E alla fine è andata così!
Pagheranno al massimo 5 euro al giorno per non oltre tre pernottamenti i turisti che sceglieranno Roma.
In pratica, la tassa di soggiorno nell'ipotesi prevista dal Campidoglio, prevede un contributo per tutti coloro che trascorreranno a Roma da una a tre notti nelle strutture ricettive: 1 euro al giorno nei campeggi, negli agriturismo, nel Bed & Breakfast, negli hotel a una stella; 2 euro per gli affittacamere, per le case per le ferie, per i residence e per gli alberghi a tre stelle.
Si arriverà a pagare tre euro negli hotel a quattro stelle e 5 per le categorie extralusso.
Secondo le stime del Campidoglio, qualora venisse introdotta la tassa di soggiorno porterebbe ad un introito di 79.175.413 euro.
Però i nostri conti non sono così ma leggermente più alti, comunque c’è da dire che nessuno dei “conoscitori” del turismo nazionale l’aveva predetto o calcolato, lasciandoci invece andare a tutt’altre considerazioni o a eclatanti avversi proclami.
Ma non “Tutto sbagliato tutto da rifare”, si, questo semplicissimo blog, che non appena veniva annunciata la tassa di 10 euro a prs. così dichiarava: “e sicuramente, alla fine, ci si orienterà su una tassazione che varierà dai 1,00/1,50 ai 5 euro; basta fare due conti con quello che richiede Tremonti …”.
Mah, sarà merito della mia calcolatrice o della voglia di fare due conti, o forse sarà che nelle problematiche ci mettiamo il cervello; in ogni caso sarà quel che sarà.
Non è certo dei nostri meriti che voglio parlare anche se a onor del vero, e scusateci, c’abbiamo sempre azzeccato.
In alternativa Alemanno pensa a misure per cui serve una legge statale o un emendamento che prevedano la cessione del 2% dell'iva del settore turistico a Roma e l'aumento di 1 euro per tutti i musei comunali e statali.
Ciò porterebbe ad un introito, rispettivamente, di 110 milioni di euro e di 8,6 milioni di euro ed eviterebbe l'introduzione della tassa sul turismo.
Beh, allora ne diamo un’altra … di possibilità, sempre che non si voglia, perchè già programmata, sommare alla tassa turistica, e vale a dire:
L’introduzione dell’Ecopass a Milano a partire dal 2 gennaio di quest’anno ha rilanciato anche in Italia il dibattito sull’utilità dei pedaggi urbani per ridurre il traffico eccessivo e contenere le emissioni nocive.
Il bilancio di Milano ad un mese dall’avvio del progetto mette in luce i principali aspetti positivi legati a questo tipo di strumento regolativo : riduzione dei veicoli circolanti in città (- 24,5%), del traffico complessivo (-12,5), delle emissioni di Pm10 (-30%) e aumento di 23.500 passeggeri sulle linee di metropolitana in appena trenta giorni rappresentano risultati sbalorditivi che lasciano intravedere dei progressi ben superiori alle aspettative.
Tali dati non tengono in conto pero’ delle problematicità legate all’introduzione di questo sistema che ha costretto molti cittadini a correggere le proprie abitudini in tema di mobilità non riuscendo pero’ sempre a garantire un miglioramento della qualità della vita. Confrontando l’esperienza di Milano con quella di altre grandi città europee, come Londra, Stoccolma e Manchester, che già da tempo hanno adottato dispositivi simili o stanno per farlo è possibile ravvisare i punti di forza e le criticità di tali sistemi, soprattutto in vista della loro possibile adozione anche da parte di altri grandi città italiane (Roma, Firenze e Torino in particolare).
