blog di critiche costruttive sul turismo e sulla cultura (dal 1° gennaio 2009)
lunedì 14 giugno 2010
Intesa SanPaolo e il turismo
E’ inutile che ci rigiriamo i pollici o c’inventiamo la luna nel pozzo anche quando è nuvolo; i prossimi 10 anni saranno decisivi per lo sviluppo del nostro sistema turistico.
E nonostante “alcuni” facciano di tutto o il loro possibile per danneggiarci, l’Italia è e rimarrà uno dei principali Paesi turistici del mondo.
Però il più grande problema è: manterrà le sue attuali quote di mercato, e magari migliorandole?
I programmi, quelli che non sono dati a sapere o incomprensibili a molti, sono abbastanza buoni, ma c’è sempre un dubbio, un bel grosso dubbio che vi spiegherò nei prossimi giorni.
Prima aspetto conferme e comunque…
Comunque e "forse" Banca Intesa San Paolo punta a una rapida industrializzazione del nostro prodotto turistico attraverso una regolarizzazione del settore, vale a dire con una sostanziale riduzione della presenza degli albergatori privati a vantaggio delle catene alberghiere, NH Hoteles in primis.
E questo era già nell’aria.
Ma chi è NH Hoteles?
Pochi anni fa la Jolly Hotels di proprietà della famiglia Zanuso/Marzotto, fu scalata in Borsa da una cordata formata dal Gruppo bancario Intesa San Paolo, uno dei maggiori in Italia, e dalla spagnola NH Hoteles, che li ha incorporati nel proprio portafoglio assieme ai Framon Hotels, catena alberghiera di origine siciliana, fondata dalla famiglia Franza proprietaria dei prestigiosi alberghi in Sicilia, Firenze, Roma, Milano e Venezia.
NH Hoteles allo stato attuale risulta la maggiore compagnia alberghiera in Italia con oltre 50 alberghi e 8000 camere, mentre nel mondo, gestisce 349 alberghi con più di 52.793 camere in 22 Paesi di Europa, America e Africa.
Quindi una catena alberghiera con dimensioni industriali, vale a dire con decine di centinaia di alberghi segmentati dal low cost al lusso, e che dovrebbe favorire l’abbattimento dei costi e quindi anche dei prezzi.
Diciamo un po’ come è accaduto nell’industria manifatturiera tradizionale.
Naturalmente i sindacati sono favorevoli poiché hanno sempre guardato con malcelata diffidenza un settore assai poco sindacalizzato per via dei troppi gestori diretti, e della troppa polverizzazione aziendale.
BIIS, Banca Intesa e Infrastrutture controllata da Intesa San Paolo, ha valutato in 150 miliardi di euro l’investimento che cambierà il nostro settore nei prossimi 5 anni, e i banchieri non hanno di certo perso tempo; il business c’è ed è anche buono.
Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna non la pensano nello stesso modo.
Mentre i banchieri gonfiavano la bolla speculativa immobiliare (e i derivati finanziari) che ha rischiato di travolgere l’intera economia mondiale, italiani, ladini e asburgici del Nord Est e i pimpanti romagnoli della costa adriatica hanno messo mano al portafoglio e hanno incominciato a ristrutturare o a edificare ex novo splendidi alberghi belli dal punto di vista architettonico, splendidamente condotti da famiglie profondamente radicate nel loro territorio, arricchiti dei servizi che oggi fanno la differenza, dalle Spa alla ristorazione a chilometro zero, dialogando con il territorio e le amministrazioni locali per migliorare e abbellire le destinazioni turistiche.
Hanno avuto successo perché hanno affrontato il nodo centrale del problema: certificare e garantire la qualità delle strutture e del servizio.
Anche se credo che la qualità si possa sempre migliorare e i margini siano ancora alquanto ampi.
Regioni, Province, Comuni da un lato, imprenditori locali e nazionali dall’altro saranno vincenti se abbelliranno e puliranno i loro territori, se realizzeranno o ristruttureranno gli alberghi secondi i criteri dell’abbattimento dei consumi energetici, dell’impatto architettonico, e finalmente della valorizzazione professionale delle Risorse Umane.
Ma su quest’ultima cosa ho ancora molti e seri dubbi, anzi certezze; perchè quello che vedo in giro ...beh, si può far di meglio.
Gli altri?
Gli altri staranno ancora a guardare la luna nel pozzo ... anche se fuori piove.
Mentre tutto il resto sono solo chiacchiere… e politica.
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Ottima visione della situazione e degli sviluppi, io metterei nella partita anche i cinesi, poi alcune situazioni che si devono chiarire più a livello locale che nazionale, comunque ottimo, ciao Plinio
RispondiEliminaPer me è straveritiero e ben detto.
RispondiElimina:-D
B.C.
...continua....
RispondiElimina;-)
MARTEDI' 8 GIUGNO 2010
RispondiEliminaE' l'effetto del conferimento del 2,6% Grande Jolly (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 08 giu - Intesa Sanpaolo aumenta la partecipazione in Nh Italia, la controllata italiana della catena alberghiera spagnola Nh hoteles, per effetto della semplificazione della catena di controllo del gruppo. L'istituto di credito, secondo quanto appreso da Radiocor, ha incrementato dal 42,75 al 44,5% la quota detenuta nella societa', mentre gli spagnoli, tramite NH hotel rallye, sono scesi al 55,5%, di cui il 50,6% e' in pegno alle banche. Il cambio di quote e' avvenuto a seguito del conferimento in Nh Italia della partecipazione del 2,6% detenuta da Intesa Sanpaolo in Grande Jolly, veicolo utilizzato tempo fa per effettuare l'opa su Jolly Hotel e di cui Nh Italia deteneva il 97,3%. Al termine dell'operazione, il gruppo alberghiero italiano controlla al 100% due societa' operative, che in futuro verranno probabilmente fuse: Nh Italy management, a cui fanno capo gli alberghi originariamente gestiti da Nh e quelli acquisiti da Framon, e Grande Jolly (alberghi ex Jolly Hotels).