domenica 26 ottobre 2014

La truffa milionaria del rilancio turistico

Formazione fantasma, affitti di comodo e falsi tirocini a ultra sessantenni: così Promuovitalia, l'agenzia governativa per la promozione turistica finita in liquidazione, ha sperperato 90 milioni di euro stanziati dall'Europa per l'avviamento dei giovani al lavoro.
In un documento riservato in possesso di Repubblica i meccanismi usati per alimentare un sistema fraudolento che ha veicolato manodopera a basso costo all'interno di imprese amiche.

C'è anche l'Istituto superiore di scienze religiose di Reggio Calabria tra le "imprese" scelte per formare i giovani italiani a mestieri innovativi e tecnologici nel settore del turismo. In quel luogo, tra volumi in latino e immagini dei santi, sono finiti due tirocinanti, un archivista e un tecnico di museo, beneficiari dei fondi europei distribuiti a pioggia dalla generosità di Promuovitalia.

Ma quello di Reggio è solo un caso su mille, e forse il meno eclatante, pescato all'interno di una giostra di sprechi, clientele e prebende che va avanti da anni e non accenna a diminuire neanche oggi, dopo che il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha commissariato l'Enit e messo in liquidazione il suo braccio operativo Promuovitalia.

Tutta la storia è scritta in un documento riservato interno all'ente (di cui Repubblica è in possesso) che certifica come negli ultimi anni sono stati spesi i soldi dell'Unione Europea per circa 10.000 tirocini formativi.
Un giro che sfiora i 90 milioni di euro, molti dei quali finiti per alimentare un sistema fraudolento che, dietro la bandiera dell'Ue, avrebbe veicolato manodopera a basso costo all'interno di imprese amiche.

Il sistema. Il metodo utilizzato è semplice: i soldi europei arrivano a Promuovitalia insieme ai fondi dello Stato italiano.
La società (oggi in liquidazione) controllata dall'Enit (oggi commissariato) individua attraverso i suoi tecnici sia il tirocinante che l'azienda dove sarà formato.
L'azienda non paga nulla, anzi riceve 300 euro una tantum per il tutoraggio, mentre il tirocinante viene pagato dall'ente e, quando l'esperienza si consuma fuori dalla provincia di nascita, gli viene garantito anche l'alloggio.
Questo almeno in teoria.
Nella pratica il metodo maturato negli anni ha dato linfa alla formazione di un bacino di manodopera a basso costo, messa a disposizione di imprese "amiche", molte delle quali non dotate delle caratteristiche innovative previste dal progetto, oltre ad aver arricchito il banchetto dei manager corrotti, capaci di lucrare su tutto, anche sugli affitti delle case.

È questo il nuovo scandalo dei fondi europei Fesr, destinati alle Regioni per incentivare gli investimenti in innovazione e sviluppo attraverso la formazione di addetti all'ecommerce, energy manager, sviluppatori di app che possano contribuire a modernizzare l'offerta turistica del Paese.
E il rischio, adesso, è che l'Unione decertifichi la spesa e che si sfili dalla concessione del suo 50%, lasciando allo Stato italiano l'intero peso finanziario dello stanziamento.

Cuochi, massaie e pensionati. A fine 2012 negli uffici di Promuovitalia interviene l'indicazione dell'Unione europea su come devono essere utilizzati questi fondi: non più verso i mestieri tradizionali, ma per formare nuove figure in cui sia presente un trasferimento di tecnologie e innovazione.
Anzi, Bruxelles fa di più e qualche mese dopo chiede il resoconto dei tirocini in corso per capire se la spesa dei soldi pubblici va nella giusta direzione.

Così non sembrerebbe, almeno dal documento riservato che certifica, anche per il 2014, numerose irregolarità rispetto alle indicazioni comunitarie. Al suo interno emergono casi esemplari.
Ad imparare mestieri innovativi figura un 62enne cameriere d'albergo a Pompei; una ultracinquantenne signora russa che lavora in un grosso centro turistico alberghiero di Reggio Calabria; una 60enne arruolata in un noto ristorante nel centro di Napoli; un 60enne che esercita l'arte della pasticceria nel comune di San Rufo, in provincia di Napoli.
Tutti con contratti di tirocinio ancora oggi in corso.

A beneficiare della loro manodopera e di quella degli oltre 1.000 tirocinanti che nel 2014 sono stati coinvolti nel progetto, ci sono le imprese, per la maggior parte grosse catene alberghiere del Sud, come il Grand Hotel Baia Verde di Acicastello, in Sicilia, che ha potuto così arruolare ben 7 camerieri.
Oltre a questo, tra gli esercizi commerciali chiamati a dire grazie ci sono anche un bowling, un centro estetico, ma soprattutto alcune società, come la Neatec spa di Latina, che di tirocinanti ne hanno accolti a decine.

Affitti pazzi. Nella gestione tutta personale e antieconomica dei soldi pubblici accade anche che un dirigente di Promuovitalia dirotti un piccolo esercito di giovani tirocinanti nella sua Piacenza riuscendo a farli alloggiare nelle case intestate a sua madre.
Un giochino facile facile, che sarebbe in parte proseguito anche dopo il decesso della signora, e che funziona in questo modo: lo Stato e l'Ue pagano l'alloggio ai giovani per essere formati, e ad incassare c'è lo stesso dirigente che gestisce il progetto.
L'uomo si chiama Antonino Bussandri ed è oggi indagato nell'ambito di uno dei filoni d'inchiesta aperto su Promuovitalia.

