Quella di togliere i Bonus Vacanza è stata un’immensa strunz stranezza, e mo vi spiego il perché.
Che quelli “brambilleschi” siano stati di grande efficienza, manco a parlarne, e probabilmente se si fossero ideati sulla falsariga di quelli già esistenti dal tempo che fu in quel di Francia, sicuramente ora non saremmo qui a pestarceli con i piedi.
Ma del certosino (per modo di dire) lavoro (per modo di dire) della Michela Brambilla non né ho più voglia; mille e più post che descrivono l’assurdo suo darsi da fare (tre anni nefasti) sono oramai depositati in questo blog, e non ne vorrei mai più sentirne parlare.
Mi da il volta stomaco; l’antivirus l’ho ormai finito e passo di seguito a quel che sa da fare.
Bernabò Bocca, il pres. di Federalberghi di cui vorrei capire il perché ha quella posizione li, sostiene che è
crisi nera negli alberghi.
Ma non era contento, il Bocca, del nuovo ministro Piero Gnudi e di quello che avrebbe innovato?
Comunque a parte le sue esternazioni da un tanto al chilo, le percentuali delle presenze italiane sono da schifo.
E meno male che quelle straniere tengono ancora!
E allora perché non cominciare a fare qualcosa di benfatto e copiare pari pari le procedure francesi che recano un bel 5% di presenze nazionali … senza lasciar perdere l’importanza dell’indotto.
Poi invece se ci sommiamo la forza lavoro che in Italia se ne va per la tangente (settore alberghiero ristorativo), l’Iva ristorativa e quella alberghiera che con la Francia ha un handicap da far paura, ecco che ‘sti gran “professoroni” non c’hanno capito una benemerita mazza.
Ma cavolo, il Bonus andava ampliato smisuratamente e portato sulle stime francesi.
Nonché “costruito” con la medesima programmazione.
E allora, grandi “professoroni” ari eccolo qua.
Così lo capite (se ci riescono) il come si fa per far ritornare un quantitativo non indifferente di moneta sonante nelle casse erariali … e per di più senza perdere della forza lavoro, ma addirittura ampliandola.
In Francia il Turismo Sociale nasce in parallelo col diritto alle ferie retribuite, istituite nel 1936 e
ampliate nel 1956 e nel 1969.
Sin dall’inizio il Governo francese ha ritenuto di dover sostenere l’effettivo esercizio del diritto alle vacanze, in parallelo al diritto alle ferie pagate, ma per molti anni vi è stato un dibattito sulle effettive modalità per sostenere le vacanze dei meno abbienti.
Alla fine del 1973 il Segretario di Stato per il Turismo propose la creazione degli chèques
vacance, ma, anche per il cambio di Governo, il dibattito non arrivò a una concreta realizzazione.
Mitterand, già da candidato alla Presidenza della Repubblica, si impegnò nel 1981 a creare un sistema di chèques vacances per aiutare i meno abbienti e finalmente nel marzo 1982 nascono gli chèques vacances che si sono sviluppati attraverso innumerevoli modalità in questi 25 anni.
Il sistema francese dei Buoni Vacanze nasce strettamente connesso ai “comités d'entreprise” che hanno permesso di iniziare una politica sociale all’interno delle imprese coinvolgendo sia i datori di lavoro che i lavoratori.
Pertanto l’esperienza francese nasce totalmente all’interno degli organismi bilaterali tra lavoratori e imprenditori.
Nel 1982 un francese su due non lasciava la propria città neppure durante il periodo delle
vacanze.
.
Non viaggiavano principalmente i più disagiati, coloro per cui le condizioni di lavoro, di vita quotidiana erano più difficili, ma rinunciavano alle vacanze fuori città anche molti lavoratori a basso salario e con famiglie numerose.
Se invece andavano in vacanza, spesso non avevano un supporto nello scegliere le località e i servizi adeguati ai propri desideri.
