Ma lo fanno apposta a dare questi dati o queste statistiche all’Enit?
Spesso si.
Dati e statistiche si possono manipolare per tentare di “dimostrare” questa o quella tesi, ipotesi o preconcetto.
Spesso si.
Dati e statistiche si possono manipolare per tentare di “dimostrare” questa o quella tesi, ipotesi o preconcetto.
Ma è ancora più frequente che si tratti di errori o superficialità – cose citate o riferite senza verificarne l’attendibilità o il significato. Non è raro che siano in gioco tutti e due i fattori (deformazioni consapevoli e stupidaggini involontarie) con conseguenze che sarebbero comiche se non fossero pericolose.
Lewis Carroll, “al secolo” Charles Dodgson, non scriveva solo le ambigue favole di Alice.
Era un matematico e questa è una sua osservazione: «Se vuoi ispirare fiducia, dai molti dati statistici, perché non importa che siano esatti, neppure che siano comprensibili. Basta che siano in quantità sufficiente».
E la Brambilla col Marzotto probabilmente lo sanno.
Ma le statistiche sono una cosa seria, e se usate bene, sono uno strumento di notevole utilità. Lo sa per esperienza chi, come me, si è trovato molte volte a doversene servire per motivi di studio e di lavoro. E poiché ne deve trarre conseguenze significative, è costretto a capire come funzionano – e perciò ad approfondire l’origine e la natura dei dati. Spesso scoprendo che il significato è molto diverso da quello che sembra (o che i numeri sono privi di significato ed è necessario non tenerne conto per non cadere in pericolosi errori).
Le statistiche non uccidono (se non in alcuni casi, come quando sono l’origine di un errore medico o della mancata prevenzione di un disastro), ma l’informazione è un’arma, spesso usata come tale. Le statistiche sono uno strumento dell’informazione e anche per ingannare gli avversari con numeri falsi o manipolati. Diceva Winston Churchill: «le sole statistiche di cui ci possiamo fidare sono quelle che abbiamo falsificato».
Si vince con le statistiche avendo informazioni migliori, più attendibili e perciò più utili. Ma non basta avere dati. Si tratta anche, o soprattutto, di saperli capire e gestire.
I dati possono essere generati e interpretati in modi diversi, spesso portando a risultati intenzionalmente ingannevoli o sbadatamente deformanti.
Accade spesso che un dato, una notizia o un’opinione, arbitrariamente o incautamente pubblicata da uno, sia ripresa acriticamente da altri e abbia un’enorme diffusione senza alcuna verifica sull’attendibilità della sua origine. Talvolta una “bufala” può sopravvivere per millenni (per esempio non c’è mai stata alcuna prova attendibile che Nerone avesse incendiato Roma … o che quest’anno, nei primi sei mesi dell’anno, sono arrivati il 35% in più di turisti statunitensi in confronto con l’anno scorso).
C’è un’efficace sintesi di questa sindrome in un’osservazione di Alessandro Manzoni. «Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune».
Insomma dalle statistiche del turismo si può imparare, ma ce ne sono troppe sbagliate, ingannevoli o male interpretate.
Per evitare di essere confusi o imbrogliati non occorre avere una laurea in matematica o conoscere in profondità i complessi fattori della significatività statistica, m basta sapere che prima di fidarci dei numeri è meglio capire se hanno un senso – e, se ce l’hanno, quale può essere un credibile significato.
In Francia l’INSEE ha dimostrato che ce la si può fare, ma il problema qui in Italia è a monte.
Infatti credo che siano le istituzioni nazionali che forse non lo vogliono, per poter poi dare ciò che meglio aggrada loro
Tutto questo per dire che le dichiarazioni della Brambilla, del Marzotto e del Paolo Rubini (e non certo soli) non vanno d’accordo con la probabile verità; infatti così dichiarano per quanto riguarda i primi sei mesi dell’anno 2010, comparati con le presenze del 2009: e per di più … auto lodandosi.
Lewis Carroll, “al secolo” Charles Dodgson, non scriveva solo le ambigue favole di Alice.
Era un matematico e questa è una sua osservazione: «Se vuoi ispirare fiducia, dai molti dati statistici, perché non importa che siano esatti, neppure che siano comprensibili. Basta che siano in quantità sufficiente».
E la Brambilla col Marzotto probabilmente lo sanno.
Ma le statistiche sono una cosa seria, e se usate bene, sono uno strumento di notevole utilità. Lo sa per esperienza chi, come me, si è trovato molte volte a doversene servire per motivi di studio e di lavoro. E poiché ne deve trarre conseguenze significative, è costretto a capire come funzionano – e perciò ad approfondire l’origine e la natura dei dati. Spesso scoprendo che il significato è molto diverso da quello che sembra (o che i numeri sono privi di significato ed è necessario non tenerne conto per non cadere in pericolosi errori).
Le statistiche non uccidono (se non in alcuni casi, come quando sono l’origine di un errore medico o della mancata prevenzione di un disastro), ma l’informazione è un’arma, spesso usata come tale. Le statistiche sono uno strumento dell’informazione e anche per ingannare gli avversari con numeri falsi o manipolati. Diceva Winston Churchill: «le sole statistiche di cui ci possiamo fidare sono quelle che abbiamo falsificato».
Si vince con le statistiche avendo informazioni migliori, più attendibili e perciò più utili. Ma non basta avere dati. Si tratta anche, o soprattutto, di saperli capire e gestire.
I dati possono essere generati e interpretati in modi diversi, spesso portando a risultati intenzionalmente ingannevoli o sbadatamente deformanti.
Accade spesso che un dato, una notizia o un’opinione, arbitrariamente o incautamente pubblicata da uno, sia ripresa acriticamente da altri e abbia un’enorme diffusione senza alcuna verifica sull’attendibilità della sua origine. Talvolta una “bufala” può sopravvivere per millenni (per esempio non c’è mai stata alcuna prova attendibile che Nerone avesse incendiato Roma … o che quest’anno, nei primi sei mesi dell’anno, sono arrivati il 35% in più di turisti statunitensi in confronto con l’anno scorso).
C’è un’efficace sintesi di questa sindrome in un’osservazione di Alessandro Manzoni. «Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune».
Insomma dalle statistiche del turismo si può imparare, ma ce ne sono troppe sbagliate, ingannevoli o male interpretate.
Per evitare di essere confusi o imbrogliati non occorre avere una laurea in matematica o conoscere in profondità i complessi fattori della significatività statistica, m basta sapere che prima di fidarci dei numeri è meglio capire se hanno un senso – e, se ce l’hanno, quale può essere un credibile significato.
In Francia l’INSEE ha dimostrato che ce la si può fare, ma il problema qui in Italia è a monte.
Infatti credo che siano le istituzioni nazionali che forse non lo vogliono, per poter poi dare ciò che meglio aggrada loro
Tutto questo per dire che le dichiarazioni della Brambilla, del Marzotto e del Paolo Rubini (e non certo soli) non vanno d’accordo con la probabile verità; infatti così dichiarano per quanto riguarda i primi sei mesi dell’anno 2010, comparati con le presenze del 2009: e per di più … auto lodandosi.
USA + 35%
Giappone + 30%
Canada + 17%
Spagna + 11%
Degli Stati Uniti la verità è QUI
Del Giappone è QUO
E del Canada è QUA
Mentre della Spagna forse è meglio chiedere a Paperino perché penso sia più sincero, anche se notoriamente il simpatico papero, in verità non lo è.
I tre maggiori esponenti dell’Enit dicono infine che questi dati provengono dall’Untwo, l’associazione mondiale del turismo, la stessa che, ma guarda il caso, il prossimo anno sarà presieduta dalla “Sciura” Brambilla, la quale c’ha detto d’essere stata eletta unanimemente e per acclamazione.
Peccato che però anche in questo caso non sia stato proprio così.
Abbiamo “notato” che fu la medesima (Brambilla) ad inviare la richiesta presso la segreteria generale del Wto per ottenere questa eclatante posizione che le altre nazioni, intendo quelle con grande impatto turistico, non hanno probabilmente mai voluto ottenere (Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Giappone, Cina, eccetera eccetera, (gli USA 1 sola volta nel lontano '85).
Infatti non appaiono alla presidenza neanche una volta in 34anni, bensì altre che di turismo (Nepal, Cameroon, Algeria, Venezuela, Colombia, Rep Korea, Sri Lanka oppure il CostaRica) non è che ... vabbè avete capito.
P.S.: Se poi siete proprio curiosi e volete sapere la verità anche sui turisti cinesi … eccola
Non so voi, ma io dei loro dati di certo non mi fido; ma manco ...
Non so voi, ma io dei loro dati di certo non mi fido; ma manco ...
