lunedì 8 aprile 2013

E i cervelli emigrano, i cervelli s'offrono all'Italia ma soffrono all'estero


I politici e i loro intrallazzatori pensano al nostro bene (già da sole queste quattro parole messe nell’ordine fanno alquanto ridere e di conseguenza, incazzare non poco) e non manca mai quella/o che in campagna elettorale annunci che coll’aiuto del proprio partito fermerà la fuga di gente (i cervelli) all’estero.

Poi vieni a scoprire che nel solo 2012 un milione di persone ha perso il lavoro in Italia, mentre nel mondo intero sono stati “solo” quattro milioni (dati Sole 24ore) quelli che incolpevolmente se ne sono dovuti stare in casa.
Portandoci a essere gli indiscussi “campioni del mondo” nelle str … anezze se da soli siamo stati capaci di perdere un quarto del totale mondiale.
Bel colpo e complimentoni a gogò!

E con questi dati è evidente che il fuggifuggi dallo stivale abbia raggiunto delle vette da far paura.
25.000 sono le stime, più un’altra considerevole fetta, la più grande, che accetta i lavori più umili in altre nazioni per non perdere definitivamente la propria dignità.

L'ideona di Fabrizio Barca per i giovani, e non solo, in difficoltà?

Peccato che adesso Barca, già ricercatore al Mit di Boston, all'Università di Stanford e direttore generale del dicastero di via XX Settembre, sia un ministro della Repubblica Italiana.
E da un ministro ci si aspettava qualcosa di più: non la bacchetta magica, certo, ma un impegno maggiore affinché la situazione migliore, affinché i cervelli smettano di fuggire all'estero, affinché si ponga fine a questa emorragia di posti di lavoro.
In precedenza fu famosa la lettera di Pier Luigi Celli, l’attuale presidente dell’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo), rivolta al figlio che … vedi qui.

“Sono Letizia, ho 32 anni, vivo negli Stati Uniti dal 2005, ma ho lasciato l’Italia da molto più tempo, passando dall’Europa, dall’Africa e dal Messico. Laurea quadriennale ottenuta in Italia, doppio Master ottenuto in America e poi un lavoro che mi ha aperto molte porte.
Il mio background è legato al settore del turismo, che e’ una passione.
Il primo lavoro è arrivato dall’Italia, ma quello per me e’ sempre stato un modo per arrivare agli States, un sogno che avevo fin da ragazzina. La Florida International University, presso la quale ho ottenuto i miei due Master, mi ha permesso di studiare e lavorare, offrendomi una piccola borsa di studio che ha aiutato a pagare le spese.

Al master sono seguite immediate offerte di lavoro e trasferimento in una nuova città – Washington, DC: dopo una prima esperienza di tre mesi presso l’ente ufficiale di sviluppo del turismo Americano – U.S. Travel Association – , ho ottenuto un’offerta lavorativa presso la mia attuale azienda americana. Destination DC, che è l’ente ufficiale per la promozione del turismo della capitale americana. La prima promozione è arrivata dopo sei mesi, solo per merito.

Vorrei tornare, ma ogni volta che ci provo, sembra che a nessuno interessi davvero avermi. Ho provato a contattare attraverso diversi canali enti del turismo in Italia (a tutti i livelli), ma senza risposte positive, nonostante lo stupore per avere un’italiana a rappresentare la capitale americana - e non l’Italia.

Non mi ritengo speciale, come me ce ne sono tanti, ognuno con una storia diversa ma con un medesimo filo conduttore. Siamo quelli che hanno avuto le palle di andare via, di rischiare e di restare in un Paese che non è il nostro, che ci considera “foreigners”, ma che dal punto di vista del lavoro e della carriera sicuramente sia pronto a investire anche tanti soldi, perché riconoscono che la nostra preparazione è nettamente superiore a quella dei loro studenti locali“.

… ma non devo neanche andare troppo distante per trovare degli altri esempi di “presunti” cervelli che hanno a suo tempo portato via i “zebedei”, e che a sua volta hanno sempre tentato negli anni il rientro nella Patria natia.
E parlo di me che nel ’69 lavavo i piatti in quel di Rio De Janeiro, e che pur senza una grande istruzione scolastica e per di più sbagliando (ancor oggi) i congiuntivi, ha gestito e diretto (in gran parte del mondo) aziende turistiche (catene alberghiere e navali) con circa 3.000 dipendenti salvandole molte volte dal crack finanziario, laddove il merito è considerato alla massima potenza.
L’Italia?

Mai ricevuto un’offerta … ma questa è un’altra storia ... e poi vedi della gente "al comando e non" che manco li cani ... 