IL SITEMA ANCV
Il sistema che garantisce e distribuisce gli Chèque-Vacances (una sorta di mini assegni o buoni vacanza) si è sempre occupato anche di garantire prezzi scontati e strutture adeguate ai lavoratori che li utilizzano.
Lo Chèque-Vacances è in effetti un mezzo di pagamento supplementare e flessibile.
Così la sua duttilità permette sia soggiorni di lunga che di breve durata in hotel, in camping, gite rurali, club vacanze, di andare al ristorante, il pagamento di autostrade, di attività sportive, ecc.
Lo Chèque-Vacances è un titolo nominativo con una validità per l’anno in corso e per i due anni successivi alla data di emissione e si presenta sotto la forma di coupon da 10 e 20 €.
È accettato da 170.000 esercizi affiliati in Francia e può essere utilizzato anche per soggiorni all’estero tanto in tutta l’Unione Europea che nei territori francesi d’oltremare.
Moltissimi esercizi convenzionati riservano ai possessori di Chèque-Vacances vantaggi e riduzioni di prezzo.
Gli Chèque-Vacances sono utilizzabili tanto per acquistare servizi alberghieri che per trasporti che anche per singoli servizi turistici e culturali, anche al di fuori di una vera e propria vacanza, ma, come si vede nel grafico che segue, la maggioranza schiacciante degli utilizzatori li usa per le proprie vacanze.
Gli utili del sistema Chèque-Vacances sono stati tutti reinvestiti in numerose iniziative di supporto tanto al turismo per i meno abbienti che alle organizzazioni più piccole di Turismo Sociale.
Il sistema Chèque-Vacances è stato recentemente incaricato anche di realizzare due grandi progetti futuri per supportare lo sport per tutti e le vacanze per i pensionati e gli anziani.
L’Agenzia nazionale per i buoni vacanza (ANCV) è l’entità che assicura la gestione dei buoni vacanza mediante cui si autofinanzia.
Si tratta di un organismo pubblico economico costituito nel 1982, sotto il patrocinio dei Ministeri del Turismo, dell’Economia e delle Finanze Francesi.
Alla fine del 2007 l’ANCV contava uno staff di 187 impiegati, producendo un fatturato di 25 milioni di euro di commissioni e altri servizi a cui vanno sommati i guadagni finanziari che nello
stesso anno erano pari a più 30 milioni di euro.
L’ANCV è strutturata in una sede centrale, 5 direzioni centrali, 6 direzioni regionali e 7 uffici regionali.
L’ANCV è incaricato per legge dell’emissione, commercializzazione e rimborso dei buoni vacanze, in esclusiva per la Francia e i territori d’oltremare.
I buoni vacanza francesi godono di una parziale defiscalizzazione tributaria e degli oneri sociali, maggiormente incentivata per le piccole e medie imprese.
I NUMERI DEL SUCCESSO
Dal 1983 ad oggi l’emissione di buoni vacanze è aumentata in modo costante.
Con 1 miliardo e 112 milioni di euro di emissioni di buoni vacanze nel 2007, l’ANCV ha confermato il trend costante dal 1994, che vede un incremento medio di 65 milioni di euro all’anno di emissione di buoni.
Le tappe salienti sono state:
- nel 1983 una partenza di successo con 4,6 milioni di franchi (705.000 euro) di Chèques-
Vacances emessi;
- nel 1992 è stato superato il traguardo psicologico del miliardo di franchi (152,4 milioni di euro);
- nel 2006 è stato superato il traguardo psicologico del miliardo di euro, con l’emissione di ben 89 milioni di buoni.
All’incirca 7 milioni di persone all’anno, tra beneficiari diretti e aventi diritto, come ilconiuge, i figli a carico, ecc. acquistano servizi tramite gli chèque-vacances e si stima che almeno il 30% di questi vacanzieri non partirebbero senza l’aiuto dei buoni.
