giovedì 23 maggio 2013

La "Sindrome" dispregiativa culinaria è contagiosa?


La sindrome di chi la spara più grossa (credo sia proprio il caso di dirlo) è una malattia congenita che ha un'insolita facilità a propagarsi per contatto diretto o indiretto. 

Chiunque può essere contagiato, ma è notevole osservare che alcune persone hanno una smisurata tendenza al contagio: ad esempio i politici, i protagonisti dei Reality Show e la gente che prende delle posizioni istituzionali di non poco conto … di ciò si mormora e si dice.

La spiegazione è data dal fatto che in questi personaggi si sono riscontrati difetti più o meno gravi dell'organo cerebrale.
Il disturbo solitamente si sviluppa nella prima infanzia, specialmente per l'influenza di fattori ad alto contenuto di cazzate; esso può svilupparsi fino a diventare, nei casi più gravi, cronico e incurabile.

La sindrome si manifesta solitamente con la fuoriuscita incontrollata di strane parole senza senso, che comportano una crescita anormale soprattutto dal punto di vista mentale.
I portatori suscitano sempre molta simpatia e approvazione da parte della gente che dicendone bene, ci “marcia” o ci vorrebbe "marciare".

Origini ed effetti collaterali

Come detto, le origini del disturbo sono da ricercare nella prima infanzia.
Una volta instaurata la malattia bisogna intervenire subito perché a quel punto essa, se non prevenuta, inizia a degenerare e diventare cronica.
Questi sono gli stadi della sindrome:

1° stadio: intorno a 2-3 anni il bambino o la bambina, riceve segnali indesiderati dai telegiornali, dai cartoni della Disney e dalla trasmissione “cucina tu che io ho altro da fare”.

2° stadio: il ragazzo o la ragazza, ha il primo approccio con armi di distruzione di massa come FacebookMessenger, indovina chi viene a cena e altre cose culinarie svolte tra le quattro mura della propria casa.
Incomincia a cuocere delle uova al tegamino, in camicia o alla coque, che immancabilmente andranno bruciate, iper bollite e via cantando.
Che però quando il ragazzo o la ragazza vede che sono bruciate o iper bollite, non canta più, ma innalza delle imprecazioni senza musica appresso.
Dipende dalla radio se è accesa o meno.

Inizia poi ad appassionarsi alle soap opera, ai reality shows e di conseguenza a tutte quelle trasmissioni di cucina statunitensi, e a questo punto la malattia inizia ad essere pericolosa;

3° stadio: 50-70 anni, la malattia diventa cronica e il malato avrà regolari crisi di delirio che sarà ben felice di esporre a quanti più possibile.
L'effetto più potente del disturbo è che se il malato avverte nell'aria il suono di una cazzata ha l'irrefrenabile impulso di doverne dire un'altra, possibilmente più grossa; solo dopo averla detta si mostra felice e compiaciuto.

E questo caso che segue, può rientrare in questa sindrome?
“In Italia si è smesso da tempo di mangiare bene, purtroppo. Siamo corsi dietro alle mode, ai francesi, allontanandoci dalla nostra idea di cucina” dichiara la nuovissima sottosegretario alla Cultura e al Turismo, signora Ilaria Borletti Buitoni.


Io proprio non lo so se può essere la medesima cosa, ma se per caso lo è e se dovesse dirne un'altra della stessa portata ... non sarebbe meglio allontanarla immediatamente (e pure chi lì ce l'ha messa) per evitare dell'ilarità dalle altre parti del mondo ... nei nostri confronti?














4 commenti:

  1. @Luciano

    Secondo me 'a criatura, quann'era ancora piccerella, tra 'o primmo e 'o sicondo stadio, è caruta cu' 'a capa 'nterra...

    :-)

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  2. @Jennaro

    Giro giro tondo, casca il mondo ... tutti giù per terra!
    In questo caso uno/a solo/a


    :)

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  3. Siccome non era del tutto chiaro quanto il sottosegretario capisse di alta cucina, ha deciso di replicare e togliere definitivamente ogni dubbio.

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  4. Fare una replica ad una sciocchezza detta, credo che siano equivalenti a tre sciocchezze.

    Quindi non più due piccioni con una fava, bensì tre.

    Complimentoni

    :)

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