Però ci sarebbe da ricordare che non molto tempo fa, in occasione della proposta poi decaduta di J. Daniel Winteler alla carica di direttore generale dell’Enit, Bernabò Bocca disse così: “Winteler, avendo lasciato da poco tempo la presidenza di Federturismo-Confindustria non sarebbe, per le altre organizzazioni di categoria del settore, la figura più adatta, perché inevitabilmente di parte”.
Quindi l’essere stato di Winteler, anche se in tempi non sospetti, avrebbe costituito un conflitto d’interessi per il BB, senza per altro dire niente (che mi sia sfuggita la cosa?) su quello dell’allora DG Enit, tale Paolo Rubini, che era entrato nel cda del Gruppo Boscolo Hotel.
Ma vacci a capire come la ragiona ‘sta gente qua.
Oppure ci si capisce benissimo, neh?
Comunque sia ... si
verifica un conflitto di interessi quando viene
affidata un'alta responsabilità decisionale ad un soggetto che abbia interessi
personali o professionali in conflitto con l'imparzialità richiesta da tale
responsabilità, che può venire meno visti i propri interessi in causa.
Il verificarsi di un conflitto
non costituisce di per sé prova che siano state commesse scorrettezze, può
tuttavia costituire un'agevolazione nel caso in cui si cerchi di influenzare il
risultato di una decisione per trarne un beneficio.
L'essere
in conflitto di interessi ed abusare effettivamente della propria posizione
restano però due aspetti distinti: un soggetto coinvolto, infatti, potrebbe non
agire mai in modo improprio.
Tuttavia
un conflitto di interessi esiste a prescindere che ad esso segua una condotta
impropria o meno.
E
che Bernabò Bocca non se ne possa approfittare … beh, fate un po’ voi.
Va
anche detto che in Italia il conflitto di interessi esiste solo nei sogni,
infatti …
… La Costituzione
italiana, secondo gli artt. 65 e 66, obbliga il Parlamento a
valutare l’eleggibilità dei suoi membri in base alla legge ordinaria, che se ne
occupa nel Decreto del Presidente della Repubblica n.361 del 1957. La Giunta
delle elezioni della Camera dei deputati, nel 1994, dichiarò legittima
l’elezione di Silvio Berlusconi con
la motivazione che la norma citata andrebbe riferita «alla concessione ad personam e quindi, se non c’è titolarità della
persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di
eventuali partecipazioni azionarie». Nelle successive legislature fu confermata
tale tesi.
Nel 1996 il
senatore Stefano Passigli propose un disegno di legge che prevedeva che il funzionario
pubblico con un patrimonio eccedente una certa somma dovesse affidarlo in
gestione ad un'apposita società indipendente (blind trust o fondo
cieco). Il d.d.l. non venne approvato. La questione fu però ripresa dallo
stesso Governo
Berlusconi II con la Legge n. 215 del 2004,
titolata Norme in materia di
risoluzione dei conflitti di interessi. La legge prescrive che
l'imprenditore individuale provveda a nominare uno o più institori, ovvero una o più persone di fiducia
(anche parenti, amici o collaboratori) cui affidare l'effettiva gestione
aziendale.
Il Parlamento
europeo, al paragrafo 38 della risoluzione del 20 novembre 2002 deplorava
che, "in particolare in Italia, permanga una situazione di
concentrazione del potere mediatico nelle mani del presidente del consiglio,
senza che sia stata adottata una normativa sul conflitto d’interessi".
Tra gli altri casi italiani di conflitto
d'interessi, vi sarebbe quello del governatore della Sardegna (in
carica dal 2004 sino
al dicembre 2008) Renato Soru, fondatore
della società di telecomunicazioni Tiscali. Questi, dopo
la sua elezione, ha lasciato il controllo della società, pur continuando a
mantenerne il 27,5% del capitale (in seguito gradualmente sceso fino al 18%).
Il giornalista Marco Travaglio ha affermato che Corrado Passera, nelle
sue vesti di ministro del governo Monti, è, vista
la sua carriera in ambito bancario, in conflitto di interesse. Altri conflitti
di interesse sarebbero rappresentati dall'attività politica e imprenditoriale
di Luca
Cordero di Montezemolo, Emma Marcegaglia e numerosi altri esponenti politici.
E allora questa eventuale candidatura di Bernabò Bocca come ministro del turismo nazionale, come la cataloghiamo?
Per Luciano
RispondiEliminaCarissimo Luciano, comincio a pensare che te lo facciano apposta.
:DDDD
Per Luciano
RispondiEliminaCarissimo Luciano credo che a questi punti te lo facciano apposta
@Anonimo (quasi)
RispondiEliminaTu non c'entri niente?
:)
Ben oltre la meta' delle imprese turistiche (il 64%) quest'anno non fara' alcun investimento, un altro 30% si dice incerto. Resta intenzionato a rischiare solo uno scarso 9%. La previsione e' dell'Isnart, che conferma nel Nordest l'area piu' solida. Del resto, e' quella che ricorre piu' facilmente al credito bancario, al contrario del Sud che fa ricorso soprattutto all'autofinanziamento. Tra i ristoranti, la quota di chi non effettuerà gli investimenti è particolarmente elevata: 66% circa.
RispondiEliminaLuciano, il conflitto c'è, perché Bernabò non avrebbe solo la Gnudi proprietà del Ministero, ma ne godrebbe personalmente dell'usufrutto...
RispondiElimina:-)