venerdì 12 aprile 2013

Qui a Genova il "pisciatoio" all'aria aperta è così, e da te com'è?


Questo post lo ripropongo dopo otto o nove mesi per evidenziare che la situazione non è cambiata per niente ...
... le foto a fianco sono state fatte questa mattina (28 agosto 2012) da me stesso e fanno parte della zona turistica più “IN” di Genova, e vale a dire dove i turisti dovrebbero sostare più a lungo: 

Piazza Corvetto, Piazza de Ferrari, Via S. Lorenzo e dulcis in fundo Via Garibaldi, che l’è la zona principale dei Palazzi Rolli (sito Unesco) e proprio di fronte a Palazzo Tursi che è la sede del Comune di Genova.

Beh, che dire; forse è meglio non dire poiché le immagini parlano già da sole e … vabbé, basta così.


P.S. Un ringraziamento ad Alex Kornfeind … io so il perché.








6 commenti:

  1. Dovrebbero farti SINDACO altroché lasciarti andare di nuovo via all'estro!


    Renata

    NB
    Però preferisco averti qui che pensarti li.

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  2. @Renata

    Ciao amicona, domani ti chiamo per le ultime cosette da fare.

    Un bacione che più grosso non si può

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  3. Anche il turismo congressuale soffre. E’ quanto emerso dal workshop ‘Opportunità e strategie di sviluppo del turismo congressuale internazionale in Italia’ organizzato da Ega in occasione del World Communication Forum di Milano. L’Italia nel 2012 ha ospitato solo 363 eventi promossi da società/associazioni internazionali, contro i 577 della Germania, i 463 della Spagna ed i 434 della Gran Bretagna. Ancora più debole la presenza delle città chiave, Roma (92 eventi) e Milano (32) contro Vienna (181) o Parigi (174). “Le grandi città all’estero vanno benissimo perché sanno proporsi: Parigi ha fatto investimenti infrastrutturali poderosi e ha un sistema virtuoso di promozione e vendita. L’Italia, invece, perdura nelle proprie difficoltà; in realtà il prodotto è forte ed occorre solo renderlo appetibile con lo sviluppo del brand Italia con alberghi, sedi congressuali, trasporti adeguati – ha detto Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria – Certamente il settore congressuale è ricco e importante, però è anche la filiera che più mette a nudo i limiti della capacità del Paese di fare sistema. A Milano e Roma ci sono infrastrutture, alberghi e soggetti autonomi che fanno quello che dovrebbero fare altri: Fiera Milano Congressi, per esempio, fa un lavoro che va al di là di quello di riempire i propri spazi”. ll brand Italia è il terzo al mondo dopo Coca Cola e Visa, ha aggiunto Andrea Rea, professore associato di marketing all’Università La Sapienza di Roma, docente di marketing alla Scuola di direzione aziendale della Bocconi e presidente della Mostra d’Oltremare di Napoli. “Bisogna muoversi per tempo, in filiera e in modo strutturato, con azioni di commercializzazioni coordinate a supporto”. Paolo Locatelli, responsabile vendite Trenitalia per il mercato del Nord, ha sottolineato come Fs abbia contribuito ad un notevole mutamento nella vita dei turisti italiani e stranieri con una rete ad alta velocità, da Torino a Napoli-Salerno: “Per il turismo congressuale il treno è il mezzo di spostamento migliore in assoluto”. Insomma, il potenziale per un salto di qualità c’è, ma rimane tale. Almeno per ora.

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