Quanto
abbiano speso cinque diversi governi (Berlusconi II, Berlusconi III, Prodi II,
Berlusconi IV, Monti), dal 2004 ad oggi, in oltre otto anni, per il portale nazionale del turismo
italiano è a tutt’oggi un
bel mistero.
L’annuncio originale del
progetto dell’allora Ministro per l’innovazione e le tecnologie Lucio Stanca,
il 16 marzo 2004, aveva toni perlomeno trionfalistici :
Con uno stanziamento globale di almeno 140 milioni di euro il Comitato dei Ministri per
la Società dell’Informazione riunito il 16 marzo 2004 dà il via alla progettazione e
realizzazione di un portale, denominato in via provvisoria “Scegli Italia”, con
l’obiettivo di:
- promuovere e rilanciare l’ offerta turistica italiana
- convogliare le prenotazioni
- ridare competitività alla principale industria del Paese rappresentata dal turismo.
- convogliare le prenotazioni
- ridare competitività alla principale industria del Paese rappresentata dal turismo.
Quei 140 milioni di euro, cifra assolutamente iperbolica,
vennero ridimensionati con il decreto ministeriale D.M. 28/04/2004 ad un fabbisogno di 90
milioni di euro e
subito finanziati, per il triennio 2005-2007, esattamente la metà dei fondi
stimati: 45 milioni di euro.
Il budget venne poi integrato con atti successivi:
Il budget venne poi integrato con atti successivi:
D.M. 07/03/2006 – decreto Lucio Stanca
salendo alla ragguardevole cifra di 58,1
milioni di euro.
Nel gennaio 2008 il blog The Million Portal Bay, dopo la
pubblicazione del rapporto della commissione
d’indagine Nicolais, prova a stilare una sommaria contabilità del progetto, ipotizzando una
spesa effettivavariabile tra i sette e gli otto milioni di
euro.
Nel maggio 2008 viene nominata sottosegretario al turismo
Michela Vittoria Brambilla (MVB), poi promossa un anno dopo a ministro.
Ad ottobre del 2008 il ministro Renato Brunetta presenta il piano industriale per l’Innovazione con un budget ridimensionato, per i vari progetti collegati al portale italia.it, in 34 milioni di euro.
Ad ottobre del 2008 il ministro Renato Brunetta presenta il piano industriale per l’Innovazione con un budget ridimensionato, per i vari progetti collegati al portale italia.it, in 34 milioni di euro.
Il 17 ottobre 2008 allo SMAU di Milano MVB dichiara
“nei prossimi giorni spiegheremo il progetto del portale
Italia.it, che sarà molto diverso da
quello precedente”
…
…
“E metteremo
tutto online perché ogni cittadino conosca i costi del progetto, con
chi lo realizzeremo, il suo scopo. Anche questa iniziativa rappresenterà un
modo per cambiare finalmente registro in questo settore”.
Nulla del genere verrà mai
fatto.
Il 15 gennaio 2009 Brambilla e Brunetta firmano un protocollo d’intesa che prevede il trasferimento, al
dipartimento guidato dalla rossa di Calolziocorte (DSCT), di una cifra pari a 10
milioni di euro.
Sei mesi dopo viene presentato a Palazzo Chigi il progetto del “nuovo” portale ed il ministro Brunetta, dopo aver glissato allegramente sugli eventi passati, dichiara entusiasta che:
“Adesso abbiamo recuperato, recuperato come dirà la collega
Brambilla in maniera brillante e soprattutto risparmiosa. Perchè spenderemo
solo poco
più di 5 milioni di euro per
fare il portale.“
Dei costi aggiuntivi effettivi della gestione
Brunetta-Brambilla, di preciso, nulla è dato sapere.
Quando a luglio 2009 Giacomo Dotta su Webnews pone 10 domande sul portale Italia.it, chiedendo
Quando a luglio 2009 Giacomo Dotta su Webnews pone 10 domande sul portale Italia.it, chiedendo
Qual è il computo esatto dei costi di Italia.it dalla prima
idea di Lucio Stanca fino ad oggi?
e l’associazione di consumatori Altroconsumo lo segue a ruota, l’ufficio
stampa di MVB fa sapere che il ministro ha una serie di impegni e quindi non
ha tempo per rispondere.
La realizzazione del nuovo
portale è così assegnata ad ACI Informatica, società di software in-house di
ACI, la cui vigilanza compete al dipartimento per lo sviluppo e la
competitività del turismo (DSCT) di MVB.
Il 18 maggio 2010 Promuovitalia, azienda partecipata al
100% da ENIT, anch’esso vigilato dal DSCT, indice un bando di gara triennale
per l’assegnazione dei servizi redazionali del portale italia.it con durata di
36 mesi ed importo a base d’asta di 2.030.000,00 euro + IVA.
Seguirà un contenzioso sull’aggiudicazione di gara della durata di 16 mesi che si concluderà soltanto nel marzo 2012.
Seguirà un contenzioso sull’aggiudicazione di gara della durata di 16 mesi che si concluderà soltanto nel marzo 2012.
Pochi giorni dopo, il 27 maggio 2010, debutta in rete
l’improponibile versione cinese del portale italia.itcommissionata per l’EXPO di Shangai e per la quale emergeranno, sei mesi
dopo, mandati di pagamento per320.000
euro verso il Commissariato generale del Governo EXPO
Univ Shanghai 2010.
Il 3 marzo 2012, nel seguito dell’audizione del 24/02/2011 in X
Commissione Attività Produttive della Camera, MVB dichiara che le risorse a disposizione nel
triennio 2009-2011 per la gestione del portale italia.it ammontano a 9
milioni e 452mila euro.
Il 6 ottobre 2011 il Fatto Quotidiano fa emergere la
presunta esistenza di contratti triennali di
consulenza (152.000
euro a testa) per
“lavoro sul portale
italia.it” riconducibili a cinque diversi project managers,
contratti stipulati da Promuovitalia tramite “delegazione interorganica”
del DSCT nel marzo 2010, con scadenza 21 marzo 2013; peccato che il
portale, nel frattempo, sia fermo da mesi e mesi per il contenzioso di gara
citato sopra e che la questione si risolva soltanto mesi dopo.
Il 16 novembre 2011 viene
nominato ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport Piero
Gnudi.
Il 25 aprile 2012, in un articolo pubblicato su
corriere.it Gian
Antonio Stella sostiene che il
portale italia.itsarebbe
costato ai vari governi nel complesso l’enormità di 35.451.355 euro, con
alcune scelte contestate.
Pochi giorni dopo l’attuale ministro Gnudi risponde lamentando “tanti problemi e dispiaceri”
nel tentativo di risolvere la vicenda, ma sulla cifra indicata dal giornalista
non dice una sola parola.
Quanto è costato davvero, ad
oggi, il portale nazionale del turismo italiano?
Già nel maggio 2007 oltre 1500 cittadini italiani lo chiesero al
Governo Prodi e questa fu la risposta:
… la giuriprudenza maggioritaria e l’opinione ormai
stabilizzata dalla stessa Commissione si sono consolidati nel
senso che il diritto di accesso, riconosciuto dall’art.22 L.241/90 non
configura una sorta di azione popolare diretta a consentire un generalizzato
controllo dell’attività della Pubblica Amministrazione, ma deve correlarsi ad
un interesse qualificato che giustifichi la cognizione di determinati
documenti.
Nel caso di specie, non si è rilevato un interesse diretto,
concreto, attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e
collegata ai documenti ai quali è chiesto l’accesso, così come previsto dal
nuovo art.22 della L.241/1990, novellato dalla L. n.15/2005.
…
la semplice riunione di soggetti non legittimati all’accesso non
può creare ex se la prescritta legittimazione in capo alla riunione stessa.
