martedì 5 giugno 2012

Tra pubblico e privato nel turismo a Genova ... fusse che fusse la vorta bbona


Qui su Tutto sbagliato tutto da rifare sarò a volte sgradevole, ma sempre chiaro ai limiti della brutalità.
In un post degli anni scorsi avevo accennato all’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per quanto riguarda il turismo, mentre in altri, non troppo datati, ne rimarcavo l’indubbia bontà, e forse per questo non sono mai stati presi in considerazione.

E chissà se quelli che dovrebbero attuarlo hanno ben presente di che cosa si tratti, oppure e magari pensano sia turco?
Ad onor del vero qualche tentativo s’è pur fatto a Genova, ma sarebbe meglio non parlarne proprio, poiché anziché ridurre gli sprechi e i “carrozzoni”, s’è più pensato a costruirne degli altri.
Quindi di tempo per pensare a quella collaborazione ne dev'essere rimasto veramente ben poco ... si vede, visto che non s'è vista granché!
La burocrazia poi c’ha messo del suo e mai è apparsa la voglia di ridurla ad una logica più commerciale e di un certo richiamo per chi in questa città ci vorrebbe venire, anzi perché invece chi c’è, da qua se ne va via sempre.
Mentre adesso qualcuno ritorna alla carica ed afferma che senza questo binomio non si va da nessuna parte.
Beh, era tosto l’ora!

Comunque siano le parole che i ri ri ri che si sentono sono sempre le stesse e medesime cose.
Tutti a parlarne (pubblico/privato e privato/pubblico) mentre oggi un qualcosa che ci lascia ben sperare è (finalmente) apparso.
Sempre che non si torni poi all’antico del bla bla bla senza mai fare.

In qualsiasi caso la si voglia vedere il nuovo assessore alla Cultura e al Turismo, Carla Sibilla, parte così: “Nel mio nuovo incarico e nella nuova giunta si può trovare la risposta alla volontà di fare sistema e di mettere in atto una governance il più snella ed efficace possibile. Non possiamo derogare oltre, i tempi di crisi ci richiedono di inventarci delle soluzioni, anche creative, capaci di coniugare turismo, commercio e cultura. Lo sviluppo turistico è dato infatti dalla complementarità tra questi diversi fattori. Oggi, nonostante i tempi non facili, credo che a livello istituzionale ci siano le condizioni per dialogare trasversalmente in modo da eliminare ogni tipo di spreco, integrarci tenendo in considerazione le esigenze degli altri settori e progredire anche attraverso soluzioni d’ingegno. Sapendo però che le risorse disponibili sono sempre meno: la collaborazione tra pubblico e privato è sicuramente una risposta”.

Evvai, questo è parlare, solo che c’aggiungerei che la collaborazione tra pubblico e privato non è una risposta ma “la” risposta.
Si, quella principale.

E poi quell’Angelo Berlangieri, l’assessore al turismo della Regione, che non sta facendo poi male ma neanche poi così bene, nel senso che potrebbe fare anche di meglio … ma non lamentiamoci troppo, va!
La sua ricetta consiste in “un mix di interventi per le imprese: “Innanzitutto una semplificazione delle regole del gioco, che aiuti le imprese esistenti a riqualificarsi e permetta la nascita di nuove. Come Regione, stiamo allestendo un fondo a sostegno delle imprese turistico-ricettive: non soldi a fondo perduto, ma finanziamenti continuativi nel tempo a tassi intorno all’1% per mettere le imprese nelle condizioni di investire. Ultimo punto: costruire la reputazione del turismo, che oggi è considerato residuale mentre è una componente fondamentale del sistema socio-economico regionale e nazionale. È necessario, da questo punto di vista, un vero e proprio ribaltamento culturale”.

Beh, è da mo che si dice ma … speriamo bene, e che da adesso si faccia senza più tante belle parole, perché la reputazione (buona) l’avevamo già nel secolo scorso (anni ’60 e ’70), poi dagli ’80 abbiamo cominciato a perderla per strada e non si riesce a ritrovarla più.
E cercare le colpe non serve a niente, mentre bisognerebbe individuare dell’innovazione oppure un semplicissimo copincolla che l’è già esistente e a portata di mano.
Dove?

Beh, se vai un po’ indietro nel blog lo trovi di certo.


P.S.: Se a questi gli vado a parlare di Destination Management Organizzation come quella "cosa" in grado di fare capire al turista cosa c'è, cosa può fare, come può farlo a partire dal sostegno e dallo sviluppo della filiera turistica, per permettere che vengano attuati interventi intersettoriali rivolti a valorizzare le maggiori potenzialità e le vocazioni più saldamente legate al territorio, o che occorre mettere a punto una strategia di marketing e di promo commercializzazione che sappia definire i mercati più adatti all'offerta turistica del territorio puntando sulle motivazioni vacanza, sul turismo esperienziale, sull'allungamento della stagione e su prodotti e pacchetti turistici attrattivi e mirati e bla bla bla, beh; di certo mi prendono per scemo (Berlangieri e Sibilla esclusi). Cari amici qui siamo all'ABC, anzi; alfa beta gamma ... o addirittura ai geroglifici del turismo.



5 commenti:

  1. @Luciano e frap1964

    Roma: la commissione Industria del Senato ascolta il presidente del'Enit, Pier Luigi Celli. Ore 15,30

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  2. Al minuto 4 e 37 secondi ascoltare bene la frase che si sente dal video

    http://www.travelnostop.com/NEWS_dettaglio.php?idArticolo=96580

    ;-)

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  3. @Anonimo

    Grazie!

    :)

    P.S.: Appena lo sente frap ...

    ;-)

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  4. Se non è zuppa è pan bagnato5 giugno 2012 alle ore 16:09

    Dai Ardoino non faccia il pessimista.

    Ma lei cosa fa per produrre il DMO?


    ;-)

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  5. @Se non è zuppa ... chissà mai chi sarà

    Per produrre il DMO mi c'inca ... volo!
    E non è poco!

    Pessimista?

    Ora con la Sibilla un po' meno ... ma si sa mai però.


    ;-)

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