa 6 mila appiedati todomondini con vacanza infranta (ma i casi non sono pochi in altre situazioni di minore entità...).

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  5. Avete conoscenza di similitudini in campo internazionale?

    Grazie

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  6. Alpitour chiude la sua sede storica a Cuneo e il management pretenderebbe che 300 persone (la maggior parte donne a part-time) si facessero Cuneo-Torino avanti-e-indietro tutti i giorni, "per migliorare l'efficienza e la comunicazione".
    Devono vendere e per evitare i licenziamenti, con tutti i relativi costi diretti e di immagine, oltre che aumentare il valore di mercato dell'azienda, semplicemente fanno così.

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  7. Infatti quello che riporta l'articolo di stampa è tutto vero.

    Alpitour chiude la sede di Cuneo: "Tutti a Torino Lingotto". La rabbia dei dipendenti
    „Aumentare il valore di mercato della Società in vista della vendita riducendo drasticamente il numero degli occupati. Evitare non solo i costi economici, ma anche politici, sociali e di immagine che il ricorso a licenziamenti diretti determinerebbe".“

    Leggi tutto: http://www.torinotoday.it/economia/alpitour-chiusura-sede-cuneo-trasferimento-torino.html
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  8. C'è pure il blog.
    E D. J. Winteler non ha niente da dire (vedi video).

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Tra l'altro sembra che in Alpitour non siano nemmeno in difficoltà economica.
    E' proprio una mera operazione finanziaria finalizzata all'aumento di valore sul mercato in vista della vendita, per giunta fatta sulla pelle di dipendenti che fanno orari del tipo 14.30 - 19.30.
    Che tristezza.

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  11. C'è anche il blog.
    Vedi il video con D.J.Winteler che "non ha niente da dire".
    Notare che DiPietro (ed altri) sulla questione ci hanno fatto pure un'interrogazione parlamentare a risposta scritta.
    Siccome Brambi è quotatissima, ovviamente l'interrogazione l'han fatta al Ministero dello Sviluppo Economico.
    Perché non ci fai un pezzo su questa cosa di Alpitour?

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  12. E' un piacere che un mio articolo sia stato ripreso da voi, ma mi chiamo Mari Moreno, non Marino Moreno.

    Grazie.

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  13. @Mari Moreno

    Ho subito provveduto a correggere il tuo nome e scusami.

    Approfitto del fatto per congratularmi con te.

    :)

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