Il successo degli chèque-vacances è dovuto a tre motivi principali:
- la situazione di monopolio;
- la favorevole legislazione e l’esenzione parziale da imposte e oneri sociali;
- la partnership tra tutti gli stakeholders (datori di lavoro, sindacati, operatori turistici, aziende di trasporto, Stato).
L'INDAGINE
Ogni anno viene realizzata una vasta indagine sul gradimento degli chèque-vacances, coinvolgendo tanto i datori di lavori che gli altri soggetti che distribuiscono i buoni vacanze ed anche i fornitori di servizi.
Solitamente il gradimento risulta molto buono.
I buoni vacanze vengono venduti dall’ANCV ai comitati d’impresa, ai consigli del lavoro, ai datori di lavoro e alle pubbliche amministrazioni.
Nelle imprese con più di 50 addetti, la partecipazione alla spesa dell’impresa è assoggettata a oneri sociali, ma è esente dalle imposte sui salari.
Nelle imprese con meno di 50 addetti, la partecipazione alla spesa dell’impresa è anche esonerata da una gran parte degli oneri sociali. Questa disposizione è stata introdotta dalla legge nel luglio 1999 per facilitare la diffusione degli chèque-vacances nelle PMI al cui interno non sono presenti i comité d’entreprise, che sono invece presenti nelle imprese maggiori e che sono i
principali acquirenti/distributori di buoni vacanze con una quota del 53%.
Possono beneficiare del sistema degli chèque-vacances i salariati con un reddito imponibile inferiore o uguale a 17.492 euro nel 2007 (per un celibe) importo che naturalmente sale al crescere della numerosità del nucleo familiare.
Nei fatti, secondo una statistica dell’ANCV del 2005, il reddito medio delle famiglie dei lavoratori che usufruivano dei buoni vacanze era di 2.240 euro mensili (cioè addirittura superiore alla media del reddito dei nuclei familiari francesi).
Per mentre il nucleo medio familiare francese ha una forte composizione di single e di monoreddito e, pertanto la famiglia media ha solo 1,07 percettori di reddito, il nucleo familiare che utilizza gli chèque-vacances ha mediamente entrambi i genitori che lavorano (1,95 salariati per famiglia).
Infatti, mentre la famiglia media francese (sempre inclusi i single) è di 2,4 persone con 1,88 figli, gli utilizzatori di buone vacanze hanno invece 2,02 figli e 3,21 persone.
In sostanza utilizzano gli chèque-vacances famiglie con un reddito globale basso ma non bassissimo, con figli, prevalentemente impiegati del settore pubblico (rispettivamente 54% e 52%).
CHI LI UTILIZZA
I clienti di ANCV sono i soggetti che acquistano gli chèque-vacances che come abbiamo visto godono di una parziale esenzione dagli oneri sociali e dalle imposte, variabile a seconda del tipo di impresa.
Il40% degli acquirenti (e il 52% degli tilizzatori) Appartengono alla Pubblica
Amministrazione, mentre la rimanenza è costituita dai lavoratori e
imprenditori privati, prevalentemente di imprese medio grandi.
La partecipazione del datore di lavoro deve invece essere pari ad un importo compreso tra il 20% e l’80% della parte accumulata dal lavoratore, normalmente.
Gli chèque-vacances possono essere acquistati e distribuiti, oltre che tramite il datore di lavoro,
da organismi a carattere sociale o bilaterale (Caisses d'allocations familiales, caisses de retraite,
comités d'entreprise, mutuelles ou services sociaux de l’Etat, collectivités publiques ou leurs établissements publics), che definiscono in totale libertà i propri criteri di attribuzione.
Gran parte degli chèque-vacances sono acquistati dai lavoratori, che in questo modo hanno una parte del salario defiscalizzato, comunque una significativa percentuale sono pagati integralmente dai comitati d’impresa.
Infatti, il sistema degli chèque-vacances ha coinvolto ormai la quasi totalità dei fornitori di servizi turistici nonché molti fornitori di servizi sportivi e culturali.