Il successo del pedaggio urbano a Stoccolma
Già a partire dal 2006, in accordo con il governo svedese, l’amministrazione comunale di Stoccolma ha introdotto una tassa sulla congestione del traffico, instaurando un sistema di pedaggio simile a quelli già in uso a Londra, Singapore, Santiago, Toronto e Oslo. In collaborazione con la IBM, è stato realizzato un piano di rilevazione che prevede l'addebito dei pedaggi al momento del passaggio dei veicoli attraverso diciotto punti di controllo collocati ai margini delle strade, sulle vie d'ingresso o di uscita dal centro di Stoccolma durante i giorni feriali e le ore di punta. Il sistema utilizza le tecnologie laser, fotografica e di sistema, per rilevare e identificare i veicoli e per addebitare i pedaggi a tariffe diverse a seconda dell’ora del giorno (con punte massime dalle 7:30 alle 8:29 e dalle 16:00 alle 17:29, con un importo massimo giornaliero per veicolo di 60 corone svedesi, circa 6 euro).
Per progettare e attivare questi dispositivi l’amministrazione di Stoccolma ha ingaggiato alcuni tra i migliori mobility planner del paese che hanno condotto diverse valutazioni utili ad individuare gli obiettivi e gli effetti sulla vivibilità della città.
Dopo un primo periodo di prova tra il 3 gennaio e il 31 luglio 2006 ed un referendum popolare che ha approvato definitivamente il progetto pserimentale il 17 settembre 2006, l’iniziativa è ripartita con successo dal 1 agosto 2007, contribuendo in maniera decisiva alla riduzione del traffico (meno 10-15% nel centro città) e delle emissioni (meno 10- 14% in centro), ad una migliore qualità dell’ambiente e ad una migliore accessibilità dei mezzi pubblici.
L’applicazione di questi sofisticati dispositivi di controllo ha portato ad un miglioramento della percezione degli spazi urbani, che si accompagna ad un consenso crescente verso l’iniziativa : se all’annuncio del progetto nel 2005 il 75% dei cittadini si dichiarava contrario, già a metà 2007 i favorevoli al progetto erano il 67% degli abitanti. Gli effetti positivi sul traffico hanno superato ogni aspettativa, consentendo cosi’ ai cittadini di accorgersi da soli dei benefici delle misure di riduzione del traffico. Anche i commercianti al dettaglio del centro della città hanno riscontrato un aumento delle vendite del sei per cento mentre la locale azienda di mobilità ha modificato gli orari del trasporto pubblico a causa della maggiore velocità delle corse, dovuta alla riduzione della congestione del traffico.
L’esperienza di Manchester
Forti proteste hanno invece accompagnato la proposta di introdurre il sistema di pedaggio urbano a Manchester, che si accompagna ad un investimento di tre miliardi di sterline per migliorare il trasporto pubblico con nuovi bus ed un servizio di treno metropolitano più efficiente. L’intelligente strutturazione delle fasce di pagamento (7-9:30 e 16-18:30) e l’inserimento della gratuità dell’ingresso in serata e nei weekend ha contributo ad attutire le proteste dell’opinione pubblica, a cui sono state rivolte campagne di comunicazione a seconda delle varie categorie interessate (giovani, lavoratori, anziani) : la corretta spiegazione dei vantaggi previsti ha portato ad un aumento dei favorevoli al progetto al 51% della popolazione ma l’amministrazione della Greater Manchester punta a migliorare ulteriormente questo dato con l’entrata in vigore del servizio.
Benefici e criticità dei sistemi di pedaggio urbano
Gli esempi vincenti di Stoccolma, Londra e Oslo rappresentano ancora una fonte di ispirazione per gli amministratori locali europei ma non solo: negli Stati Uniti il governo federale ha stanziato oltre 130 milioni di dollari per finanziare la realizzazione di analoghi sistemi di pedaggio stradale, per favorire la riduzione della congestione del traffico (come già realizzato in Oregon) .