Seguì il mio ricorso alla
Commissione per l’accesso agli atti della Pubblica Amministrazione, allora
presidente Enrico Letta; ricorso ricevuto e regolarmente bocciato.
Ecco perché, oggi, a
distanza di cinque anni, è importante firmare l’appello di FOIA.it, iniziativa
perl’adozione di un
Freedom of Information Act in Italia.
costi a palate..ma ancora più grave nemmeno mezzo risultato.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il punto di "dirottamento delle prenotazioni" sarebbe ora che gli albergatori facessero un bel portale di loro proprietà.. piccola spesa iniziale per la sua creazione (500-1000 € ad hotel in base alle adesioni non è niente in confronto a tutte le commissioni che ogni mese paghiamo), piccola percentuale sulle prenotazioni ricevute per il mantenimento e l'aggiornamento del sito (3-4%)...e via dagli altri portali.. sul presente portale tante informazioni sullew nostre città, eventi, programmi etc etc..
Gabriele Apostoli
E non è finita!
RispondiElimina@Gabriele
RispondiEliminaCredo che fosse quello che volevano fare e che poi ci si siano messi di mezzo ... i poteri forti?
E di chi ti puoi fidare?
Federalberghi?
Confindustria?
Sindacati o Coop?
mah!
:(
Senza contare che chi magari l'avrebbe voluto fare così ... non ne era neanche in grado.
RispondiEliminaOibò
@G.Apostoli @Luciano
RispondiEliminaIn realtà Federalberghi 'sta cosa l'avrebbe anche fatta:
www.italyhotels.it
e fatta realizzare pure ad Amadeus, che è leader nel settore.
Ma pare non abbia preso granché piede. Vai a capire il perché...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSe non ricordo male ci fu anche una diatriba per questo e che finì poi nel nulla.
RispondiEliminaMah!
Senza contare quello di Confindustria Astoi sui T.O. di destinazione.
RispondiEliminahttp://www.astoi.it/destinazioni.html
E tra Winteler e la Brambilla per quanto riguarda il portale di Alpitour da 2 milioni di euro?
RispondiEliminahttp://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-703034/alpitour-presentato-nuovo-portale/
Dal web
RispondiEliminaLe regioni hanno apprezzato il modello culturale proposto da Piero Gnudi per il nuovo Piano per il turismo. Anche la Brambilla aveva proposto un modello. Solo che la sera andava a sfilare.
Argomento chiuso, o quasi. Tui ha smentito il suo interessamento nei confronti di alcuni tour operator italiani.
RispondiEliminaIl gruppo tedesco di Hannover, contattato da TTG Italia, ha infatti spiegato che "la nostra posizione ufficiale è chiara da sempre e non abbiamo intenzione di commentare i rumors". Spifferi provenienti dalla casa madre tedesca confermano che al momento non vi sono trattative in corso con operatori nazionali.
La notizia era circolata negli ambienti del tour operating nelle scorse settimane, con particolare attenzione verso alcune società del mercato con sede nel Centro-Sud Italia. Da tempo infatti una lunga serie di t.o. sono pronti a cedere il controllo delle aziende per chiara necessità di denaro fresco.
La crisi economica sta sicuramente accentuando le difficoltà di molti che, travolti dal calo netto di presenze sulle mete del Nord Africa, hanno visto scendere il fatturato e la marginalità. L'arrivo di un socio di portata internazionale potrebbe ridare fiducia e liquidità.
Ma ancora una volta Tui pare gelare le attese.
http://www.ttgitalia.com/stories/incoming/80116_gnudi_abbiamo_investito_come_la_francia/
RispondiElimina@Vincenzo
RispondiEliminaLa cosa più sciocca è che lo dicono tutti quelli che si alternano al comando e che poi non cambia una mazza.
Che poi ce lo vengano anche a dire come se fosse una bella novità ...
:(