È molto interessante vedere come siano stati effettivamente coinvolti un numero enorme di piccoli e medi operatori ed è altrettanto interessante che il 26% della spesa sia destinato alla ristorazione, bilanciandosi sostanzialmente con la parte di spesa destinata a viaggi e trasporti (28%) e quella destinata ai soggiorni (32%).
L’ANCV sovvenziona le sue attività richiedendo una commissione dell’1% ai soggetti che acquistano gli chèque-vacances e un’altra commissione dell’1% ai professionisti del turismo che chiedono il rimborso dei buoni.
L’ANCV trae significativi guadagni dagli investimenti finanziari che derivano dal gestire gli importi versati per l’acquisto degli chèque-vacances sino al momento del rimborso.
Inoltre, una piccola ma significativa quantità di buoni non vengono mai utilizzati ed il loro controvalore viene sempre utilizzato per fini sociali.
Ad esempio, nel 2005 sono stati rimborsati circa 840 milioni di euro sugli 842 milioni di euro emessi nel 2003 e pertanto è rimasto un fondo di 2 milioni di euro che è stato destinato ad attività sociali.
L’ANCV, infatti ha tra le sue competenze la distribuzione di aiuti alle infrastrutture del turismo e del tempo libero a vocazione sociale e contribuisce all’applicazione delle politiche sul turismo sociale definite dallo Stato francese.
DOVE FINISCONO GLI UTILI?
Gli utili dell’Agenzia, al netto di accantonamenti di ogni tipo, sono saliti dai 7,7 milioni di euro nel 2005 e 11,3 nel 2006 ai 14,7 milioni di euro nel 2007 a cui, come detto, vanno sommati gli importi dei buoni scaduti e non incassati.
La maggior parte di essi sono stai reinvestiti sotto forma di sovvenzioni per le infrastrutture del turismo sociale e per finanziare azioni per lo sviluppo delle politiche sociali del turismo.
Ad esempio nel 2007 sono stati messi a disposizione delle azioni sociali ben 19,8 milioni di euro destinati a molte filiere.
L'Agenzia sovvenziona il turismo sociale con aiuti alle infrastrutture e al rinnovo delle case albergo che fanno parte del patrimonio del turismo sociale: villaggi vacanze, maisons familiales, hôtellerie familiale, camping, ostelli della gioventù, centri sportivi di vacanze.
Nel 2006, 145 progetti hanno ottenuto una sovvenzione, per un ammontare globale di 6,533 milioni di euro.
Dal 1994 al 2003 sono stati finanziati 921 progetti di supporto alle infrastrutture del turismo sociale per un importo di circa 37 milioni di euro.
Gli aiuti per le infrastrutture sono rivolti a tre settori di intervento:
- rinnovo e modernizzazione delle infrastrutture turistiche esistenti per migliorarne il confort e i servizi indirizzati all’accoglienza delle famiglie, dei giovani, delle persone anziane, e delle persone diversamente abili;
- creazione di infrastrutture turistiche a carattere sociale e innovativo, in zone ge
- ografiche determinate concorrendo alla creazione di un turismo sostenibile;
- azioni pilota e innovative che necessitano di investimenti materiali (per esempio: pratica di sci per persone diversamente abili, alloggi per giovani stagionali).
Una filiera di intervento sociale ancor maggiore e’ costituita dall’aiuto ai “progetti vacanze”.
Dal 1987 al 2007, più di 400.000 persone hanno beneficiato degli aiuti ai progetti vacanze, per un ammontare totale superiore ai 34 milioni di euro.
“I progetti vacanze” sono stati creati per aiutare le persone che hanno difficoltà a partire in vacanza per la prima volta. Questi aiuti che sono costituiti dal contro-valore dei buoni scaduti e non utilizzati, hanno rappresentato, 5,316 milioni di euro nel 2006 e finanziato la prima vacanza di più di 68.000 persone, nel 2007 i beneficiari sono stati più di 51.000, in discesa a causa di una ristrutturazione nel servizio.
L’obiettivo è di raggiungere i 100.000 beneficiari ogni anno.