Altre capitali europee, come Copenaghen, stanno valutando l’introduzione del sistema ma la mancanza di un quadro legislativo nazionale specifico ha finora frenato l’entrata in vigore di tali iniziative. Proprio l’inadeguatezza dei quadri legislativi nazionali costituisce il freno principale all’introduzione di meccanismi capaci di generare entrate sufficienti per completare opere pubbliche cittadine o migliorare i sistemi di trasporto urbano. Basti pensare che in un solo mese il Comune di Milano ha ricavato oltre 2,5 milioni di euro da Ecopass per oltre 130mila attivazioni effettuate.
Altro problema che ha impedito a molte amministrazioni di adottare sistemi cosi’ innovativi è rappresentato dalle proteste dei cittadini e dei pendolari, costretti a pagare salato per potersi recare nelle città ritrovandosi spesso costretti a modificare le proprie abitudini quotidiane per evitare i pedaggi.
Sviluppare efficaci campagne di comunicazione che spingano i cittadini a ridurre l’uso dell’auto e a ricorrere maggiormente ai mezzi pubblici si sono rivelati strumenti utili soprattutto nella fase preparatoria, mentre un buon investimento iniziale nei dispositivi tecnici ha garantito a Stoccolma e a Londra un corretto funzionamento del sistema, limitando i disagi e aumentando il senso di soddisfazione verso l’innovativa e coraggiosa azione amministrativa e una percezione positiva di un ambiente urbano più pulito e vivibile.
Chissà cosa ne pensa Carlo Modica di Mohac, il Capo di Gabinetto del Ministro del Turismo, di questa cosa, e chissà se ci legge ....?
…. comunque se è, buona lettura.
(S.d'A) e me
P.S.: E' inutile dire che altre città italiane copieranno (certamente e checchequalcunonedica) l'attuazione ... magari con altri inserimenti atti solo ed unicamente a tassare i turisti, per incamerare il più possibile.
Non è che abbiamo dei grandi genii in questo settore nel nostro Paese.
Una descrizione perfetta, ma scusa Luciano, cosa c'entra Carlo Modica de Mohac nell'articolo?
RispondiEliminaL'ecopass di Milano in se stesso non è sufficiente.
RispondiEliminaB.C.
Se la cessione del 2% di IVA significherebbe un introito di circa +110 milioni, mi pare di capire che sarà sufficiente +/- un calo dell' 1,5% del fatturato complessivo da pernottamenti su Roma per fumarsi allegramente tutti gli 80 milioni di tassa di soggiorno.
RispondiEliminaUna vera genialata.
@B.C.
RispondiEliminaMi farebbe piacere che, oltre a quello che hai scritto, tu inserissi anche le causali.
Grazie
;-)
@frap
RispondiEliminaNon capisco.
Le due cose non dovrebbero essere concomitanti, a menzione dell'Alemanno e sempre che abbia capito bene.
Per l'albergatore e per il turista in questo caso (cessione 2%) importa poco, perchè anzichè al Governo questa tassa va al Comune.
A meno che non sia già preventivato l'abbassamento dell'Iva sul territorio nazionale, mantenendo però quel 2% solo per Roma.
Di questi non ti puoi mai fidare; complicano tutto e fanno curve anche dove la strada è diritta.
;-)
@Vincenzo
RispondiEliminaCredo che c'entri ... è o non è il Capo Gabinetto?
Buonasera dott. Ardoino,
RispondiEliminami permetto di entrare per la prima volta in una sua discussione anche se è da qualche tempo che seguo i suoi feed.
Entro in questa occasione perchè il tema è senza dubbio affascinante e - a mio modesto avviso - ineludibile.
Questo, che dovrebbe essere uno dei principali oneri di coloro che amministrano le risorse turistiche, rimbalza da nni sui titoli di giornali su cui ciclicamente viene riproposto (con il solo effetto di accrecere il grado di incertezza dell'offerta turistica complessiva..)
Qualche anno fa iniziai ad approfondire questo tema andando poi nel 2008 ad ascoltare direttamente alcuni sindaci (per i follwer interessati posso inserire un link ad un articolo in cui passai in rassegna alcune soluzioni per sopperire alle "voci di costo" generate dal fenomeno turistico).
