Alcuni giorni fa un caro amico mi raccontò d’essersi trovato
a mal partito in quel delle Puglie, e non perché i luoghi non siano belli,
accoglienti o quant’altro, ma per il fatto che, terminata la stagione al fine d’agosto
o ai primissimi di settembre, la zona diventa di colpo un mortorio che manco i
cani l’accettano più.
Negozi sprangati, lungomare deserti (e personalmente è anche
meglio), ristoranti chiusi per ferie e così pure tante altre piccole cose che
lasciano quel sentore d’amaro in bocca che non ti va più via per molto tempo.
E basta fare una
passeggiata di sera in una delle sino a qualche settimana fa affollatissime
marine di Terra d’Otranto per rendersi conto del mesto scenario che si presenta
agli occhi di chi ha optato per una vacanza settembrina che di meglio
non c’è.
Posti da favola
con gente allegra, preparata e cordiale, ma che non appena arriva il primo
venticello manco autunnale, chiude baracca e burattini e si mette a contare il
ricavato dei tre mesi estivi, suddividendoli per i nove mesi a venire.
E la
destagionalizzazione?
Cheddé la destagg
e qualcos’altro … si ode lontano lontano per quelle valli, paesi e contrade.
E “chemmefrega”
probabilmente qualcuno penserà della destagg e qualcos’altro.
Ed è stato lo scenario che trenta buyer provenienti da tutto il mondo si sono
recentissimamente trovati in occasione della prima edizione della Borsa del
Turismo ITW.
Sole estivo, mare
caraibico ma lucchetti alle strutture ricettive.
La soluzione potrebbe essere
quella di obbligare le strutture ricettive e i negozi a cui si rilasciano le
licenze a restare aperti anche a settembre, e a lanciare la sfida è Stefania
Mandurino, componente della giunta nazionale di Federturismo.
La quale menziona l’esempio
positivo di Melendugno dove l’ex sindaco Vittorio Potì, nel 2009 invitò
esercizi commerciali e strutture turistiche delle marine a restare aperte sino
al 30 settembre. Un’iniziativa che dovrebbe essere emulata dalle altre località
turistiche del Salento, rendendola magari più incisiva attraverso una vera e
propria ordinanza.
Comunque l’ex commissaria
dell’Apt leccese ribadisce che il Tacco d’Italia non è però all’anno zero
rispetto all’obiettivo della destagionalizzazione e che di passi avanti ne sono
stati fatti tanti rispetto al passato e soprattutto per alcuni prodotti come il
turismo congressuale, città d’arte, percorsi in bicicletta, mentre è rimasto un
po’ indietro il turismo balneare.
Che è poi come
farsi il bagno, cambiarsi i calzini ma non le mutande (scusate l’esempio),
visto che le Puglie sono bagnate dal mare per circa 800 km . ... mica noccioline, né.
Vabbé, ma resta
un gran peccato, perché se è vero che gli introiti dei gestori a settembre sono
decisamente inferiori a quelli di luglio e agosto, è anche vero che il trend
non si potrà mai invertire se gli operatori chiudono le strutture a fine
agosto.
In questo modo
una vera destagionalizzazione non ci sarà mai … o la destagg e qualcos’altro.
Se poi pensiamo
che da tutte le parti la si cerca per dare un maggior contributo a questo
settore che l’è in crisi dal tempo che fu e che dopotutto comprende anche una
buona fetta d’indotto … ma com’è che si dice?
Chi pensa solo al
proprio giardino va a finire che in mano non si trova più un “belino” … ma
forse questo non vale perché non è un detto delle Puglie, ma è della Liguria.
ha ha ha ha ha
RispondiEliminasempre fortissimo
@Luciano
RispondiEliminaRiesci a rendere allegre delle cose antipatiche
:-D