mercoledì 6 giugno 2012

Marketing Territoriale: lo strano caso di Monmouthpedia. QR code e realtà Aumentata per una nuova esperienza di viaggio


Monmouth è una piccola cittadina situata nel Galles del sud, a 36 miglia da Cardiff.
Con i suoi 8.800 abitanti, apparentemente non sembra che abbia molto da raccontare: è un tipico villaggio di campagna inglese, con l’unica nota caratteristica di aver dato i natali al Re Enrico V e di aver preservato l’unico ponte medievale visibile in Gran Bretagna.

Oggi però è entrata di diritto nel Guinness dei primati per essere diventata la prima Città Wikipedia nella Storia. In collaborazione con Wikipedia è infatti nato il progetto Monmouthpedia, grazie al quale la città è stata letteralmente ricoperta di QR code informativi a disposizione di locali e di turisti, come un’enorme museo digitale. 
Un’iniziativa non solo unica nel suo genere, ma che ha permesso alla città di mettere in luce la sua storia e la sua ricchezza culturale.

Come nasce Monmouthpedia (originale) (originale)


La pazza idea di creare un museo virtuale della città da sfruttare on-the-go, è nata proprio da un abitante di Monmouth, John Cummings, ispirato a sua volta da una TED Conference (conferenze gratuite e itineranti tenute da massimi guru ed esperti in tutto il mondo che vi consiglio di seguire) durante la quale aveva sentito parlare del progetto QRpedia, inaugurato da Wikipedia al Museo d’Arte di Derby, in Inghilterra.
Ogni opera d’arte del Museo era stata dotata di QR code, che con una semplice scansione del telefonino, rimandava ad apposite pagine di Wikipedia contenenti tutte le informazioni.
Perché non farlo anche con la mia città?”, deve aver pensato John, che prontamente contattò Roger Bamkin, cofondatore di QRpedia, col quale alla fine del 2011 diede l’avvio al progetto Monmouthpedia.

Un progetto quindi nato dal basso e sviluppato dal basso, dalla popolazione stessa, che informata ed educata sullo svolgimento del progetto, si è presa l’impegno e la responsabilità di redigere tutti i  contenuti informatici e promuovere l’uso dei QRcode negli spazi cittadini.
Grazie anche all’aiuto di collaboratori stranieri, sono stati redatti oltre 700 articoli tradotti in 25 lingue diverse e sono state caricate circa 1.000 nuove foto sulle pagine di Wikipedia dedicate a Monmouth.
A seconda della configurazione dello smartphone, la persona viene automaticamente indirizzata alla versione in lingua dei contenuti.
Così musei, strade, negozi, scuole, chiese e statue sono state dotate di QR code esplicativi e la biblioteca del posto è stata la prima ad aver incorporato QR code nei propri libri, per poter scoprire tutti i dettagli sull’autore e l’opera prima di decidere se prenderla in prestito.
Il tutto è stato supportato dalle istituzioni che hanno approvato il progetto e reso disponibile la connessione Wi-Fi gratuita in tutto il paese per permettere a chiunque di accedere ai nuovi contenuti

Buzz e implicazioni turistiche


Inutile dire che la notizia ha subito ottenuto una forte risonanza a livello internazionale. Nell’ultimo anno aveva iniziato a girar voce che Wikipedia fosse in crisi, per mancanza di fondi e di nuovi contributi da parte degli utenti.
Con questa novità Wikipedia ha dato una scossa alla propria attività, mostrando al mondo come la sua ricchezza contenutistica possa avere un’utile applicazione a livello pratico in ogni ambito, ma soprattutto in quello turistico. Già molte altre città hanno fatto richiesta di replicare l’esperienza di Monmouth, in Inghilterra, Francia, Norvegia, Scozia e Texas, ma Wikipedia ha affermato di voler prima testare il successo dell’operazione e soprattutto la sua capacità di attrarre nuovi turisti nella destinazione.

Monmouthpedia: una nuova stagione dell’esperienza di viaggio


Certo tutti ci auguriamo che Monmouth sperimenti una crescita dei flussi turistici grazia alla pubblicità ottenuta da questa grande iniziativa, ma non è questo il punto.

Il punto è che Monmouthpedia potrebbe inaugurare una nuova stagione dell’esperienza di viaggio.

Immaginate che cosa vorrebbe dire per locali e turisti visitare Roma, Firenze, Venezia, Pompei, Londra e Parigi potendo accedere a una banca dati di informazioni vastissima, che non copre soltanto la sfera museale e culturale del luogo, ma anche le tradizioni, le nuove tendenze e i tanti segreti che arricchiscono il territorio, tanto affascinanti quanto sconosciuti ai più.
Una banca dati di informazioni molto più ampia di quelle disponibili su cartaceo e fruibile qui, ora, subito, dal proprio device, senza bisogno di portarsi una guida in borsa o di spendere soldi per un’audioguida.

Da una parte i turisti avrebbero modo di vivere un’esperienza di viaggio in modo meno passivo e più interattivo, più semplice e diretto.
Dall’altra si darebbe la possibilità ai comuni cittadini di valorizzare il proprio territorio facendo genuino “storytelling”, raccontando i luoghi e le attività come si vivono “da dentro”.
Uno storytelling collettivo e sentito, che arricchirebbe enormemente l’esperienza del viaggiatore ma anche quella dell’abitante.
I produttori di vino, gli artigiani, i negozianti, i ristoratori, i ragazzi delle scuole, persino gli albergatori, potrebbero contribuire raccontando con la propria voce la loro destinazione e la loro attività, come non è possibile fare su una guida o su un sito ufficiale.
Così a Monmouth i panettieri hanno esposto QRcode che raccontano la nascita del pane e i pub locali hanno contribuito raccontando la storia della loro attività.
Se tutti sono disponibili a condividere le storie della loro destinazione, avremo una migliore comprensione del mondo in cui viviamo, e questo è un fatto dalla potenza dirompente” – ha affermato  Stevie Benton, responsabile comunicazione per Wikimedia e QRpedia.


2 commenti:

  1. La tecnologia QRCode, magari accoppiata alla geolocalizzazione consentirebbe di fare cose estremamente interessanti.
    E' la metafora dei punti di interesse infinitamente scalabili che ci permetterebbe di fare quel salto in avanti largamente auspicato.
    Purtroppo finché siamo nelle mani di certi... (sic!)

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