mercoledì 27 giugno 2012

Una storia vera che non tutti possono capire, anzi .


Un uomo era seduto in una stazione della metropolitana di Washington DC e iniziò a suonare il violino, era un freddo mattino di gennaio.
Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti.

Durante questo lasso di tempo, poiché era l'ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro nel intento d'andare a lavorare.

Passarono tre minuti e un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava.
Rallentò il passo, si fermò per alcuni secondi, e poi si affrettò per riprendere il tempo perso.
Un minuto dopo il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna lanciò il denaro nella cassettina e, senza neanche fermarsi, continuò a camminare.
Pochi minuti dopo qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma poi guardò l'orologio e sparì in fretta e furia.
Chiaramente era in ritardo per il lavoro.

Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni.
Sua madre lo invitava a sbrigarsi, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista.
Infine la madre lo trascinò via ma il bambino continuò a camminare girando la testa per tutto quel tempo. 
Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini.
Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.
Nei 45 minuti che il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un po '.
Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente.
Tirò su $ 32.

Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse.
Nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.

Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari e l'unica persona a riconoscerlo fu una funzionaria del ministero delle finanze (non italiane).

Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i posti in media costavano $ 100.
Questa è una storia vera. 
Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone.
La prova era se in un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza?
Ci fermiamo ad apprezzarla?
Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato? 

Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere: “Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?”.

Perché ho riportato questo racconto in un blog di critichecostruttive sul turismo?
Domani lo spiego … forse.


Anche perché questo esempio vuol dire molte più cose.

E così i professoroni da due piastre forate (non tutti per carità e per nostra fortuna) del marketing turistico, magari lo capiscono il come e il dove si fa … forse.


16 commenti:

  1. Fantastica!!!!

    Non la conoscevo affatto e non vedo l'ora di leggere il seguito.

    ;-)

    RispondiElimina
  2. Questa storia vera è del 2007 come riportato su wikipedia e mi sembra che qualche risma di anni prima, un tale di cui non faccio il nome(;-)) fece fare la stessa cosa con un grande chitarrista statunitense (di cui non faccio il nome) sulle spiagge di Fort Lauderdale.

    Il risultato fu uguale!!!!!!!!


    ;-)

    RispondiElimina
  3. @Vinc

    Luciano forse lo ricorda meglio di me.


    ;-)

    RispondiElimina
  4. Questa di Joshua Bell non l'avevo mai letta.
    Però ricordo bene quella di Miami e che fu fatta più che altro per una scommessa poi vinta da chi la ideò.
    Il famoso chitarrista perse e dovette pagare il pegno suonando in un dato albergo per una sera a gratis.

    Ma chissà quante altre ne hanno fatte nel mondo come quelle.

    ;-)

    RispondiElimina
  5. ... e di cui non si è mai saputo nulla.

    RispondiElimina
  6. Interessante ma è vecchia

    RispondiElimina
  7. @Anonimo

    E ti sei preso la briga di scrivere un commento con questa bella scoperta?

    Guarda che c'è scritto che è del 2007.

    RispondiElimina
  8. @Luciano

    A parte l'anonimo con le sue scoperte mi sono collegato per inviarti questo che so essere sempre al centro delle tue attenzioni:

    http://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/news/2012/06/27/Turismo-culturale-anche-ciechi-ipovedenti-_7103067.html

    RispondiElimina
  9. Nello stato patria di Apple (Cupertino) non poteva mancare una tendenza alla tecnologia applicata al turismo. Nasce così la nuova "Redwood Park App" per iPhone e iPod Touch, del costo di 2.99 dollari, scaricabile da iTunes a Apple App Store. E’ stata creata dai proprietari del Reuqa Inn, che hanno deciso di devolvere una parte dei proventi all’associazione no profit Redwood National e State Parks. L’App è una guida elettronica, metro per metro, ai sentieri dei parchi nazionali compresi nella zona Redwood National Park, Jedediah Smith State Park e Prairie Creek Redwoods State Park. Descrive le difficoltà di percorrenza dei sentieri ed i panorami più belli da apprezzare. Ottima per i molti italiani che saranno in California l'estate in arrivo.

    RispondiElimina
  10. Neanche capaci a copiare e c'è arrivato anche lui.


    “La pubblicazione del piano strategico quinquennale del turismo della Spagna di pochi giorni fa è la dimostrazione che il turismo, pur in un momento di forte crisi come quello attuale, è considerato all’estero un asset strategico su cui investire risorse ingenti ed energie”. Lo ha dichiarato Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria. “La Spagna ha deciso infatti di stanziare 438 milioni di euro per il 2012 in promozione e sviluppo del turismo nazionale, 438 milioni nel 2013, 460 milioni nel 2014 e 480 milioni nel 2015. Si tratta di cifre assolutamente lontane rispetto a quelle su cui potremo contare qui in Italia. E’ quindi fondamentale – ha concluso Iorio – elaborare un Piano strategico nazionale del turismo dotato di risorse adeguate che consenta al nostro sistema di competere in modo paritario con tutti i maggiori Paesi nostri concorrenti e di sviluppare una vera promozione unitaria dell’Italia nel mondo”.

