Uno dei temi, anzi, il tema più affrontato da chi mastica di turismo in Italia è la qualità.
Ormai sono decine d’anni che da tutte le parti si alzano dei gridi d’allarme e preoccupazioni varie per un sistema-Paese poco preparato a rispondere alle sempre più variegate richieste del mercato attuale, il quale, se vuole restare al passo con i tempi e competere sullo scenario internazionale, deve saper coniugare abitudini e culture multiformi con un’offerta moderna, matura e all’avanguardia dal punto di vista sia strutturale, tecnologico eccetera eccetera.
Si parla spesso e sovente di far emergere le giuste linee professionali di condotta e di lavoro, per sensibilizzare le Autorità preposte a istruzione, sorveglianza tecnica del settore, rilancio del suo patrimonio umano e quant’altro concorre alla formazione e alla qualificazione del turismo italiano, riportandolo ai fasti dell’epoca “d’oro”.
In quelle “epoche d’oro” dove bastava ‘o sole, ‘o mare e l’ombrellone per chi andava al mare, e dove disponendo agevolmente di queste cose per esclusivo merito del buon Dio, eravamo i primi del mondo.
Poi, non appena il pallino è passato a noi perché il turista ha cominciato a richiedere anche quella professionalità abbinata alla qualità, ecco che siamo retrocessi sistematicamente nelle classifiche mondiali che più contano.
Competitività negli ultimissimi posti del globo, rapporto qualità/prezzo che è meglio non parlarne, infrastrutture da dimenticare e via cantando.
Chi non lo sa?
E non passa giorno che qualcuno dei “professoroni” non cerchi di far uso con delle proprie medicine alla lenta agonia del turismo nostrano.
Hei, il turismo non è morto, ma non sta di certo un granché bene.
Inutile dire che queste medicine si dimostrino sempre dei placebo inefficaci, se non in quei casi dove qualcuno ci guadagna.
Ma questa è un’altra storia.
Come sopraddetto, siamo la nazione che più d’ogni altra, ha bisogno di riformarsi per stare al passo delle stesse che non più di trent’anni fa, c’arrancavano dietro alle spalle.
Ebbene, nonostante questa auto dichiarata deficienza, in Italia si distribuiscono premi di qualità a quintali.
Una cosa mostruosa, e dove ti giri e ti rigiri, vedi premi di tutte le razze.
Chi non ha preso il premio per quello o per quell’altro; il migliore di qua è a due passi dal migliore di là, e messi insieme ricevono il premio dell’ambiguità.
Ma come (?), se siamo carenti in competitività; se siamo insufficienti nel rapporto prezzo/qualità; se le nostre infrastrutture sono imperfette e bla bla bla, com’è possibile “elargire”, a mo’ di migliori, tutti ‘sti premi qua?
E migliori decchè?
Ebbene, dopo tutto questo bel premiare, cosa si è studiato l’anno scorso il commissario all’Industria ed al Turismo europeo Antonio Tajani?
Che altro non è che un marchio europeo, sul modello della bandiera blu europea che premia le spiagge più pulite, per stimolare la corsa di operatori e località verso più elevati livelli di qualità, e di un Osservatorio europeo del turismo.
Osservatorio che naturalmente avrà bisogno di “nuova” gente che ci lavori (chissà forse qualche conoscente?), mentre subito dopo ecco che arriva il progetto pilota ‘Eden’ ( che conosco) e che è finalizzato a premiare (a mo’!) forme di turismo sostenibile ed a migliorare la visibilità delle destinazioni turistiche emergenti di eccellenza.
E anche in questo caso ci sarà bisogno di qualcuno che segua o faccia quel bel lavoro, o no?
Seguiranno (forse) alcune migliaia di premi da distribuire in ogni dove, e sicuramente anche in Italia.
Niente di male, per carità!
Ma se abbiamo tutti quei problemi di competitività, programmazione, innovazione, infrastrutture, scuole specialistiche ed eccetera eccetera (ah, dimenticavo il famoso portale di www.italia.it); me lo spiegate il perché riusciamo e sempre ci riusciremo a prendere ‘sti premi di qualità?
Attendo risposta che ovviamente non arriverà.
Ma lo vogliamo, già che ci siamo, dare un premio anche a chi non risponde?
…tanto nel mucchio chi se n’accorge, e poi vuoi mettere … andarsene un po’ in giro per dire ‘ste cose a dritta e a manca senza stare in quelle quattro mura europee.
P.S.: E di migliorare quello che si ha anziché inventarsene delle altre, chissà quando se ne parla?
Esistono dei premi che si ottengono attraverso la sola votazione su internet.
RispondiEliminaE' il Gran Festival dell'Economia Farlocca.
RispondiEliminaSiamo quotidianamente invasi da comunicazioni e inviti a conferenze stampa immancabilmente patrocinate da Istituzioni pubbliche (quelle che altrettanto solitamente pagano il conto delle "cerimonie segue buffet", dopo aver finanziato con contributi a pioggia i vari fantasiosi gestori dei succitati "premi").
Eccosì manteniamo un'economia frivola quanto inutile, magari prosciugando quelle risorse che potrebbero essere utilizzate per la tanto evocata (ma molto bistrattata se non ignorata)promozione turistica.
Secondo voi cosa bisognerebbe fare per migliorare il turismo?
RispondiEliminaFunny critiche costruttive sul turismo come è scritto sul questo blog?
Credete che questo basti e sia sufficiente oppure è meglio dare dei GIUSTI riconoscimenti a chi se li è guadagnati sudando?
@Sabaudo
RispondiEliminaFestival Farlocco e Frivolo.
Credo che conierò il tuo FFF per il prossimo post.
;-)