Il motivo che però mi spinge a commentare è legato all'importanza di spostare l'attenzione del problema.
Qui non si tratta, per mia modesta opinione, della scelta di una compartecipazione iva piuttosto che di una tassa di soggiorno (da scaricarsi solo sull'albergatore) piuttosto che di ecopass su coloro che sono obbigati a muoversi in centro.. etc.. la questione è altra e sicuramente ben più delicata.
La gestione di questi "nuovi" fondi derivanti dal fenomeno turistico che fine fa? (andrà a bilancio senza 'etichetta'? Verrà assorbita da altri settori? Farà la fine dei fondi derivanti dalle ZTLBUS? ...)
Siamo sicuri che anche il ricettivo si opporrebbe a forme di "imposte di soggiorno" se fosse sicuro che i 'tot' euro a notte (che potrebbero decidere di scalare sui loro introiti piuttosto che aumentare i prezzi e quindi temere un effetto riduzione sui pernottamenti) andassero a beneficio del comparto/della destinazione (per favore non solo promozione) concentrandosi su iniziative migliorative del prodotto?
E se invece di pensarla solo come una imposta di soggiorno (legandosi solo ad albergatori escludendo tutte le altre categorie che di 'turisti' ci vivono) si pensasse ad un pacchetto ragionato, condiviso e complessivo (che quindi potrebbe attestarsi su importi decisamente più ridotti ma coinvolgenti tutti coloro che di turistmo ci guadagnano).
Spero di non essermi dilungato troppo. Sia chiaro che in queste mie poche righe non c'è la velleità di voler "risolvere" il problema, ma l'invito ad affrontarlo complessivamente..non rincorrendosi sui titoli dei giornali..
saluti
e grazie per i continui spunti
Anthony LS.
@Anthony LS.
RispondiEliminaIneludibilmente molto valido questo commento che a mio modesto parere merita un approfondito esame.
@Anthony LS.
RispondiEliminaIl link?
grazie
La mia osservazione era:
RispondiEliminase questa tassa di soggiorno disincentiverà il turismo a Roma determinando una contrazione del fatturato complessivo da pernottamenti pari ad appena -1,5%, il risultato finale sarà un minor introito per IVA pari a circa -80 milioni di euro. Sarà quindi una tassa perfettamente inutile, a prescindere dal fatto che la tassa di soggiorno finisce al Comune e l'IVA allo Stato. Tanto vale farsi trasferire dallo Stato l'equivalente dell' 1,5% di IVA, mantenere l'indotto e non rimetterci in termini di immagine. O no?
In effetti è quello che dovrebbe accadere con la contrazione del fatturato turistico dovuto a questa nuova tassa; anzi!
RispondiEliminaIl problema è che probabilmente in consiglio o nelle varie discussioni, qualche "bontempone" avrà portato dei dati di altre città europee...senza però calcolare che la tassazione lì è avvenuta in tempi non sospetti e quindi non di crisi mondiale.
Ma vai a spiegarlo ai "simpaticoni" de Roma.
;-)
---La gestione di questi "nuovi" fondi derivanti dal fenomeno turistico che fine fa? (andrà a bilancio senza 'etichetta'? Verrà assorbita da altri settori? Farà la fine dei fondi derivanti dalle ZTLBUS? ...)---
RispondiEliminaBeh Anthony, credo sia impossibile confidare nel buon operato delle amministrazioni, anche se ad onor del vero qualche piccolo esempio esiste. Comunque la speranza non muore mai, sennò che senso avrebbe questo blog che nasce per criticare ma soprattutto per dare una mano a prescindere dalla questione politica.
Sull'Ecopass o Congestion Charge, credo che Roma ne sia obbligata. Vuoi per sopperire al traffico che è diventato insostenibile nella Capitale, vuoi per contenere le emissioni nocive.
