lunedì 31 ottobre 2011

Balneari Liguria e Versilia contro ‘direttiva Bolkestein’ ... alla buon'ora !

Alla fin fine ci sono arrivati e …
oltre sessanta balneari di Liguria e Versilia hanno preso parte ad una riunione svoltasi a Sestri Levante per organizzare una protesta collettiva contro la cosiddetta ‘direttiva Bolkestein’, la norma decisa dalla Comunità europea che, tra l’altro, stabilisce regole quadro per la liberalizzazione dei servizi balneari e l’eventuale messa in vendita dei beni demaniali degli Stati membri.
Secondo i concessionari degli stabilimenti di Liguria e Versilia, la direttiva “causa la perdita dei diritti acquisiti e la perdita delle spese già effettuate nelle strutture e non ancora ammortizzate.
Di fatto – si legge in un documento approvato al termine della riunione – impedisce nuovi investimenti”. 

Dall’assemblea sestrina, poi, un messaggio di solidarietà verso Marcello di Finizio, un balneare che a Trieste da 53 giorni fa lo sciopero della fame contro la direttiva europea.
Naturalmente mi unisco nel messaggio di solidarietà, ma l’arrivarci un po’ prima (?), considerato che la direttiva  Bolkestein è già da qualche giorno che c’è, e che qui (ma non solo) ne avevamo da tempo immemore scritto “l’inutilità”, anzi il danno. E se soltanto si ascoltasse la gente che ne sa un po’ di più, probabilmente tutto questo …
… comunque l’8 Maggio 2010 è entrato in vigore il D.Lgs. n. 59/2010 avente come oggetto “Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno”; una norma “impegnativa” per l’Italia, destinata in un prossimo futuro a creare non pochi problemi sia al Governo che alle regioni.
La Direttiva  2006/123/CE mira (almeno negli intenti)  ad apportare benefici alle imprese e a tutelare i diritti del consumatore, riducendo e in alcuni casi eliminando l’elevato numero di ostacoli burocratici che impediscono ai prestatori di servizi di espandersi oltre i confini nazionali al fine di sfruttare appieno il mercato unico, in un’ottica di maggiore competitività ed equilibrio dei mercati.

La novità introdotta dalla Bolkestein è  il principio della “libertà di prestare servizio”, che prevede il divieto per gli Stati di imporre al prestatore di servizi di un altro Stato membro, ulteriori requisiti burocratici rispetto a quelli richiesti ai propri operatori, che non siano giustificati da ragioni di pubblica sicurezza, protezione della salute e dell’ambiente.
Nella versione finale della Direttiva, tale principio ha (per fortuna) sostituito l’iniziale “principio del paese d’origine”, molto contestato in vari paesi europei,  in base al quale il prestatore di servizi era soggetto alle disposizioni dello Stato membro di provenienza.
In linea teorica gli scopi della Direttiva potrebbero anche essere buoni, visto che tende  a  realizzare l’ armonizzazione dei regimi normativi di accesso ed esercizio delle attività di servizi, abbattendo gli ostacoli alla prestazione nel mercato interno;  in realtà, però, a giudicare dai problemi che sicuramente creerà in tutti i settori della nostra economia, tra qualche anno sarà sicuramente etichettata come l’ennesima norma europea che ha contribuito a rovinare  l’economia italiana.

Conclusione

Anche se di primo acchito potrebbe sembrare che la Direttiva Bolkestein e il conseguente Decreto Legislativo di recepimento, abbiano come scopo principale il miglioramento dell’attività economica europea, l’azzeramento di vincoli burocratici e la maggior tutela dei consumatori, nella realtà, come troppo spesso abbiamo riscontrato negli ultimi anni nel nostro Paese e in Europa, le cose non sono quello che sembrano.
I reali obiettivi che la Direttiva Bolkstein intende perseguire appaiono chiari non appena si prova a trasporre nella realtà il testo della stessa, spogliandolo della maschera di falsi buoni propositi che l’hanno accompagnato durante tutte le fasi della sua definitiva approvazione.

Guardandolo con occhio diverso, è così possibile scoprire  come fra le pieghe di frasi spesso presentate come slogan quali “l’incentivazione all’espansione transfrontaliera delle imprese” la “riduzione degli oneri amministrativi” “la riduzione dei prezzi attraverso lo stimolo alla concorrenza” “la sequela infinita di vantaggi per il consumatore” e molte altre che non si riporta, si celi invece una realtà destinata a parlare un linguaggio per molti versi contraddittorio.