Il dirigente dovrà giustificare agli uomini della Guardia di Finanza i circa 360mila euro guadagnati negli anni grazie all'affitto degli appartamenti intestati alla madre.
Tuttavia, a confermare che quello di Bussandri non è un caso isolato, è il modo con cui l'azienda ha gestito l'intera faccenda.

Nel luglio del 2013 l'allora direttore generale Francesco Montera (anch'egli indagato per una faccenda di stipendi gonfiati) chiede al cda di Promuovitalia un procedimento disciplinare con licenziamento per giusta causa nei confronti di Bussandri. 
La risposta del consiglio è tutt'altra: vengono prima tolti tutti i poteri al dirigente che ha denunciato e, al ritorno dalle ferie, lo stesso viene licenziato.

Veleni e giochi di potere. Gli uomini della Guardia di Finanza sono tornati circa due settimane fa negli uffici di Promuovitalia a largo Chigi per raccogliere carte e documenti utili alle tre inchieste aperte dalla Procura di Roma sulle vicende interne all'azienda.
Al centro delle indagini c'è sia il caso degli affitti pazzi che quello più generale dell'utilizzo dei fondi europei nelle Regioni del Sud, oltre alla verifica di un potenziale buco di bilancio da 11 milioni di euro.

Il pentolone comincia a bollire e giovedì 16 ottobre l'onorevole Francesco Ferrara di Sel ha presentato un'interrogazione parlamentare diretta al ministro Franceschini per chiedere chiarezza su tutte le criticità emerse, dai fondi spesi fino al mancato pagamento dei lavoratori di Unicity, l'azienda che per conto di Promuovitalia si occupa della gestione del sito internet Italia.it (qui una lettera aperta della redazione, senza stipendi da marzo e con il direttore Arturo Di Corinto dimissionario). Tutto questo ha contribuito ad alimentare le faide interne che da anni minano i rapporti tra ministero, Enit e Promuovitalia. 
L'attuale liquidatore di Promuovitalia, il commercialista Antonio Venturini, deve infatti far luce sull'ultima gestione dell'azienda, quella che ha visto come protagonisti l'ex-presidente Costanzo Iannotti Pecci, presidente di Federterme nominato in quota Confindustria, e il suo vice Massimo Ostilio, già portavoce di Clemente Mastella e assessore al Turismo della Regione Puglia. Oltre a loro, però, lo scontro tra i manager e lo scaricabarile delle responsabilità è ai massimi livelli e saranno solo le indagini giudiziarie a mettere la parola fine alla vicenda.

La riforma Franceschini. Il futuro della promozione turistica italiana dipenderà molto dalla forza con cui saranno seguiti i dettami previsti dalla legge 106, approvata nel luglio scorso dal Parlamento. Al suo interno, in tre capoversi è contenuta la rivoluzione del sistema di promozione turistica che parte dalla trasformazione dell'Enit ad ente economico, quindi obbligato a rispettare tutte le regole contrattuali di un'impresa privata. Questo significa che la strada intrapresa dal commissario Cristiano Radaelli dovrà passare per l'approvazione di un nuovo statuto, il taglio netto di sprechi storici come quello delle sedi all'estero, e soprattutto una nuova selezione del personale. In sostanza, alcuni dipendenti rischiano di finire in mobilità e di essere riassorbiti da altre aziende pubbliche, mentre chi rimarrà dovrà firmare un nuovo contratto di tipo privatistico.

La legge ha acceso gli scontri interni e frustrato gli appetiti delle numerose lobby che girano intorno al ricco universo del turismo. "Con questa riforma - rivela una qualificata fonte interna al ministero dei Beni Culturali - il ministro Franceschini ha preso una decisione che molti altri non hanno avuto il coraggio di prendere prima di lui. E sono tantissime le persone che osteggiano questo cambiamento.

Si tratta di gruppi di interesse trasversali che le tenteranno tutte per evitare che sia adottata perché, per molti, questo significherebbe la fine della festa".







 

4 commenti:

  1. Ho verificato che qui sul blog si discuteva di Promuovitalia sin dall'agosto 2010, i tempi del famoso CBN brambillesco da 7 milioni di euro bruciati nel nulla.
    Tempi già "sospetti" ma ancora "floridi" per la società, anche se se ne intuiva già da allora il vero significato e mandato.
    L'attenzione del blog negli anni successivi è stata direi costante, sino al preannunciato e probabile epilogo del 2013.
    Mercoledì prossimo si dovrebbe forse sapere qualcosa di più, perlomeno della versione "ufficiale" dei fatti, le varie malversazioni denunciate, gli scontri e i veleni dell'ultimo periodo. Vedremo.

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  2. Trovo comunque vergognoso che non ci sia ancora un bilancio 2013 approvato.

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  3. @Frap

    Il bilancio dovrebbe essere approvato tra non molto.

    ;)

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  4. Ah, per quanto riguarda il parlarne da tempi "non" sospetti, beh; anche il tuo blog non è stato da meno ... risulta infatti che le date siano concomitanti

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