giovedì 27 marzo 2014

E' forse meglio buttare il bambino e tenerci l'acqua sporca?

Ce n'è per l'asino e per chi lo mena sul fatto che ... se debba chiudere o meno l'Agenzia Nazionale del Turismo (Enit).

Carlo Cottarelli, lo "sforbiciatore" della Spending Review renziana, ne ha inserito la sopressione (ved. qui alla slide numero 21) e subito dopo, da più parti s'alza la richiesta che questo non avvenga.

Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi sostiene che sia sbagliato soppremire l'ente e così pure Mario Buscema, presidente dell'associazione Federcongressi&eventi, Renzo Iorio che di Federturismo ne è anche lui il presidente, dice la medesima cosa.
E giù una sfilza di altri nominativi importanti che vorrebbero mantenere l'Agenzia così com'è.

Ma proprio così neanche troppo, poiché tutti i sopraddetti e anche quelli che non vi appaiono, "lamentano" il fatto che l'Enit abbia bisogno di una ristrutturazione.
Beh, ma allora?

E' da mo che si sente che quell'ente vada riorganizzato e di tre anni in tre anni, tanto è la durata dei presidenti e dei Direttori Generali che c'hanno inutilmente provato, la situazione non è cambiata quasi per niente.
Le paroline sono una cosa i fattacci un'altra (ved. dati della Banca d'Italia).

Infatti i dati che si evincono sulle presenze, sui pernottamenti e sulla spesa dei turisti stranieri nel Bel Paese, a differenza di quelli dei nostri competitors, sono disarmanti anno per anno.
Quindi?
Perché mantenere un ente che non produce come dovrebbe e potrebbe?
Forse che la colpa sia delle Regioni che per via del Titolo V manovrano autonomamente una valanga di soldi per promozionarsi da sole e che quelli di spettanza all'Enit sia appena sufficienti per pagare stipendi e locazioni all'estero?

Beh, in questo caso ricordo ai gentili signori elencati di sopra che solo qualche anno fa l'Enit veniva annualmente "omaggiato" di circa 50 milioni di euro dal Governo (che poi siamo noi)a differenza degli attuali 18, ma le cose anche allora non andavano nel verso giusto.
Che si siano scordati?

Chiaro è che l'avvento di direzioni generali non troppo "felici" ha permesso che altre nazioni ci sopravanzassero negli "income", e questo nonostante i dati dell'Untwo (Organizzazione Mondiale del Turismo) affermino che sempre di più nel globo la gente se ne va in vacanza o faccia dei viaggi per altri motivi.

Ma se quelle direzioni generali non troppo "felici" e senza un buon rapporto con le Regioni, hanno prodotto più presenze turistiche della nuova "gestione", che a loro dire con le stesse vanno d'amore e d'accordo, beh; allora pare abbastanza evidente che qualcosa non va.
O no?

Il direttore generale dell'Enit, Andrea Babbi, sostiene con il solito sorriso (anch'io sorriderei sempre se percepissi il suo stipendio senza produrre granché risultati) che abolire del tutto l’Enit si rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca, soprattutto in un momento in cui si è riusciti a veicolare e unificare le forze di tutte le regioni su progetti promozionali unici.

Eh no, l'acqua sporca la buttiamo ma il bambino ce lo teniamo rivestendolo però con abiti più idonei al caso.

Quindi e pertanto: abolizione del Titolo V (atroce utopia) e rifondazione dell'Enit, ossia far fuori tutta la dirigenza in un colpo solo, per poi rifondare ex-novo un'agenzia del turismo sotto forma di spa (altra atroce utopia).
 Ma non succederà mai.

Il motivo?
Non lo posso scrivere ma unicamente dire a voce senza registratori e nemmeno presenti.









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