Ed ecco spiegato il perché nel Bel Paese esistono più dei bravi "parlatori" che altro ... e che la situazione nazionale sia questa.



























8 commenti:

  1. E la storia si ripete ...........



    E con te addirittura due volte.

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  2. @Luciano


    Puntuale e logico come sempre.

    Questa gente che non considerata il merito è pazza!

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  3. “Il turismo può essere come lo zucchero dato ad un corpo stanco”.
    Così Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit, intervenuto questa mattina alla presentazione a Roma del X Rapporto Ecotur.
    Invitato a illustrare gli interventi e le criticità più urgenti, Babbi ha detto: “L’Italia può ripartire proprio se nel turismo si investe, perché è l’unico comparto che può generare risorse immediate, e delle 61 azioni del piano strategico noi ne abbiamo già attivate una decina".
    "Con le Regioni e le associazioni abbiamo avviato tavoli di lavoro nell’ottica di rapporti civili e di corresponsabilità, stiamo lavorando alla registrazione del nuovo marchio Italia, all’Expo, per supportare la promozione e rispondere alla domanda attesa, al calendario eventi Italia, agli accordi con i tour operator all’estero, sul portale Italia.it.
    Stiamo iniziando a guardare al mondo del web ragionando su un confronto con i big player e, con i fondi già arrivati dal Ministero, anche ad impostare i piani sul turismo congressuale, perché non si perdano altre occasioni”.
    Altro argomento di vitale importanza, ha spiegato Babbi, è il tema dei visti per i nuovi mercati. “E’ uno dei punti più importanti in agenda se solo si pensa che le crescite di visitatori dalla Cina, dalla Russia e da tutti i paesi dell’ex cortina sovietica stanno toccando il 30%. Il problema stiamo cercando di gestirlo con il Ministero degli esteri, certo l’abolizione sarebbe un buon traguardo a mio parere, perché rappresentano un elemento di diseconomia turistica, ma il buon senso vuole che questo tema sia gestito con oculatezza”.
    L’8 aprile intanto, sarà pubblicata sulla Gazzetta la gara indetta per la campagna di comunicazione “Italia Much More”, per il rilancio del turismo italiano sui mercati internazionali: “Aspettiamo le proposte e a metà maggio sceglieremo le idee - conclude il direttore -. Sulla gara c’è un investimento di 5 milioni di euro”. a.te.

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  4. Ieri per caso ero a prendere un gelato (fa abbastanza freddo ma era solo per fare due passi con la mia famiglia) sul lungomare alle porte di Genova e ascoltavo un signore che si dichiarava contento per la "fuga" dei suoi due figli negli States.
    Poi si è rivolto a me e ha chiesto il che cosa ne pensassi.
    Gli ho risposto: "Lei non ha maniglie?"
    E lui di rimando: "No, se le avessi avute sarebbero rimasti con me in Italia".

    Ecco il problema è questo!

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  5. @Luciano


    Recentemente ho richiesto un collaboratore per il mio ufficio e dopo aver ricevuto una miriade di CV ho fatto i colloqui.
    Non ti dico il risultato che puoi immaginare.

    Credo che ne richiamerò uno di quelli che sono andati all'estero.

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  6. Addio vecchio portiere d'albergo: nasceranno presto anche in Italia gli alberghi dove le formalità di check in e di check out saranno completamente automatizzate.

    La compagnia alberghiera internazionale Sillks International Hotel Group, sta per aprire tre strutture anche in Italia: il Park Silks Resort, a Vignola, in Costa Smeralda, che aprirà il prossimo 1 ottobre 2013, il Park Sillks Resort Hotel & SPA, ad Alassio e il Park Sillks Hotel, a Messina.

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  7. @B.C.

    «I tre alberghi di prossima apertura in Italia - spiega Roberto Necci, che si occupa delle operazioni di sviluppo della nuova compagnia alberghiera in Italia, Grecia, Turchia e Malta - saranno quattro stelle contemporanei, dotati di alta tecnologia proprio per soddisfare le esigenze di clienti che vogliono essere costantemente collegati con il mondo. Soprattutto dai paesi emergenti dell'Asia arriva la richiesta, innanzitutto dai clienti business ma anche dai turisti leisure, di servizi rapidi, anche nell'accesso all'albergo, e di tecnologie sempre più avanzate, informatizzate e automatizzate. Questo brand assicurerà tutto ciò. Già ora esistono in Italia alberghi con check in automatici ma si tratta di singoli hotel, per la prima volta verranno introdotti da una compagnia alberghiera internazionale».

    Preferisco non dire nulla ... per ora.
    Comunque in alcune realtà non è un così grave danno, però ...

    :(

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