sabato 20 novembre 2010

Il "fallimento" dell'Enit (parte 1a)

“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformate in azioni”
MAHATMA GANDHI
Infatti le persone vanno valutate per quello che fanno e non per quello che dicono; quindi per la corrispondenza con quello che hanno detto.
E di corrispondenza  tra il dire e il fare all’Enit, c’è veramente ben poco; almeno è così che io la penso.
Ma veniamo ai “fatti” dell’Ente Nazionale del Turismo o se preferite all’Agenzia Nazionale del Turismo.
Abbiamo più volte ripetuto come e quanto quell’ente, in passato, sia stato considerato internazionalmente un “carrozzone”, nonché ritrovo o deposito di trombati politici, fannulloni, incapaci e via dicendo.
Dopodiché, con l’avvento del ministro Michela Brambilla, del presidente Matteo Marzotto e del Direttore Generale Paolo Rubini, vediamo un po' che cos’è cambiato (?).
Delle conoscenze del settore e della produttività del ministro in ambito turistico, ne abbiamo un chiaro esempio con le recenti dichiarazioni di Confindustria (probabilmente non partitocratiche e quindi inadatte a particolari illazioni); nonché delle molteplici affermazioni delle varie associazioni, che oltre alla delusione dall’andazzo generale per conto di promesse mai mantenute, risultano anche abbastanza “incazzate”; per finire alle Regioni che oltretutto, per via del Titolo V della Costituzione, hanno la totale responsabilità del turismo regionale, ma lamentano dei “tentativi” della medesima di togliere loro qualche costituzionale “potere”.
Potere che il ministro invero non ha; un po’ come suo ministero del turismo, che a occhi e orecchie indiscrete non esiste, e suona più come un premio a non si sa bene che cosa.
O forse si sa?
Ricordo che questo ministero è stato abrogato attraverso un referendum nazionale nel ’93 (votazione con percentuali “bulgare” all’82,30%).
Con l’eccezione dei “li gatti, li cani, li uccelli e animali affini”, la signora di zazzera non ha fatto un granché e l’offerta strutturale del nostro Paese e’ peggiorata.
Restano a parte alcune isole felici (che lo erano prima e continuano ad esserlo oggi), e nonostante un patrimonio artistico invidiabile, manteniamo però delle tasse esagerate con conseguenti prezzi che non ci fanno competere con gli altri Paesi mediterranei e/o mondiali.
In questo contesto, cosa ha fatto l’allora sottosegretaria Brambilla per far capire che da ufficio della presidenza del consiglio dei ministri, chi si occupa della politica del Turismo aveva bisogno di un ministero?
Queste le due maggiori iniziative:
1 – L’11 febbraio del 2009 sono state varate nuove norme sulle stelle degli alberghi (le ultime erano del lontano ‘86) con il dichiarato intento di porre una regola standard all’attuale giungla che, per esempio, fa sì che un due stelle di Rimini o Bolzano sia paragonabile come qualità ad un quattro stelle della Calabria che, però ha i prezzi di un cinque stelle delle due località nordiche. Nuove norme che non hanno cambiato nulla: la nuova classificazione non riguarda gli alberghi esistenti ma solo quelli nuovi e quelli ristrutturati (per cui se ne parla fra qualche secolo) ed ha istituito un sistema di rating per la misurazione e la valutazione della qualità del servizio reso ai clienti che però, non solo e’ associato alle stelle di cui sopra ma a cui gli alberghi vi aderiscono solo su base volontaria.
Una str…anezza che molte associazioni avevano plaudito, tra cui la più interessata, e vale a dire la Federalberghi del Bernabò Bocca, che a quei tempi viveva in perfetta sintonia (apparivano sempre insieme) con la futura ministra e che recentemente è stato nominato vice presidente del CNEL
Ma guarda un po’.
2 - il 6 febbraio e’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per la fruizione dei buoni vacanza a seguito delle generiche disposizioni della Finanziaria 2008.
Un contributo statale destinato alle famiglie a basso reddito utilizzabile per le vacanze al mare, in montagna o alle terme in tutto l’arco dell’anno con esclusione del periodo che va dalla prima settimana di Luglio all’ultima di Agosto e quello dal 20/12 al 6/1... cioè quando la maggior parte delle famiglie a basso reddito (operai, precari eccetera) hanno le ferie. Quindi non defiscalizzazione per consentire maggiori investimenti per la qualità e calo dei prezzi al consumo, ma contributi a pioggia di minimo e dubbio arrivo.
Il gran successo di questi Bonus Vacanza comunque è scritto qua.
E per fare questo ci vuole un ministero anche contro la volontà dell’82,30% degli elettori?
Recentemente tra grandi auto proclami la “Sciura Brambilla”... continua ....

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