    RispondiElimina
  11. Il management di Alpitour lascia una porta aperta sulla possibilità di mantenere la sede di Cuneo.

    I vertici del tour operator, nel corso dell'incontro che si è tenuto ieri al tavolo di crisi del Ministero dello Sviluppo economico, avrebbero infatti parlato di una disponibilità a mantenere un presidio nella città dove è nata l'azienda, con una presenza, secondo quanto riportato dall'edizione odierna di La Stampa, pari a circa il 5 per cento della forza lavoro.

    Nei giorni scorsi l'amministratore delegato Gabriele Burgio aveva inviato una lettera ai dipendenti di Cuneo (http://www.ttgitalia.com/stories/tour_operator/77403_burgio_conferma_alpitour_lascer_cuneo/) per spiegare che la sede sarebbe stata chiusa come già anticipato dalla precedente gestione, per meglio rispondere alle importanti sfide del mercato.

    Nei prossimi giorni, intanto, sono previsti nuovi incontri tra le parti in causa per trovare un accordo sia sul presidio, sia sulle condizioni di trasferimento a Torino degli altri dipendenti.

    RispondiElimina
  12. Otto mesi di straordinaria amministrazione. Il trio di avvocati, Stefano Coen, Daniele Discepolo e Andrea Gemma quando si sono visti affidare la pratica Valtur, probabilmente, sin da subito hanno pensato non si trattasse di una procedura di routine.
    Uno dei marchi storici del tour operating italiano, sommerso dai debiti e abbandonato dalla vecchia amministrazione alle soglie della stagione invernale con la programmazione presentata sul mercato da poco più di un mese.

    "I precedenti amministratori immaginavano percorribile la via del risanamento attraverso la vendita di alcuni asset e il rifinanziamento della società", hanno raccontato gli avvocati nel primo incontro con la stampa di ieri a Milano. E invece i tre commissari straordinari hanno dovuto rimboccarsi le maniche e studiare colpi ben più potenti per risollevare l'azienda. "La situazione di tensione finanziaria era assoluta - raccontano ancora gli avvocati -, ma con l'aiuto responsabile e professionale della struttura sono state fissate le linee guida della stagione, riuscendo a ottenere inoltre due finanziamenti, rispettivamente da 10 e da 2,5 milioni di euro dagli istituti di credito".

    I lease back
    Un po' di ossigeno per garantire continuità aziendale, pagare gli stipendi e mantenere il personale. Poi sono arrivate le operazioni di lease back e il ribilanciamento della struttura dei costi, con i canoni d'affitto per le varie strutture immobiliari spesso spropositati. Altra mossa che ha comportato un risparmio annuo pari a 10 milioni di euro.

    Proprio i resort hanno dato non pochi grattacapi ai commissari. La struttura marocchina di Agadir, per il quale era già stata disposta la chiusura dalla precedente amministrazione, ha visto lo scioglimento del contratto ancora in essere. A Sharm i tre avvocati hanno dovuto mediare con il proprietario del villaggio che intendeva impedire l'accesso ai clienti Valtur a causa dei debiti accumulati dalla precedente gestione. Ancora debiti, questa volte alle Maldive, per il villaggio di Kihaad, infine ceduto.

    Il prestito ponte
    E il lavoro dei commissari è arrivato sino a Bruxelles, con il prestito bancario di 50 milioni di euro ottenuto dopo il via libera dalla Commissione europea. Otto mesi lunghi e intensi, non privi di colpi di scena.

    Ora la Valtur dei commissari affina il passo per la vendita che avverrà, con tutta probabilità, entro la fine dell'anno. Ma per il trio di avvocati parrebbe che la gestione straordinaria dell'azienda sia stata ben più di una normale procedura. "Il nostro obiettivo è cedere Valtur al miglior offerente - puntualizzano i commissari -: ovvero chi offrirà il prezzo più alto, garantirà l'assorbimento del maggior numero di dipendenti e presenterà il piano industriale più rassicurante".

    RispondiElimina
  13. Non per altro ma quando qui a quelli del marketing gli spiegavi il come si fa, loro poi dicevano .......................................................................................ah!

    Vieni via di li.

    ;-)

    RispondiElimina
  14. Ne avrei per cosi' di legami con il turismo su un post del genere.
    Uno per tutti e' che non serve la P.A. Per fare turismo. Anzi, se si leva dai piedi e lascia fare, meglio!

    RispondiElimina
  15. @Marco

    ... anche la punteggiatura e gli accenti


    ;-)

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali