sabato 20 novembre 2010

Un esercito di pedofili italiani a caccia di bambini per il mondo

Oggi é la giornata mondiale dei diritti dei bambini. C'é ben poco da festeggiare, soprattutto per noi italiani, campioni del mondo di una particolare forma di turismo sessuale, quello che va a caccia di ragazzini e bambini nei Paesi piu' poveri del mondo. Uomini e anche qualche donna, di tutte le età che sui passaporti collezionano visti per alcuni Paesi accomunati da una particolarità: l'estrema facilità di trovare minorenni da violentare e la quasi assoluta certezza dell'impunità: Thailandia, Cambogia, Sri Lanka, Tanzania, Kenia, Brasile, un elenco che sembra allungarsi ogni anno.
Malindi, località turistica di mare in Kenia, é ormai una sorta di colonia italiana tanto numerosi sono gli italiani che li' si sono stabiliti, attratti dalla bellezza del posto e dalla calorosità degli abitanti. Hotel, ristoranti, negozi, bar, discoteche della cittadina sono spesso in mano a italiani, e non di rado anche le insegne dei locali sono nella lingua di Dante. Tra gli italiani, oltre a chi vuole vivere e lavorare in armonia con gli abitanti del posto, si distingue anche un numeroso contingente di pedofili. Edwin Muriithi, giornalista e soprattutto uno dei maggiori tour operator della regione dei safari, ha dedicato ai turisti italiani un articolo con un titolo emblematico: "Gli italiani che violentano i nostri bambini nelle ville e negli hotel di lusso di Malindi". Muriithi é solo uno dei tanti che denunciano e si interrogano sul devastante fenomeno.
L'anno scorso, la stampa africana si é varie volte occupata di questi nostri connazionali che dopo aver invaso Thailandia e Cambogia, hanno cominciato ad avvelenare con la loro molesta presenza un certo numero di Paesi dell'Africa, dal Kenia alla Tanzania. 
Mombasa e Malindi sono le due città africane preferite dai pedofili italiani. Gruppi di genitori, in entrambe le località si stanno mobilitando per fronteggiare un fenomeno contro il quale le autorità locali non sembrano agire con efficacia.
La povertà spinge molti minorenni ad avvicinare di propria iniziativa ai turisti italiani, per offrire loro sesso in cambio di pochi dollari.
Il fenomeno ha destato tali proteste popolari a Malindi, che il Ministro del turismo keniano Najib Balala si é trovato costretto a dichiarare che il governo non avrebbe cacciato gli italiani dal Paese poiché essi danno un importantissimo contributo non solo all'economia della zona, ma anche a progetti di rilievo sociale, come la costruzione di scuole.
In Cambogia, il mercato del sesso minorile si é diffuso talmente tanto da essere "socialmente accettato" da una parte della popolazione. Qualche tempo fa, uno sconcertante servizio delle Iene aveva mostrato l'incredibile banalizzazione della pedofilia in un Paese troppo disperatamente povero per avere la forza di reagire. Bambini thailandesi accoglievano i turisti offrendo riviste pornografiche. I taxisti si presentavano in qualità di guide dei bordelli. Sulle spiagge, attempati signori occidentali passeggiavano tenendo per mano bambini del posto. Tutto accadeva alla luce del sole e, apparentemente, se il "turista' offriva alla famiglia del bambino una manciata di dollari, si assicurava completamente dalla già remota possibilità di un intervento della polizia.
Davanti a questa serie di casi, ed alle statistiche che indicano gli italiani al primo posto della pedofilia nel mondo, non bastano le dichiarazioni d'intenti, ma occorrono misure straordinarie di contrasto. Se la polizia di questi Paesi non riesce ad intervenire, o perché sprovvista dei necessari mezzi, o perché troppo corrotta, abbiamo il dovere di farlo noi.

4 commenti:

  1. Se ne parla troppo poco!!!

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  2. Una delle pochissime cose positive della Brambilla, ma anche in questo caso penso sia dovuta "solo" per questioni politiche.

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  3. Beh, anche in questo caso ha toppato.
    Da poco in carica convocò con urgenza una conferenza stampa per comunicare la sua decisione di attivare un'iniziativa per combattere lo sfruttamento sessuale dei minori nel turismo.
    Non so se ci rimase male, in quell'occasione, quando dopo il suo intervento un imbarazzato collaboratore, a fronte di sguardi perplessi (o allibiti?) dei giornalisti, le sussurrò all'orecchio che il Parlamento aveva già approvato l'apposita legge...

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  4. ...e ricevette l'ira di qualche giornalista cubano.

    http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/2009/07/fermatela-grazie.html

    Altra manifestazione dell'inutilità della "Sciura", che da allora non c'ha fatto mancare mai niente per quanto riguarda la volgia d'apparire a qualsiasi costo.
    Il problema è che l'italiano dimentica; non tutti ma molti di noi.
    :-(

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