Ad un’ attenta analisi del testo, infatti, gli ostacoli che la proposta intende veramente smantellare, in Europa e, soprattutto, nel nostro Paese, riguardano la tutela del consumatore, la trasparenza nelle procedure, le garanzie sociali ed ambientali, la qualità dei servizi, la possibilità di prendere decisioni da parte delle autorità locali, etc. a vantaggio delle solite onnipresenti lobby economiche, poteri talmente forti da condizionare pesantemente la politica, l’economia e, di recente, anche la salute dei cittadini europei.
Ma siamo proprio sicuri di averci guadagnato nell’entrare in Europa?

Piero Nuciari e poco poco mio
www.pieronuciari.it

11 commenti:

  1. Non ti lamentare Luciano, l'avevi detto che prima o poi si sarebbero inc.......

    Fortuna vuole che l'abbiano fatto.

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  2. @Vincenzo

    E chi si lamenta?

    Ma chi c'era in Europa a rappresentarci in quel periodo e che ... hanno permesso ... ?

    ;-)

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  3. Pare che si stia provando ad ottenere una deroga dalla Bolkenstein per ottenere in cambio la possibilità di imporre un pagamento anticipato trentennale del canone demaniale coperto da ipoteca, ma sostanzialmente invariato.
    Con l'obiettivo di far subito cassa per una trentina di miliardi di euro.
    Alla faccia della concorrenza!

    P.S. Comunque è da mo' che in Versilia si erano mossi. Non ti ricordi di quelli di Movimento Balneare?

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  4. @Frap

    Se non ricordo male in Versilia il movimento ha cominciato l'anno scorso a dare segni di vivacità.
    Però la 123/CE è del 2006.

    Della deroga non so nulla ma vado a leggere di corsa.

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  5. @frap

    Adesso ho letto ma giuro che non ne sapevo nulla.

    Credo che sia una genialata!!!

    :)

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  6. La 123/CE è del 2006, ma il recepimento in Italia è appunto del 2010, proprio quando i balneari si sono improvvisamente accorti del "problema" e dell'impossibilità di poter continuare a far valere il "diritto acquisito" sul demanio vita natural durante.
    Causa obbligo di mettere a gara le concessioni.
    Il principio non è sbagliato, in sé.
    Il punto è come riuscire poi a far convivere bene il principio con la possibilità di investire, di amnortizzare, di fare impresa, di evitare soprattutto speculazioni, sub-appalto delle concessioni, e tutto il resto a seguire.

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  7. Ecco, li sta il problema ... soprattutto sull'evitare delle speculazioni.

    Cavolo, però l'idea è veramente geniale ed è tanto accattivante che mi ci butto a conchetta ... così non batto di testa.

    ;-)

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  8. Le Regioni danno parere favorevole alla nomina di Matteo Marzotto a presidente dell'Enit, l'Agenzia nazionale del turismo. Lo conferma Regioni.it, l'organo ufficiale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Le Regioni, però, chiedono che il Consiglio di amministrazione dell'ente venga convocato al più presto. È quanto è emerso nel corso dell'ultima Conferenza Stato- Regioni, nella quale i presidenti delle Regioni hanno condiviso l'interpretazione della norma, che permetterebbe al vicepresidente dell'Enit, che è l'assessore al Turismo della Regione Abruzzo, Mauro Di Dalmazio, di convocare quanto prima il cda dell'Enit. E questo intenderebbero fare appena possibile.

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  9. @frap

    Quindi e di conseguenza fino al 30 aprile non si potranno sapere le "spese" effettuate dall'Enit?

    http://www.enit.it/it/trasparenza-valutazione-e-merito/gestione-economicofinanziaria.html

    http://www.enit.it/images/stories/trasparenzavalutazioneemerito/Programma_Trasparenza_2011-02-11.pdf

    Ma perchè proprio il 30 di aprile?
    Sic!

    :(

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  10. Boh... penso che si prendano un 4 mesi di tempo per consolidare il bilancio.
    Ma se pensi di estrarre da lì il dettaglio dei costi delle varie manifestazioni di ENIT, temo che rimarrai deluso.
    Il livello di trasparenza della ns. PA fa semplicemente pena, pressoché dovunque. Le amministrazioni che abbiano siti sui quali sia semplice estrarre certe informazioni sono la minoranza assoluta.
    A partire dal sito del governo italiano.

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  11. Vuoi vedere che ci erudirà (sul blog) il "buon" Paolo Rubini?

    Si, certo ... campa cavallo!

    Oibò!

    :(

    P.S.: Era solo per ri-calcolare quell'euro speso per ogni ... arriverà un turista, della Brambilla.

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