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RispondiEliminaScusa Luciano ma ancora con questo antincendio?
RispondiElimina“Con il Ministero degli Interni - dichiara Filippo Donati, Presidente Nazionale di Asshotel - è stato individuato un percorso che permetta l’adeguamento alle prescrizioni antincendio, mediante un aggiornamento condizionato e concordato per attuare il dettato normativo in un tempo maggiore rispetto la scadenza di fine anno.” L'annuncio di Donati è avvenuto nel corso di un incontro con gli operatori dedicato al tema degli obblighi di sicurezza per le strutture alberghiere a Milano lo scorso 5 novembre. Asshotel Milano, in collaborazione con uno studio professionale di settore mette a disposizione uno sportello di consulenza gratuita per aiutare gli operatori a compiere gli adempimenti di sicurezza.
E anch'io, manco morta ci credo a questi dati.
RispondiEliminaSono ritornata a casa e questa sera ti scriverò delle novità che ti interesseranno di sicuro.
Buone nuove dal mondo turistico.
A più tardi, ciao
Renata
@Luciano
RispondiEliminaè sparito il mio commento di oggi pomeriggio, come mai?
Ciao Renata, re welcome to Paradise (Italy).
RispondiEliminaAttendo con impazienza e se è quello che immagino: very good!
;-)
@Vinc
RispondiEliminaE dai !
Possibile che non capisci che una tantum, va bene ... ma il continuo inserimento degli stessi comemmenti, stanca.
Ciao
;-)
Eccoti quella della Rep Dominicana.
RispondiEliminaMa cosa te ne fai?
Turismo in crescita.
Il Banco Centrale registra a settembre un incremento del 7,22%, per un totale di 14 mila 770 turisti stranieri in più diretti nei vari aeroporti dell'isola. Da gennaio a settembre sono stati registrati ben 3 milioni 514 mila persone, 134 mila 600 in più rispetto ai primi nove mesi del 2009. I turisti stranieri sono pari al 90,17% del totale. Il totale degli arrivi nel periodo gennaio-settembre 2010 degli stranieri non residenti è stato di 2 milioni 724 800, in crescita del 2,7%. In forte aumento soprattutto i turisti provenienti da America del Nord, ma anche da America del Sud, America Centrale e Caraibi. I turisti provenienti dall'Europa sono stati 856 mila 543, il 7,25% in meno rispetto al 2009. «Per contrastare la crisi che sta colpendo l’Italia stiamo intensificando le attività verso il trade e i tour operator - spiega Neyda Garcìa, direttrice dell’ente del turismo Repubblica Dominicana in Italia -. Eventi, road show ed e-learning per tenere viva l'attenzione sulla destinazione».
:-D
Semplice curiosità
RispondiElimina;-)
All' ENIT, più che i dati, mi sembra che diano i numeri.
RispondiEliminaCredo che sia arrivata una bella "arronzata" a Parigi, ma domani penso d'essere più preciso.
RispondiEliminaIl "polverone" alzato da Massimiliano è stato produttivo e finalmente qualche critica viene presa costruttivamente da chi di dovere.
E non solo come "offesa" verso gli "intoccabili".
;-)
Comunque la Brambi ha detto in TV a Settegiorni Parlamento, che questa elezione alla Presidenza dell' UNTWO è il primo passo "per far tornare l'Italia ad essere la prima superpotenza del turismo, come anche in altri campi".
RispondiEliminaE quindi ora Tunisia, Nepal, Cameroon, Algeria, Venezuela, Colombia, Rep Korea, Sri Lanka e CostaRica... tremate, tremate.
Che arriviamo noi!
E vaiiiiiiiiiiii, grande Luciano!!!!
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/genova/tutto__sbagliato_tutto_rifare/09-11-2010/articolo-id=485701-page=0-comments=1
Tutta una paginassa intera a caratteri cubitali.
Se non si muove qualcosa ora vuole proprio dire che sono dei presuntosi.
;-)
@Luciano
RispondiEliminaHai delle notizie sull'acquisto di GNV da parte di Aponte?
Ho letto i tuoi precedenti ma credo che quel 50% sia aumentato.
Grazie
Complimenti Ardoino, bellissimo l'articolo su Il Giornale.
RispondiEliminaun amico di vecchia data che non può firmarsi ma che prima che se ne andasse parlava spesso di turismo con lei.
Mah?
RispondiElimina