L'ANCV sostiene anche le vacanze delle persone diversamente abili, ad esempio aiutando l’associazione «Tourisme et Handicaps».
Dal mese di novembre 2006, l'ANCV a ha ripreso gli obiettivi dell'ex gruppo d'interesse pubblico « Bourse Solidarité Vacances » (BSV), che mette in relazione professionisti del turismo e delle associazioni umanitarie o dei servizi sociali proponendo vacanze a prezzi molto bassi a famiglie e persone in situazioni di disagio.
L’ANCV e’ stata confermata dal governo nel suo ruolo di agenzia per sviluppare nuovi interventi di turismo sociale.
L'OBIETTIVO
Infatti continua a conservare il monopolio della emissione dei buoni vacanze, anche se e’ possibile che stipuli accordi con altre entita’ per la distribuzione nelle imprese sotto i cinquanta dipendenti, dove vuole arrivare a coinvolgere mezzo milione di lavoratori entro il 2010.
All’ANCV e’ stata affidata anche la gestione dei “coupon sport” per incentivare la pratica sportiva, tramite il contributo al pagamento dell’utilizzo delle strutture sportive.
L'ANCV finanzia e coordina il programma «Seniors en vacances» indirizzato alle persone anziane con limitate possibilità economiche.
Questo programma è stato ripreso letteralmente dal programma spagnolo, di cui tratteremo successivamente, e prevede un sostegno ai soggiorni degli anziani che consentirà, a partire dal 2009, la partenza in vacanza di più di 100.000 anziani che diventeranno 500.000 nel 2011.
A livello sperimentale è stato attivato il programma già fin dal 2008 con i prezzi e cofinanziamenti illustrati nel prospetto che segue, di cui hanno beneficiato circa 10.000 anziani.
L’obiettivo del Governo francese è quello di coinvolgere i fornitori di servizi nel cofinanziamento del programma.
In Francia 13.635.000 persone hanno piu’ di 60 anni, nel 2007 gli over 60 rappresentano il 21% della popolazione, ma nel 2050 saliranno al 31%.
Il 52% degli anziani con piu’ di 65 anni non parte per le vacanze e la percentuale si eleva al 58% a partire dai 70 anni.
Su 8,6 milioni di famiglie con reddito da pensione ben 5,2 sono al di sotto della soglia delle imposte e piu’ di 600.000 vivono con una pensione minima, pertanto l’incentivo alle vacanze degli anziani non puo’ venire (come invece succede per i lavoratori) da una leva puramente fiscale ma e’ necessario un vero e proprio contributo.
CONCLUSIONE
Abbiamo visto che gli chèque-vacances provocano nuovi flussi turistici, ma solo in parte fuori stagione e sono utilizzati da famiglie di reddito medio addirittura leggermente superiore alla famiglia tipo francese.
L’indagine sotto sintetizzata dimostra chiaramente quanto sia necessario concentrarsi sugli anziani, i genitori single, gli operai e in genere il quarto della popolazione con reddito più basso, sui disoccupati e gli abitanti delle campagne.
In conclusione, possiamo dire che il sistema francese degli chèque-vacances si è rivelato un ottimo esempio di come il turismo sociale sia una necessità, possa alimentarsi grazie al suo stesso successo e favorire lo sviluppo di tutto il settore turistico.
ANCV calcola che per ogni euro di chèque-vacances siano spesi altri tre euro a carico delle famiglie, per cui, considerando che almeno un terzo delle famiglie non avrebbero viaggiato e considerando che il giro d’affari degli chèque-vacances supera il miliardo di euro, gli chèque-vacances portano all’economia francese un fatturato aggiuntivo pari a non meno di un miliardo e 400 milioni di euro l’anno.
Questo solo fatturato completamente aggiuntivo produce imposte per lo stato di gran lunga superiori alle esenzioni contributive e fiscali che favoriscono la diffusione degli chèque-vacances.
Di
Tito Livio Mongelli e me