Naturalmente, questi e quelli sopra citati soldini che ne scaturirebbero, dovrebebro andare solo ed esclusivamente per il ripristino della città e non per cose ai più sconosciute ... ma neanche poi troppo.
E sono anche d'accordo sul fatto di non sperperarli solo sul marketing o viaggetti vari, ma solo per migliorare il prodotto.
Chi non conosce la città eterna?
Ma anche; chi non conosce le discrepanze di Roma?
Comunque leggo ---si pensasse ad un pacchetto ragionato, condiviso e complessivo (che quindi potrebbe attestarsi su importi decisamente più ridotti ma coinvolgenti tutti coloro che di turistmo ci guadagnano).---
Un pacchetto riferito ai dati dell'annona, emesso dalla Banca d’Italia o altro che non conosco?
Un nuovo studio di settore?
O c’è qualcosa d’altro che mi sfugge e che non riesco a comprendere?
Vorrei capire e magari ragionarci insieme.
Grazie e cari sinceri saluti
@frap
RispondiEliminal'introduzione di una tassa "disincentiva" se i traduce poi solo in un ricarico sui prezzi e tariffe.. a parità di tariffa (non "disincentivando" dunque) si scarica tutta sull'albergatore (cosa che avviene forzatmente quando si introducono queste "novità" in tempi talmente brevi da non dare all'intermediazione i tempi per ristampare i cataloghi ad esempio...)
[..]
ma il problema è..perchè deve/dovrebbe scaricarsi solo sull'albergatore?perchè è più semplice da non evadere..(si veda modulo C/59..)
[..]
@luciano
il pacchetto a cui mi riferivo non è un insieme di dati..ma un insieme di azioni (che dunque coinvolgano flussi di escursionisti, pubblici esercizi, pendolari etc etc..) che permettano tutte assieme, con i dovuti tempi di applicazione, di favorire un meccanismo in cui all'aumento di flussi turistici corrisponda un aumento di entrate (ma quindi anche un aumento di spese per il settore) e dunque un aumento della qualità di fruizione della destinazione (non solo per i turisti). Parlo di dovuti tempi perchè, a mio avviso, se si continua a parlare di tassa di soggiorno..si solleveranno gli albergatori..si rincarano le ZTLBUS e le compagnie di trasporti pulmann minacciano di dirottare i flussi in altre città..
@Anthony
RispondiEliminaChe l’albergatore non evada è tutto da vedere e da appurare.
Magari alcuni sono solerti e onesti ma gli altri ?
Se poi calcoliamo quelli da poche stelle, ma non solo …vabbè, diciamo che è un obbligo per sopravvivere.
Comunque leggo “---il pacchetto a cui mi riferivo non è un insieme di dati..ma un insieme di azioni (che dunque coinvolgano flussi di escursionisti, pubblici esercizi, pendolari etc etc..) che permettano tutte assieme, con i dovuti tempi di applicazione, di favorire un meccanismo in cui all'aumento di flussi turistici corrisponda un aumento di entrate (ma quindi anche un aumento di spese per il settore) e dunque un aumento della qualità di fruizione della destinazione (non solo per i turisti).---“
Beh, queste cose le stiamo dicendo da decadi, ma è il solito problema italiano delle Finanze e dell’Agenzia delle entrate.
A cui corrisponde poi lo sperpero delle amministrazioni, e di esempi ne abbiamo a iosa.
Credo che sia una “facciata” nel muro più duro che esista e che non ci sia niente da fare … finchè non arriverà qualcuno che attui le leggi nella maniera dovuta, ma campa cavallo.
L’unica soluzione è il federalismo e quindi la possibilità di poterci accorgere in tempo degli errori della politica o di chi amministra questo comparto, ma se il cittadino continua a guardare il Grande Fratello in misura di 8 o 9 milioni a puntata….che dire; forse ce lo meritiamo tutto questo andazzo.